Il Levriero

Blog di Carmen Moscariello

giovedì 26 ottobre 2023

Premio Mondiale "Tulliola Renato Filippelli - Senato Sala Capitolare Chiostro S. Maria della Minerva- Piazza della Minerva . Con il Patrocinio del Presidente della Camera Lorenzo Fontana

 





















Immensa gioia e serenità. Questi i sentimenti vissuti ieri sera. Fuori dalla Divina sala  una tempesta di acqua e di vento.

 Roma città bloccata senza taxi alcuni come Lilly Brogi e la sua famiglia, così pure per Michael Peter Musone e molti altri, pur essendo arrivati a Roma a pochi passi da Piazza della Minerva sono rimasti bloccati dalla situazione di caos e di estremo affollamento e soprattutto dalla totale assenza di taxi. La Piazza della Minerva è chiusa al traffico e può essere raggiunta solo con i taxi..

Vi propongo  alcune foto della cerimonia inviatemi dallo Scrittore- Editore Paolo Miggiano. Chi ne ha a disposizione altre saremmo ben felici di pubblicarle.

Grazie a tutti i presenti ,personalità insigni venuti dall'America, dalla Svizzera, dal Marocco, dall'Africa, da  tutta l' Italia. Persone di Pace, intellettuali, scienziati, giornalisti, politici, Poeti  come Dante Maffia,l'  Insigne emerito professore, grande pedagogista  Giuseppe Trebisacce, I Dottori scienziati oncologi  Ileana Tudor e  Pier Paolo Claudio, questi  ci ha parlato di recenti sue scoperte e nuove modalità di studi per curare il cancro  agendo sulle cellule staminali che da oggi impediranno al cancro di ripresentarsi, è stato portatore anche di ricerche che rendono le spese per questa malattia più sostenibile per le persone povere, ha fatto preciso  riferimento all'America, dove chi è povero non può curarsi; il Poeta Giuseppe Iuliano, il giornalista- scrittore Giovanni Mancinone il Senatore Lumia grande esperto sulla storia della mafia italiana  e di quelle straniere, già membro della Commissione Giustizia. Sono stati premiati nell'ambito del Premio per la Legalità contro tutte le mafie  Personalità che contro l'individualismo sfrenato che dilaga, hanno saputo coniugare il "Noi" , facendosi portatori di pace e di aiuti importanti per tutta la società Tutti i premiati erano presenti, solo due assenti per motivi di salute, ma che si sono fatti rappresentare da persone di fiducia .

Pubblichiamo adesso i nominativi che sono stati premiati per Il Premio per la Legalità contro tutte le Mafie, abbiamo non pubblicato prima questi nomi per molte ragioni: il Magistrato Giuseppe Miliano,  Padre Andrea Mandonico, Don Luigi Ciotti, Andrea Purgatori, Pier Paolo Claudio, Maurizio Martena , Ileana Tudor, il   Magistrato Luigi Maffia di Catanzaro, L'artista LillY Brogi, lo scrittore Editore Paolo Miggiano.

Tutte queste immense personalità hanno dedicato la vita nell'impegno e nella difesa  della Giustizia, della Libertà, dell'Ambiente nella cura dei malati, in missione in Africa e nella lotta senza se e senza ma contra  tutte le mafie e contro tutte le droghe. Tutte queste identità non fanno vuota retorica, ma lottano insieme per un mondo migliore dove non ci sia spazio per la malavita, in nessun campo.


Il Presidente della Giuria Dante Maffia

La Presidente del Premio Carmen Moscariello


Con Padre Andrea Mandonico . Missionario in Africa Il Giornalista- scrittore della Rai Giovanni

 Mancinone.









Non appena arriveranno altre foto le pubblicheremo.


Pubblicato da carmen moscariello alle 09:11 Nessun commento:
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venerdì 20 ottobre 2023

Carissima Carmen- Parole per Renato Filippelli.

