venerdì 20 giugno 2025

Lettera da Cuba di Carmen Moscariello

 

Lettera da Cuba- LA CASA DI FINCA -VIGA


di Carmen Moscariello

 

Cuba nel cuore di Hemingway

 

 

I cieli caraibici di Hemingway

di Carmen Moscariello, da Frequenze poetiche.   e dalla Terza Pagina de Il Tempo.

“Siete una generazione perduta” :così la signora Gertrude Stein disse in The Sun Also Rises (Fiesta 1926). E, fu questo il cardine di tutta l’opera di Hemingway e di altri scrittori suoi contemporanei .Pound, Fitzegerald, Hemingway appartennero a questo buio senza stelle dell’epoca nuova che oltre al male e alla guerra sembra non regalasse e non regali più niente di buono all’umanità. Eppure, Hemingway sperduto nel buio ,andò alla ricerca esaltante della vita e dell’amore in quei paesi dove il mare, il cielo e le stelle potessero ancora parlare al suo animo, già da tempo sull’orlo dell’abisso.

Ed ecco perché alla sua grinta di inviato di guerra ,a seguito della prima e della terza armata (1944-1945), incorpora la voglia di conoscere luoghi sempre nuovi ,incontaminati, lontani dalla civiltà del businesss, con nel sangue un flusso che rompeva le vene: la Cina, l’Africa, l’India, Cuba diventano luoghi dove la sua irrequietudine trova sfogo e la sua vena letteraria esplode nelle sue forme più alte, fino a portarlo, dopo l’incidente aereo in Africa (1954) al premio Nobel per la Letteratura(1954) che non potrà ritirare personalmente proprio per i postumi dell’incidente.

Noi in un nostro soggiorno a Cuba abbiamo voluto inseguire i luoghi e le tracce di Hemingway, qui molto è rimasto di lui, il mare caraibico ci parla del suo amore per questa terra e del suo lungo soggiorno: tra le onde coralline e i barracuda che infidi arrivano fino a riva, il mito ha preso il posto della ricerca e dello studio attento del suo pensiero e delle sue opere. Nella “Riviste de Avance”, che accoglie la critica togata dell’isola ,il pensiero di Hemingway segue i ritmi afro-cubani , come se lo scrittore avesse avuto come impostazione artistica solo i luoghi caraibici. Tutto il popolo cubano considera Hemingway un cittadino dell’isola, nessuno ricorda che ere un americano, anche Castro lo amava molto. E la casa di Finca Viga è divenuta un museo da mostrare con orgoglio ai visitatori. Va riconosciuto a Castro che nell’antiamericanismo fortemente propagandato ha salvato la figura di Hemingway e quelle di straordinari pittori futuristi, impressionisti e surrealisti che risentono fortemente della cultura occidentale, come Wilfredo Lam, o Roul Martinez e Pedro Mariano Rodriguez.

Nella casa di Finca Viga l’autore dimorò per quasi venti anni, qui sotto il cielo dell’Havana bevve fiumi di cocktails, poi descritti nella loro composizione in molte sue opere ed articoli : il rum carta blanca con mentuccia (hierbabuena),limon soda e ghiaccio, il cuba libra, mojito, il daiquiri, l’emingway si possono gustare in tutte le taberne dell’Avana, di Camaguey e di Santiago de Cuba e sentire nel cuore il grande demone raccontatoci da Hemingwaye di come la malinconia allenta i suoi lacci e lo faceva convolare a nozze per la terza volta con la giornalista Martha Gelhurn.

Tutto è rimasto intatto, la storia si è cristallizzata tra i colori meravigliosi dei pappagallini che ora abitano il silenzio della casa, essi sono addetti ad accogliere gli ospiti con garbo . Anche il ricordo per Gregorio Fuentes , il protagonista de “Il vecchio e il mare (noi in altri viaggi l’abbiamo conosciuto di persona (1995), fu grande amico dello scrittore con il suo sigaro e le rughe profonde, sembra di vederlo ancora fiutare il vento che viene dal mare. Chiedemmo, allora, volemmo sapere di quando usciva con lui sulla Pilar e lo portava oltre la barriera corallina a vedere gli squali e i curiosi barracuda (le acque cubane ne ospitano molti, arrivano silenziosi tra le gambe dei bagnanti), La pilar ancora ormeggiata sulla spiaggia sembra che aspetti il suo padrone per rimettersi in mare; di fronte c’è l’oceano : immenso, inghiotte il cielo e la sabbia è morbida come talco di leggero fumo di pensieri e di attese : ci incamminiamo verso il centro del villaggio, abitato da pochi pescatori e da tanti bambini, tutti scalzi, ma allegramente disegnano gli aironi rosa :- immobili corolle- sul canalone, con la penna (bene prezioso!) regalatagli dal turista di turno. Si apre all’improvviso una piazzetta che al centro ha un busto severo di Hemingway con i baffi spazzolati. Di fronte si erge la nera fortezza di Cojamar . Da qui Hemingway scriveva i suoi pezzi , curava il divorzio dalla sua seconda moglie, si sposava con Martha, per divorziare subito dopo e sposare Mary Velsh.

