Il primo premio assoluto per la undicesima edizione del <Concorso Nazionale di poesia Città di Santa Anastasia> è assegnato al volume di ANTONIO SPAGNUOLO : “IL SENSO DELLA POSSIBILITA’ “ – edizioni Kairòs 2013.
La cerimonia di premiazione avverrà nella Sala Consiliare del Comune di Santa Anastasia il 21 dicembre prossimo alle ore 10:30
martedì 17 dicembre 2013
sabato 14 dicembre 2013
A Franco Buffoni il “Città di Sant’Elia Fiumerapido”
Secondo e terzo premio rispettivamente a Pasquale Balestriere e Umberto La Marra
Il 7 dicembre scorso è ritornata a Sant’Elia Fiumerapido l’annuale magia del Premio di Poesia “Città di Sant’Elia Fiumerapido”, quest’anno alla 16ª edizione. Premiato quest’anno il noto poeta Franco Buffoni. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente Pasquale Balestriere, Barano d’Ischia (Napoli), e Umberto La Marra di Candia Canavese (Torino).
Dopo la relazione del Presidente della Giuria Amerigo Iannacone, si sono susseguiti gli interventi di Paolo De Paolis e Carmine Brancaccio, oltre ai saluti dell’Assessore alla Cultura Antonio Trelle, del vicesindaco Fernando Cuozzo, e di Angela Di Cicco, Presidente della Commissione Cultura.
Ida Di Ianni, conduttrice della serata, ha poi letto il verbale della Giuria e le motivazioni e prima sono state lette le poesie dei poeti finalisti, poi sono stati consegnati i premi ai vincitori, i quali hanno letto ognuno le proprie poesie.
Intanto i presenti in sala avevano ricevuto copia del mensile letterario Il Foglio volante, numero speciale dedicato al Premio.
Soddisfatta la Giuria – composta da Amerigo Iannacone (Presidente), Carmine Brancaccio, Paolo De Paolis, Ida Di Ianni e Graziuccio Di Traglia – , soddisfatti soprattutto gli amministratori comunali, che nella prossima primavera passeranno la mano alla nuova amministrazione.
Franco Buffoni (Gallarate 1948), vive a Roma. Esordisce come poeta nel 1978 su Paragone presentato da Giovanni Raboni.
Ha pubblicato le raccolte di poesia Nell’acqua degli occhi (Guanda 1979), I tre desideri (San Marco dei Giustiniani 1984), Quaranta a quindici (Crocetti 1987), Scuola di Atene (Arzanà 1991), Adidas. Poesie scelte 1975-1990 (Pieraldo editore 1993), Suora carmelitana (Guanda 1997), Songs of Spring (Marcos y Marcos 1999), Il profilo del Rosa (Mondadori 2000), Theios (Interlinea 2001), Del Maestro in bottega (Empiria 2002), Guerra (Mondadori 2005), Croci rosse e mezze lune (Quaderni di Orfeo, Como 2007), Noi e loro (Donzelli 2008), Roma (Guanda 2009). L’Oscar Mondadori Poesie 1975-2012 raccoglie tutta la sua opera poetica.
Nel 1989 ha fondato e tuttora dirige il semestrale di teoria e pratica della traduzione letteraria Testo a fronte. Per Marcos y Marcos ha curato i volumi Ritmologia (2002) e La traduzione del testo poetico (2004). Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005) e curato opere di Byron, Coleridge, Wilde, Kipling. Per Marcos y Marcos ha tradotto Una piccola tabaccheria. Quaderno di traduzioni (2012, Premio Torre dell’orologio).
È autore dei romanzi Reperto 74 (Zona 2008), Zamel (Marcos y Marcos 2009), Il servo di Byron (Fazi 2012), dei pamphlet Piú luce, padre (Sossella, 2006) e Laico alfabeto in salsa gay piccante (Transeuropa 2010) e dei saggi Con il testo a fronte. Indagine sul tradurre e l’essere tradotti (Interlinea 2007), L’ipotesi di Malin. Studio su Auden critico-poeta (Marcos y Marcos 2007) e Mid Atlantic. Teatro e poesia nel Novecento angloamericano (Effigie 2007).
Sito: www.francobuffoni.it.
Riportiamo, qui di seguito, le poesie per le quali è stato premiato.
Dulcissima
Quando non ci saranno più le mie chiamate
Tra le sette e le otto
E se ritardo un labbro che leggermente trema.
Quando non sarai più una vecchia sola
E io al ritorno non dovrò più correre
Per te giù in farmacia
Prazene e Lexotan
Con la ricetta ripetibile
Il Karvezide con la ricetta nuova
E già che ci sei un Benagol
E la Borocillina.
Quando non dovrò più tenerti
Bassa la pressione
Quanto tempo che avrò
Per scrivere di te.
Invito a Napoli
E in questo golfo attraversato stamattina
Da quattro jet sopra Posillipo e due cargo
Verso molo Beverello,
Io rivedo insieme a tre gabbiani
Da un balcone del Royal
La mia relazione
Per il convegno sulla traduzione.
In Cappella Pappacoda oggi all’Orientale
Saremo in tanti figli di navigatori
Santi e poeti, tutti un tempo anche traduttori.
Come i piloti quattro dei jet militari
E dei cargo i dieci marinai.
Lasciami Napoli
Nelle loro scie
E dolcemente strangolami in cielo
O in mare
Da questo ottavo piano.
Non mi tradurre altrove.
Franco Buffoni
Il 7 dicembre scorso è ritornata a Sant’Elia Fiumerapido l’annuale magia del Premio di Poesia “Città di Sant’Elia Fiumerapido”, quest’anno alla 16ª edizione. Premiato quest’anno il noto poeta Franco Buffoni. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente Pasquale Balestriere, Barano d’Ischia (Napoli), e Umberto La Marra di Candia Canavese (Torino).
Dopo la relazione del Presidente della Giuria Amerigo Iannacone, si sono susseguiti gli interventi di Paolo De Paolis e Carmine Brancaccio, oltre ai saluti dell’Assessore alla Cultura Antonio Trelle, del vicesindaco Fernando Cuozzo, e di Angela Di Cicco, Presidente della Commissione Cultura.
Ida Di Ianni, conduttrice della serata, ha poi letto il verbale della Giuria e le motivazioni e prima sono state lette le poesie dei poeti finalisti, poi sono stati consegnati i premi ai vincitori, i quali hanno letto ognuno le proprie poesie.
Intanto i presenti in sala avevano ricevuto copia del mensile letterario Il Foglio volante, numero speciale dedicato al Premio.
