Sono le prime dozzine.del Premio Tulliola- Renato Filippelli
Non è una graduatoria. Solo un modo per tenere informati gli Autori e iniziare a catalogare le presenze più lodevoli che hanno ricevuto più voti. Per tutto il mese di agosto provvederemo a pubblicare i nominativi , una volta a settimana. La prima settimana di settembre pubblicheremo le graduatorie definitive..
Non possiamo p'rocedere alle graduatorie definitive perchè alcuni giurati non hanno ancora fatto pervenire i loro pareri.
Abbiamo ricevute le schede e i voti dei seguenti Onorevoli Giurati :
Giuseppe Trebisacce; Giuseppe Iuliano ; Maria Pia Trozzi; Carmen Moscariello; Antonio Blunda , Evaristo Seghetta e Carlo Casati.
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Poesia
Tulliola 2025
Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
Stefano
Baldinu |
Un bestiario
di piccoli esseri (zanzara, gatti, passeri, allodole, merli, libellule,
uccelli, fringuelli) correda una geografia umana tra luci, riverberi e
specchi. A frequentarla le anafore “Farfalla ed occhioni” e “acqua del
sottovaso” (L’ora più bella; Parlare ai fiori); “sul fondo del
bicchiere” (Ti dedico una parola; L’ora più bella”. Trasparenze
di cieli o incastri di nuvole tra mormorii, segreti e labbra che giocano a
nascondino o meno asciutte, oppure che suggeriscono, o ancora con la loro
rara felicità, in quel “passarsi da labbra a labbra”. Frequenti i refrain
di ali e voli - tra i lemmi più usati - quasi a voler simboleggiare la
tensione delle parole per trovare nella levitazione la loro dimensione
poetica. |
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Tente
Russade |
Milena De Giusti |
Una silloge, fuori dal coro, che raccoglie e propone testi in vernacolo (Tente
russade ovvero Tinte sfregate. Un libro con testo a fronte: trasfusione in dialetto bisiaco, sintesi in
cui confluiscono la lingua dei Padri - orgoglio di appartenenza - la parlata
quotidiana e quindi la sua contaminazione con la crescita di un italiano
subalterno. Tante voci, una sola voce quella dell’Autrice che vi aggiunge –
altra valenza e coloritura - la sua impronta creativa con una felice vivacità
di sperimentazione. La proposta è suggestiva. Una molteplicità di suoni nella loro
inflessione, che la lettura non sempre consente di cogliere, per raccontare
la vita e il suo viaggio. Anzi il “Contar
la vita xe un viazo”. |
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Rapsodia del
tempo dato |
Virgilio Atz |
La silloge, concepita in due momenti – Tunc: Et nunc - fa il verso (ma si connota anche come scrittura
controversa, aspra, ironica, viscerale) alla realtà nei suoi passaggi storici
– un insieme talvolta tumultuoso di immagini - tra storture, intrighi della
politica e della finanza, tradimenti, colpi di Stato, terrorismo,
commistioni… avvicendamenti di uomini e leader, conquiste sociali. Un elenco
senza fine che si interroga sul “tempo dato” e sul “tempo avuto”, fino a
quello del Covid. Tante parole, tanti discorsi. Un
fiume in piena, anzi una piena di fiumi, che portano a riva brani consolatori - quasi ieratici - di canzoni (Beatles,
De Andrè, Mogol e Battisti, Vasco Rossi, Pink Floyd…). Unica certezza dell’Autore
è che la poesia non si corregge, perché ”il verso è naturale”. |
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Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
Il cuore
senile |
Michele Zaramella Casotto
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Terza età nuova frontiera, ma anche campo di battaglia di speranze che
arretrano. È una raccolta/ dichiarazione sospesa e dolorosa: andare incontro
alla vita e farsi coraggio per l’attraversamento dell’”ultimo degli
