martedì 5 agosto 2025

Premio Mondiale Tulliola- Renato Filippelli Si procede a pubblicare le prime dozzine delle opere scelte, ma non ancora sono state disposte le graduatorie.



Opera di Jonni Mattei.







Sono le prime dozzine.del Premio Tulliola- Renato Filippelli

Non è una graduatoria. Solo un modo per  tenere informati gli Autori e iniziare a catalogare le presenze più lodevoli che hanno ricevuto più voti. Per tutto il mese di agosto provvederemo a pubblicare i nominativi , una volta a settimana. La prima settimana di settembre pubblicheremo le graduatorie definitive..

Non possiamo p'rocedere alle graduatorie definitive  perchè alcuni giurati  non hanno ancora fatto pervenire i loro pareri.

Abbiamo ricevute le schede e i voti dei seguenti Onorevoli Giurati :

 Giuseppe Trebisacce; Giuseppe Iuliano ; Maria Pia Trozzi; Carmen Moscariello; Antonio Blunda , Evaristo Seghetta e Carlo Casati.

 


Poesia                                                   Tulliola 2025                            

Titolo

Autore

Giudizio

Voto

Apophoreta

 

 

 

 

 

                

 

 

 

 

  Stefano Baldinu

Un bestiario di piccoli esseri (zanzara, gatti, passeri, allodole, merli, libellule, uccelli, fringuelli) correda una geografia umana tra luci, riverberi e specchi. A frequentarla le anafore “Farfalla ed occhioni” e “acqua del sottovaso” (L’ora più bella; Parlare ai fiori); “sul fondo del bicchiere” (Ti dedico una parola; L’ora più bella”.

Trasparenze di cieli o incastri di nuvole tra mormorii, segreti e labbra che giocano a nascondino o meno asciutte, oppure che suggeriscono, o ancora con la loro rara felicità, in quel “passarsi da labbra a labbra”.

Frequenti i refrain di ali e voli - tra i lemmi più usati - quasi a voler simboleggiare la tensione delle parole per trovare nella levitazione la loro dimensione poetica.

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tente Russade

 

 

 

 

                 

 

 

 

 

 Milena De Giusti

Una silloge, fuori dal coro, che raccoglie e propone testi in vernacolo (Tente russade ovvero Tinte sfregate. Un libro con testo a fronte:  trasfusione in dialetto bisiaco, sintesi in cui confluiscono la lingua dei Padri - orgoglio di appartenenza - la parlata quotidiana e quindi la sua contaminazione con la crescita di un italiano subalterno. Tante voci, una sola voce quella dell’Autrice che vi aggiunge – altra valenza e coloritura - la sua impronta creativa con una felice vivacità di sperimentazione.

La proposta è suggestiva. Una molteplicità di suoni nella loro inflessione, che la lettura non sempre consente di cogliere, per raccontare la vita e il suo viaggio. Anzi  il “Contar la vita xe un viazo”.

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rapsodia del tempo dato

 

 

 

              

                    

 

 

 

 

 

Virgilio Atz

La silloge, concepita in due momenti – Tunc:  Et

nunc - fa il verso (ma si connota anche come scrittura controversa, aspra, ironica, viscerale) alla realtà nei suoi passaggi storici – un insieme talvolta tumultuoso di immagini - tra storture, intrighi della politica e della finanza, tradimenti, colpi di Stato, terrorismo, commistioni… avvicendamenti di uomini e leader, conquiste sociali. Un elenco senza fine che si interroga sul “tempo dato” e sul “tempo avuto”, fino a quello del Covid.

Tante parole, tanti discorsi.  Un fiume in piena, anzi una piena di fiumi, che portano a riva brani  consolatori - quasi ieratici - di canzoni (Beatles, De Andrè, Mogol e Battisti, Vasco Rossi, Pink Floyd…). Unica certezza dell’Autore è che la poesia non si corregge, perché ”il verso è naturale”.

 

 


 

Titolo

Autore

Giudizio

Voto

Il cuore senile

 

 

 

 

 

                

 

 

 

Michele Zaramella Casotto                                                   

 

Terza età nuova frontiera, ma anche campo di battaglia di speranze che arretrano. È una raccolta/ dichiarazione sospesa e dolorosa: andare incontro alla vita e farsi coraggio per l’attraversamento dell’”ultimo degli arcobaleni”: uno stare sospeso “fra desideri inespressi e rabbie addomesticate”.