Soddisfatta la Giuria – composta da Amerigo Iannacone (Presidente), Carmine Brancaccio, Paolo De Paolis, Ida Di Ianni e Graziuccio Di Traglia – , soddisfatti soprattutto gli amministratori comunali, che nella prossima primavera passeranno la mano alla nuova amministrazione.
Franco Buffoni (Gallarate 1948), vive a Roma. Esordisce come poeta nel 1978 su Paragone presentato da Giovanni Raboni.
Ha pubblicato le raccolte di poesia Nell’acqua degli occhi (Guanda 1979), I tre desideri (San Marco dei Giustiniani 1984), Quaranta a quindici (Crocetti 1987), Scuola di Atene (Arzanà 1991), Adidas. Poesie scelte 1975-1990 (Pieraldo editore 1993), Suora carmelitana (Guanda 1997), Songs of Spring (Marcos y Marcos 1999), Il profilo del Rosa (Mondadori 2000), Theios (Interlinea 2001), Del Maestro in bottega (Empiria 2002), Guerra (Mondadori 2005), Croci rosse e mezze lune (Quaderni di Orfeo, Como 2007), Noi e loro (Donzelli 2008), Roma (Guanda 2009). L’Oscar Mondadori Poesie 1975-2012 raccoglie tutta la sua opera poetica.
Nel 1989 ha fondato e tuttora dirige il semestrale di teoria e pratica della traduzione letteraria Testo a fronte. Per Marcos y Marcos ha curato i volumi Ritmologia (2002) e La traduzione del testo poetico (2004). Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005) e curato opere di Byron, Coleridge, Wilde, Kipling. Per Marcos y Marcos ha tradotto Una piccola tabaccheria. Quaderno di traduzioni (2012, Premio Torre dell’orologio).
È autore dei romanzi Reperto 74 (Zona 2008), Zamel (Marcos y Marcos 2009), Il servo di Byron (Fazi 2012), dei pamphlet Piú luce, padre (Sossella, 2006) e Laico alfabeto in salsa gay piccante (Transeuropa 2010) e dei saggi Con il testo a fronte. Indagine sul tradurre e l’essere tradotti (Interlinea 2007), L’ipotesi di Malin. Studio su Auden critico-poeta (Marcos y Marcos 2007) e Mid Atlantic. Teatro e poesia nel Novecento angloamericano (Effigie 2007).
Sito: www.francobuffoni.it.
Riportiamo, qui di seguito, le poesie per le quali è stato premiato.
Dulcissima
Quando non ci saranno più le mie chiamate
Tra le sette e le otto
E se ritardo un labbro che leggermente trema.
Quando non sarai più una vecchia sola
E io al ritorno non dovrò più correre
Per te giù in farmacia
Prazene e Lexotan
Con la ricetta ripetibile
Il Karvezide con la ricetta nuova
E già che ci sei un Benagol
E la Borocillina.
Quando non dovrò più tenerti
Bassa la pressione
Quanto tempo che avrò
Per scrivere di te.
Invito a Napoli
E in questo golfo attraversato stamattina
Da quattro jet sopra Posillipo e due cargo
Verso molo Beverello,
Io rivedo insieme a tre gabbiani
Da un balcone del Royal
La mia relazione
Per il convegno sulla traduzione.
In Cappella Pappacoda oggi all’Orientale
Saremo in tanti figli di navigatori
Santi e poeti, tutti un tempo anche traduttori.
Come i piloti quattro dei jet militari
E dei cargo i dieci marinai.
Lasciami Napoli
Nelle loro scie
E dolcemente strangolami in cielo
O in mare
Da questo ottavo piano.
Non mi tradurre altrove.
Franco Buffoni
venerdì 13 dicembre 2013
Associazione culturale Tulliola PREMIO INTERNAZIONALE TULLIOLA Premio di Poesia Renato Filippelli 2013-2014 XXII edizione
comunicato stampa
Premio “Tulliola”: fino al 14 febbraio 2014
si può partecipare alla XXII edizione del concorso
L’Associazione culturale “Tulliola” bandisce il concorso della XXII edizione del Premio internazionale “Tulliola”, che comprende 5 sezioni: Premio di Poesia “Renato Filippelli” per la Poesia edita; Premio della Legalità; Opere edite o inedite (comprese monografie, saggi, articoli giornalistici) dedicate alla poesia di Renato Filippelli; Romanzo edito; Saggistica edita.
Non è richiesta tassa di lettura per nessuna delle sezioni, per ognuna delle quali occorre inviare 8 volumi. Le opere dovranno pervenire entro e non oltre il 14 febbraio 2014 presso: Carmen Moscariello, via Paone S. Remigio, 04023 Formia (LT).
All'interno di ogni singolo libro o articolo giornalistico inviato devono essere indicati tutti i dati del partecipante, compreso numero telefonico o indirizzo mail. Si prega di allegare anche una dichiarazione scritta e firmata con cui si autorizza la pubblicazione del proprio nome in caso di vincita o di segnalazione. Per informazioni: tel. 320/8597966 mail: carmen.moscariello@yahoo.it, barbara.vellucci@libero.it.
Il Premio di Poesia porta il nome di Renato Filippelli che per diciannove anni l’ha presieduto, contribuendo alla sua fama e al suo prestigio. Specificamente all’opera del Poeta è dedicata la seconda sezione del Premio.
Il Premio, già dalla precedente edizione, ha inserito nella sua funzione, oltre a quella specificamente letteraria, anche un ruolo di difesa della donna, di lotta contro la criminalità, in particolare contro le mafie. Pertanto l’Associazione culturale “Tulliola” ha istituzionalizzato una serie di Riconoscimenti d’Onore da consegnare ad indiscusse Personalità impegnate nei campi anzidetti.
Presidente e Fondatrice del Premio è Carmen Moscariello; segretari: Mario Rizzi e Barbara Vellucci. La Giuria – di cui è presidente onorario Erasmo Magliozzi – è presieduta da Ugo Piscopo e formata da Marina Argenziano Maggi, Mary Attento, Lorenzo Ciufo, Silvano Cuciniello, Ernesto D’Argenio, Franco De Luca, Manfredo Di Biasio, Gelsomina Formicola Filippelli, Michele Graziosetto, Giuseppe Limone, Erasmo Magliozzi, Giuseppe Manitta, Carmen Moscariello, Giuseppe Napolitano, Annella Prisco, Domenico Pimpinella, Maria Pia Selvaggio. Tutti i membri della Giuria operano senza compenso alcuno. Il Premio si autofinanzia, non chiede contributi ad enti pubblici.