Nelle cinque camere del cottage senza vetri alle finestre (come quasi tutte le case a Cuba) e l’ingresso senza porte si sente solo il rumore dei nostri passi sul legno del pavimento e il fruscio di microscopici pappagallini che spiano il silenzio dal soffitto. Alle pareti decine di manifesti di corride e tra i suoi libri, a centinaia , ne scopriamo uno di Palazzeschi nella edizione della Villardi ,e una vecchia cartina geografica dell’Italia insieme a fotografie che ritraggono l’artista a Venezia e in Spagna. Poi negli angoli della casa la lenza e le reti: appoggiato in un armadio di frassino un vecchio fucile a due canne.

Per ammirare lo splendido tramonto in tutte le tinte dell’arancio e del cobalto ci arrampichiamo alla sommità della torre che affianca la casa con ancora impiantato il suo telescopio : da qui Hemingway esplorava l’incanto del cielo di Cuba e spiava l’avvicinarsi dei tifoni e degli uragani nella stagione autunnale. Pensiamo a quanto furono esaltanti questi luoghi per la sua scrittura, per l’animo; pensiamo ai riflessi del sole sul mare tropicale alle rughe di Fuentes , quasi fossero erosioni di un deserto senza pesci , alle piogge tropicali che puntuali alle cinque della sera lavano i pensieri e il viso dei bambini cubani scalzi e affamati con negli occhi la stessa luce del mare.

CARMEN MOSCARIELLO (PUBBLICATA SULLA TERZA PAG. dE iL TEMPO. E SU FREQUENZE POETICHE.)VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE.

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sabato 31 maggio 2025

GLI ALUMBRADOS DI CARMEN MOSCARIELLO. SPETTACOLO TEATRALE (in costumi e ambienti del Rinascimento)

Alla ricerca dei giardini perduti dell'Anim


Spettacolo 

Gli Alumbrados

Opera  in ottave

di

Carmen Moscariello

Cento gli artisti, ballerini, cantanti, giullare, musicisti, attori  protagonisti dello spettacolo

 

Atmosfere dove l’incanto fluisce come raggi di sole  su cristalli baccarat, nei scintillii del rosso e del nero delle dame rinascimentali, insieme al saio severo dell’ illuminato Juan de Valdés  . Atmosfere canore, musicali, teatrali, un verbum onomatopeico alla ricerca dei giardini perduti dell’anima. L'ultima  piéce teatrale della Poetessa Carmen Moscariello, opera  in ottave,  è un canto popolare alla fede e alla resurrezione dell’umanità intitolata GLI "ALUMBRADOS", gli Illuminati di una ”setta” esoterica e nel contempo adoratrice del vangelo di Cristo che percorre un lembo della filosofia-teologia contestatrice del Nulla  , ma soprattutto di una chiesa dimentica del Maestro e protesa ad un autoritarismo  che lederà non poco i grandi veri riformatori. E’ la chiesa della controriforma chiusa nella paura della sua disgregazione. L’elemento nuovo e determinante degli “ALUMBRADOS” della Moscariello è la presenza  di donne affascinanti e colte che rischiano la vita e le loro ricchezze per non tradire gli ideali umani religioso, sociali, ai quali si ispirano. Tra le protagoniste possiamo elencare  Giulia Gonzaga, Vittoria Colonna, Caterina Cybo. La Poetessa Carmen Moscariello già in passato si è occupata di Giulia Gonzaga, ma lì trattò in versi  l’amore tra Giulia e Ippolito dei Medici, nonché i fasti del castello di Fondi, negli ALUMBRADOS, Giulia è la donna –filosofa che per trent’anni rimase chiusa nel monastero di San Francesco delle Monache a Napoli. Aspetto, questo, finora trascurato da storici e letterati.     E’ il castello della teologia che viene raffigurato nelle scenografie dove tutti possono cogliere Dio (a suo modo) a seconda della posizione che si occupa nel Castello . Chi è all’interno può godere della grazia della fede in tutta la sua magnificenza, chi è fuori dalle mura può avvertire la presenza di Dio, ma la sua strada è ancora molto lunga. Tradurre in versi un pensiero filosofico così complesso , così fascinoso, così attuale è stata cosa estremamente complessa, soprattutto stabilire i ruoli che queste donne ebbero nella creazione di una chiesa rinnovata da una fede pura, ispirata solo ai vangeli, rinnegante spesso i molti dettami autoritari. I versi immaginifici della Poetessa scandiscono anche il profondo senso teologico della natura, la parola poetica è come rosa d’inverno, rara e fosforescente nella sua grazia senza tempo. 