 




TUTTE LE POESIE  RENATO FILIPPELLI

Curatrice Fiammetta Filippelli

Prefazione di Emerico Giachery

Postfazione di Francesco D’Episcopo


Gangemi Editore, Roma.





Lo conobbi nel 1981, io giovanissima al mio secondo incarico, ma già di ruolo in una scuola, quella del Magistrale “Cicerone” di Formia in via Olivetani, allora essa era un piccolo idioma di felicià e armonia, per far comprendere meglio un’Arcadia del Metastasio. Egli era il più grande, già allora stimato e riverito, ma lo affiancavano grandi nomi, anche di scrittori importanti e aleggiava l’odore di poesia e di onestà di due grandi Presidi il poeta Nicola Napolitano e il “delizioso” grande latinista con numerose pubblicazioni in Latino e greco,  Preside Stammati (anche mio Preside indimenticabile). Uomini onesti e culturalmente di grande levatura  avevano contribuito a creare un centro di cultura fra i più importanti d’Italia, al quale molti guardavano con invidia e rispetto.

Filippelli si muoveva rispettosissimo di tutti, arrivava sempre di corsa la mattina con infiniti libri tra le braccia, figli scomposti di padre amoroso che non conosceva l’ordine, gli pendevano, lì perdeva, lì cercava, parcheggiava la macchina a modo suo, ma a nessuno dava fastidio , si diceva con un sorriso” stamattina Renato la macchina l’ ha proprio buttata  senza cura” si sottendeva che aveva ben oltre da pensare. Io mi muovevo  tra quelle Menti con paura di aprire bocca, di dire qualcosa di sbagliato, poi il Professore Filippelli, per me che venivo dal “Suor Orsola Benincasa” era una specie di divinità, anche perché molto amico di Nicola Cilento col quale mi ero laureata e che per me aveva una tenerezza immensa, forse perché mi ricordava mamma giovanissima, feci l’ultimo esame con lui incinta di nove mesi, mi parlò, eravamo soli in Sala professori,

Ricordo, come fosse ora, il primo incontro col Poeta, fu lui ad iniziare: “Professoressa ho saputo che lei viene dal Suor Orsola, so anche che è stata un’eccellente studentessa”. Da lì è iniziato un rapporto di amicizia e di intesa stima che è durato fino all’ultimo giorno della sua vita. Andandolo a trovare spesso si è intensificato anche un rapporto meraviglioso con la sua bella e intelligente moglie Mimma e con i suoi figli che adoro e nei quali vedo rispecchiata la sua umanità e grandezza.  

Fu il Magistrale luogo di importanti dialoghi con Lui, nelle ore libere dall’insegnamento passeggiavamo avanti e dietro nel lungo corridoio della scuola, raccontandoci tutto, lì timidamente gli feci leggere i miei primi scritti, severissimo nelle analisi, credo d’aver dovuto aspettare dieci anni per il primo “brava”. Devo a Lui la mia scrittura, ma per tanti aspetti anche la mia formazione così radicale, senza infingimenti o ipocrisie.

Si può dire che passavamo giornate intere nella scuola, nel pomeriggio eravamo impegnati entrambi nei corsi integrativi, tre ore quasi mai pagate, per il gusto di dare, di educare, certi che stavamo facendo del bene. Incontro oggi gli alunni di allora e tutti si vantano orgogliosi di essere stati alunni di Filippelli e allora come ora lo amano e lo ringraziano per quanto ha donato. La mattina insegnavamo entrambi nel corso “C” io e il professor Antonio Prota ci alternavamo sulla cattedra di Latino ed lui aveva la cattedra d’Italiano che io ho ereditato quando  si è trasferito definitivamente al Suor Orsola Benincasa. Pe quanto mi riguarda  mi ha sempre difeso da attacchi e da cattiverie subite nella mia vita,  fino all’ultimo giorno della sua esistenza. Condivideva le mie battaglie e si scontrava anche fortemente con chi cercava di farmi del male, né risparmiava critiche a me, se riteneva che avessi sbagliato o se mi esponessi fortemente ai pericoli. Gli piaceva comunque il mio stare sempre sulle barricate.

