Il respiro dell’anima: l’amor che muove il sole e l’ altre
stelle[1].
Una
biografia dell’Anima è La strada sconnessa. Un itinerario nel
deserto fatto di silenzi, alta e illuminante poesia, speranza, audacia, molto coraggio, forse la
dimenticanza, analisi spietata di un’esistenza divina.
Leggere quest’opera
è stato come una traversata del fiume Nilo, dal Sud verso il Nord, per
ritornare al Sud. E come sul fiume sacro si affacciano tutti monumenti di una
civiltà altissima, così questo florilegio di poesie, ognuna una tappa
importante, niente è rinnegato o buttato ai venti. Tappe per ripartire e
continuare a cogliere stelle e speranze, illusioni e amore, gloria e
disperazione. Più spesso è un lasciarsi
accarezzare dal dolce Nilo, trasportati sulle feluche del villaggio dei nubiani
e di fronte sentire il peso delle aspre montagne della Valle dei Re, che toccano le sponde dell’anima, e la notte
quando ci si accampa nel tempio di Amon –ra ascoltare l’Aida[2]
ed essere ammessi, ospiti graditi, alla
tavola del Re.
Questa è una
poesia epica, come l’amore di Ettore per Scamandrio che sa in anticipo che la
morte glielo strapperà per sempre, ma è anche l’amore tra Paride ed Elena, un
amore di tempeste, o l’amore difficile e grande Ramnés
e Aida .Il soffio dell’Anima nella “La strada sconnessa “ occupa un ruolo determinante, è quel cammino
accidentato, quel respiro che troppo spesso si fa affannoso, una vita che non
prende per mano nessuno; l’anima del Poeta ha radici audaci che si arrampicano
su falesie a strapiombo sul mare, l’unica strada di salvezza è quella dei
Camini[3]
, ti può regalare attimi che ti congiungono a Dio, ma anche la morte. Un ruolo
importante ha l’erotismo: come” tema dell’eros esorcismo del male di vivere”[4], non certo marginale, fa parte dell’indomabile potenza della vita. L’opera è corroborata da grandi passioni, la più protagonista è quella
per la donna, certo non angelicata, né in alcun modo avvicinabile a “donne
ch’avete intelletto d’amore”[5],
dominante è la tenerezza che Lo lega al mondo femminile. Egli sa leggere i
pensieri, delle donne, anche quelli non nobili, ma non smette di amare, il
tutto avvolto in una cometa con una coda così grande da abbracciare la terra e tutti
gli amori che si susseguono, si aprono e si chiudono come una rosa bianca, col
suo profumo, il suo candore, la sua morbidezza, col suo sfiorire di petali che
cadono piano ai piedi della speranza; petali ingialliti, impossibile da
dimenticare o da cancellare: tutto rimane, c’è nel cuore del Poeta un abbraccio
tessuto da parole di Sole.”Oh, se t’ho
amato,/come un fiume costretto dal suo letto/ a giungere al mare, come/una barca
che anela all’orizzonte./Erano in me carovane di cieli/e strade assolate e
fiorite,/Sembrava che fossi cullato/ da mille madri insieme./Ma tutto muore al
primo vagito/del dubbio, soprattutto se il dubbio/ non ha identità.[6]
In quest’opera Dante Maffia si spoglia di
qualsiasi grandezza , egli è il ragazzo curioso, nato per esplorare e per
amare. Come Dante Alighieri ha messo l’amore [7]
come punto propulsore del suo universo poetico
è “L’amor che muove il sole e l’altre stelle”. E’ un torciòlo che raccoglie tutte le lacrime, niente viene
perso: costruisce , nasce e muore in un cielo di Infinito, fatto di luce
di danza leggera che prosciuga la
polvere e la durezza dell’addensarsi delle nubi: Il caminetto rischiara la tua pelle/la rende pane; nello sfrigolio
della fiamma/s’accende una stella./ Il tuo sapore s’apre in profumo/di
gelsomini. Ed io resto a guardarti come un povero/che ha intravisto una tavola
imbandita/.Ecco cos’è la felicità: poterti guardare/sapere che esisti.[8]
Apre così la prima delle diciassette suite. Per poi
ricomporre altro spartito dedicato a “L’infanzia” [9],
(14 suite); alla “Presa d’atto” (7
suite); Scorci dalle fessure” (8
suite). Ghidetti parla di suite musicale[10],
io ho avuto la stessa sensazione, ma ho sentito e visto anche le trombe maestose dell’Aida, quelle egizie e
buccine che danno all’esistere un passo trionfale, una sfida alla maledetta
morte, un calpestarla per non mai più incontrarla.
Il Poeta non parla mai sottovoce, non
sente mai il reflusso dell’onda, egli ci racconta l’urlo dei venti, la dolcezza
di un mare mitico, lo schiantarsi delle onde contro le falesie, ci parla delle
rocce con sembianze di sirene.