 

Regia teatrale: Carmen Moscariello

 Palazzo Baronale Minturno.







Gli Alumbrados di Carmen Moscariello

 (in Letteratura italiana a cura di Lia Bronzi e Angelo Manuali)

Atmosfere dove l’incanto fluisce come raggi di sole  su cristalli baccarat, nei scintillii del rosso e del nero delle dame rinascimentali, insieme al saio severo dell’ illuminato Juan de Valdés  . Atmosfere canore ,musicali, teatrali, un verbum onomatopeico alla ricerca dei giardini perduti dell’anima. La   piéce teatrale della Poetessa Carmen Moscariello è fascinosa e favorisce l’incanto. L’opera  in ottave  è un canto popolare alla fede e alla resurrezione dell’umanità. GLI ALUMBRADOS” sono gli Illuminati una”setta” esoterica e nel contempo adoratrice del vangelo di Cristo che percorre un lembo della filosofia-teologia contestatrice del Nulla  , ma soprattutto di una chiesa dimentica del Maestro e protesa ad un autoritarismo  che lederà non poco i grandi veri riformatori. E’ la chiesa della controriforma chiusa nella paura della sua disgregazione. L’elemento nuovo e determinante degli “ALUMBRADOS” della Moscariello è la presenza  di donne affascinanti e colte che rischiano la vita e le loro ricchezze per non tradire gli ideali umani religioso, sociali, ai quali si ispirano. Tra le protagoniste possiamo elencare  Giulia Gonzaga, Vittoria Colonna, Caterina Cybo. La Poetessa Carmen Moscariello già in passato si è occupata di Giulia Gonzaga, ma lì trattò l’amore tra Giulia e Ippolito dei Medici e i fasti del castello di Fondi, negli ALUMBRADOS, Giulia è la donna –filosofa che per trent’anni rimase chiusa nel monastero di San Francesco delle Monache a Napoli. Aspetto ,questo,finora trascurato da storici e letterati.     E’ il castello della teologia che viene raffigurato nelle scenografie dove tutti possono cogliere Dio (a suo modo) a seconda della posizione che si occupa nel Castello . Chi è all’interno può godere della grazia della fede in tutta la sua magnificenza, chi è fuori dalle mura può avvertire la presenza di Dio, ma la sua strada è ancora molto lunga. Tradurre in versi un pensiero filosofico così complesso , così fascinoso, così attuale è stata cosa estremamente complessa, soprattutto stabilire i ruoli che queste donne ebbero nella creazione di una chiesa rinnovata da una fede pura, ispirata solo ai vangeli, rinnegante spesso i molti dettami autoritari. I versi immaginifici della Poetessa scandiscono anche il profondo senso teologico della natura, la parola poetica è come rosa d’inverno, rara e fosforescente nella sua grazia senza tempo.

 