arcobaleni”: uno stare sospeso “fra desideri inespressi e rabbie
addomesticate”. La senilità, non più specchio ustorio, è specola di rimembranze, di occhi
gonfi di lacrime, di ansie che bruciano la gola, di necessità di riprendere
fiato, di guance senza rossori. Le tocca fugare le nebbie della mente, le
ragnatele della monotonia. La nostra ultima stagione si rivela malata,
incontra freddo e poco sole, con tanti “senza” anche di parole: ”Mio Dio le
parole dove sono / chi me le ha rubate”. Poesia/confessione con la sua varietà di ritmi fra rimpianti, inutili
sensi, ansie, finzioni, chiusure, dimenticanze. Ma quella dell’ultima sezione
o dei “Graditi Ospiti” – omaggio all’Autore - è oasi al deserto: dedica e
adesione in maternità, sinfonia, vino e poesia, seme, ricchezza di altre
parole. Assolo e coralità, proprio come la mission della poesia. |
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SAGGISTICA
Tulliola
2025
Seco
Autore |
Giudizio |
Voto |
Ferdinando E. Abbate |
Il libro abbraccia cinque mesi di storia. Quella spasmodica, cruenta dell’anno
1807 - dalla battaglia di Eylau (8 febbraio) a quella di Friedland (14
giugno) - che vede fronteggiarsi l’esercito napoleonico contro l’armata
russo-prussiana. Nei mesi intermedi registra scaramucce, assalti, avanzate,
conquiste, controffensive, ritirate, assedi, incendi. L’Autore ci rende partecipi di quei momenti:
un elenco di generali, armate, divisioni,
reparti, disposizioni in campo, salmerie, località e teatri di battaglia
(Ostrolenka; Braunsberg; Danzica; isolotto di Holm; Heilsberg; Konisberg). E
quindi strategie, aggiramenti, fughe, inseguimenti, conta di morti e feriti. Fatale
la battaglia di Friedland, vittoriosa per i francesi. Allo zar Alessandro I e
a Federico Guglielmo III di Prussia non
resta che la richiesta di tregua e pace a Napoleone, firmata in tempi diversi
a Tilsitt. La valenza del libro può essere sintetizzata con l’annotazione di Abbate:
“Nessun potere aveva conosciuto così tanta Europa e nessuna Europa aveva
conosciuto così tanto potere dai tempi di Carlo Magno”. A conclusione del saggio il suggerimento di una “bibliografia e
letteratura essenziale”. |
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Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
Riabitare i
classici. Levia itinera tra letteratura e vita |
Alessandra Mazzei |
È raro, oggi, trovare un libro che coniughi scienza, curiosità, eleganza,
leggerezza. A volte sono dichiarazione d’intenti per logiche di mercato. Con “Riabitare
i classici….”di Alessandra Mazzei, possiamo sfatare quest’uso ed abuso:
abbiamo un nuovo che avanza o meglio un vecchio di cui avevamo perduto il
senso e le coordinate. Riabitare… è un libro/viaggio lungo i secoli per
i sentieri della classicità - con soste e ristori rigeneranti - per riabitarla
anzi per riabi-li-tarla. E riabituarci al senso delle cose, a
ripensare la capacità artistico-creativa, frutto di impulsi, sperdimenti,
passioni, insomma quell’avvilupparsi e torcersi per nuovi equilibri ed
approdi. Alla lettura, trasfusione di pensieri, integratori dell’animo, ci fanno
compagnia figure e non spettri (affidati, oggi, in modo suppletivo e
frettoloso all’interpretazione dell’IA). Parole, voci diventano echi; pagine
dimenticate, sgualcite, ammuffite dall’incuria, dal progresso senza sviluppo,
diventano mattoncini da costruzione per un nuovo, necessario “umanesimo
planetario” (felice sintesi in
prefazione di Franca Pinto Minerva). Classico una parola buona per ogni tempo ed autore,
destinata ad avere una sorta di spiritualità ed immortalità. Fusione,
crogiuolo per collegare la terra a se stessa e al cielo e trovarvi il seme di
eros e logos e i concimi di téchne e pathos.
