Giordano Bruno Maestro di
Anarchia di Aldo Masullo, Edizioni Saletta dell’Uva.
Mi sento immerso nel Tutto, ho
coscienza che il cosmo è armonia e totalità di senso, e io ne faccio parte.
La solitudine come negazione della ragione
Di
Carmen Moscariello
José
de Sansa Saramago[1] (1922-2010), scrittore
portoghese, in una sua opera teatrale[2] narra dell’assedio della
città di Munster[3]
nel XVI secolo e di uno scontro violento,
durato quattordici mesi, che portò alla distruzione degli anabattisti. Eppure,
commentò l’autore, in un’intervista rilasciata a Renato Minore, ”C’era una differenza appena sanabile (il
rifiuto del battesimo da parte degli anabattisti) e il risultato fu un
autentico genocidio”.[4]
Saramago,
ateo e comunista, ci parla in più opere
della biblica condanna per l’uomo che dissente o che sposta i suoi pensieri dai canoni costituiti e
prova a tracciare e percorrere nuove strade.
Questo
riferimento ci immette nella recente pubblicazione del Professore Emerito Aldo Masullo Giordano Bruno Maestro di eresia,
Edizioni Salette dell’Uva, Caserta febbraio 2016.” Il Perturbante” professor
Masullo, pur essendo anch’egli ateo e
uomo di sinistra, non condividerebbe mai le parole di Saramago, che discutendo sull’ opera che gli ha
regalato il successo “Una terra chiamata
Alentejo”, a Renato Minore che gli
chiede se la letteratura è utile al suo lettore risponde: “ Non serve a niente. Non credo che possa
formare gli uomini . Gli uomini sono quello che sono. Non hanno ancora trovato
nessuna soluzione. E non c’è alcuna solidarietà tra di loro . … E’ un mondo
immondo quello in cui viviamo”.
Al
contrario l’opera “Giordano Bruno Maestro
di anarchia” è un lavoro altamente
formativo, auspica strade nuove e l’
etica è presenza consolidata, lo attraversa tutta dalla prima all’ultima pagina.
L’Autore chiama “libricino” questa sua opera,
a noi, in verità, appare come una grande e importante sintesi del suo pensiero.
Ci sono logiche nuove da non sottovalutare: parte dalla vita e dalla storia, in
cui si sono man mano incarnate “le fratture” o rivoluzioni che hanno cambiato
il corso di ogni evento, per giungere fino a
noi. Si comprende che sono stati i” Maestri” , ossia i grandi Filosofi
ad intuire l’urgenza dei cambiamenti. Egli si appella con
passione a Giordano Bruno, sicuramente protagonista dell’opera , ma, non è il solo, il discorso si amplia ponendo a capo del mondo
universo et uno il pensiero etico, che con la logica dà al Filosofo una grande
responsabilità di insegnamento, di guida sociale, di indirizzo per il pensiero
politico ed estetico.
Si sa, Masullo
è il grande Maestro dell’intersoggettività, e,
quindi, prima di tutto Maestro di
libertà. A queste due categorie , il il Filoso è stato fedele, sempre, testimoniandole con la sua vita.
Anche
per questi due motivi Masullo ama
Giordano Bruno, è coinvolto
molto (chi non lo sarebbe! ) dal martirio al quale il monaco fu sottoposto, ma
anche dalla sua vita tutta tessuta di
coraggio e illuminata dalla fede della verità, tanto da dedicargli molti studi e, negli ultimi tempi, ritorna
alla filosofia del Nolano, sempre con più autorevolezza. Ce lo fa assaporare come un melograno rosso, ogni granello ha una
sua centralità di bellezza di gusto, di indipendenza; i chicchi
fiammeggianti e succosi sono ben
separati gli uni dagli altri, hanno una
loro indipendenza, pur facendo parte di un tutto ben compatto e apparentemente
impenetrabile.
Partendo
da Bruno, il Filosofo si interroga sull’uomo come entità unica e nel contempo
facente parte di un tutto. Egli non può
fare a meno né della sua libertà e dunque identità particolare, né tantomeno
dell’urgenza di collocarsi armonicamente con il resto del mondo. Quindi, non gli è dato vivere privo della bellezza del
confronto, né astenersi dal colloquio
umanissimo, ma nel contempo la sua
libertà non può essere barattata, mai, anche se finisce là dove inizia la
libertà dell’altro.