I miei riferimenti sopra a Ramnés e Aida sono
congiungimento a un animo eroico. Il Poeta ama sempre con tutto se stesso. E’
imprudente e ardito, come in “Tommaso”[11],
sa uscire da se stesso e guardarsi e leggersi come altro da sé, senza sconti,
senza lamenti, anche quando un punteruolo aguzzo gli ferisce l’anima, gliela fa
a pezzi. Egli e lì tra quelle ombre che raccolgono “un vuoto spazio di ossa e di sangue”[12].
Poi la poesia
si fa canto spiegato, con ali di falco,
rotea in atmosfere di luce: Io lo so cosa
spegne la sera/nelle timide danze del non senso./ E’ la carità d’una preghiera/
fatta dall’aria, dal roseo pullulare / di gridi inespressi che si rintanano/
nel vuoto e si fanno parvenze. Qui
non c’è nessuna nota stonata del
concerto. Il canto è perfezione, è
uno spartito musicale di rara bellezza, in pochi verbi è raccontata una vita, un
girasole con i suoi chicchi colorati, ognuno simmetricamente al suo posto e
infinitamente belli, ognuno è il ricordo di un suo amore, sono i ricordi delle donne che Lo hanno amato. Anche Le vie d’ombra, alla fine, danno atto che qui è stata raccontata
una grande vita, simile alle pianta dell’uva, quando cresce così intrecciata
che è impossibile potarla. Così è la sua memoria, con le ombre in fila,
apparigliate con le ombre, ma sempre prese, anche quelle cattive, dolcemente
per mano, a queste il Poeta sa
sussurrare il Canto d’Orfeo, immenso, senza rancore, seppur nella morte. C’è nella poesia di Maffia,
lo vado sempre più cogliendo, e, si fa via via più manifesto, il profondo senso
della Fratellanza, leggendo le sue opere, molto spesso ho pensato ai canti
Tuareg, tradotti da Charles De Foucauld. Egli sa essere tenerissimo anche con
le miserie umane, sa compatire e perdonare. Quest’opera trionfale, ci
narra di una vita difficile, ma piena
d’amore, è forte e smerigliata,
passionale e candida, mai infingarda. Eccome
se capisco tutte le sfumature, le segrete/avversioni dei fiori, i cigni
nascosti sopra gli armadi ,/ ma sono così lontane le mete/ e se non t’affretti
ho paura che cadi./ la casa non è cambiata, i tegami/sono sempre al loro posto,
il tavolo rotondo/sempre inchiodato nel tinello, i lini/nelle cassapanche che
racchiudono il mondo/ dei ricami della nonna. Tu eri infastidita dei troppi
ricordi, del mio ricorrere / alle antiche stagioni della vita/ e non volesti
percorrere più di tanto insieme. Ferma, decisa/ varcasti la soglia e te ne
andasti. Adesso/ di me io non trovo che
l’indecisa / possibilità per morire in pace , presso/ le aiuole che curasti
paziente/ eri bella e sorridente, luminosa, e io sempre assente, indifferente/
alla rima di rosa con sposa.
Ancora una
volta, nella poesia di Maffia, gli oggetti e il quotidiano hanno una vita che si intreccia a quella del Poeta. Il
colloquio si fa universale: le donne, i
libri, gli uomini, le città, la Madre, i
luoghi dell’Anima, tutti legati a una sola mano, se li tira dietro come
figlie che non si possono abbandonare.
CarmenMoscariello
La strada sconnessa di Dante Maffia
.Prefazione di Enrico Ghidetti
Passigli Poesia (Collana fondata da Mario Luzi),
Giugno 2011, pg 1
[1] Dante
Alighieri ,Parazdiso canto XXXIII, v145;
[2] Aida, di
Giuseppe Verdi, libretto di Antonio Ghislanzani, (8 febbraio 1872).Prima
esecuzione al Teatro dell’Opera al Cairo.
[3] La
strada dei Camini, fa parte delle Falesie di Gaeta, l’unico punto di tregua per
lo scalatore affannato o in difficoltà.
Le Falesie si possono ammirare dal Monte Orlando, dalla via dei Camini
lo spettacolo è maestoso, qualcosa che non si può vedere in nessuna parte del
mondo..
[4] Enrico Ghidetti,
dalla prefazione
[5] Dante
Alighieri, Donne che avete intelletto
d’amore,
[6] La
strada sconnessa, Pg.72, 15;
[7] L’amor
che muove il sole e l’altre stelle XXXIII canto del Paradiso, ultimo verso
della cantica
[8] La
strada sconnessa, !, pg 65;
[9] Con 14
suite,
[10] La suite è
una composizione musicale nata in età barocca. ... I vari
brani della suite erano composti per essere suonati in
sequenza e nella musica barocca hanno tutti la stessa tonalità
e una struttura identica. La suite porta anche il nome di
ordre, partita o sonata da camera.
[12]
Tommaso, pg.15, apre la Raccolta de La
strada sconnessa.
Nell’incertezza, pg.64;.