La senilità, non più specchio ustorio, è specola di rimembranze, di occhi gonfi di lacrime, di ansie che bruciano la gola, di necessità di riprendere fiato, di guance senza rossori. Le tocca fugare le nebbie della mente, le ragnatele della monotonia. La nostra ultima stagione si rivela malata, incontra freddo e poco sole, con tanti “senza” anche di parole: ”Mio Dio le parole dove sono / chi me le ha rubate”.

Poesia/confessione con la sua varietà di ritmi fra rimpianti, inutili sensi, ansie, finzioni, chiusure, dimenticanze. Ma quella dell’ultima sezione o dei “Graditi Ospiti” – omaggio all’Autore - è oasi al deserto: dedica e adesione in maternità, sinfonia, vino e poesia, seme, ricchezza di altre parole. Assolo e coralità, proprio come la mission della poesia.

 

 

 

 

 

 


 

SAGGISTICA                                                            Tulliola 2025                                       Seco

Titolo

                        Autore

Giudizio

Voto

Friedland. La battaglia che segnò l’apogeo dell’impero

 

 

 

 

 

                 

 

 

 

         Ferdinando E.  Abbate        

Il libro abbraccia cinque mesi di storia. Quella spasmodica, cruenta dell’anno 1807 - dalla battaglia di Eylau (8 febbraio) a quella di Friedland (14 giugno) - che vede fronteggiarsi l’esercito napoleonico contro l’armata russo-prussiana. Nei mesi intermedi registra scaramucce, assalti, avanzate, conquiste, controffensive, ritirate, assedi, incendi.  L’Autore ci rende partecipi di quei momenti: un elenco di generali, armate,  divisioni, reparti, disposizioni in campo, salmerie, località e teatri di battaglia (Ostrolenka; Braunsberg; Danzica; isolotto di Holm; Heilsberg; Konisberg). E quindi strategie, aggiramenti, fughe, inseguimenti, conta di morti e feriti. Fatale la battaglia di Friedland, vittoriosa per i francesi. Allo zar Alessandro I e a Federico  Guglielmo III di Prussia non resta che la richiesta di tregua e pace a Napoleone, firmata in tempi diversi a Tilsitt.

La valenza del libro può essere sintetizzata con l’annotazione di Abbate: “Nessun potere aveva conosciuto così tanta Europa e nessuna Europa aveva conosciuto così tanto potere dai tempi di Carlo Magno”.

A conclusione del saggio il suggerimento di una “bibliografia e letteratura essenziale”.

 

 

 

      

 

 

 

 

 

 

 

        

 

 

 

 

          

 

 

Titolo

                        Autore

Giudizio

Voto

 

Riabitare i classici. Levia itinera tra letteratura e vita

 

 

 

 

  

           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

           Alessandra Mazzei

 

     

È raro, oggi, trovare un libro che coniughi scienza, curiosità, eleganza, leggerezza. A volte sono dichiarazione d’intenti per logiche di mercato. Con “Riabitare i classici….”di Alessandra Mazzei, possiamo sfatare quest’uso ed abuso: abbiamo un nuovo che avanza o meglio un vecchio di cui avevamo perduto il senso e le coordinate. Riabitare… è un libro/viaggio lungo i secoli per i sentieri della classicità - con soste e ristori rigeneranti - per riabitarla anzi per riabi-li-tarla. E riabituarci al senso delle cose, a ripensare la capacità artistico-creativa, frutto di impulsi, sperdimenti, passioni, insomma quell’avvilupparsi e torcersi per nuovi equilibri ed approdi.

Alla lettura, trasfusione di pensieri, integratori dell’animo, ci fanno compagnia figure e non spettri (affidati, oggi, in modo suppletivo e frettoloso all’interpretazione dell’IA). Parole, voci diventano echi; pagine dimenticate, sgualcite, ammuffite dall’incuria, dal progresso senza sviluppo, diventano mattoncini da costruzione per un nuovo, necessario “umanesimo planetario”  (felice sintesi in prefazione di Franca Pinto Minerva).

Classico una parola buona per ogni tempo ed autore, destinata ad avere una sorta di spiritualità ed immortalità. Fusione, crogiuolo per collegare la terra a se stessa e al cielo e trovarvi il seme di eros e logos e i concimi di téchne e pathos. Tanta energia vitale non si esaurisce né si spegne, anzi si accalora e sprigiona scintille.

