mercoledì 26 settembre 2018

Marcello Carlino :"Il regionale delle sei e quarantatre" Rilettura di Carmen Moscariello


Marcello Carlino Il regionale delle sei e quarantatré, Biblioteca del Vascello, Robin Edizione.

Rilettura dell’opera di Carmen Moscariello

Le saboteur tranquille

Un senso fortissimo di fastidio gli aveva stretto lo stomaco in quell’oretta seguita al risveglio; perché Erdogan era Erdogan ma era più di Erdogan. Se li ricordava bene, ne aveva fatto altre esperienze, i manifesti formato lenzuolo con il furbone di turno che ti si presenta che renidet usque quaque; il furbone, l’utilizzatore di turno, ora aviatore, ora operaio con l’elmetto, ora più ora meno sempre furbescamente forte del potere economico che tutto sbianca e non c’è bisogno d’urina, come gli suggerivano quei frammenti di latinità di cui conservava memoria, sbiadita memoria è bene precisare. Ma non si trattava solo di averne conferma che il denaro può tutto, che tutto decide, una storia vecchia come il cucco questa ;…..

Siamo a pagina 13 del libro e se il lettore si mette bello comodo per assaporare un romanzo e rilassarsi, ha sbagliato libro, nonostante l’autore si sforzi in quarta di copertina di darci una  trama, siamo di fronte a un uragano insolito e incontrollabile come mai si può fare con gli uragani. In verità, non voglio dire  che l’inizio della rilettura mi abbia sconvolto, ma certamente mi ha molto incuriosito. Nei primi periodi di descrizione di certi ambienti cimiteriali in cui la vita ci costringe a vivere, sembra di sfogliare qualcuna delle opere di René  Magritte, ma anche affondare le fauci in certi ambienti paranoici di Salvator Dalì. Si sa, Marcello Carlino è un grande esperto e conoscitori di molteplici linguaggi,(anche linguaggi mediali), di tutta l’arte del Novecento dalla pittura alla musica, senza contare la Letteratura del Novecento, l’ ha esplorata in lungo e largo con particolare predilezione per Gadda (Le lettere a Tecchi) e per Landolfi (Landolfi il fantastico); ha studiato, prediligendoli,  soprattutto i linguaggi dello sperimentalismo, dell’ avanguardismo, del futurismo, intervenendo su una lunga serie di autori e di opere strettamente contemporanei, e dedicando speciale attenzione a Savinio e  a Dante, esplorato questo con studi di grande rilievo culturale e attribuendogli una funzione di centralità di importanza a livello mondiale: del grande Fiorentino ci indica i punti più salienti del suo Essere (poeta-Filosofo-conoscitore dell’umano destino): La modernità del messaggio dantesco risiede nella sua estrema varietà, e quindi nella capacità che la sua poesia ha di costruire una rete amplissima di significati. Si tratta di un poema che mette insieme linguaggi e culture diverse. È un’opera fondamentalmente multiculturale; è un poema che interviene su grandi questioni di carattere filosofico e scientifico, inserite all’interno di pagine di straordinaria liricità. Si tratta, insomma, di una poesia a 360 gradi, che tra l’altro ha delle immagini di straordinaria modernità: io ricordo il XXV canto dell’Inferno, che sembra persino anticipare alcune scene di film horror attuali. […] È anche un’opera che consente, volta per volta e frammento per frammento, di godere di elementi, di rappresentazioni, di riflessioni, che sono di fondamentale valore. […] la Commedia, proprio per questa sua ricchezza di proposte, si presta esattamente all’esercizio della conoscenza……. Quanto detto, non va inteso come proemio alla rilettura dell’opera, ma come parte integrata e integrante di quanto scriverò. Non vi è ombra di dubbio che nella narrazione in oggetto,  le Avanguardie fremono con tutte le loro forze telluriche, sconvolgono tutte le strutture del perbenismo; la parola ben detta e ordinata secondo le grammatiche di tutte le lingue classiche e moderne che l’autore conosce in sommo grado, ha improvvisi frullamenti, è una “  scrittura in  stato d’assedio”, con colori ben separati come un cuba libre preso all’Avana. Carlino, dall’apparenza quieto, raffinato, elegante professore, che con le sue mani delicate,  quelle mani che fin da neonato hanno scritto e raccontato,  sempre in movimento e che  sembrino  accarezzare  le parole e affascinare gli ascoltatori, qui, al contrario,  si scatena in un linguaggio amaro, consortile, quasi non voglia creare differenza tra le parole e il suo popolo disperato e vittima di cui ci racconta. Soprattutto, il linguaggio vive in  un atto nuovo della scrittura e anche i contenuti, che vanno a perlustrare fino in fondo, in fondo quando l’uomo può essere piccolo e meschino, degradato, offeso, derubato, sono come un porta bandiere che sfida i venti affinché si comprenda ciò che siamo o che siamo diventati!. Emerge, insomma, una energia nuova, crescente nell’opera: i samaritani li vedi pure, per quel poco che c’è da vedere nella nebbia, che rimbrottano, magari con una semplice occhiata in tralice che è più difficile da vedere per chi narra nella nebbia, rimbrottano i curiosi divertiti e un po’ irridenti(oggi a me domani a te, chiosa di suo e promette mal augurando il narratore, che prende le parti pure il pronome di prima persona dei derelitti attesi dai cessi).Insorgono pure e quasi minacciano busse allo sferzatore con sferza di lingua, che correndo, e assecondandoli, e dando fiato sul collo, e quasi facendo le mosse di spingerli con mani premute sul didietro, sollecita i signori in processione: che si diano una mossa, che non facciano i lavativi, che corrano che tanto più che debbano correre al cesso e al cesso da che mondo è mondo si corre, che bisogna completare la marcia su uffici e ministeri ed enti di diritto pubblico che ci hanno il loro cartellino da timbrare; e quando li recuperi i ritardi che si mangiano le ferie?