mercoledì 28 maggio 2025

L'orologio smarrito di Carmen Moscariello Alfredo Guida Editore

 Riflessioni su “L’orologio del Tempo” di Carmen Moscariello




La sfera armillare insieme al libro di Eraclio che Botticelli pone sullo scrittoio di sant’Agostino , immagine che possiamo ammirare nella chiesa di Ognissanti a Firenze, ci fa intuire ancora più dei capitolo dall’XI al XXIdelle “Confessioni” che cos’è il tempo e come esso sia importante.
Se pensiamo alla trasparenza del tempo, potremmo dire che il tempo sia leggibile e, come storia, ognuno di noi sia protagonista del suo tempo, nella successione dei fatti che spesso, o a volte, sul cuscino di pietra della memoria ognuno di noi ha l’opportunità di valutarlo, di giudicarlo nelle singole azioni o in tutte le azioni che determinano una vita.
Nell’”Orologio smarrito” Il tempo è protagonista, ma non esiste una successione temporale, né un’appartenenza. Il tempo non ci appartiene, poiché non lo dominiamo, né lo programmiamo( programmarlo è solo una vaga illusione).
Quest’opera inizialmente l’avevo titolata “L’incompiuta” , a conclusione del lavoro ho cambiato il titolo, poiché mi sono resa conto che in essa era narrato non solo il mio destino, ma quello di tante persone care nella traiettoria anche di orizzonti di chi credevo aver dimenticato per sempre. Di questi infiniti percorsi umani, in cui la natura ha un ruolo determinante, si nutre questo mio sentire. In effetti nei versi c’era uno strano protagonista che non ero io , né le immagini che l’attraversavano, piuttosto un personaggio che mi coinvolgeva e teneva in pugno senza che la mia volontà potesse fare niente: anche la conclusione in prosa che mi ero illusa fosse un riassunto della mia vita, in verità in essa affoga, viaggia, cantano infiniti logaritmi, imprecisati incontri, lontane litanie: il fiume non è solo ricordo, emblema dell’infanzia , risultato di un pensiero già tutto formato, ma è testimone del rimanere tuttora incauta su un ciuffo d’erba portato dalle acque irruenti. Quindi “smarrito“ va inteso non come abbandono della vita ormai tarda, ma il tempo come assoluta ricerca della libertà e della giustizia, come totale appassionata appartenenza all’umanità che non sempre si volta al mio grido d’amore dei poeti. Il tempo diviene così caduta, ma non perde l’urgenza della redenzione, desiderio dello straordinario, ricerca del più bello, del più fascinoso, abbandono ai profumi, vessillo di ribellione( quale è stata tutta la mia vita).
Poi c’è la melanconia del tempo (spleen, come sentimento del Tempo) in cui si raccolgono le piume sparse, si fa fagotto, lo si posa ai propri piedi come altro da sé. Lo si dimentica o si crede d’averlo dimenticato per cercare lo spasimo e l’ardore di nuovi sogni. Tuttora “la vaghezza”, il sogno mi appartengono intatti, come nella fanciullezza e spesso mi fanno sentire inadatta al mondo, allora, come ora. Così il mio pensiero e la mia scrittura non rispettano le categorie temporali, viaggio ancora su un ramo nodoso, ma rimango a galla sulle raffiche del fiume, ricostruisco vite e alcune di esse confluiscono nella mia. Il loro destino mi appartiene senza iato. Perciò l’ “Orologio smarrito”, viaggia senza lancette , ma certe volte esso ha una sua furiosa forza e senza stabilire l’ora mi pone davanti registri di bellezza, di canto, di affetti, arco di tensione per una nuova vita .
La “cronocrazia” non mi appartiene, cerco l’attimo ineffabile, il Kairòs, il tempo sacro dell’intuizione che dal di dentro ci disvela la nostra appartenenza. Il tempo può, se vogliamo, essere parola rivelatrice, “ansia del tempo”(Rebora), stupore, “sospensione dell’accadere”(Pavese) o il tempo di Alda Merini : tempo perduto in vorticosi pensieri/assiepati dietro le sbarre/come rondini nude.
Mi sale nel ricordo Eliot con la sua concezione del tempo come assoluta contemporaneità, ecco forse senza volerlo la mia idea del tempo ha molto a che vedere con Il Poeta, soprattutto cerco un tempo che non depredi la mia vita, che essa non si trasformi in una corsa verso il nulla, piuttosto che la stessa morte, lo dico da credente, diventi l’apertura e l’ agognata conquista dell’infinito atemporale.
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Paola Zappa Claudio
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lunedì 26 maggio 2025

Nè tuttavia è fuoriluogo che vi preoccupiate di piacere. Di carmen Moscariello

 

Nec tamen indignum: sic vobis cura placendi”

Né tuttavia è fuoriluogo: è giusto che vi preoccupiate di piacere”[1]

Vivere  belli e felici a tutte le età. Di Carlo Gasperoni, Armando Curcio Editore

 

Il Professore Carlo Gasperoni è senza ombra di dubbio un Maestro, un grande esperto della bellezza femminile, un chirurgo estetico di prima grandezza,lo definirei uno scultore greco, con un senso estetico innato. Sa modellare, ricostruire, ridare vita. Per lui parlare di vecchiaia è un non senso.Egli in quest’opera ci esorta ad essere belli, perché  La bellezza ci aiuta ad essere felici e per questo bisogna proteggerla e curarla. E’ questo il senso di questo bellissimo libro. Un dettame di come bisogna operare in campo estetico che serve a chi si vuole sottopporre ad un intervento medico, ma una consegno di 1000 e più esperienze a chi vuole operare come chirugo estetico. Dà, dunque, consigli preziosi soprattutto a chi decide di affrontare un’operazione per ridare al viso e al corpo giovinezza, nuova grazia. Come Ovidio sostiene, ne è convinto, che curarsi, cercare di mantenersi giovani è un atto di gioia e di rispetto della vita stessa. Ci sovvengono le parole di Ovidio, anch’egli dedicò molte opere e attenzione  alla femminilità e alla bellezza della donna in Medicamine faciei feminae, l’opera  più specifica, dà consigli preziosi alle matrone romane su come ridare splendore al viso, egli stesso preparava creme per curare la pelle e intrugli che servivano per truccarsi. L’esempio di donna  splendida del passato che fece innamorare prima Cesare e poi Antonio è certamente Cleopatra, si narra che facesse il bagno nel latte di asina e attingeva a piene mani consigli dalla medicina degli antichi egizi per truccarsi (meravigliosi i suoi occhi di tigre). Anche Livia Drusilla, nonostante il rigido moralismo di Augusto, ricorreva certamente ai consigli del grande Ovidio.