Tanta energia vitale non si esaurisce né si spegne, anzi si accalora e
sprigiona scintille. Ecco un piccolo campionario antico e moderno. Migranti assieme a Dante;
un verso di una canzone di Battiato, Gaber, De André, vale distrazione e
profezia; trovarsi con Pirandello, contenti di se stessi ed amare l’umanità;
uscire dalle tenebre verso la conoscenza delle cose, assieme a Lucrezio, Ecco come appagare vista e passi in un’adesione spontanea con tante
figure e nomi, nostri condomini nella casa della vita. Forse tanto ci aiuta,
con Quintiliano, a procurare un po’ di felicità, che è parte ed essenza della
bellezza del mondo. Merito di Alessandra Mazzei e del suo libro – pur esso “prima patria”
come nelle Memorie di Adriano di Yourcenar – è di indicarci un granaio
capiente (dispensa per tutti) nell’“inverno dello spirito”. |
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Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
Le campagne
militari dell’imperatore Giuliano |
Ferdinando E. Abbate |
Il lavoro si conferma una documentata monografia sulle campagne militari
di Giuliano, illuminato sovrano della dinastia di Costantino: da Cesare
nelle Gallie dal 355; e da Augusto in Oriente – sulla scorta del mito e del sogno egemonico di
Alessandro Magno - soprattutto nella guerra contro l’esercito persiano, cui infligge
gravi perdite. Giuliano riesce ad assediare
Ctesifonte, la loro capitale, ma oracolo dell’Historia Augusta, né la distrugge
né la oltrepassa. Grande condottiero ma non sempre pari stratega. Fatali alla campagna
persiana: l’incendio delle navi e la ritirata verso l’Armenia, in un
territorio reso insidioso e povero di risorse; l’abitudine di muoversi senza
scorta tra i soldati, sicché viene ferito gravemente e di lì a poco muore (363).
L’Autore ne vanta le capacità di riformatore: istituzione di un’Alta
Corte di Giustizia; riorganizzazione e riduzione dell’Amministrazione; nuova
dignità al Senato di Costantinopoli; nuove funzioni municipali (decentramento
della burocrazia). Sul fronte religioso ci fa registrare l’ultimo rigurgito di paganesimo.
Ad Antiochia, Giuliano (ecco spiegato l’Apostata) fa risistemare il
tempo di Apollo, distrutto a seguito di un incendio. Addebita la colpa ai
cristiani e, come rivalsa, impone la chiusura della chiesa di Antiochia; perciò
li esclude da “molte Magistrature” e da “poter difendere in Tribunale i
diritti contesi”. Inoltre priva di elargizioni - introdotte da Costantino”
vergini ed orfani; infine fa trasportare presso “i templi vasi ed arredi
sacri contenuti nelle Chiese” a giustificazione “che essi dovessero essere restituiti
agli dei”. Il lavoro storico-letterario di Abbate è corredato da una
esauriente bibliografia. |
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Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
Risveglio
alla vita futura |
Tommaso Aricò |
Un manuale di filosofia esistenziale, spicciola ed applicata. Un
intreccio di consigli, indicazioni, veti. Un vademecum che si
interroga sulla vita futura, alla luce di concetti logici che riguardano la
materia e la sua energia e quindi la vita e la morte; il libero arbitrio e i
suoi vincoli (esigenze del prossimo e riguardo alla giustizia universale); l’amore
con le sue sfaccettature: il suo “trasporto assoluto” non conosce
condizionamenti; al contrario il rispetto e il timore necessitano di fede. C’è però da
dire che l’uno e gli altri mirano al bene. Amor proprio (fino all’egoismo)
non permette di individuare nel contingente il bene (positività) dal male (negatività).