Ecco un piccolo campionario antico e moderno. Migranti assieme a Dante; un verso di una canzone di Battiato, Gaber, De André, vale distrazione e profezia; trovarsi con Pirandello, contenti di se stessi ed amare l’umanità; uscire dalle tenebre verso la conoscenza delle cose, assieme a Lucrezio,

Ecco come appagare vista e passi in un’adesione spontanea con tante figure e nomi, nostri condomini nella casa della vita. Forse tanto ci aiuta, con Quintiliano, a procurare un po’ di felicità, che è parte ed essenza della bellezza del mondo.   

Merito di Alessandra Mazzei e del suo libro – pur esso “prima patria” come nelle Memorie di Adriano di Yourcenar – è di indicarci un granaio capiente (dispensa per tutti) nell’“inverno dello spirito”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

        

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

        

 

 

 

 

          

 

 

Titolo

                        Autore

Giudizio

Voto

Le campagne militari dell’imperatore Giuliano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ferdinando E. Abbate        

 

Il lavoro si conferma una documentata monografia sulle campagne militari di Giuliano, illuminato sovrano della dinastia di Costantino: da Cesare nelle Gallie dal 355; e da Augusto in Oriente – sulla  scorta del mito e del sogno egemonico di Alessandro Magno - soprattutto nella guerra contro l’esercito persiano, cui infligge gravi perdite.  Giuliano riesce ad assediare Ctesifonte, la loro capitale, ma oracolo dell’Historia Augusta, né la distrugge né la oltrepassa.

Grande condottiero ma non sempre pari stratega. Fatali alla campagna persiana: l’incendio delle navi e la ritirata verso l’Armenia, in un territorio reso insidioso e povero di risorse; l’abitudine di muoversi senza scorta tra i soldati, sicché viene ferito gravemente e di lì a poco muore (363).

L’Autore ne vanta le capacità di riformatore: istituzione di un’Alta Corte di Giustizia; riorganizzazione e riduzione dell’Amministrazione; nuova dignità al Senato di Costantinopoli; nuove funzioni municipali (decentramento della burocrazia).

Sul fronte religioso ci fa registrare l’ultimo rigurgito di paganesimo. Ad Antiochia, Giuliano (ecco spiegato l’Apostata) fa risistemare il tempo di Apollo, distrutto a seguito di un incendio. Addebita la colpa ai cristiani e, come rivalsa, impone la chiusura della chiesa di Antiochia; perciò li esclude da “molte Magistrature” e da “poter difendere in Tribunale i diritti contesi”. Inoltre priva di elargizioni - introdotte da Costantino” vergini ed orfani; infine fa trasportare presso “i templi vasi ed arredi sacri contenuti nelle Chiese” a giustificazione “che essi dovessero essere restituiti agli dei”. Il lavoro storico-letterario di Abbate è corredato da una esauriente bibliografia.

 

 

 

     

 

 

 

         

 

 

 

 

         

 

 

 

 

Titolo

                        Autore

Giudizio

Voto

 

 

Risveglio alla vita futura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tommaso Aricò

 

 

                 

 

 

 

Un manuale di filosofia esistenziale, spicciola ed applicata. Un intreccio di consigli, indicazioni, veti. Un vademecum che si interroga sulla vita futura, alla luce di concetti logici che riguardano la materia e la sua energia e quindi la vita e la morte; il libero arbitrio e i suoi vincoli (esigenze del prossimo e riguardo alla giustizia universale); l’amore con le sue sfaccettature: il suo “trasporto assoluto” non conosce condizionamenti; al contrario il rispetto e  il timore necessitano di fede. C’è però da dire che l’uno e gli altri mirano al bene. Amor proprio (fino all’egoismo) non permette di individuare nel contingente il bene (positività) dal male (negatività).

La fraternità ignora l’invidia, la vendetta, l’astio, la disparità. Le Tavole della Legge, che portano in sé la coerenza, l’onestà e la dedizione, aprono le porte alla Grazia e ai favori celesti.

Generosità, altruismo (pensare con disinteresse al benessere dei popoli), dignità, giustizia valgono il senso della vita, che si nutre di speranza, saggezza e meditazione. Considerazioni e constatazioni ci fanno comprendere la vita precedente. Protezione e veti, opera degli Angeli guida, ci permettono invece di saggiare la sostanza del Padre. Gli Angeli, creature come noi (Tutti siamo Angeli).