Ai primi tre vincitori di ogni sezione andrà un’opera d’arte degli artisti: Celestino Casaburi, Antonio Conte, Ernesto D’Argenio, Franco De Luca, Raffaella Fuscello, Antonio Scotto e Francesco Paolo Stravato. Agli altri partecipanti saranno donate coppe e/o targhe. I vincitori saranno avvertiti telefonicamente, o con lettera, o tramite mail. Per aver diritto al premio bisogna essere presenti alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti, che si terrà martedì 20 maggio 2014 alle ore 16,30 al Castello Miramare di Formia (LT).
con preghiera di diffusione
INFO
Associazione culturale Tulliola
tel. 320/8597966, email: carmen.moscariello@yahoo.it
sito del premio: http://digilander.libero.it/premiotulliola/
Premio “Tulliola”: fino al 14 febbraio 2014
si può partecipare alla XXII edizione del concorso
L’Associazione culturale “Tulliola” bandisce il concorso della XXII edizione del Premio internazionale “Tulliola”, che comprende 5 sezioni: Premio di Poesia “Renato Filippelli” per la Poesia edita; Premio della Legalità; Opere edite o inedite (comprese monografie, saggi, articoli giornalistici) dedicate alla poesia di Renato Filippelli; Romanzo edito; Saggistica edita.
Non è richiesta tassa di lettura per nessuna delle sezioni, per ognuna delle quali occorre inviare 8 volumi. Le opere dovranno pervenire entro e non oltre il 14 febbraio 2014 presso: Carmen Moscariello, via Paone S. Remigio, 04023 Formia (LT).
All'interno di ogni singolo libro o articolo giornalistico inviato devono essere indicati tutti i dati del partecipante, compreso numero telefonico o indirizzo mail. Si prega di allegare anche una dichiarazione scritta e firmata con cui si autorizza la pubblicazione del proprio nome in caso di vincita o di segnalazione. Per informazioni: tel. 320/8597966 mail: carmen.moscariello@yahoo.it, barbara.vellucci@libero.it.
Il Premio di Poesia porta il nome di Renato Filippelli che per diciannove anni l’ha presieduto, contribuendo alla sua fama e al suo prestigio. Specificamente all’opera del Poeta è dedicata la seconda sezione del Premio.
Il Premio, già dalla precedente edizione, ha inserito nella sua funzione, oltre a quella specificamente letteraria, anche un ruolo di difesa della donna, di lotta contro la criminalità, in particolare contro le mafie. Pertanto l’Associazione culturale “Tulliola” ha istituzionalizzato una serie di Riconoscimenti d’Onore da consegnare ad indiscusse Personalità impegnate nei campi anzidetti.
Presidente e Fondatrice del Premio è Carmen Moscariello; segretari: Mario Rizzi e Barbara Vellucci. La Giuria – di cui è presidente onorario Erasmo Magliozzi – è presieduta da Ugo Piscopo e formata da Marina Argenziano Maggi, Mary Attento, Lorenzo Ciufo, Silvano Cuciniello, Ernesto D’Argenio, Franco De Luca, Manfredo Di Biasio, Gelsomina Formicola Filippelli, Michele Graziosetto, Giuseppe Limone, Erasmo Magliozzi, Giuseppe Manitta, Carmen Moscariello, Giuseppe Napolitano, Annella Prisco, Domenico Pimpinella, Maria Pia Selvaggio. Tutti i membri della Giuria operano senza compenso alcuno. Il Premio si autofinanzia, non chiede contributi ad enti pubblici.
Ai primi tre vincitori di ogni sezione andrà un’opera d’arte degli artisti: Celestino Casaburi, Antonio Conte, Ernesto D’Argenio, Franco De Luca, Raffaella Fuscello, Antonio Scotto e Francesco Paolo Stravato. Agli altri partecipanti saranno donate coppe e/o targhe. I vincitori saranno avvertiti telefonicamente, o con lettera, o tramite mail. Per aver diritto al premio bisogna essere presenti alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti, che si terrà martedì 20 maggio 2014 alle ore 16,30 al Castello Miramare di Formia (LT).
con preghiera di diffusione
INFO
Associazione culturale Tulliola
tel. 320/8597966, email: carmen.moscariello@yahoo.it
sito del premio: http://digilander.libero.it/premiotulliola/
Incontro il 19 dicembre a S. Maria C.V. su "L'albero di stelle" edito da Guida
"L'albero di stelle", il nuovo libro scritto da Angela Migliozzi ed edito da Guida, sarà presentato giovedì 19 dicembre 2013 alle ore 17, presso il centro culturale "Il Pilastro" a S. Maria Capua Vetere (via Roberto d'Angiò 56). Interverranno, oltre all'autrice, Lina Salamiti, docente di storia e filosofia e presidente del CIF di S. Maria C.V., e i giornalisti Giorgio Agnisola e Nando Santonastaso.
Le cose inanimate, che spesso sopravvivono a noi, gli oggetti, le mura domestiche, le piante di un giardino, hanno un’anima. Capirlo significa entrare in un avvertimento universale dell’esistenza, sapersi parte dello spazio fisico che implica e annette un mistero metafisico. Ma perché ciò accada, perché si possa pervenire a un tale avvertimento, occorre diventare trasparenti a se stessi, acquisire occhi nuovi. Issando sul proprio davanzale un “albero di stelle”.
(dalla Prefazione di Giorgio Agnisola)
Le cose inanimate, che spesso sopravvivono a noi, gli oggetti, le mura domestiche, le piante di un giardino, hanno un’anima. Capirlo significa entrare in un avvertimento universale dell’esistenza, sapersi parte dello spazio fisico che implica e annette un mistero metafisico. Ma perché ciò accada, perché si possa pervenire a un tale avvertimento, occorre diventare trasparenti a se stessi, acquisire occhi nuovi. Issando sul proprio davanzale un “albero di stelle”.
(dalla Prefazione di Giorgio Agnisola)
Titolo
L'albero di stelle
L'albero di stelle
Autore
Angela Migliozzi
Prezzo
€ 10,00
Dati
2013, pp. 60, brossura filo refe
Editore
Guida
Angela Migliozzi è docente di matematica. Vive a Santa Maria Capua Vetere (CE). L'autrice è alla sua seconda esperienza editoriale: con Guida ha già pubblicato nel 2011 "La radice dell'arcobaleno", che a settembre ha ricevuto il Premio speciale della Giuria del Concorso letterario internazionale Città di Caserta e, precedentemente, una menzione d'onore alla XIII edizione del premio letterario internazionale di narrativa "Tra le parole e l'infinito", svoltosi a Vico Equense (NA).
martedì 10 dicembre 2013
Minturno - Mercatino di Natale
Per
il terzo anno consecutivo l'Associazione Turistica Pro Loco di
Minturno organizza il "Mercatino di Natale". L'evento si
prefigge di richiamare l'interesse di tutti gli amanti dei mercatini
sia nel comprensorio che nelle zone attigue. Saranno allestiti più
di 20 spazi con gazebi per esporre oggettistica prodotta dagli
artigiani locali e non solo.