La fraternità ignora l’invidia, la vendetta, l’astio, la disparità. Le Tavole
della Legge, che portano in sé la coerenza, l’onestà e la dedizione, aprono
le porte alla Grazia e ai favori celesti. Generosità, altruismo (pensare con disinteresse al benessere dei popoli),
dignità, giustizia valgono il senso della vita, che si nutre di speranza, saggezza
e meditazione. Considerazioni e constatazioni ci fanno comprendere la vita
precedente. Protezione e veti, opera degli Angeli guida, ci permettono
invece di saggiare la sostanza del Padre. Gli Angeli, creature come noi (Tutti
siamo Angeli). Un libro ‘altro” ed originale che offre tante risposte agli interrogativi
della vita. |
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Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
Ma chi me lo
fa fare |
Giuseppe Mele |
È un libro
memoriale che racconta le esperienze di un volontario della Protezione
Civile. Una sorta di diario-album-archivio - stralci di giornale, foto, benemerenze
- in cui l’Autore ha registrato sul campo, tra racconti, dialoghi e fatti di cronaca,
avvenimenti e vicissitudini. Un mondo di precarietà e di bisogni, laddove
“nessuno deve essere ignorato e lasciato indietro”. Mele
racconta la sua giornata, da uomo in divisa, povera di tempo libero ma ricca
di umanità e di altruismo. Angelo di terra, questo il suo messaggio/appello
“se avete la possibilità di tendere la mano a chi è in
difficoltà, a chi è caduto rovinosamente, fatelo”. Il libro ci
fa partecipi della condivisione “con la gente di momenti di tensione, di
tristezza, di gioia e di speranza”. Certamente non è il libro “caso
letterario dell’anno”, ma nella sua pienezza solidale e civile – una vera
cultura del servizio - è un insieme di belle pagine dell’Italia che ci
inorgoglisce e non ci lascia soli. |
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Angela e gli
altri |
Nisida Bortone Frainetti |
Un romanzo breve; un insieme di pagine/flash che valgono capitoli e
puntate. Tante piccole tessere incastonano un mosaico/universo in cui ognuno esercita
il ruolo di comparsa/protagonista. Minuti episodi si intrecciano e diventano storie che ordiscono un filo
sottile e durevole. Animato il fondale, ricco di immagini e colori, in cui la
dominanza è assicurata dalla luce nella gradazione “zafferano”. Il linguaggio e i dialoghi si fanno apprezzare per la loro linearità, naturalezza
ed espressività. Con la figura di Angela primadonna ed eroina, l’Autrice ci proietta in
più luoghi, fatti di voli e incredibili, curiose planate. |
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Margherita
Eichberg Manuela Federico |
Le tre vite di Lisa vengono ad abitare la nostra. Un racconto tenero e
violento, un intreccio di incongruenze e risolutezze, riesce a sovvertire la
nostra coscienza e il nostro perbenismo. Tre vite di una ragazza che a 17
anni si spegne nel tragico vuoto di tanti perché. Storia fra storie assurde sulla pelle
di bambini orfani o abbandonati, cui si vorrebbe dare un po’ di amore; storia
incresciosa fra normative, adozioni e continui pellegrinaggi all’estero (nel
nostro caso Ucraina); storia di shock, privazioni, negazioni; storia di
errori anzi orrori nel Belpaese delle meraviglie al contrario. Questo libro,
insieme di palpiti di varia frequenza, diventa caso, denuncia, coscienza
collettiva. Gli autori/genitori Eichberg e
Federico, due validissimi intellettuali rappresentanti delle nostre Istituzioni,
con questo libro scardinano doppiezze e ipocrisie fino a scombinarci l’animo.
Il loro si conferma un esempio di resistenza contro la sorte e le sue prove diaboliche,
perverse e pretestuose. A monte il desiderio genitoriale di costruire una
famiglia (senza figli) con due bambini ucraini adottati, Bogdan e Lisa. E a
seguire l’incredibile frana di quel monte, figlia della sanità italiana.
Insomma la “cosa” somiglia a un cerchio, chiuso in modo tragico da malvagia
fantasia. Il libro non chiede prestiti ma
adesioni. La lingua non rincorre metafore o traslati; qui non c’è invenzione
o espediente; sono pagine aperte, vissute, sofferte; familiari ed intime; ma
anche pagine scientifiche, nette, impietose. Dicevamo delle tre vite di Lisa ma c’è anche la sua quarta ed appartiene
a questo racconto, in cui compaiono “tutti i mali di una sanità
pubblica…ormai morente… e tutti i mali e lentezze di una Giustizia”, sempre
attesa. In breve un libro di verità, desiderio manifesto di scongiurare altri
errori ed altri morti. Tutto per Lisa. |
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