Oggi quest’uomo grande a cui molti debbono rispetto e amore, ci manca come presenza fisica e culturale: dalla sua morte il Sud Pontino ha subito una decadenza culturale e umana preoccupante, un depauperamento della cultura, volgarmente banalizzata. Grazie a lui che ci faceva generosamente conoscere le più grandi personalità della cultura italiana, ospitandole nel Sud Pontino con convegni di grande interesse, ognuno di noi si migliorava e poteva meglio guardare alla vita e al suo prossimo. Ha sempre rinnegato con sdegno la cultura “politicizzata” sottolineandone la volgarità e il pericolo che essa costituiva. 

Adesso la pubblicazione di questo bel libro"Tutte le poesie" Gangemi Editore con tutte le sue poesie, curato dalla sua figlia adorata  Fiammetta, una gioia sfogliarlo, leggerlo, rileggerlo, ritrovarLo nelle immagini a colori, nel CD che completa il libro, risentire la sua voce. Filippelli sapeva leggere la Poesia, farla amare dagli alunni e dal pubblico, conquistarli, affascinarli.

Il libro comprende tutte le sillogi pubblicate in vita e post mortem : Vent’anni; Il cinto della Veronica (prefazione di Edoardo Gennarini ); Ombre dal Sud (prefazione di Emerico Giachery); Ritratto da nascondere (prefazione di Fernando Figurelli); Requiem per il padre (prefazione di Rosario Assunto); Plenilunio nella palude; Dai fatti alle parole; Spiritualità (prefazione di mons. Raffaele Nogaro, postfazione di Francesco D’Episcopo).

Forse quest’opera potrà finalmente aiutarmi a scrivere di nuovo sulla Poesia di Filippelli ( Sulla sua Poesia ho tenuto giovanissima  un corso di approfondimento durato un  anno), forse ho il necessario distacco per riesaminare i suoi scritti alla luce di una critica distaccata.

Il suo verso pur nei tracciati dell’aratro antico è percorso da un nuovo vento che si appresta ad entrare in un percorso  fecondo di intensità d’affetti, di passioni, di bellezza.

Soprattutto nelle ultime tre raccolte il Poeta dà alla parola un condensato di vita spirituale che pare talvolta di leggere “Le confessioni” di Agostino. Egli si esamina tutto, si confessa, soprattutto dei suoi peccati, dà alla scrittura un’appartenenza liturgica pur conservando la densità e la forza di tutte le passioni umane. Ha raccontato l’esperienza dell’uomo che si contorce nella ricerca di Dio, lo invoca nelle sue ore di dolore , ripudia l’uomo senza destino e la poesia assume il valore non solo lirico ,ma anche teologico. Guardandolo a volte, quando era molto malato, io che ne avevo conosciuto l’irruenza, la determinazione, il fuoco che metteva in ogni suo pensiero, lo vedevo sereno, ancora desideroso di aiutare il prossimo, l’ultima sua intenzione era di pagare una pubblicazione di 300 pagine a una nostra amica comune che lamentava la cifra troppo grande che le chiedevano gli editori. Così era fatto . Così è la sua poesia, vera, autentica in ogni suo spasimo.

Carmen Moscariello

Vietata qualsiasi riproduzione.    









Carissima Carmen,
ho finito proprio adesso di leggere il tuo scritto, in cui confermi la
tua appassionata vocazione critica, capace di passare agilmente
dall'evocazione di momenti di vita vissuta alla definizione di giudizi
di intenso spessore critico. Grazie anche per l'ampiezza del tuo
articolo, che ben si collega all'altro molto avvincente che tu hai
scritto in occasione della pubblicazione di "Spiritualità". Ho sentito
anche Pierpaolo, commosso anche lui e grato per il tuo bellissimo
lavoro. Appena mi libererò di questa mole di impegni da gestire in
questo periodo, mi dedicherò al tuo ultimo libro, per il quale ti
rinnovo i  miei sinceri complimenti. Grazie ancora e a presto! Un caro
abbraccio da tutti voi!