La bellezza si sa ci può abbandonare, alcuni uomini e donne la conservano fino alla vecchiaia perché il loro DNA è perfetto. Michelle  Hunziker nei giorni scorsi ha dichiarato con giusto orgoglio che la sua età biologica è di 25 anni. Non vogliamo dunque  che la bellezza sia un bene passeggero, la vogliamo conservare il più a lungo possibile, perché questo avvenga è necessario in primis aver cura della propria salute, un corpo e una mente in salute  ci permettono di essere sempre giovani o quantomeno di illuderci che così sia. Secondo il Professore Gasperoni essere belli significa anche essere felici.  

E’, dunque, un bene passeggero di cui non siamo padroni ma nel momento in cui ci abbandona, se fino a quel momento l’abbiamo  supportata con principi di vita sani ed incorruttibili essa con l’aiuto di un  esperto che sa il fatto suo, ci darà l’illusione di durare per sempre.

Rifacendoci dunque all’autore dell’Ars amatoria, al grande  Ovidio, poeta di miti e delle fascinose eterne Metamorfosi, egli sempre controcorrente affermava  la necessità del farsi belle , esso è un mezzo  per conseguire la piena accettazione di sé stessi e analogamente la piena integrazione nella società. Consigliava l’uso di certi semi che schiacciati nel mortaio davano un succo rosso utile per colorarsi le labbra e le guance. Certo il bisturi del Professore Gasperoni e ben altro che schiacciare i semi. Non a caso egli dedica molto tempo e molte pagine per consigliare alle donne la scelta di un bravo chirurgo, di ambienti adatti all’operazione, poiché sottoporsi a un intervento estetico non è una passeggiata, ci vuole consapevolezza e sapienza su cosa si sta facendo e a chi ci si affida.

 Bisogna essere accorti,  altrimenti si possono vivere vere e proprie tragedie.

Di Carmen Moscariello



[1] Ovidio Medicamine Faciei

giovedì 22 maggio 2025

Vincitori per la Medicina e la Ricerca del Premio Mondiale Tulliola-Renato Filippelli

  Premio mondiale Tulliola-Renato Filippelli. XXIX Edizione

Presidente della Giuria il Poeta Dante Maffia


Ha presieduto e coordinato la Sezione del Premio  per la Medicina e la Ricerca(I Edizione) Il Professore Pierpaolo Clauio.

Curriculum, (ne pubblichiamo solo una piccola parte).



Docente presso la Temple University (2002-2006):