Dal punto di vista strutturale sembra di essere nel linguaggio dei futuristi, la parola è dinamica e la punteggiatura è utilizzata come un motore acceso, fiammeggiante è la parola di chi racconta.  Per i contenuti,  sfido chiunque, se questo non fa pensare a un girone dell’Inferno dantesco (lui, il grande conoscitore di Dante!), dove  le anime dannate traghettate lì (non si sa dove, né da dove) da un maledetto treno, debbono soddisfare i bisogni di evacuare, tutto si svela nella nebbia  in situazioni grottesche. Il narratore è lui, il Professore che fruga in ognuno di loro tutte le miserie, che sono anche le sue! Cosa ci si può aspettare da un mondo defraudato e defraudante? Ma, parlare solo di narrativa o racconto non ci permetterebbe nemmeno di accedere alla conoscenza vera dell’opera. Egli applica quegli “espianti pittorici” che sono abituali nelle sue opere critiche, che non conoscono confini tra la parola poetica- letteraria, quella pittorica, o lo spartito musicale  (tutti campi in cui il Nostro è grande ). Egli è molteplice e molteplici sono le sue letture che non conoscono limiti predefiniti, anzi la grandezza è proprio in questo convergere, quasi lo straripare delle acque del letto di un fiume nel mare, in quel punto dove non è possibile distinguere le appartenenze. Nel momento in cui il popolo dei vagoni si agita e cerca conforto nell’urlo, nell’espletare i bisogni corporali, nelle giocate a carte, nelle maledizioni fragorose, il lettore dimentica di essere al cospetto di un romanzo e le immagini si susseguono in sequela come in un museo all’aperto, anch’esso anarchico e rumoroso. Insomma è come visitare una mostra di Ligabue e uscire dalle sale del Maschio Angioino   con gli urli della tigre di Sandokan nelle orecchie e negli occhi!. Sono effetti particolari, difficili da descrivere, anche perché non  ci sono sbalzi tra i diversi piani di atmosfere, essi sono tutti metafisici, non direi astratti, né allucinogeni, tutt’altro, ma vissuti su più dimensioni: in ripiani di suoni, di immagini, di parole con un  luogo  fisso: i binari del treno. Scenografia  che senza quella freschezza e dinamismo di linguaggi, che sono propri dell’autore, non solo di quest’opera, leggere, infatti, un testo di critica dell’Autore è una Beatitudine. Questa fissità, dicevamo,  potrebbe divenire monotonia in qualsiasi altro scrittore, poiché dopo le prime pagine di incontri dell’autore con la  chiesa e di qualche altro palazzo malato di morte del nostro tempo, non si incontrano i paesaggi soliti di un romanzo: i monti, i fiumi, gli alberi per esempio. L’attenzione del lettore si concentra su Frankenstein e su quella vocina del professore saputello e pedante , come solo i professori sanno essere, con il loro perpetuo ruolo di insegnare e far comprendere e perché no, difendere, che analizza anche il quantitativo di urina che ciascuno ha da pigiare. Forse il libro fa anche ridere; io l’ho letto anche di notte e due o tre risate fragorose non le ho potuto contenere.  E’ un teatro, dove la vita balbetta, non ha direzionale e ognuno si perde in un’attesa snervante che non porterà mai a soluzione. Analizzare il proprio percorso di vita? Non sembra! Piuttosto sono fenditure su ferite aperte e incancrenite, anche la politica è coinvolta in primo piano in questo gioco al massacro che, ormai, non guarda più in faccia a nessuno, se non al denaro e al potere. L’opera si snerva, a sua volta,  come in teatro, ognuno fa la sua parte e il bricolage è spettrale, putrido. Non se ne può più di tanta ipocrisia! E poi c’è la vecchiaia: non ci sono somme da tirare. Non si tira, si affonda.


















