L’intimità
nell’arte
Beatrice
Hastings, la storia di una passione dolorosa.
I suoi
cappelli erano enormi con piume colorate, i guanti fino al
gomito, come molti suoi abiti dipinti su stoffa da Modigliani con fiori variopinti, grande la sua intelligenza come la sua follia. Non era certo il tipo che passava inosservata.
Donna corteggiata da tutti i pittori di Parigi, lo stesso Picasso l’aveva in
gran conto. Le piacevano anche le donne e il suo letto era una piazza molto
ospitale per amanti molteplici. Inglese, bella a suo modo, ho avuto modo di
ammirare l’estro prezioso del Maestro nei
dipinti che le dedicò al Mudec di
Milano in un luminoso settembre del
2018.
Un giorno la
Lady sedeva da solo in un bar a Montparnasse,
era tra la primavera e l’estate del 1914, si incontrarono per caso,i due si
osservarono non poco, si annusarono, si disprezzarono. Del Primo incontro ci
parla dettagliatamente Beatrice, ci descrive Modigliani aggomitolato su se
stesso che a prima mattina era già ubriaco, che aveva occhi feroci e ingordi. Lei
non era da meno, amava l’alcool, la vita
e con essa tutte le trasgressione, era a
Parigi come corrispondente del giornale New
Age, una bohémiens di valore come tante altre donne di quel tempo che
affollavano i bistrot e gli studi dei pittori della Novelle Ville. I due erano
“Unici” si amarono subito. Erano gelosi l’uno dell’altro, si possedevano e non
permettevano ad intrusi di entrare nei loro rapporti. Ma né l’uno, né l’altro
erano animali da portare al guinzaglio. Se dobbiamo credere alle testimonianze
dei loro amici si offendevano in pubblico, con lei Modigliani usò più volte
violenza, né lei gli risparmiava offese e aggressioni. Eppure da questo rapporto sul quale nessuno
scommetteva, “questa non è una donna da sposare” sentenziava l’amico pittore
Jacobs nacque un amore intenso, sicuramente passionale, distruttivo, ma anche
energizzante per il genio di Modì, tanto è vero che all’inizio del rapporto il
Pittore smise di bere e durante la loro “intesa” Modì diede vita a centinaia di
ritratti e ad altre grandi opere. Qual era la calamita che li attraeva e li
portava ad amarsi per intere giornate?
Entrambi si piacevano fino alle estreme conseguenze, entrambi si
disprezzavano e si accusavano reciprocamente di cose nefande. Lei posava per
Modigliani per molte ore del giorno e della notte e se lei così inquieta si
prestava alla forza del genio, in quel caso, senza fiatare, ciò era dovuto solo
alla potenza, all’armonia e all’enigma
che l’arte di Modigliani possedeva. Modigliani
prima di ogni cosa era attratto dalla bellezza di quella donna “virago”, così
la definivano alcuni contemporanei e poi era colta intrigante, nei suoi ambienti
era tenuta in gran conto e dettava regole e sentenze sulla grandezza o nullità
dell’uno o dell’altro pittore, era affermata giornalista, i salotti se la
contendevano e a lei piaceva apparire e provocare il suo amante insinuandosi ed
esibendosi in balli sfrenati con molti altri uomini, cosa che infuriava
Modigliani e senza timori le urlava “puttana”. Non abbiamo sue precise
testimonianze sull’arte di Modigliani, tra loro c’era una sfida terribile su
quale dei due geni dovesse prevalere. Eppure questa presenza così originale e
forte creò nell’artista grandi svolte, molti quadri bellissimi nacquero da
questo rapporto. Modigliani si sentì molto coinvolto da questo vulcano
esplosivo il cui fuoco attraversava gli abissi ed esplodeva ogni giorno mattina
e notte. La notte per i due era l’incanto, senza romanticismi in essa si
inebriavano. Modigliani poco dopo che la conobbe lasciò la sua gelida stamberga
e si trasferì nella bellissima casa di Beatrice. Due Anime grandi e dannate
sotto lo stesso tetto. I compagni di viaggio di Modigliani riportano senza ritegno le ingiurie che si
lanciavano sotto il cielo di Parigi e nei bistrot dove si riparavano dal
freddo. A tutto questo dobbiamo aggiungere che in questo periodo ci fu la
grande svolta, abbandonò la scultura e dedicò tutto se stresso alla ricerca
dell’Anima dei suoi personaggi. L’Anima dipinta da Modigliani rimane un enigma grande quanto la sfinge che se
guardata a pochi metri ti fissa e ti
racconta i millenni che hanno dilaniato l’uomo, che l’hanno fatto innamorare
,che gli hanno permesso di scoprire il divino. Modigliani seppe scoprire e
dipingere il divino dell’anima di uomini
e donne protagonisti dei suoi
ritratti. L’arte è un valore umano e nel contempo sacro, inestimabile.