 Ho ampliato la sua  ricerca per sviluppare un nuovo sistema di somministrazione per protocolli di terapia genica più sicuri, che sfruttasse le caratteristiche uniche dei mezzi di contrasto ecografici per veicolare geni terapeutici ai tessuti malati. La terapia genica offre un grande potenziale per combattere e curare un'ampia gamma di lesioni patologiche. Uno dei principali fattori limitanti nella terapia genica è stato lo sviluppo di sistemi di somministrazione sicuri ed efficaci. La capacità di incorporare farmaci o geni in nanosistemi localizzati e rilevabili ha rappresentato un nuovo paradigma terapeutico che il suo laboratorio ha esplorato come alternativa terapeutica e che speriamo possa inaugurare un'era di somministrazione di farmaci basata sulle immagini.
Come docente presso la Marshall University (2006-2015), negli ultimi 10 anni ha implementato il sistema di terapia genica ecoguidato inizialmente sviluppato presso la Temple University e finanziato da due sovvenzioni del NIH durante il suo mandato alla Marshall University. L'obiettivo della ricerca condotta nel suo laboratorio presso la Marshall University è stato quello di esplorare la somministrazione di agenti di contrasto ecografici (microbolle) di terapie antitumorali, utilizzando microbolle liofilizzate, per tumori alla prostata e al pancreas. Stiamo esaminando il carico utile e la riproducibilità di un carico utile terapeutico virale per il cancro. La somministrazione del carico utile ai tumori viene esaminata in un modello murino di prostata e in uno di cancro al pancreas. Abbiamo dimostrato che la distruzione delle microbolle mediata dagli ultrasuoni migliora l'efficacia e riduce l'espressione aspecifica dei vettori di terapia genica, fornendo un utile strumento per la manipolazione dell'espressione genica nell'animale vivente. Stiamo lavorando allo sviluppo di questo utile strumento di terapia genica mirata per contribuire a colmare il divario tra le applicazioni in laboratorio e quelle al letto del paziente. Da quando sono alla Marshall University, il mio laboratorio si è concentrato sulla comprensione dei meccanismi molecolari che governano la trasformazione maligna e sulla trasposizione dal laboratorio al letto del paziente di nuove strategie terapeutiche personalizzate. Nel mio laboratorio, situato all'interno del Translational Genomic Research Institute presso l'Edwards Cancer Center, ci siamo concentrati sugli effetti che i farmaci chemioterapici e vari componenti della dieta hanno sulla crescita e sulla sopravvivenza della radice del cancro, ovvero le cellule staminali tumorali (CSC).
Abbiamo sviluppato un metodo di coltura cellulare che consente la selezione e la proliferazione di CSC dalla massa di cellule tumorali prelevate da biopsie tumorali dei pazienti. La procedura è coperta da tre brevetti internazionali. Utilizzando questo metodo di coltura cellulare, abbiamo sviluppato un test di chemiosensibilità in laboratorio, il test ChemoID®, che confronta la sensibilità delle CSC rispetto alla massa di cellule tumorali alla chemioterapia. ChemoID® è un test di risposta funzionale ai farmaci di seconda generazione, che utilizza le cellule tumorali vive di un paziente per indicare quale agente chemioterapico (o "combinazioni") ucciderà non solo la massa del tumore, ma anche le cellule staminali tumorali (CSC) note per causare la recidiva tumorale. Poiché le cellule staminali tumorali costituiscono una porzione molto piccola di un tumore, i trattamenti attuali spesso non riescono a scegliere farmaci che agiscano sulle cellule staminali tumorali, responsabili della recidiva tumorale. Il targeting delle CSC insieme alla massa di altre cellule tumorali rappresenta un nuovo paradigma nel trattamento del cancro. Questo costituisce un importante vantaggio dell'approccio ChemoID® rispetto ad altri test disponibili. Testando diverse chemioterapie sulle cellule tumorali di un paziente prima di sottoporlo a trattamento clinico, il test ChemoID® può consentire tempi di reazione più rapidi per somministrare la selezione ottimale di farmaci chemioterapici, aumentare la sopravvivenza del paziente e ridurre i costi di trattamento eliminando chemioterapie non necessarie e riducendo i livelli di tossicità.
Il test di risposta al farmaco ChemoID® è attualmente un test sviluppato in laboratorio (LDT) che viene eseguito in un laboratorio accreditato CLIA/CAP presso il Cabell Huntington Hospital/Edwards Comprehensive Cancer Center per aiutare gli oncologi a personalizzare la chemioterapia per i pazienti.
Come docente presso l'Università del Mississippi (2015-oggi), continuo a tradurre nella pratica medica due delle tecnologie brevettate del mio laboratorio, il test di risposta al farmaco ChemoID® e il sistema di rilascio genico a microbolle guidato da ultrasuoni. La piattaforma di risposta al farmaco che abbiamo sviluppato può essere utilizzata anche per valutare l'efficacia di diversi composti su linee cellulari primarie che abbiamo generato dai nostri studi clinici su un'ampia varietà di tumori. Attualmente stiamo effettuando screening per composti metabolicamente attivi contro le cellule staminali tumorali, valutando prodotti naturali (estratti botanici o composti purificati) al fine di sviluppare nuove terapie mirate contro la radice del cancro e/o protocolli chemioterapici migliorati per i pazienti oncologici. L'obiettivo del mio laboratorio è quello di collegare e integrare la ricerca di base sul cancro condotta sia presso l'NCNPR/Facoltà di Farmacia che presso la Facoltà di Medicina e il Cancer Institute dell'Università del Mississippi a Jackson con i vari gruppi di ricerca in oncologia clinica, chirurghi oncologici, radioterapisti e radiologi, al fine di tradurre le scoperte e il lavoro di laboratorio condotti presso l'OleMiss e l'UMMC in valutazione clinica e medicina di precisione.


 I vincitoi sono:

Lucio Pastore, Professore Ordinario Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, CEINGE-Biotecnologie Avanzate s.c.a r.l., Facoltà di Medicina e Chirurgia, Universita’ Federico II di Napoli.


PERSONAL INFORMATION

Name

LUCIO PASTORE

Address

CORSO V. EMANUELE 544, 80135, NAPOLI

Phone

+39-081-3737-885

Fax

+39-081-3737-808

Mobile

+39-345-9384125

E-mail

lucio.pastore@unina.it

Nationality

Italian

DOB

09/01/1968

WORK EXPERIENCE

Dates

October 2022 until today

Employer

Università degli Studi di Napoli Federico II

Type of business

Management board of Pharmatech Academy

Occupation of position held

Member of the board

Main activities and responsibilities

Organization of the training activities

Dates

November 2021 until today

Employer

CEINGE-Biotecnologie Avanzate Franco Salvatore s.c.a r.l.

Type of business

Research Institute

Occupation of position held

Administration Board member

Main activities and responsibilities

Management of the center activities

Dates

November 2021 until today

Employer

Frontiers in Molecular Medicine

Type of business

Scientific journal

Occupation of position held

Associate Editor

Main activities and responsibilities

Editor of scientific manuscript

Dates

April 2019 until today

Employer

Kimera srl

Type of business

Startup

Occupation of position held

Founder

Main activities and responsibilities

Scientific Advisor

Dates

July 2018 until 05/2021

Employer

Centro Interuniversitario di Studio della longevità, delle malattie genetiche e multifattoriali e dei loro modelli animali e cellulari

Type of business

Research Center

Occupation of position held

Director

Main activities and responsibilities

Management of the center activities

Dates

July 2017- April 2018

Employer

CEINGE-Biotecnologie Avanzate s.c.a r.l.