Fiammetta Filippelli





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mercoledì 18 ottobre 2023

Premio mondiale Tulliola- Renato Filippelli XXVIII Edizione Patrocinio del Presidente della Camera

 







Comunico con Gioia a tutti i partecipanti al Premio che il Presidente della Camera dei Deputati Onorevole Lorenzo Fontana ha concesso il Patrocinio gratuito al Nostro Premio.

Siamo felici per la prestigiosa onorificenza e ringraziamo con gratitudine il Presidente e il suo Staff.

La Presidente del Premio

Carmen Moscariello

Pubblicato da carmen moscariello alle 10:22 Nessun commento:
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giovedì 12 ottobre 2023

Non Je ne regrette rien


 Non, je ne regrette rien

Brano di Édith Piaf
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Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien
Ni le bien qu'on m'a fait
Ni le mal
Tout ça m'est bien égal
Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien
C'est payé, balayé, oublié
Je me fous du passé
Avec mes souvenirs
J'ai allumé le feu
Mes chagrins, mes plaisirs
Je n'ai plus besoin d'eux
Balayé les amours
Avec leurs trémolos
Balayé pour toujours
Je repars à zéro
Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien
Ni le bien qu'on m'a fait
Ni le mal
Tout ça m'est bien égal
Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien
Car ma vie
Car mes joies
Aujourd'hui
Ça commence avec toi



No! Non rimpiango niente
Nè il bene che mi hanno fatto
Neanche  il male, tutto è morto

No! Niente di niente
No! Non rimpiango il nulla
Ho pagato, buttato via, dimenticato.

Me ne frego del passato!

Con i miei ricordi
Ho acceso il fuoco
I miei dolori, i miei piaceri
Non ho più bisogno di loro

gettati via gli amori
Con i loro finti bagliori
li ho buttati via   per sempre

Riparto da zero..

No! Niente di niente.....


Traduzione di Carmen Moscariello


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martedì 10 ottobre 2023

La donna e l’amore dei poeti del Sud: (Amelia Rosselli), Rocco Scotellaro, Renato Filippelli, Ugo Piscopo, Dante Maffia.

 



Riflessioni di Carmen Moscariello

 

 

Quando ci penso, che il tempo è passato,

le vecchie madri che ci hanno portato,

poi le ragazze, che furono amore,

e poi le mogli, le figlie, le nuore,

femmina penso se penso a una gioia:

Sono versi del più dissacrante poeta del nostro tempo.

Edoardo Sanguineti il rivoluzionario del verso, principale e ardito membro del Gruppo 63, anarchico della parola, che in giro prende la vita e il suo banale nulla quotidiano; neanch’egli riesce a sottrarsi al romantico bello della donna nei suoi differenti parametri di madre, moglie e figlia(sic).

Qui , però vogliamo occuparci di alcuni  poeti meridionali che hanno costruito una  parte del loro poetare cantando  la donna e con essa l’amore. Come gli Stilnovisti con stile e rigore, eleganza della parola poetica, hanno posto la Dea-Donna a guardia del focolare della grazia.

Il demiurgo della vita li ha ispirati, coinvolti e stravolti, dando vita a  pagine delicate, passionali, facendo diventare  la protagonista regina   della nona sinfonia di Gustav  Mahler

 Versi  struggenti o anarchici: in nenie di terra, di sole e di grano nella poesia di Filippelli; costruita in fili di gomitolo o con mantello di cane per Ugo Piscopo[1]; o ritrovarla nell’amore candido e giovane di Rocco Scotellaro, il Poeta –contadino, il sindaco socialista di   Tricarico, che si innamorò   della  donna elegante e raffinata, poeta anch’ella, figlia di Carlo Rosselli, parliamo di Amelia.  Infine è da considerare l’amore passionale e carnale di Dante Maffia che canta alla pari di Guido Guinizelli e di Catullo, una poesia molto radicata nell’immensa cultura classica, e nutrita di fervide letture modernissime non solo  europee,  ma del mondo