Un libro ‘altro” ed originale che offre tante risposte agli interrogativi della vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

             

 

 Narrativa                                          Tulliola 2025                               Seconda tranche

 

Titolo

Autore

Giudizio

Voto

Ma chi me lo fa fare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Mele         

È un libro memoriale che racconta le esperienze di un volontario della Protezione Civile. Una sorta di diario-album-archivio - stralci di giornale, foto, benemerenze - in cui l’Autore ha registrato sul campo, tra racconti, dialoghi e fatti di cronaca, avvenimenti e vicissitudini. Un mondo di precarietà e di bisogni, laddove “nessuno deve essere ignorato e lasciato indietro”.

Mele racconta la sua giornata, da uomo in divisa, povera di tempo libero ma ricca di umanità e di altruismo. Angelo di terra, questo il suo messaggio/appello “se avete la possibilità di tendere la mano a chi è in difficoltà, a chi è caduto rovinosamente, fatelo”.

Il libro ci fa partecipi della condivisione “con la gente di momenti di tensione, di tristezza, di gioia e di speranza”. Certamente non è il libro “caso letterario dell’anno”, ma nella sua pienezza solidale e civile – una vera cultura del servizio - è un insieme di belle pagine dell’Italia che ci inorgoglisce e non ci lascia soli.

 

 

  

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angela e gli altri

 

 

 

 

 

                  

 

 

                Nisida Bortone Frainetti

Un romanzo breve; un insieme di pagine/flash che valgono capitoli e puntate. Tante piccole tessere  incastonano  un mosaico/universo in cui ognuno esercita il ruolo di   comparsa/protagonista.

Minuti episodi si intrecciano e diventano storie che ordiscono un filo sottile e durevole. Animato il fondale, ricco di immagini e colori, in cui la dominanza è assicurata dalla luce nella gradazione “zafferano”.

Il linguaggio e i dialoghi si fanno apprezzare per la loro linearità, naturalezza ed espressività.

Con la figura di Angela primadonna ed eroina, l’Autrice ci proietta in più luoghi, fatti di voli e incredibili, curiose planate.

 

 

 

 

 

 

 

 

           

 

 

Le tre vite di Lisa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Margherita Eichberg

 Manuela Federico

Le tre vite di Lisa vengono ad abitare la nostra. Un racconto tenero e violento, un intreccio di incongruenze e risolutezze, riesce a sovvertire la nostra coscienza e il nostro perbenismo. Tre vite di una ragazza che a 17 anni si spegne nel tragico vuoto di tanti perché.

Storia fra storie assurde sulla pelle di bambini orfani o abbandonati, cui si vorrebbe dare un po’ di amore; storia incresciosa fra normative, adozioni e continui pellegrinaggi all’estero (nel nostro caso Ucraina); storia di shock, privazioni, negazioni; storia di errori anzi orrori nel Belpaese delle meraviglie al contrario. Questo libro, insieme di palpiti di varia frequenza, diventa caso, denuncia, coscienza collettiva.

Gli autori/genitori Eichberg e Federico, due validissimi intellettuali rappresentanti delle nostre Istituzioni, con questo libro scardinano doppiezze e ipocrisie fino a scombinarci l’animo. Il loro si conferma un esempio di resistenza contro la sorte e le sue prove diaboliche, perverse e pretestuose. A monte il desiderio genitoriale di costruire una famiglia (senza figli) con due bambini ucraini adottati, Bogdan e Lisa. E a seguire l’incredibile frana di quel monte, figlia della sanità italiana. Insomma la “cosa” somiglia a un cerchio, chiuso in modo tragico da malvagia fantasia.

Il libro non chiede prestiti ma adesioni. La lingua non rincorre metafore o traslati; qui non c’è invenzione o espediente; sono pagine aperte, vissute, sofferte; familiari ed intime; ma anche pagine scientifiche, nette, impietose.

Dicevamo delle tre vite di Lisa ma c’è anche la sua quarta ed appartiene a questo racconto, in cui compaiono “tutti i mali di una sanità pubblica…ormai morente… e tutti i mali e lentezze di una Giustizia”, sempre attesa. In breve un libro di verità, desiderio manifesto di scongiurare altri errori ed altri morti. Tutto per Lisa.