Modigliani e Beatrice ne sono un esempio , insieme alle terribili
contraddizioni e lacerazioni delle loro esistenze, c’è il sacro che è purezza,
creatività, storia, preghiera. Se dovessimo descrivere Beatrice Hastings come
una virago commetteremmo un errore madornale. Da dove sono nati i quattordici
capolavori che raffigurano la Hastings i suoi nudi particolari pieni di fascino, di dolcezza, e perché no, di amore. In contrapposizione
all’armonia e alle forme del corpo, i primi piani del viso si affacciano aguzzi
sulla tela, arroganti, ingordi di vita e follia. E’ con lei che il Maestro porta a maturazione la
sua immensa arte. Nei libri quasi
mai si dice che molte donne hanno
contribuito non poco a creare l’arte di Modigliani, non il Modigliani artista
egli era nato col divino in corpo, con la tubercolosi aveva ricevuto il fascino
divino dell’occulto del mistero. La stessa Beatrice era una potente medium
e molta storia sacra dell’ebraismo ci
mette in contatto con il più profondo ,l’ inattraversabile, il mistero.
Modigliani dedica molti lavori a questo tema, è bene ricordare “Il medium”
opera unica e irrepetibile. Concordo con quanto afferma la figlia Jeanette
nelle sue memorie sul Padre dove sottolinea , anche per quanto riguarda la
Hastings, che le donne coinvolte nella vita del Padre non sempre erano prostitute, nel suo libro difende proprio la Hastings
sottolineando le doti di grande giornalista e di grande cultura. C’ è da
aggiungere che Beatrice era una brava pianista, poetessa, critica d’arte, musicista, cantante
amica di Picasso, di Matisse, di Jacobs.
La Lady era una donna ricca e
affascinante. Nonostante tutte queste doti la sua vita non fu semplice. Il
rapporto con Modigliani si chiuse malamente, dopo due anni di scontri e
riappacificazioni, lei non volle più saperne di lui. Nel 1916, una sera durante
una festa in cui Picasso e gli altri stavano festeggiando il ritorno alla vita
del Pittore Geoges Braque che durante la
guerra con Apollinaire aveva avuto il cranio fracassato, alla quale festa era stata invitata anche Beatrice Hastings che
in poco tempo si era subito trovato un giovane e nuovo amante, uno scultore
italiano Alfredo Pina. Alla stessa festa,
senza essere stato invitato, si presentò anche Modigliani, ubriaco , con occhi
feroci, sussurrava impunito all’orecchio di Beatrice i versi di Dante, provocando
in modo plateale lo scultore che armato di una pistola minacciò di ucciderlo, dopo
una rissa terribile , con forza Modigliani
fu messo alla porta e non incontrò mai più la Hastings anche perché subito
dopoebbe una breve storia con la pittrice russa Marie Vassilieffe per poi
innamorarsi follemente della dolce fanciulla-pittrice Jeanne Hébuterne che l’artista chiamava con tenerezza
Noce di Cocco. Nella mostra a Livorno al
Museo della Città (dal 7
novembre2019 al 17 febbraio 2020) per
ricordare il centenario della morte di
Modigliani, per la prima volta ho visto insieme le opere di Modigliani e quelle
della Hébuterne, infatti un piccolo spazio, era posizionato infelicemente ad
angolo, se non si era bene attenti sarebbero passate inosservate anche
all’occhio esperto, anche perché nella mostra c’erano opere di altri pittori
amici di Modigliani. Ebbene quello spazio esiguo era occupato dalle opere
d’arte dell’Hébuterne, c’era anche il bellissimo ritratto che lei aveva dedicato a Modì).Il Livornese- Parigino morì
quattro anni dopo di tubercolosi. Non migliore fu il destino di Beatrice che
iniziò una relazione con Raymond Radiguet,
autore de “Il diavolo in corpo”, dopo che anche questa storia si concluse
malamente, ritornò in Inghilterra, Saffo fu la sua compagna, per poi suicidarsi con il gas
nella sua casa, aveva venduto per sopravvivere i molti disegni che il Maestro
le aveva donato e alcune opere d’arte che Modigliani aveva abbandonato nella
sua casa parigina. Sprecò le sue ricchezze per pubblicare un giornale antisemita
che fu l’ultima sua follia. Nel 1949 si
esaurisce la storia di una donna che aveva studiato a Oxford, che aveva
conosciuto la stima e condiviso spazi di vita e di arte con M.Chagall,
Matisse, Juan Griss, Chaim Soutine, Picasso George Braque che era stata impegnata
in lotte civili come quella per il femminismo,
lottò intensamente contro la pena
di morte e contribuì non poco al la
riforma del sistema penale inglese e europeo. Eppure oggi viene ricordata solo
perché fu per lo spazio di due anni la donna di Modigliani, eternata dai
quattordici capolavori, ritratti e nudi che il Maestro Le aveva dedicato.
Carmen
Moscariello