Ho Conosciuto e conosco personalmente i cinque poeti che vado a trattare, sono stata legata da affetto profondo e da grande amicizia e stima a Renato Filippelli e alla sua famiglia. Così per Ugo Piscopo, che ho studiato in modo attento e assiduo, dedicandogli ben due pubblicazioni di grande successo di critica e di vendite. Egli  dal fianco ispido e il cuore di miele è irpino come me, è un’altra delle voci  d’azzardo della poesia italiana che si rigenera in fluidi magici e sconosciuti.





Vorrei iniziare con Amelia Rosselli, (non è del Sud, Ella appartiene al Mondo, ma il suo legame con Rocco Scotellaro me la fa pensare e amare di più come Donna del Sud ) . Dolcissima donna. La conobbi nelle aule bige del magistrale qualche anno prima della sua tragica morte, seppur avanti negli anni, mi apparve tenera e indifesa come una bimba.

Le chiesi, dopo il dialogo  con gli alunni,  di Rocco Scotellaro, più volte, sempre sfuggente , con dolcezza non volle dirmi niente

 Su altre risposte meno invasive, Ella colmò il vuoto e mi disse di Lei, di come aveva iniziato a scrivere versi, mi disse che ciò avvenne subito dopo la morte di Scotellaro.

Io mi sentii, quando la vidi per la prima volta, come Rocco Scotellaro, mi sembrò di stare davanti a una Madonna,   era  umile, generosa, grata per il mio affetto; mi pregò di considerarla mia amica  e di non metterla su nessun piedistallo.

Poi, nel tempo l’incontro con Rocco mi fu raccontato, parlò dell’amico, del poeta generoso e libero, delle terre del meridione, della madre contadina di Rocco, della calda ospitalità che ebbe in questa casa a Tricarico, del dolce tepore che vi trovò.

 Rifanno il giuoco del girotondo | i mulinelli spirati nella via. | Anch'io c'ero in mezzo | nei lunghi giorni di fango e di sole. | Mia madre dorme a un'ora di notte| e sogna le mie guerre nella strada | irta di unghie nere e di spade: | la strada ch'era il campo della lippa | e l'imbuto delle grida rissose | di noi monelli più figli alle pietre. | Mamma, scacciali codesti morti | se senti la mia pena nei lamenti | dei cani che non ti danno mai pace. | E non andare a chiudermi la porta | per quanti affanni che ti ho dato | e nemmeno non ti alzare | per coprirmi di cenere la brace. | Sto in viuzze del paese a valle | dove ha sempre battuto il cuore | del mandolino nella notte. | E sto bevendo con gli zappatori, | non m'han messo il tabacco nel bicchiere, | come per lo scherzo ai traditori; | abbiamo insieme cantato | le nenie afflitte del tempo passato | col tamburello e la zampogna.”[2]

Sulle grondaie dei ricordi  si tesse e si fila  il futuro. Appare la madre, contadina accorta e generosa. Il Poeta ha un amore tenerissimo per lei.

Si tesse, ma il futuro non c’è.

 Non ci sarà per Scotellaro, che muore a trent’anni d’infarto a Napoli, non ci sarà per Lei che dopo la morte del Poeta fu a lungo ricoverata. E, se quando conobbe Rocco si stava appena riprendendo dal dolore per la morte violenta del padre e più recentemente  della morte della  madre, con la perdita di  Rocco il calvario riiniziava. Però, Rocco Scotellaro le aveva  fatto dono  di una nuova strada, quella  della Poesia, Lei musicista delicata e attenta , appassionata dell’esagramma,[3] diviene da allora compositrice di versi  avvolti di nebbia e di suoni arditi, crepuscolo degli dei fu la sua poesia, cartilagine di Dio, da allora pubblicò bellissime e raffinate raccolte di versi .