Type of business

Research Institute

Occupation of position held

Administration Board member and Vice-President

Main activities and responsibilities

Management of the center activities

Dates

July 2016 until 11/2022

Employer

Università di Napoli Federico II

Type of business

University

Occupation of position held

Coordinator of the Corso di Laurea Magistrale in Biotecnologie Mediche (MASTER)

Main activities and responsibilities

Coordination of teaching activities

Dates

May 2016 until today

Employer

CEINGE-Biotecnologie Avanzate s.c.a r.l.

Type of business

Research Institute

Occupation of position held

R&D Director

Main activities and responsibilities

Management and scientific coordination of relationship with biotech companies

Dates

October 2014 – now

Employer

AOU Federico II

Pagina 2 - Curriculum vitae di

PASTORE, Lucio

Type of business

Diagnostic lab

Occupation of position held

Coordinator and Manager of the Intradepartmental program of “Cytogenetics, cytogenomics and development of innovative technologies for gene and cell therapy”

Main activities and responsibilities

Management and coordination of diagnostic activities of cytogenetics and CGH array laboratories


E' solo una parte dello straordinario curriculo. Abbiamo chiesto alle autorità competenti una onorificenza

 

Lorenzo LoMuzio, Rettore Universita’ di Foggia, Professore Ordinario del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Presidente del CURC (Comitato Universitario Regionale di Coordinamento delle Università Pugliesi), Componente del Comitato Scientifico Nazionale della LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori), Direttore del C.I.N.B.O. (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Bio-Oncologia), Presidente del Centro Servizi di Ricerca Applicata e Alta Formazione Odontostomatologica - Polo di Odontoiatria

 La premiazione è prevista per il 30 ott0bre presso il Senato della Repubblica ore 15,30.

La presidente e fondatrice del Premio

Carmen Moscariello

lunedì 19 maggio 2025

 Venerdì sera mi è arrivata la lettera di Papa Francesco, ancora mi tremano le mani per l'emozione. Era in ospedale quando gli avevo inviato il mio libro: "I due Soli della chiesa. Benedetto XVI e Celestino V" .

Tramite la Segreteria Vaticana mi è giunta una lettera piena di affetto e preghiere a firma di Monsignore Roberto Campini Assessore dello Stato Pontificio che mi scriveva in nome del Santo Padre. La mia commozione è stata infinita. Papa Francesco mi aveva già scritto in seguito alla mia pubblicazione "Fratelli tutti. Charles De Foucaudl ", libro presentato a Roma il 16 maggio dell'anno scorso, giorno della proclamazione della Santità di Charles" Ci ha lasciato un grande Papa che aveva nel cuore tutti gli umili della terra, tutti noi nel suo cuore, a tutti erano dedicate le sue cure. Estendo a tutti quelli che leggeranno questo messaggio di pregare Dio, affinchè si riconosca la Santità della sua vita e del suo ministero.
Carmen Moscariello
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domenica 18 maggio 2025

Un'arte rispettosa di Dio e del prossimo di Carmen Moscariello

 

Un’arte rispettosa di Dio e del prossimo.

di Carmen Moscariello


 

 

 

 

Ennio Morricone in una lontana intervista rilasciata a Famiglia Cristiana a Vito Amodio disse: L’unica certezza che ho è la fede, è lei che mi sostiene in questo mondo difficile.” 

L’intimità con Cristo è la più alta poesia che ci coinvolge e ci salva.

Io mi sento d’affermare che la Poesia è anchessa un termine di paragone che ci riscatta e ci riporta all’amore dell’umanità. A queste mie parole Aldo Masullo avrebbe sorriso e mi avrebbe compatita, forse mi avrebbe detto :camminare tra le pietre della terra non ha niente a che vedere con le bellezze del paradiso. Avrebbe aggiunto, anche con un po’ di insofferenza : “sei un' ingenua” Epopure, anch’egli ateo si è dedicato a cacciare ogni male dalla sua vità e ha dedicato all’amore (La sua socialità) anche all’ultimo essere umano, il più povero il più abbandonato.

 Io aggiungerei che il quotidiano rapporto con Dio  tramite la preghiera è uno scalino importante , sia che sei laico che credente. Oggi ci dedichiamo alla nuova affascinante raccolta di poesie di Franco Russo. Le sue poesie in  dialetto napoletano sono preghiere. Sono l’armonia con cui si cerca il dialogo con Dio e con l’uomo. Nel libro in pubblicazione ho trovato e confrontato in ognuna l’intensità di questo rapporto. Noi critici o poeti spesso trascuriamo la bellezza della verità, una poesia che non dice verità e sacrilega, fingere anche in poesia è un atto di dolore dal quale bisogna fuggire sdegnati.