La
precedente edizione ha regalato soddisfacenti risultati ai
partecipanti, molti dei quali provenienti dalla zone limitrofe.
Saranno tre gli appuntamenti fissati nel corrente mese, che si
svolgeranno a Scauri dalle ore 10 alle ore 20: 8 dicembre in Piazza
Marco Emilio Scauro, 15 e 22 dicembre in Piazza Rotelli. Gli
stand propongono prodotti artigianali, degustazioni e animazioni
natalizie. Il
Presidente della Pro Loco Minturno, Valter Creo, dichiara in merito:
"Con questo evento si continua a proseguire un percorso di
attività coinvolgenti varie realtà locali in modo da accrescere
l'interesse a diffondere la cultura e le tradizioni di questo
territorio, maturando così forme e soluzioni, atte ad affermare
l'appartenenza ad un tessuto sociale e produttivo con l'auspicio di
dare sempre più maggiori risultati positivi".
Assegnati dal Ministero per i Beni Culturali i Premi "Il Maggio dei Libri 2013": l'Associazione Alfredo Guida protagonista il 6 dicembre a Roma
COMUNICATO STAMPA
Ancora un successo per la tenace e robusta attività culturale di Guida, la casa editrice napoletana operante da quasi un secolo nel settore: il progetto "Leggiamoci fuori scuola", promosso dell'Associazione Alfredo Guida - Amici del Libro Onlus è risultato, infatti, tra i vincitori del Premio "Il Maggio dei Libri 2013". La cerimonia di premiazione si svolgerà a Roma il 6 dicembre 2013, alle ore 10.30, nell’ambito della manifestazione Più libri più liberi (Palazzo dei Congressi, Sala Smeraldo). All'evento sarà presente Diego Guida per ricevere il riconoscimento.
Istituito dal Ministero per i Beni Culturali tramite il Centro per il libro e la lettura (Cepell), il Premio “Il Maggio dei Libri” persegue l'obiettivo di valorizzare l'impegno di quei soggetti che, nel corso dell’anno, hanno promosso in maniera significativa le buone pratiche della lettura.
Il premio è andato ai cinque migliori progetti di promozione della lettura, uno per ciascuna delle seguenti categorie: Asili e Scuole; Biblioteche, mediateche e sistemi bibliotecari; Associazioni, istituti culturali, centri studi e ricerche; Librerie; Strutture mediche, case circondariali, centri per anziani.
L'iniziativa "Leggiamoci fuori scuola" è risultata vincitrice della categoria "Associazioni, istituti culturali, centri studi e ricerche", avendo dato particolare rilievo alla necessità di portare il libro fuori dai contesti tradizionali, di presentare un carattere di continuità e di replicabilità, di collaborare con soggetti diversi attivi sul territorio, di far emergere la centralità della pratica della lettura.
Istituito dal Ministero per i Beni Culturali tramite il Centro per il libro e la lettura (Cepell), il Premio “Il Maggio dei Libri” persegue l'obiettivo di valorizzare l'impegno di quei soggetti che, nel corso dell’anno, hanno promosso in maniera significativa le buone pratiche della lettura.
Il premio è andato ai cinque migliori progetti di promozione della lettura, uno per ciascuna delle seguenti categorie: Asili e Scuole; Biblioteche, mediateche e sistemi bibliotecari; Associazioni, istituti culturali, centri studi e ricerche; Librerie; Strutture mediche, case circondariali, centri per anziani.
L'iniziativa "Leggiamoci fuori scuola" è risultata vincitrice della categoria "Associazioni, istituti culturali, centri studi e ricerche", avendo dato particolare rilievo alla necessità di portare il libro fuori dai contesti tradizionali, di presentare un carattere di continuità e di replicabilità, di collaborare con soggetti diversi attivi sul territorio, di far emergere la centralità della pratica della lettura.
Il Ramo D'Oro - Guardando Avanti
IL RAMO D’ORO
Centro d’arte e cultura
Via Omodeo, 124,80128 Napoli
tel 0815792526 e-mail: fyesbm@tin.it
http://www.artmajeur.com/ilramodoro
7-15/12/2013
GUARDANDO AVANTI
Opere di Alberto Allup, Orlando Campos, Akachukwu Chukwuemeka, Arnoldo Diaz, Sergio Fermariello, Antonius Kho, Natsuo Ikegami, Setyo Mardiyantoro, Miguel Marsan, Hiroshi Matsumoto, Arnaldo Monges, Adriana Montariello, Vincenzo Montella, Roberto Sanchez, Carlos Triana, Rino Vellecco, Carla Viparelli.
Inaugurazione sabato 7/12/2013 ore 18 con interventi di Franco Lista e Vincenzo Montella. La mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il giovedì dalle 16 alle 20 fino al 15/12/2013.
Occasione per riflettere sul “Seminario di autocoscienza estetica” che si è tenuto con successo nel 2013 e per introdurre il seminario del 2014: “La scelta e la cura”.
Un fumetto ricavato dalla documentazione fotografica del seminario di autocoscienza estetica può essere visionato al seguente link:
http://issuu.com/ilramodoro/docs/autocoscienza
Cogliamo l’occasione per anticiparvi gli auguri di buone festività sperando di poterveli porgere di persona.
IL RAMO D’ORO
Centro d’arte e cultura
Via Omodeo, 124,80128 Napoli
tel 0815792526 e-mail: fyesbm@tin.it
http://www.artmajeur.com/ilramodoro
Centro d’arte e cultura
Via Omodeo, 124,80128 Napoli
tel 0815792526 e-mail: fyesbm@tin.it
http://www.artmajeur.com/ilramodoro
7-15/12/2013
GUARDANDO AVANTI
Opere di Alberto Allup, Orlando Campos, Akachukwu Chukwuemeka, Arnoldo Diaz, Sergio Fermariello, Antonius Kho, Natsuo Ikegami, Setyo Mardiyantoro, Miguel Marsan, Hiroshi Matsumoto, Arnaldo Monges, Adriana Montariello, Vincenzo Montella, Roberto Sanchez, Carlos Triana, Rino Vellecco, Carla Viparelli.
Inaugurazione sabato 7/12/2013 ore 18 con interventi di Franco Lista e Vincenzo Montella. La mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il giovedì dalle 16 alle 20 fino al 15/12/2013.