 A partire dal primo inatteso incontro al Convegno di Venezia del 1950:  qui, Amelia era da sola, seduta nelle ultime file e il poeta- contadino, nonostante la giovane età, era già considerato come  il  simbolo del risveglio contadino del Mezzogiorno.”La incontrai a Venezia, le chiesi chi era, ma non capii. … Quando capii il suo nome, non so se mi rafforzò il pensiero di esserle amico e di innamorarmi di lei o piuttosto di venerarla come la figlia di un grande martire. Forse mi innamoravo e la veneravo insieme. Sui poggioli delle sedie di ferro i nostri gomiti si toccavano. Pensavo di vederla alta come me, quando ci fossimo alzati. E io chi ero? Lo dissi. Mi sapeva. Aveva letto le mie poesie. Accennò dei giudizi non completamente lusinghieri, ma ciò  permise uno scambio di sguardi che mi fecero più ardito.  Uscimmo insieme. Mangiava al mio stesso ristorante ed era una coincidenza calzante. La presentai a tutti, me la sentivo già mia”





 La poesia di Filippelli è un ensemble, uno spaccato musicale ora ferrigno, quasi oggettivo, ora sublime e delicato. Essendo stati noi due molto amici, quarant’anni di stima di collaborazione, di guida per me, mi raccontava i suoi pensieri. Si innamorava come un bambino e nei suoi versi c’è quella purezza oggi introvabile anche nell’universo poetico. Le opere più belle sono le ultime Come “Plenilunio nella palude”[4] è quella che più amo,  qui  l’amante  del poeta  è la croce di Cristo che egli stesso portò sulle spalle per quasi dieci anni a causa di una malattia cardiaca che, nonostante le sofferenze,  gli permise di lavorare fino agli ultimi attimi della sua vita.

Abbiamo collaborato al Castello Di Minturno per la messa in scena di una mia opera” Gli Alumbrados", fino a quattro giorni  prima della sua morte.

 Io posso dire con  voce serena che non l’ho mai abbandonato. Sono andato a  trovarlo anche negli ospedali, ero insieme a Fiammetta, la più devota di tutte le figlie. Non so chi mi dava quel coraggio! Guai se non l'avessi fatto, non me lo sarei mai perdonato.

Per Ugo Piscopo c’ è stata una grande intesa culturale. Io l’ho sempre considerato il mio Maestro, era un uomo onesto, a volte ispido, come in genere siamo noi irpini, la troppa onestà e il rispetto per  la verità lo portava ad essere rigorosissimo. La poesia di Piscopo fin dagli inizi ha voluto essere una svolta, un’urgenza di togliere al verso il superfluo e dargli una forza morale quasi granitica e nel contempo drammatica. Non abbiamo poesie vere e proprie d’ amore nei suoi quasi 100 libri o forse di più, in questi nessuna donna troneggia, emerge un solo amore chiaro e dichiarato per la sua Ulpia, la sua cagnetta. Egli  sviluppò un dialogo profondo con  tutti i cani e i gatti del Vomero, con essi amava confrontarsi . Nei suoi versi c’è un amore più grande di tutti, quello per gli emigrati, e una pietas cristiana (non era credente) per gli umili. Anch’io e mio nipote Giuseppe abbiamo avuto la sua tenerezza. C’è una poesia scritta a quattro mani  dedicata a me e a mio nipote ( "Il bimbo con due madri") che io custodisco come perle  baccarat

La poesia d’amore di Dante Maffia è un oceano inquieto , invade  le molte migliaia dei suoi versi d’amore. Sono uscite nell’arco di due anni quattro volumi tutti dedicati all’amore. 

 Sono le più belle poesie d’amore. [5]

Mai nessun poeta si è così tanto concentrato, compiaciuto su questo sentimento.

 Gran parte della sua scrittura scalpita.