Sulla
copertina bianca del libro spicca il nome di Giordano Bruno, ma non meno
importante ci appare quel sottotitolo Maestro di Anarchia, che non è solo conseguenziale al primo termine. Esso ha, come vedremo, un ruolo importante nel
cammino e nell’evolversi del pensiero di Masullo. Dire, quindi, che quest’opera
è sul pensiero di Giordano Bruno ci appare estremamente riduttivo. Il libro è
importate, è da studiare attentamente, soprattutto per gli innesti che
produce sulla realtà
contemporanea.
La principale finalità dell’Autore è quella di mettere
in guardia il lettore sulle difficoltà del vivere e sulle contraddizioni umane, ma, senza
perdersi di coraggio. Insegna, non solo
ai suoi innumerevoli discepoli) strade battute
dall’autonomia del pensiero per arrivare ad
una convivenza pacifica. Masullo aspira a un contratto sociale dove
ciascun uomo possa esprimersi liberamente senza confliggere con glia altri, non
ci è sembrato, però, che parli di
felicità possibile.
La speranza che ciò si attui, non è un vago
desiderio, ma il lavoro costante e difficile che l’uomo deve fare prima di
tutto su se stesso e poi nel rigore assoluto della creazione di un concordato sociale che non abbia a che
vedere con la sopraffazione( homo homini lupus). Si coglie un cesellamento tra
la visione chiara e drammatica della realtà attuale e lo studio di un percorso
alternativo per rivoluzionarla, per migliorare le condizioni umane.
Aldo
Masullo, la cui filosofia e il cui pensiero si alimenta all’attenta visione e
allo studio assiduo del reale, sa meglio
di chiunque di noi come stanno le cose e lo studio assiduo di Bruno non è solo per
riproporci, come molti fanno, l’attualità di Bruno, la sua grandezza o la sua
eterna persecuzione, il suo discorso
mira molto più in alto.
C’è
nella sua filosofia l’idea dell’uomo nuovo che potrebbe aspirare a rivoluzionarie tutte le ambientazioni, un
ritorno all’uomo preesistente alla creazione che non abbia subito alcuna omologazione.
Crediamo
che l’accento che il Filosofo pone sulla parola “anarchia” ,vada inteso come capacità dello
studioso di scrollarsi le muffe che il pensiero preordinato e precostituito ha
creato nella storia dell’umanità, impedendo, di fatto, la nascita e lo sviluppo
del libero pensiero e, qui,il riferimento alle religioni e all’imposizione
della loro ortodossia non è affatto
sottaciuto.
Non sembrerebbe
disdicevole dire che spesso l’anarchia
potrebbe anche avvicinarsi nelle sue significazioni alla parola “eresia “ e, dunque, si direbbe con Aldo Masullo che l’anarchia è di per sé una grande cosa, una capacità di essere; è il
coraggio delle scelte, la forza di dire no al male, la volontà di cambiamento.