mercoledì 19 settembre 2018


Bando di Concorso  “Tulliola- Renato Filippelli” 2018-19





Premio Internazionale di Poesia, Narrativa, Saggistica

“Tulliola – Renato Filippelli”

XXV edizione – 2018

Il Premio è stato Insignito di medaglia dal Presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano per gli alti meriti culturali, è stato  fondato da Carmen Moscariello che lo presiede.




Presidente onorario del Premio Emerico Giachery.


LA GIURIA, TOTALMENTE RINNOVATA,,  SARA' RESA NOTA DOPO I RISULTATI
ART. 1

L’Associazione culturale “Tulliola” in Formia (LT) (insignita anch’essa di medaglia dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per alti meriti culturali) bandisce la XXV edizione del Premio internazionale “Tulliola Renato Filippelli”, Premio  di poesia edita, narrativa edita  e saggistica edita .

La partecipazione al Premio  è aperta a tutti i poeti, narratori, saggisti residenti in Italia o all'estero, che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età alla data di scadenza

del presente bando, la partecipazione è assolutamente gratuita.  

 ART. 2

Il Premio si articola nelle seguenti sezioni:

A - Poesia editata;

B -Narrativa edita (romanzi o raccolte di racconti); 

C - saggistica a tema libero edita ;

D Saggistica sulla figura e/o l’opera di Renato Filippelli , compreso articoli di giornali. le opere possono essere edite o inedite;

Tutte le opere delle sezioni A, B, e C devono essere state pubblicate in lingua italiana, in formato

Cartaceo, a partire dal 2015; 

E Poesia, saggistica narrativa straniera in   lingue araba, cilena, indiana, serba può essere edita e inedita, l’inedita non deve superare le  tre cartelle per ogni sezione,  Questi contenuti possono essere spediti anche in via telematica agli indirizzi che indicheremo innanzi.

ART. 3

 Tutte  opere edite  devono essere inviate in sei copie al seguente indirizzo:  

Alla Presidente del  Premio “Tulliola- Renato Filippelli”c/o prof.sa Carmen Moscariello, via Paone San Remigio, snc – 04023 FORMIA (LT)

Le copie devono essere accompagnate dalla Scheda di partecipazione allegata al presente bando.

