tu lo sai quando la mente è ombra e
le storie raspano nella loro agonia
nel cerchio d’addio i laceri gridi delle le rondini
stampano l’evanescente tempo
e la tua mano ha stretto la mia
in un saluto nemmeno cordiale
sconosciuto grecale anch’egli straniero
solo ha sentito le secche ossa
fredde come quelle d’un morto
negli archi frastuono di ombre
intimorite dall’immensità
del passato, rimpiangi il cuore
generoso e onesto-una donna come te
non l’ho più incontrata-la sorte rastrella
nei calcinacci dei sogni perduti
non ci saranno più terremoti
il filo dell’ago ha cucito ogni dolore
(da L'orologio smarrito di Carmen Moscariello, Guida Editori, Napoli 2016)
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