Al Maestro di anarchia si affiancherebbe (non
ci appare un salto nel vuoto!) anche il pensiero di Leonardo Sciascia
che implica nel concetto di libertà anche quello di “’eresia”. “ Comunque
l’eresia è di per sé una grande cosa, e colui che difende la propria eresia è
sempre un uomo che tiene alta la dignità dell’uomo. Bisogna essere eretici,
rischiare di essere eretici, se no è finita. Voi avete visto che non è stata
soltanto la Chiesa cattolica ad avere paura delle eresie. È stato anche il
Partito Comunista dell’URSS ad avere paura dell’eresia, e c’è sempre nel potere
che si costituisce in fanatismo questa paura dell’eresia. Allora ogni uomo,
ognuno di noi, per essere libero, per essere fedele alla propria dignità, deve
essere sempre un eretico. [5]Questo
brano mi è sembrato idealmente vicino a Giordano Bruno e anche ad Aldo Masullo,
soprattutto a quest’ultimo, che nel suo
sistema di pensiero, così ricco di spinte e controspinte, così avido di solidarietà per l’uomo, che con ogni sua forza alimenta una così decisa volontà di salvarlo dai suoi giorni desertificati,
dai suoi desideri di guerra, mai sopiti. La sua è un’autentica preghiera rivolta agli uomini, affinché continuino a
parlarsi. Masullo non si sofferma molto
in questa opera sui grandi errori della chiesa, né fa paragoni con gli abissi
attuali su cui il mondo quotidianamente si affaccia, ma, nei precisi colloqui
dello spirito e della ragione invoca il dialogo
che va allargato a tutti, senza lasciarsi spaventare dalle diversità. Omologare, piegare, annientare sono le gravi
sofferenze a cui l’uomo è stato ed è sottoposto. Ci attendono, se non si cambia
passo molti dolori fisici e spirituali. Gli
dei che hanno fatto i mondi la molteplicità dei mondi avrebbero fatto male se
avessero fatto tutto ciò senza pensare che essa è finalizzata all’allargamento
del dialogo tra gli uomini. Il dialogo deve poter senza limite allargarsi non
solo tra gli uomini che sono su questo mondo, ma tra tutti i possibili uomini
che si trovassero su tutti i mondi possibili. Il che, in una versione
cosmologica, sarà molto più tardi il tema di alcune filosofie contemporanee si pensi ad Habermas e ad Apel_ vale il
principio della illimitata espandibilità
del dialogo come condizione fondativa dell’etica. Il dialogo è veramente tale solo
quando si può illimitatamente espandere . In effetti anche al dialogo si può
applicare la legge dell’entropia: se in quattro ci mettessimo a conversare, ci
diremmo cose nuove una volta, cose nuove una seconda volta; ma se stessimo
sempre, per anni interi, solo tra noi a conversare, alla fine parleremmo senza
dirci più nulla, diventeremmo stupidi. Il discorso mentale in tanto è possibile
nel suo potere, in quanto illimitatamente aperto al non ancora.[6] .
L’etica e il dialogo aperti agli infiniti mondi e agli infiniti spazi
della storia sono le categorie fondanti. Ripetere l’ipse dixit non aiuta l’uomo
a crescere e tantomeno a migliorare l’universo. Sembra che voglia dirci che espandere le conoscenze,
seppur diverse, è l’unico metodo che rende l’uomo unico, libero, importante per
la società e per il mondo che accoglie e rinnova continuamente le sue idee. Il
principio del dinamismo della storia e dunque dello sdoganamento del libero pensiero
è fattore determinante per una autentica evoluzione.
Lo stesso Giordano Bruno ci dice
: questo vostro dire volete ponere
sotto sopra il mondo (Burchio).
Questa rivoluzione totale del pensiero non spaventa il Professore e lo
pone a capo di cambiamenti che potrebbero portare la giusta vitalità al mondo.
Un vero e proprio terremoto che spazzasse via gli umori fetidi del pensiero
scontato e ripetuto all’infinito e facesse si che l’uomo davvero si
interrogasse sul suo essere nel mondo, sulla sua appartenenza al mondo e sul
ruolo che esso riveste. L’uomo, dunque, va portato alle origini, lavato delle
incrostazioni, e rieducato alla bellezza, alla solidarietà, alla pace. Un mondo
nuovo dove essere obbligati a
pensare quello che pochi ci impongono,
non sia più concepibile. Potremmo dire, in modo più drammatico, forse
apocalittico, con un altro grande maestro di anarchia, quale fu certamente Pasolini, (forse pagò anch’egli con
la vita le critiche al sistema) che si può morire con l’azzeramento
dell’individuo e la creazione delle masse. Pasolini parlando di “’anarchia del potere[9] ,“ evidenzia
i danni del potere che manipola i corpi,
trasformando le coscienze, che vengono omologate dall’alto, distruggendo le
realtà particolari. Disse, allora, Pasolini che ci saremmo trovati a
confrontarci con una società di mostri, non più di persone, dove il dialogo
sarebbe stato impossibile.