Occasione per riflettere sul “Seminario di autocoscienza estetica” che si è tenuto con successo nel 2013 e per introdurre il seminario del 2014: “La scelta e la cura”.
Un fumetto ricavato dalla documentazione fotografica del seminario di autocoscienza estetica può essere visionato al seguente link:
http://issuu.com/ilramodoro/docs/autocoscienza
Cogliamo l’occasione per anticiparvi gli auguri di buone festività sperando di poterveli porgere di persona.
IL RAMO D’ORO
Centro d’arte e cultura
Via Omodeo, 124,80128 Napoli
tel 0815792526 e-mail: fyesbm@tin.it
http://www.artmajeur.com/ilramodoro
domenica 1 dicembre 2013
Contrappunti e variazione su tema - Racconti di Ugo Piscopo
Delta3
Edizione
Recensione di
Carmen Moscariello
Due sciacalli al
guinzaglio
Tra il non capir nulla
e il capir troppo c’è una via di mezzo, un juste milieu che i
poeti, d’istinto, rispettano più dei loro critici; ma al di qua o
al di là di questo margine non c’è salvezza né per la poesia, né
per la critica. C’è solo una landa troppo oscura o troppo chiara
dove due poveri sciacalli non possono vivere o non possono
avventurarsi senza esser braccati, catturati e rinchiusi tra le
sbarre di uno zoo.
A meno che le due
bestiole fossero …quasi un’emanazione? Che fossero un emblema,
una citazione occulta, un senhal? O forse erano solo un’
allucinazione,
segni premonitori….
(Montale,
Corriere della sera, 16 febbraio 1950)
Non smette di sorprenderci
l’alchimista Piscopo: i suoi due sciacalli al guinzaglio, con un
gatto posto sulle spalle a guisa di pelliccia e un divano che
racconta storie di famiglia che dolorosamente si ripetono in un tran
tran masochistico. Un fluire di vita, che non trova composizione,
tutto va oltre…….altrove…….
Un’ ambigua tempesta,
sotto traccia, che stritola l’umanità senza che questa se ne renda
conto, incatena monti e valli e percorre dirupi, non ha argine, né
ha una causa ,né un effetto. Tantomeno l’intento di Piscopo si
limita a ricercare la pietra apicale, nonostante i colori in
vellutato rosso-cobalto della copertina che ha odori orientali che
ci riportano ad Aladino e la lampada magica. Il rosso dei
contrappunti e variazioni ci immerge non in un mondo fantastico,
tutt’altro; i racconti narrati riguardano la vita che ” E’
musica, però, che non inventiamo noi: è essa che ci suona, come
suona tutto il resto (complemento oggetto). Noi tutti, intanto, non
abbiamo consapevolezza di questa nostra condizione di pifferai
suonati…….”.
La
filosofia di Piscopo sfoglia il libero arbitrio, esso diviene una
spiga battuta , spogliata delle sue foglie gialle, messa a nudo in
tutte le sue riservatezze, i chicchi che si staccano sono stornelli
…….. La pifferaia è lei, la vita. E illusi noi, in processione,
scuotiamo l’albero della cuccagna, ma, ad ogni colpo, il capo si
imbianca solo di cenere: la pignatta
piena della grazia di Dio chissà a chi tocca!
La provvisorietà del
reale o di quello che sembra reale ha portato il Narratore ad
approdare verso un terzo occhio, con protagonisti speciali:
conoscenze che squarciano un reale approssimativo in cui gran parte
dell’umanità si muove, storie del passato che non sono passate(La
cassa dei panni, pg 59), sogni che ci aprono porte mai chiuse.
L’occhio di cui parliamo non è quello esoterico o platonico di un
mondo fotocopia raccontatoci dal Filosofo (di ciò ci mette in
guardia anche Piscopo). Il mondo delle idee di Piscopo freme,
palpita, vive di folgorazioni, nemmeno tanto cercate e lì Il Segugio
da tartufi segue le tracce, scava fino a che non si apre alla
convinzione che la vita non è solo quella reale, che l’universo
non è al servizio dell’uomo e che tutte le creature che lo
popolano hanno la medesima dignità.. “Ecco
la mia idea è che la vita sia tutto un flusso di stupore, tutta un
intrico di simpatie e di antipatie, un po’ alla maniera come i
neoplatonici rinascimentali concepivano il mondo . Senza, però,
destinatari privilegiati, come invece si pensava allora e si è a
lungo continuato a pensare: non credo, infatti, che esista una
teologia negli eventi, né che la realtà sia configurabile sotto
l’aspetto di un ordine cosmico, né che l’essere umano sia il
valore più alto a cui si offra il mondo.(Telepatia pg 119)
Questa novella bellissima, con quadri surreali, vede come
protagonisti un gatto e un cane (la carissima cagnetta dell’Autore),
qui è esplicato un corridoio di pensiero appassionatamente studiato
dal non clercuto
Piscopo e cioè che il mondo animale non è meno ricco di interessi e
di misteri che quello dell’uomo. (ci sono
vasti e articolatissimi continenti ancora da identificare. (Pg123).
La vita con
le sue porte semiaperte, mai settoriali o sprangate, che in qualche
attimo, tardi nel suo percorso, ci insegna Piscopo, ci folgora con
premonizioni , strane coincidenze, riflussi che si appropriano della
nostra volontà.
Al Pensatore dal
bastone alato di Mercurio e in contrappunto con la realtà fluiscono
improvvisi affioramenti di cose e fatti che non sono reali, ma
profondamente veri. “In questi strani
racconti, forse non tanto stranieri alla sensibilità” vive
e freme il Poeta che alla vita che ci suona,
Egli canta una meravigliosa melodia perigiale
con i ritmi appassionati di Mikis TheodoraKis, ci mette dentro una
preghiera che è quella della purezza della natura primitiva e
amorevole madre dell’uomo e ci pianta nel cuore una stella marina
dorata di sabbia.
Ma la melodia in qualche
racconto si fa stridente: in alcuni casi l’uomo appare bloccato,
inerte anche di fronte a problemi non particolarmente difficili
(Famiglia di semplici, pg 23); personaggi balbuzienti si ostinano
come asini: vogliono camminare rasenti al burrone ed è inutile
frustarli, loro non vogliono la vita, sono ombre avvelenate dal
Nulla.
Le riflessioni di Ugo
Piscopo in Contrappunti e variazioni su tema
ci immettono infine nella la storia . Essa non è mai una sola, come
anche la vita; vanno avanti e in dietro, come un treno che percorre
sempre gli stessi binari e in qualche stazione le anime di ognuno si
rincontrano con ciò che è già stato o avverrà.