Sa travolgere e coinvolgere lasciare senza fiato il lettore. Egli ha scritto una vera e propria enciclopedia d’amore dove la donna, sempre cangiante,  occupa l’altare della divinità. Questi suoi  versi, ogni volta che li leggo e li rileggo mi trascinano nelle opere di Donizetti, da  “Il furioso nell’isola di San Domingo” (1833),[6] alla più intensamente coinvolgente che con i versi  mi si allinea nella mente è  “Lucia di Lammermoor” .

Anche nella Poesia (come nella musica)  l’Amore  è   follia?[7],.

Quando il verso  si stende sul grano al sole e i suoi profumi arrivano al cielo,  allora diviene irresistibile, tutto avvolge in un divino coro.

Il suo inno all’Amore diviene così più penetrante del diluvio, capace di azzittire ogni guerra.



Inno all'amore di Dante Maffia.

M’inchino davanti alla tua bocca
che odora di muschio e di luna,
dolcemente apro le tue labbra
che hanno trilli d’uccelli marini.

Amore dolce, rugiadoso, caldo,
che puoi compiere miracoli,
fa’ che il miele delle tue ascensioni
sia sempre pronto a spargersi e a lenire

le mie angosce. Senza di te
la vita si fa grigio adempimento,
fatica, povertà, miseria.
Tu sei l’incanto, il fine e il principio,

tu sei la corsa pazza verso il senso,
la via larga per rinnovare il mondo,
la salita alle stelle, la compiutezza,
l’ardore che sa tessere il sublime.

Sei la strada che apre il sentimento
a Dio in persona, che dà la conoscenza
del mondo e dei segreti della vita;
sei la voce infinita che mi porta
nel cuore della luce e mi rinnova
la carne e la parola.





E’ vietata qualsiasi riproduzione.



[1] Quaderno a Ulpia. La ragazza in mantello di cane. Guida editore

[2] Rocco Scotellaro, Tutte le poesie .Mondadori 2004.

[3] Orchestra esagramma inclusiva di voci e strumenti.

 

[4] Renato Filippelli, Plenilunio nella palude Edizioni Scientifiche Italiane. Napoli 1997.

[5] Le più belle poesie d’amore di tutti i tempiVolume  I, II, III IV, ognuno di550 pagine Pace Edizioni, Reggio  2022

[6] Libretto di Jacopo Ferretti.

[7] Libretto di Salvatore Cannarano

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domenica 8 ottobre 2023

Franco Manescalchi e Rocco Scotellaro



























 Apprendo solo ora che un'altra stella del firmamento si è trasferita in un cielo ben più luminoso. Il Poeta e pittore Franco Manescalchi ideatore di Pianeta Poesia a Firenze è andato via. Lasciando una scia luminosa di tenerezza, di arte  e di bellezza.
Fu grande appassionato di Rocco Scotellaro.
Le mie condoglianza alla sua famiglia.

Carmen Moscariello





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La valle dei corsari


 

La Valle dei Corsari

 

Voci portate dalla sabbia dell’Oceano

le dune appaiono avvolte in coperte di gioia

Dar Ahlam mi parla come se fosse ieri

Il fiume Parnaiba scorre sotto i pioppi delle mia casa

e anch’essi ondeggiano appena come i  laho rosa

nelle loro calme acque io passeggiai.

Mi accecano questi colori: il grigio, il rosa,

l’azzurro. Lascia che io canti sotto

 le mille lune bianche che mi fanno da corteo.

Oggi i miei occhi si specchiano

 dalla torre di Giulia

alla  Valle dei Corsari.

Carmen Moscariello

Inedito. E' vietata qualsiasi riproduzione.

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Copertina per l'opera di Camen Moscariello: "Non è tempo per il Messia", "Echi di Vespro all'ombra del Terminio" di Ernesto D'Argenio
  • Poesia di Renato Filippelli "A Giulia Gonzaga". Con dedica a Carmen Moscariello

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