Non sei ancora pietra,
non sei ancora carne,
non sei ancora calore.
La morte,Davide,
è un colore avvincente,
inavvicinabile.
Quante volte,quante volte l’avrai
invocata
nel tuo eremo di poeta
in quello che ti hanno imposto gli
altri.
Però adesso ti sento crepitare
fra le mie lenzuola
come se fossi morto
nel mio povero letto
dove ogni giorno,tenendoti
stancamente per mano,
mi sono sentita morire
per colpa di tutti,
tutti quelli che hanno ucciso anche te.
Noi saremo,Davide,noi saremo
eternamente colpevoli
perché abbiamo osato amare Dio
attraverso il peso della nostra croce
personale
che non è esattamente quella cristiana,
ma che rispetta l’ultimo grido di
Cristo.
Se vuoi,Signore,salvaci dalla croce
verso la quale abbiamo lanciato le
nostre urla,
le nostre finali bestemmie di uomini.
Se vuoi,Signore,salvaci dalla poesia.
Alda Merini
“A padre David”
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