Alcuni di questi racconti,
soprattutto Antonio e Antonio, Famiglia di semplici, La cassa dei
panni ci hanno riportato alla memoria il mimo Aurelio Gatti in una
straordinaria rilettura dell’opera da Tre soldi, rivisitata da
Toto Russo, attore e regista dello spettacolo (1995, Bellini di
Napoli). Qui Antonio Sinagra accompagnava il
ballantare di corpi vuoti, che la sua
meravigliosa musica non riusciva a risuscitare dal torpore. Ecco
l’esempio ci conduce a due contrappunti della filosofia di Piscopo:
il torpore e l’energia. Il primo naturalmente non conduce a nulla,
se non alla tomba: l’uomo è un morto che cammina; l’energia è
invece un fluido che ci rimette nel circuito dell’universo “e
ci suona” ponendoci di fronte al
personaggio che porta a spasso i due
sciacalli. Questa immagine, per gli altri è
una visione, ( chi ha mai visto due sciacalli al guinzaglio? )per
Piscopo, invece, addentrarsi in enigmi , anche spericolati lo intriga
e lo affascina.
La profondità del suo
pensiero sa disegnare anche pagine piene di tenerezza dove
confluiscono le vite di tre, di mille generazione di donne (Il
migliarino rosso blu, pg 47). Che tenerezze di immagini, di suoni, di
odori in questo delicato racconto!
Ma in quest’opera,
dicevamo, non tutto è filosofia, critica, poesia, musica; ci sono
tracciati inquietanti, sorti che si incrociano e si sovrappongono,
visioni che anticipano la morte. L’autore è un rabdomante scava
in profondità, sente l’odore dell’acqua, suo malgrado lo porta
addosso.
Il suo viaggio nelle
sorti dell’universo è facilitato dal fatto che Ugo ha il dono di
essere plurilingue: non gli costa fatica ragionare con due sciacalli,
un gatto, un cane, un fiore, un migliarino
rosso blu(pg 47), un
salotto di velluto (pg35) ,dando capacità
logiche e ricchezza di linguaggio anche alle pietre: esse hanno vene
color arcobaleno che assorbono e irradiano le energie
dell’universo.
Attori di questo libro di
racconti , opera vincitrice del premio nazionale “L’inedito”
Sulle tracce del De Sanctis, XI Edizione (ci ricorda questa dicitura
un’opera famosa di Attilio Marinari), con una copertina che sembra
disegnata da Aladino, protagonisti, dunque, sono eventi che definirli
surreali distorcerebbe i fatti narrati. Essi sono straordinari, ossia
al di fuori delle leggi della fisicità, ma appartengono con grande
autenticità alla vita.
Michele Graziosetto sulla poesia di Renato Filippelli
Siamo qui anche per parlare
della poesia di Renato Filippelli. Questa nostra pubblicazione,
Elzeviri
come occasioni critiche,
(curata da Mario Rizzi) è una sorta di tributo e di ricordo di
quanti gli furono vicini e lo frequentarono in modi e tempi diversi.
Perciò è anche un’occasione per ritornare, da parte mia, per un
verso, alla penultima sua pubblicazione, Dai
fatti alle parole,
per il quale testo leggerò una mia lettera inviatagli da Lille, per
l’altro, soffermarmi, come pure avevo promesso a Fiammetta in
agosto, su una lirica particolare (Monito
a potenziali assassini)
(a pag. 42 della pubblicazione postuma Spiritualità,
a cura di Fiammetta, Guida editore).
Per l’analisi della
poesia Monito
a potenziali assassini,
iniziamo dal titolo della lirica:
Monito:
dal latino monitus,
dal latino monere,
nel senso di far riflettere o pensare , ovvero anche avvisare,
esortare, che conserva anche il valore autorevole dell’ammonimento,
in quanto il poeta che ammonisce possiede anche l’autorità per
farlo, perché egli è seguace delle Muse, se ne sente investito,
l’altro – un potenziale
assassino
- non è seguace che della dea malvagità, dell’invidia, cui ha
offerto o svenduto l’anima. Quindi, avvertimento
severo,
solenne,
di importanza inequivocabile:
che
queste mie parole ti siano di
monito.
Quasi all’incipit
il poeta ammonisce che, fin quando la morte non sopraggiungerà,
nessuno potrà privarlo del bene prezioso della poesia, a meno che
quegli non ne recida il fiore, nel senso che ne decapiti o distrugga
quanto da lui creato. Vediamo più in particolare: l’ospite
in gramaglie:
gramaglia
da gramo, ovvero mesto; il termine deriva dallo spagnolo gramalla
(veste lunga, simile ad una toga, (in particolare in uso in Aragona).
In Italia il lemma si riscontra verso il XVI sec.) Quindi, è una
veste di color nero indossata in occasione di un lutto. Ben si
comprende che in un contesto sacro il poeta abbia utilizzato
un’espressione colta. Per meglio definire gramaglie
va chiarito che esse sono anche drappi funebri usati per addobbare
catafalchi e/o chiese. Quindi, essere in
gramaglie
significa essere in lutto e gramaglia
(al singolare) significa anche dolore, tristezza. Nel verso di Renato
traslare la morte in ospite
in gramaglie
ha un forte valore catacretico, proprio perché il lemma ospite
(che nella tradizione classica è sacro) suggerisce un che di aulico,
di nobile, di dignitoso. Che poi proprio l’ospite
sia in
gramaglie,
può avere significato ambivalente, ovvero egli stesso in lutto, ma
anche che porta agli altri il dolore del lutto, quindi una
testimonianza di perdita, di sottrazione, infatti quell’ospite non
sottrarrà soltanto i suoi ultimi battiti, ma lo priverà dei suoi
cari.
La morte (l’ospite
in gramaglie)
– certo – busserà al suo cuore, nel senso che colpirà per
l’ultima volta il punto nevralgico della vita, quel cuore che ha
reso, negli ultimi anni, il poeta ancora più pensoso sul senso
dell’esistenza e dell’ineluttabilità degli affetti.
Il dolore più intenso per
lui non sarà quello di perdersi nell’eterno, ma perdere i suoi
cari, non vederli più, come dirà nella poesia L’ultimo
pianto.
Insistiamo sull’espressione
recidere
il fiore:
come la morte falcia la nostra vita, così il potenziale assassino
della sua poesia ne dovrà recidere il frutto più importante,
appunto la vena poetica.
L’ospite
in gramaglie
sta al cuore
del poeta come il potenziale
assassino sta
al fiore
della poesia.
Ma dov’è la differenza interna, semantica dei termini di paragone?