Il libro di Masullo denunzia il
pericolo dell’omologazione, anzi tutta
la filosofia sia di Bruno che di Masullo
è tesa a dimostrare la centralità e l’importanza di ogni singolo uomo
nell’universo. L’Emerito Professore, in
particolare, ci racconta del pericolo dell’accentramento nelle mani di uno solo
o di pochi di tutti i poteri, e, come la parola democrazia venga in tal caso
svuotata di tutti suoi valori. Se l’uomo
viene manipolato diviene anche asservito,
assoggettato (il contrario dell’intersoggettività!). …..Dunque nessuno è capo assoluto.
L’ordine umano è anarchico. Esso vive, solo dove tutte le diversità sono
ugualmente rispettate . Per la dura esperienza
di questa modernità noi ora sappiamo che la democrazia o è liberale o non è.
L’ordine è civile, quando è garantito dalla impersonalità di leggi non solo
decise con procedure democratiche ma conformi al riconoscimento costituzionale
di diritti umani universali. Le ragioni della lotta politica che squassa al
fondo il mondo attuale sono, fattesi adulte nella drammaticità della storia,
quelle pensate da Bruno. [10]
L’Autore di quest’opera illuminante, si serve di Bruno e parte da
Bruno, ma ribalta la conoscenza sotto l’illuminato desiderio della
centralità del colloquio e dell’ascoltarsi con l’umanità
tutta; il grande Maestro di Anarchia (
in questo caso ci riferiamo a Masullo) ci dice che senza questa “centralità”,
il pericolo è di poter perdere la libertà e di vedere calpestata la propria
dignità di uomo; il rischio è ad ogni
angolo; l’orrore più grande potrebbe
portarci al l’assuefazione al male, all’azzeramento dell’io, all’assenza di
ogni solidarietà per il prossimo, all’incapacità a ribellarsi, all’impossibilità
di esprimere senza paura le proprie idee.
Il percorso di Masullo per il riscatto dell’umanità, non è solo
rivoluzionario, è prima di tutto un
percorso educativo, poi etico e quindi politico. Procedendo
con un ragionamento per analogia, applicato
alle tre categorie masulliane, esse rimangono l’espressine di un unico obiettivo, quello di
salvare il mondo e l’umanità.
Per meglio comprendere, ci soccorrono a riguardo le sue parole sul
Nichilismo sempre originalissime che riguardano anche il suo pensiero su Bruno; questa volta è uno spartito musicale e nelle sue variazioni non si serve mai di motivi risaputi. Parte per questo da
Eraclito,(che in un celebre frammento sentenzia che di ogni “ente morale”,
di ogni realtà naturale ,non si può disporre due voltev a causa della rapidità
e repentinità del mutamento.
..In effetti
non è possibile cogliere l’essere di una cosa ,data, appunto, la rapidità del
cambiamento, non del cambiamento come passaggio dal prima al dopo ,bensì come
radicale inconsistenza della cosa ,la quale già mentre si forma, si dissolve, insomma
mentre è, non è.
Passa per Parmenide e dopo averci fatto attraversare il mare instabile del Nichilismo ci ripropone Bruno per evitare di
impantanarci: Passiamo ora ad una considerazione che si trova sempre nel “De
infinito,universoe mondi”. Ad un certo punto vi si dice-è una battuta assai
singolare- che l’idea della pluralità dei mondi ha il suo sostegno
nell’esigenza di rendere possibile il dialogo, mancando il quale-parole
testuali di Bruno- “non sarebbe bontà civile ,la quale consiste nella civile
conversazione[11]
Le sue analisi sono linee di fuoco, in particolare quelle che si si
riferiscono all’urgenza del dialogo che anche il Nolano, arso vivo dalla chiesa,
sottolinea con grande e indiscutibile chiarezza.
Quella chiesa che ha sempre disconosciuto il
dialogo con Bruno, infatti , il Filosofo , ogni volta che il Bellarmino (1542-1621)
lo interrogava, cercava di far capire
con ogni dimostrazione possibile
l’onestà del suo pensiero. Masullo,
di fronte all’ostinazione della Santa Inquisizione a non voler capire, né
cedere minimamente dalle proprie posizioni, freme per la morte inferta così
crudelmente e ingiustamente al Nolano che sembra dirci : il modo ancor m’offende, né gli
bastano le scuse della chiesa per i suoi
errori, perché la chiesa, osserva il Professore, ha tradito il suo mandato nel momento in cui
non ha più avuto rispetto per il pensiero dell’altro uomo e ha deciso di
sterminarlo. Per Bruno come per Masullo su questi presupposti non si costruisce niente di nuovo, la storia
va rovesciata per ricominciare daccapo.
