Dante Maffia
“ Le più belle poesie d’amore di tutti i tempi”
Volume IV
prefazione di Oreste Kessel Pace .
Nota di
Carmen Moscariello
La balalaika
Non c’ è
oggi una primavera alla quale dare il benvenuto, anzi si appresta l’autunno con
passi pensosi e mesti. In compagnia della pioggia leggo il IV volume de “Le più belle poesie d’amore di tutti i tempi”
di Dante Maffia. Eppure i suoi versi mi creano un contatto a raggiera con quella danza armonica che è “La primavera” di Botticelli. Un’armonia, una
pacatezza , un dolce sentire che sappiamo bene che non appartengono al mondo.
Questo Canto fluido e profumato
ci porta al cospetto di Zefiro che feconda la Ninfa Clori. Un canto di
unione di appartenenza di legami mai fluidi. Dante Maffia nel suo capolavoro ha
reso reale ciò che è impossibile a noi poveri esseri umani. Si muovono le
pagine sotto le mie mani e i miei occhi e regalano non parole, ma sentimenti
profondi, un’urgenza mai pedante di un
mondo che appartiene ai profumi del cielo alla bellezza del mare. Avverto in
quest’opera d’arte degli empiti contradittori . E’ come se il Poeta man mano
che porta a compimento il suo grande capolavoro sia cosparso di nostalgie, di lontananze non umane
(soprattutto l’ultima parte). Versi che
sono i tocchi delle campane delle cattedrali gotiche che svettano al cielo e ci
portano in un firmamento sconvolgente. Non pensate che questi quattro volumi
siano solo un canto all’amore, ci sono tante altre voci affascinanti, tanti
suoni d’organo, i concerti che un tempo
la sera si tenevano nella Cattedrale di
Notre Dame a Parigi, come in quelle atmosfere della Senna la musica era in
grado di portarci oltre la Santità per
l’incontro con il Divino .
Voglio dire
che Dante Maffia ha saputo regalarci in questa Summa la possibilità di
allontanarci dalla volgarità del mondo per farci abbracciare, farci sentire il
calore di un cuore da cui nasce tutto. Diceva Attilio Bertolucci[1]
che l’umanità moderna teme di pronunciare la parola “cuore”, mentre è da esso
che nasce il mondo. Accosterei quest’opera alle “Aritmie” di Bertolucci, a
questo cuore che batte come i campanili di Notre Dame per aprirci le porte
della cattedrale dell’amore. Spero che
molti leggano quest’opera e possano anch’essi sentirsi proiettati in spazi di tenerezza, di carezze, di fiori, di
Primavere. Nascere ogni giorno sempre per nuove primavere è questo che il poeta
ci insegna. Lo fa sottovoce, come se non volesse disturbarci, egli conosce bene
anche il mondo della realtà e sa meglio di tutti quanto dolore lacera il genere
umano. In questo tempo di guerre, di nemici e di bombe egli è come la fanciulla
che ho visto e sentito il mese scorso
nella piazza di Tallin che col suono della
balalaika mi ha fatto piangere, per la delicatezza del canto che in quell’aria gelida riempiva di gioia le piazze, i palazzi, il mare, il
cielo grigio del Mar Baltico . Così sono le voci di questo canto. Come i centoquaranta
tipi di fiori con i quali
Botticelli ricoprì il prato sotto
gli alberi di alloro e aranci, dal ranuncolo al gelsomino, tutti chiamati a
completare quel paradiso terrestre. C’ è in quest’opera così moderna e accattivante la caparbietà del mito, di ciò
che non muore e che il tempo non scalfisce che
ci riporta a quella terra degli dei, dove il poeta è nato. Direi che
oltre la Donna il grande protagonista di questi versi è il mare di Calabria, di
esso Maffia conosce ogni sfumatura di colori, ogni suono, ogni presenza di
gabbiano, esso è simile alla donna, il poeta lo ama e lo sfoglia come il corpo della sua donna,
rifugio di tenerezze e incanto, di promesse per una nuova vita. Il Poeta rimane
abbarbicato alla sua sorgente d’acqua limpida, ha
trascorso la sua vita presso quella sorgente, assetato, sempre
assetato, qui confluisce tutta la sua sete, nostalgia, la tenerezza.
Questo IV
volume è l’opera della filosofia e della teologia, c’è un rigore morale intrecciato
alla bellezza del vivere.
Importante è
anche la prefazione di Oreste Kessel Pace. Dante Maffia ha affidato la
prefazione di queste quattro opere non solo a scrittori e critici bravissimi,
ma ai suoi amici più cari. L’incipit di Pace è un dono al Maestro, tessuto di
luce e d’amore. Oreste Pace è l’Editore dei quattro volumi, un’impresa
che certamente consegnerà anche il suo nome alla storia.
Carmen
Moscariello
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