Piccolo teatro filosofico
. Dialogo su anima, verità, giustizia,tempo.
Opera di Aldo Masullo,
Editore Mursia.
Visionari legami di una
Filosofia tiatrica.
di Carmen Moscariello
Piccolo teatro filosofico
: Masullo, il Grande Filosofo è in questo caso attore e regista di
un’opera in quattro “ tempi”.
Non interpreta il teatro
come hanno fatto Nietzsche (Centralità della tragedia greca); Hegel
(Interpretazione della tragedia greca); Kierkegaard ( La lettura del
Don Giovanni ); Walter Benjamin (Rilettura del teatro tedesco
barocco). Egli calca il palcoscenico del Pensiero che non può essere
se non quello dell’Anima, della Verità,
della Giustizia, del Tempo.
Sulla scia di Eschilo, Seneca, Deleuze, Sartre, Badiou ha costruito
un meta teatro pronto a calarsi nella coscienza dell’uomo. Quattro
atti, in ognuno due
protagonisti. Il dialogo è il sentiero
argenteo su cui personaggi spaiati si muovono. Sembrano esserci
nell’opera linee di fuga da quei percorsi severamente filosofici,
terapie per una società schizofrenica,messaggi che stritolano la
mordacchia dell’homo homini lupus.
Protagonisti dei quattro dialoghi sono: l ’anima, la verità,la
giustizia, il tempo. Appare Masullo come l’Empedocle di Holderlin
nel la ricerca delle origini e del principio primo della vita in
accattivanti e raffinati duelli per un tempo che scorre inesorabile
ed eterno. La filosofia è la vera protagonista dello spettacolo. Lei
per il Piccolo teatro di Masullo scende dal palcoscenico per donarsi
al popolo a differenza , in questo caso, dell’Empedocle di
Holderlin che rimane severo maestro di pensiero, da concedersi solo
agli eletti. Il dinamismo della vita e della storia, o meglio come
fa dire l’Autore a Eraclito l’Oscuro”il
fiume è la vita nel suo venir vivendosi, il mutar di vissuto in
vissuto…di salto in salto di sorpresa in sorpresa, la continua
discontinuità, l’ininterrotto sostituirsi di momento a momento
sembrano interessare non solo la piéce del
Dialogo tra Eraclito l’Oscuro e uno sveglio orologiaio, ma tutta
l’opera improntata a uno sconvolgimento di regole storiche,
drammatiche e umane. Rimane però un nucleo “divino” che riguarda
la ricerca e il confronto col proprio simile: “Originaria
è la relazione. Non v’è un momento di vita o modo di essere di
ognuno di noi che non sia un
trovarsi in relazione agli altri”fa
dire al l maestro del dubbio Amleto nel
dialogo con papa Benedetto.
Percorre le strade di un
teatro di pensiero, surrealista nella struttura, ma rigorosamente
metafisico nella costruzione dei dialoghi, lo stesso linguaggio è
filosofico, seppur moderato da un’ espressione “minore”
determinata dall’incontro con persone non impegnate in rigorosi
percorsi di pensiero (l’orologiaio, il procuratore di Stato).
Masullo riprende il principio di Marx espresso nelle Tesi su
Feuerbach e cioè che il filosofo non deve limitarsi ad interpretare
il mondo, ma a cambiarlo. Principio questo che appartiene a tutto il
percorso filosofico e di vita di Aldo Masullo: lo studioso è colui
che guida, chi indica la strada all’uomo per salvarlo dalle sue
miserie e dai suoi errori, per trasformare la società in una società
“civile”. Una pratica artistica tra le più alte che molti
studiosi , poeti, scrittori hanno tradita, alcuni allontanandosi dal
mondo, seguendo il vascello folle dell’isolamento, altri
limitandosi a descrivere con cronaca banale la realtà pratica e
quotidiana: queste due tipologie”d’arte” sono destinate ad
autodistruggersi e a non recare alcun vantaggio né alla società, né
al singolo uomo.
Lo sdoppiamento che
l’Autore applica ai suoi dialoghi è relativo, poiché si comprende
facilmente la sua posizione che rimane fuori dal nichilismo
contemporaneo pur non lasciandosi tentare dalla fede (Dialogo di
Benedetto papa e del principe Amleto). L’ ardimentoso Filosofo, in
situazioni apparentemente deraglianti, ci dona un Giordano Bruno che
discute di Libertà con un asfittico procuratore; ameno è anche il
dialogo che vede coinvolto il Papa Benedetto con Amleto o Eraclito
L’Oscuro che parla dello scorrere del tempo con un sveglio
orologiaio. Nell’opera fiammeggia l’audacia nel fare incontrare
epoche diverse, personaggi differenti dislocati in spazi storici
totalmente incompatibili che mai nessuno ha pensato di far
incontrare, per discutere sui principi dell’origine della vita
(non più l’acqua, il fuoco e l’aria…, ma la verità, l’anima,
la gistizia, il tempo…).
Che cosa è dunque il
Piccolo teatro di Aldo Masullo? Solo questo apparente originale
castello di fuoco in cui personaggi vivi e pensanti si scontrano?O
piuttosto il divampare di una visione del mondo dove l’uomo, se
vuole sopravvivere, deve riconoscere il suo prossimo e rispettarlo.
E’ certo che la
funzione di quest’opera ha nei suoi quattro spartiti la medesima
finalità: dialogare per convincere; dialogare per non dividersi;
dialogare per educare; dialogare per disbrogliare la strada della
verità.
Al contrario di Giles
Deleuze (Differenze e ripetizioni) e di Carmelo Bene, per i quali è
il monologo l’essenza del tetro,( il dialogo è per il potere),
Masullo predilige il dialogo per chiare motivazioni sociali: il
dialogo è per l’Autore così importante che l’ultima parte
dell’opera porta una preziosa gemma titolata Breve
riflessione sul dialogo.
Nonostante questa
importante differenza di pensiero tra i tre immortali Maestri del
teatro filosofico moderno del mondo occidentale, tuttavia, Aldo
Masullo non è in contraddizione con Giles Deleuze, né con Carmelo
Bene, Egli si serve, come Giles, del Kronos ossia partendo dal
presente (l’Autore e il mondo che lo circonda), orchestra le
circostanze in modo da farle muovere liberamente, anzi si
intrecciano , si intersecano con il passato e con il futuro, in spazi
creativi dilatati infinitamente (questi spazi creativi sono simili a
un’eco che attraversa le rupi del tempo infinito, senza fine) ed
Egli come Carmelo Bene ha nel cuore il dolore e la storia dell’uomo
quale protagonista (primo attore) del mondo. Così i personaggi di
Masullo pur appartenendo alcuni a secoli passati, possono
tranquillamente discutere con uomini del nostro tempo (vedi per
esempio la piéce, veramente raffinata e acida del dialogo
tra Giordano Bruno e di un procuratore di Stato.
La mente indaga,
accorda, disunisce e il pensiero pensante si
fa spettacolo, senza perdere la sua forza interiore e le sue capacità
di trasmettere, di comunicare il bene della vita nella sua bellezza e
unicità.
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