La grandezza di Bruno è proprio nell’aver capito che ogni uomo
rappresenta la centralità dell’universo “per lui ogni individuo umano ,in
quanto centro irriducibile tra infiniti centri irriducibili, con cui non
può non essere sempre aperto a comunicare, è portatore di responsabilità piena.
Ma proprio perciò nessun capo è assoluto. L’ordine umano è anarchico.[12]
Alla luce di quanto sopra, il Maestro di Anarchia di Masullo non ha
molto a che vedere per esempio, con i
grandi anarchici della filosofia come Max Stinger , Proudhon, Thomas More
(Utopia), Condillac, De Sade , Michail Bacunin, la loro filosofia è sempre
attraversata dall’imposizione per forza di un certo modo di vedere il mondo e ,
a volte, anche dalla violenza per ribaltarlo . Al contrario il pensiero
masulliano indica la strada della pace ,in un percorso metascientifico, in quando nei suoi studi filosofici e morali occupano
un ruolo determinante l’analisi
sociologica, lo studio attento della politica, le pulsioni, anche quelle ancora
non del tutto evidenti,che muovono il mondo e lo sconquassano dal basso.
Credo che la filosofia di Masullo sia tutta
percorsa da un fluido magico. Se noi lettori, anche inesperti , riuscissimo ad
appropriarcene, anche solo in parte, la
nostra vita potrebbe migliorare, come la vita di chi ci sta vicino.
Un ricordo romano di un giovane Emerico
Giachery , vissuto dai ritmi luminosi della sua parola, ci sembra possa completare e chiarire l’idea
della vita di ogni singolo uomo che Masullo
ha accarezzato nella logica e nella poesia del suo pensiero: “Splendido il
giovane ottobre romano. Tutto invita a una passeggiata. Entro da Porta Latina, sosto
nella chiesa (dal fondo un suono
d’invisibile armonium. Continuo per quella strada pochissimo profanata a quel
tempo) dal traffico. Una rigogliosa vegetazione trabocca dalle mura degli Orti
di Galatea. L’azzurro del cielo, perfetto. Una campana suona il mezzogiorno.
Cosa mi accade? Mi sento immerso nel Tutto, ho coscienza che il cosmo è armonia
e totalità di senso, e io ne faccio parte. “La gioia è immensa”, mi canta una
voce interiore. Trabocco di gioia. Rincaso quasi a volo”.[13]
[1] Premio
Nobel per La Letteratura, molto conosciuto per la sua opera Una
terra chiamata Alentejo, Cominho, Lisboa, 1980, traduzione di Rita Desti,
Bompiani 1992;
[2]Anche Il vangelo secondo Gesù Cristo,
(1991),traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 1998 è un testo interessante
sul ruolo della religione cristiana nella storia dell’umanità.
[3] Renania
Settentrionale.
[4] Giacobbe
Campens, vescovo degli anabattisti, venne seviziato e poi ucciso. La stessa
sorte toccò agli altri migliaia di uomini che seguivano questo credo. Eppure
gli anabattisti avevano come punto di riferimento per la loro vita il conseguimento della pace e una delle
Beatitudini costituiva la loro preghiera quotidiana: “ Beati mites, quoniam
ipsi possiderunt terram”
[5]
“L’eresia della libertà” di Leonardo Sciascia e Sigfrido Bartolini, dal Diario
inedito di Sigfrido Bartolini, Firenze, febbraio 2015.
[6]Giordano Bruno Maestro di Anarchia, Pp. 66,67
[7] De l’infinito universo e mondi, in Dial.met pp
362, 363. GIordano Bruno Maestro di
anarchia, pg.47.
[8] Ibidem,
pg. 47
[9]
“Pasolini e l’anarchia del potere”, intervista a Pasolini.
[11]
Dial.met.,p399
[12] Aldo
Masullo,”Giordano Bruno Maestro di anarchia”, pg.11, Edizioni Saletta dell’uva.