ART. 4

Le sei copie dell’opera, unitamente alla Scheda di partecipazione, devono pervenire alla Presidenza

del Premio entro il termine improrogabile del 31 dicembre  2018. 
Non saranno prese in considerazione

le opere giunte oltre tale data.

È possibile partecipare a più di una sezione, in questo caso le opere dovranno pervenire in plichi

separati, con distinte schede di partecipazione. 

ART. 5

Il giudizio della Giuria è insindacabile.
lA PARTECIPAZIONE è GRATUITA.



Per le opere straniere la Giuria è così formata: Raed Aljishi Arabia Saudita,  Santosh Alex India,  Milica Lilic Serbia,  Hilal Karahan Turchia ,Oscar Limache Perù.



Premio per la Legalità 



1)      la Giuria sceglierà,  a suo insindacabile giudizio, tre personalità distintesi nella lotta alle mafie, nella difesa delle donne e nel perseguire il crimine  con onorificenze Istituzionali.

2)      Saranno premiati (massimo tre a pari merito) con coppe o medaglie artistiche quei giornaliste che con articoli  di denunzia, o servizi televisivi avranno  contribuito al la crescita umana e bene sociale;;

ART. 6

Per ciascuna sezione, la Giuria individuerà con giudizio motivato tre opere vincitrici a pari merito e

senza graduatoria. Agli autori delle opere selezionate verrà consegnato il “Premio Tulliola – Renato

Filippelli” – XXV edizione, consistente in medaglie ,targhe artistiche, diplomi e altre onorificenze.
Il premio è sovvenzionato da Carmen Moscariello, Aldo Zangrillo donerà le targhe e i diplomi.


. 

ART. 7

La Cerimonia di premiazione si terrà   lunedì 18 Ottobre 2019, ore 16,30;

Art. 8 La Giuria si riserva di premiare fuori concorso personalità del mondo della Cultura, dell’Arte e della politica, della Giustizia e Forze dell'Ordine.

Art.9


I vincitori, preventivamente informati, s’impegnano a ritirare il premio personalmente. I premi non

ritirati non saranno spediti. Le opere inviate non saranno restituite.





La Presidenza del Premio si riserva la facoltà di apportare eventuali modifiche al programma,

dandone tempestiva comunicazione ai partecipanti.




Per le opere straniere la coordinatrice è la poetessa Claudia Piccinno, pertanto le opere dovranno pervenire al seguente indirizzo mail :cippinna@hotmail.com. Questa sezione è composta dal una  Giuria di soli poeti e scrittori stranieri.
Il Premio non è sovvenzionato da nessun ente o istituzione pubblica o privata. Viene sovvenzionato e organizzato dalla Presidente Carmen Moscariello, le targhe, gli inviti ,le locandine donate dal signor Aldo Zangrillo.













































La partecipazione al Concorso implica la piena accettazione del presente bando in tutti i suoi

articoli.



La Presidente del Premio

Carmen Moscariello





Scheda di partecipazione





·         Premio Internazionale di Poesia, Narrativa, Saggistica

“Tulliola – Renato Filippelli”

XXV edizione – 2018-19

                           

SCHEDA DI PARTECIPAZIONE

    

Il sott._________________________________

nato/a a_________________il______________

residente in …………………………………….

C.A.P___________Città ___________________

rec. Tel.________________________________

e-mail _________________________________

preso atto di tutti gli articoli del bando della XXIV edizione del Premio Internazionale “Tulliola –

Renato Filippelli”, accetta tutte le norme che lo regolano e dichiara:

- di essere maggiorenne;

- di essere cittadino italiano o di uno dei Paesi dell’Unione Europea;

- di voler partecipare alla sezione ………………….………… con l’opera (titolo/editore)

……...…………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………



Firma ___________________________________