La Poesia è sacra quanto la musica e la Filosofia, quando scopro impotente che per essa si mercanteggia  è per me come una ferita nel cuore. Il grande Poeta  Renato Filippelli fin da quando avevo ventidue anni  e stavo avvicinandomi alla Poesia, mi regalò cinque o sei suoi libri della sua poesia , volevo  pagarglieli , mi rispose offeso: “la poesia è un dono!”.

Credo che i versi di Franco  Russo si muovono in questi prati di cielo: generosità eleganza, canto, amore e rispetto per il prossimo, amore per Cristo e per la sua parola. Con questo non voglio dire che siano solo poesie religiose, esse comprendono il credo , ma anche il sorriso dell’arte. L’arte ci porta serenità. Chi scrive è una fanatica delle mostre, ci vado a qualsiasi condizioni e sacrificio poiché l’arte mi rasserena, mi rende più buona, mi aiuta a capire. Non dobbiamo mai dimenticare il senso catartico del bello. Ho parlato all’inizio della musicalità, sicuramente questi versi del poeta sono musicali, popolari nel senso di estensione e consegna a tutti gli uomini di una grammatica dei misteri dell’anima e della mente.

 La poesia di Franco Russo affascina, sorprende.

E’ uno spartito musicale, qui il dialetto napoletano afferma una voce sacrale, piena di armonie, di desiderio di raccontare, stare vicino  al mondo intero, amarlo, goderlo, accoglierlo in dolcezza e candore. Ho letto migliaia di poeti, a differenza di tutti questi, il grande Templare ( difensori del Sepolcro di Cristo per loro  ho avuto sempre grande ammirazione) porta a noi l’amore per la vita, la certezza di chi crede, di chi ama il fratello e la famiglia solo nelle luce della grande fiducia. Si coglie la certezza del cammino cristiano e di vivere la fede non come cosa aleatoria e lontana, ma come strumento di salvezza e di vicinanza al Buon Dio e soprattutto c’è la grande presenza del Cristo in croce nel quale i templari credono fermamente. Nei versi non c’è dualismo tra la parola e quello che il Poeta effettivamente è come uomo. Ho provato sempre gioia quando i versi,  trovavano conforto non solo nella bellezza della lingua (in questo caso il dialetto napoletano) , ma anche nel dolce sentire dell’animo. Non ho trovato  iato tra quello che  scrive e quello che effettivamente è l’uomo che scrive poesie. Questo congiungimento è una rarità. Provo molto dolore quando la Poesia non ha respiro e si scrive solo per farsi chiamare poeti. La poesia di Franco Russo è una cosa bella,  in essa si può scorgere e risalire a una sorgente cristallina,  dove non esiste il male. Qui, nei versi c’è l’ultimo respiro di Cristo Generoso che ama l’umanità e per essa si è fatto crocifiggere. Ci sono i pezzi della croce di Cristo, quelli autentici e i chiodi, proprio quelli che Gli trapassarono le mani e i piedi . Se  vogliamo andare a constatare, e toglierci ogni dubbio, troviamo questi versi come  testimonianza di cosa significhi essere buoni cristiani, testimonianza dell’ardore e del coraggio nel percorrere le strade del Cristianesimo. Pensieri e convinzioni salvati e portati a noi dai Templari. Ebbene nelle poesie di Franco Russo troviamo la gioia di vivere di un ragazzo che  guarda il mondo con la sua giovane anima, con fiducia e gioia  e ce lo descrive, vi nuota dentro felice e ci porta a conoscere la moglie, i figli, gli amici, le feste, i luoghi, le chiese, i santi, le processioni. Il coro ha tutte voci degli angeli del paradiso terrestre dove non trovi neanche una nota stonata, questo non lo intendo solo in senso metaforico. Gli scritti del Poeta  sono musica, candore, soprattutto speranza. Leggere questi spartiti di sera, ci portano in luoghi dove la preghiera e l’amore per Dio, la Madonna e soprattutto  il rispetto per  tutti gli esseri umani, ci spinge a chiedere perdono per non esserci mai accorti che la vita è armonia, è speranza, come Papa Francesco ci ha spiegato. Peccato  che Murolo non ci sia più chissà quale splendore avrebbe creato con questi versi e con le sue mille chitarre, ma anche quella voce fatta di nebbie e di singhiozzi che si fermano in gola, di crepuscoli, di volo, di stelle  di Pino Daniele, anche le sue chitarre colorate magnetiche avrebbero amato queste poesie-canzoni e ci avrebbe  regalato anche a noi l’incanto della vita.

Carmen Moscariello.

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