L’uno, la morte, è un ospite
ineluttabile,
inconfutabile, inestinguibile per l’intera umanità, fa parte dello
statuto della vita stessa, è insomma fissato ab
aeteno, è
connaturato nello spazio e nel tempo del percorso diacronico
individuale; l’altro è potenziale,
è uno sgherro astuto,
ma dilaniato dall’invidia, dall’ossessione dell’altro migliore
rispetto a sé, uccide,
per menomare altri di un patrimonio di idee o di bellezza. È sì una
sorta di omicida
potenziale,
ma la sua
mano non
è visibile o può essere eterodiretta.
Il
Poeta, nel libero gioco della sua fantasia, ha uno scatto improvviso,
pregnante di pietas,
definisce questo potenziale
assassino
(di fatto implementando l’iniziale lemma del titolo) come creatura,
ma
astuta, che per l’atto di uccidere (cioè annientarmi)
recide
il fiore della poesia,
cioè può annientarlo con l’esclusione, con il silenzio,
l’omissione. Quindi, per l’assassino della poesia, che può agire
da solo o in compagnia, essendosi
svenduta l’anima alla dea malvagità,
la sua astuzia, per quanto sia sottile, avrà vita difficile, ammesso
che decida di compiere il suo gesto, in quanto, malgrado questo
timore, il poeta è cosciente dell’intangibilità del suo canto,
perché proprio la
natura
(che pure ha fissato per tutti noi ab
aeterno
il puntuale sopraggiungere - bussare
al cuore
- dell’ospite
in gramaglie)
concede agli uomini dei doni: a chi la genialità del diritto, della
fisica, della matematica, della filosofia, a chi, invece, il
privilegio unico della poesia. Anzi, il dono è soltanto un seme
(lemma
di forte ascendenza biblica). E qui vorrei richiamarne, sia il
profondo valore simbolico, sia il nesso logico che il poeta sembra –
per vie interne – suggerirci:
la natura
– che pur è
generosa
– non
dona che per semi,
ciascuno poi – a seconda dei propri meriti – può disporne. Per
lui, in quanto poeta consapevole, la
natura fu generosa,
perché quel dono fu fecondo – per sua capacità e volontà - di
risultati. Scorgo all’interno del percorso ideale di Renato una
sorta di serrata valutazione della natura che è giusta dispensiera a
seconda delle qualità delle singole intelligenze, ecco perché,
secondo me, l’astuto assassino dovrà fare i conti con la sua
poesia, che non sarà facilmente obliata.
I
lemmi offerta
o svenduta l’anima
vanno ulteriormente approfonditi. Fermiamoci sul primo termine,
offrire:
qui l’assassino compie un atto sacro, ma diabolico, perché non
offre
per
un beneficio, ma per un maleficio, la divinità non è quella del
bene e della prosperità, bensì della malvagità, ovvero del male.
In questa valutazione il tempo scompare: non c’è più un prima o
un dopo Cristo, si è di fronte ai due corni dell’esistenza: o
dalla parte del bene o dalla parte del male. Ma perché l’omicida
dovrebbe offrire
alla divinità del male il fiore
generoso
che la
natura (divinità
positiva) concesse
al
poeta? Quale il valore dell’azione maligna?
Per
il fatto stesso, secondo noi, che la pochezza, la miseria, la
microcefalia di potenziali assassini - e si sottolinea il valore
indefinito della preposizione a
(potenziali assassini)
- non si nutrono di sole, di luce, dello splendore dei fiori, della
salvifica leggerezza della fantasia. Essi sono corrosi dalla loro
stessa malvagità-invidia, tentano di spegnere, di annientare,
appunto, la luminosità affabulatoria del suo canto, ma tutto sarà
vano, perché quel dono – la poesia - è intangibile e
irraggiungibile. E il poeta giunge persino a ipotizzare, (supposto
che l’offerta
possa essere gratuita), anche la svendita
del’anima per questa azione delittuosa. Questo termine svendere
quasi ci richiama un mercimonio tra il dare e l’avere: il dare è
rinunciare alla magnificenza della purezza di se stessi, dei
sentimenti di riconoscenza per l’altro, che ha saputo cogliere i
semi
della natura
e li ha fatti germogliare per se stesso, per i suoi cari e per la
collettività. Perché allora svendere
l’anima?
Per averne che cosa? Nient’altro che la delegittimazione
dell’altro, il suo annichilimento (che ci richiama l’iniziale
annientarmi).
Il poeta è conscio che anche con la complicità della dea
malvagità,
la natura
generosa
non potrà essere né calpestata né obliata, perché è il destino
stesso del seme
donato della poesia che, quando vibra di eternità, sa farsi scudo
anche nei confronti di potenziali
assassini.
Secondo me, e non so se ne avrò conferma dalla figlia Fiammetta,
attenta e scrupolosa custode dell’itinerario poetico e critico
paterno, questa lirica fa da pendant
(anche sul piano temporale di composizione) con la successiva
L’ultimo
pianto,
ove il verso conclusivo il
pensiero/ di perdervi, di non vedervi più,
rivolto ai suoi cari, ha un valore impastato di fisicità, ma ha, pur
nel suo accento drammatico, qualcosa di positivo, perché il suo
annientamento è solo materiale, perché egli continuerà a
ri-vederli con la sua poesia. Perciò, e concludo, se è impossibile
anche a potenziali assassini recidere
il fiore della poesia
è anche vero che grazie alla poesia egli potrà continuare a vivere
e in qualche modo continuare ad essere tra i suoi. Tra di noi.
Michele
Graziosetto
Domus Artis Mater: 8 dicembre cerimonia di consegna dei Premi
Domenica 8 dicembre 2013 si terrà la cerimonia di conferimento del Premio Domus Artis Mater, ideato e organizzato dal Comitato Arte e Cultura della Parrocchia Maria S.S. del Carmine e S. Giovanni Bosco di Caserta, con il patrocinio della Diocesi di Caserta, della Provincia e del Comune di Caserta. L’inizio della manifestazione – giunta alla settima edizione - è previsto alle ore 16,30 nel teatro della Parrocchia (via Dei Ginepri – Parco degli Aranci).
Il programma della serata – presentata da Ilaria Trapani – prevede, oltre ai momenti dedicati alla consegna dei riconoscimenti, momenti di spettacolo: il duo vocale Carla Finizio e Davide Bacco, in un repertorio di musica leggera internazionale; Paola Mariana Cabrera e Rogelio Bravo, in alcune performance di tango argentino; la corale Euterpe guidata dal maestro Gloria D’Alterio in alcuni brani polifonici. Nel corso della serata sarà assegnato il premio alla cultura a Liliana De Cristoforo, autrice di “Donne dietro le sbarre: da Alfonsina a Sophia Loren”.
Questi i vincitori della settima edizione: per l'Arte, sezione pittura, il primo premio va a Patrizia Meneghini per l'opera “L'anima”; sezione fotografia, a Mario Corbetta per l'opera “Musica”. Per la Letteratura, il primo premio va: sezione Poesia, a Gianrolando Scaringi per “Ti dissi t'amo nella notte”; sezione Poesia in vernacolo, a Luigi Finizio per “Pate”; sezione Prosa, a Patrizia Ginoble per “Teranga”; sezione Poesia edita, a Bartolomeo Errera per “Dervisci". Saranno dati riconoscimenti fino al quinto classificato per ogni sezione e saranno assegnate menzioni speciali.
Per l’occasione è stata pubblicata un’Antologia. La Giuria del Premio è composta da Giorgio Agnisola (presidente), Mary Attento, Michele D’Alterio, Carla Finizio, Anna Giordano, Carmela Infante, Rossella Iulianello, Alessandro Nieto, Maria Squeglia e Salvatore Esposito (segretario).
Info: Comitato Arte e Cultura Parrocchia Maria S.S. del Carmine e S. Giovanni Bosco
via Dei Ginepri 81100 Caserta domusartismater@email.it 0823-344434 www.parrocchiadelcarmine.it
comunicazione e ufficio stampa: Mary Attento
Mob. +39 340 7676184
WhatsApp +39 333 6685492
Skype maryra30
Email m.atten@tin.it – mary.attento@gmail.com
Facebook Mary Attento
Twitter @MaryAttento
Il programma della serata – presentata da Ilaria Trapani – prevede, oltre ai momenti dedicati alla consegna dei riconoscimenti, momenti di spettacolo: il duo vocale Carla Finizio e Davide Bacco, in un repertorio di musica leggera internazionale; Paola Mariana Cabrera e Rogelio Bravo, in alcune performance di tango argentino; la corale Euterpe guidata dal maestro Gloria D’Alterio in alcuni brani polifonici. Nel corso della serata sarà assegnato il premio alla cultura a Liliana De Cristoforo, autrice di “Donne dietro le sbarre: da Alfonsina a Sophia Loren”.
Questi i vincitori della settima edizione: per l'Arte, sezione pittura, il primo premio va a Patrizia Meneghini per l'opera “L'anima”; sezione fotografia, a Mario Corbetta per l'opera “Musica”. Per la Letteratura, il primo premio va: sezione Poesia, a Gianrolando Scaringi per “Ti dissi t'amo nella notte”; sezione Poesia in vernacolo, a Luigi Finizio per “Pate”; sezione Prosa, a Patrizia Ginoble per “Teranga”; sezione Poesia edita, a Bartolomeo Errera per “Dervisci". Saranno dati riconoscimenti fino al quinto classificato per ogni sezione e saranno assegnate menzioni speciali.
Per l’occasione è stata pubblicata un’Antologia. La Giuria del Premio è composta da Giorgio Agnisola (presidente), Mary Attento, Michele D’Alterio, Carla Finizio, Anna Giordano, Carmela Infante, Rossella Iulianello, Alessandro Nieto, Maria Squeglia e Salvatore Esposito (segretario).
Info: Comitato Arte e Cultura Parrocchia Maria S.S. del Carmine e S. Giovanni Bosco
via Dei Ginepri 81100 Caserta domusartismater@email.it 0823-344434 www.parrocchiadelcarmine.it
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Dervisci, la silloge di Errera edita da Guida, premiata al 'Domus Artis Mater' di Caserta
"Dervisci", la silloge scritta da Bartolomeo Errera ed edita da Guida, ha ricevuto il Premio "Libro Edito di Poesia" dalla Giuria del Concorso d'arte e letteratura Domus Artis Mater, che ha inoltre classificato al quinto posto della sezione Prosa il racconto inedito "È solo questione di aroma" e ha riconosciuto all'autore una menzione speciale per la Poesia inedita "Partorisco sogni". La cerimonia di premiazione avrà luogo, come da otto anni ormai, l'8 dicembre a Caserta, presso la sala convegni della parrocchia Maria Santissima del Carmine e San Giovanni Bosco. Il Comitato Arte e Cultura della parrocchia, infatti, è organizzatore del Premio, con il patrocinio della diocesi di Caserta, del Comune e della Provincia di Caserta. Il Premio Domus Artis Mater prevede 6 sezioni: Pittura/Grafica, Fotografia, Poesia, Prosa in vernacolo, Prosa, Libro edito di poesia.
"La Poesia di Bartolomeo Errera è trasmigrazione di spirito, intriso di calore nella forza di quella danza, che irrompe nell’Anima, liberando la mente oltre gli spazi ed i tempi. È un cammino quotidiano di scoperta e ricerca; di vissuti difficili, d’ascesi, di passioni, di lacrime, di intime preghiere, di solitudine, di paure, di tristezza e di Follia. Un continuo divenire e farsi “mendicante” di emozioni, cercando quella via che porta, attraverso le vicissitudini della vita, all’abbracciare il cielo, consapevole delle materialità che offre la terra, e dei desideri, che sono immersi nel mare.
Errera riesce a coordinare intelletto, sentimento e movimento, destreggiando abilmente la penna, entrando in punta di piedi nella coscienza del lettore e accompagnandolo attraverso le salite e discese. Inseguendo battiti, percependo soffi, gustando respiri, ricordando baci e cantando tremante di fronte alla bellezza/amarezza dell’Amore".
(dalla nota di Dulcinea Annamaria Pecoraro alla silloge 'Dervisci')
"La Poesia di Bartolomeo Errera è trasmigrazione di spirito, intriso di calore nella forza di quella danza, che irrompe nell’Anima, liberando la mente oltre gli spazi ed i tempi. È un cammino quotidiano di scoperta e ricerca; di vissuti difficili, d’ascesi, di passioni, di lacrime, di intime preghiere, di solitudine, di paure, di tristezza e di Follia. Un continuo divenire e farsi “mendicante” di emozioni, cercando quella via che porta, attraverso le vicissitudini della vita, all’abbracciare il cielo, consapevole delle materialità che offre la terra, e dei desideri, che sono immersi nel mare.
Errera riesce a coordinare intelletto, sentimento e movimento, destreggiando abilmente la penna, entrando in punta di piedi nella coscienza del lettore e accompagnandolo attraverso le salite e discese. Inseguendo battiti, percependo soffi, gustando respiri, ricordando baci e cantando tremante di fronte alla bellezza/amarezza dell’Amore".
(dalla nota di Dulcinea Annamaria Pecoraro alla silloge 'Dervisci')