martedì 29 aprile 2025

Fragmenta in passione- Stabat Mater di Carmen Moscariello

 







Fragmenta in Passione

 

Stabat mater

Di

Carmen Moscariello

Coro:

La pelle

della luna aprì

arcuati

i raggi alla notte

dai lunghi artigl.

 

Né c’è scampo per il ricco epulone,

né ai tortuosi ossiuri della parola venduta e falsa. 

la  montagna si spaccò1 attraversata dal dolore

I pesci

nel mare annerito

dalla centrale  boccheggiarono

per l’ultima volta, tra anse al mercurio

pinne

in preghiera cullarono

i cavalli marini

con boato terribile squarciò il mare

furioso

il cuore degli uomini

 

Maria

Cala ormai il velo ai tuoi

occhi, o Figlio prediletto,

né io posso alleviare il tuo dolore,

le spine trafiggono il tuo sguardo

ed io derelitta imploro di salvarti.

Assistere al dolore del proprio figlio

è pena che oltraggia l’Infinito

e le tue mani lontane alla mia fronte

che implora la tua benedizione

non vedi, Figlio di madre addolorata,

che essi con spade appuntite ti trafiggono il costato?

il sale arse il sole e i miei pensieri

Figlio di mamma disperata

volgi a me i tuoi occhi tanto belli

nel mio ventre ti portai

amen, risposi all’Angelo Annunziante

lucente protessi il mio ventre

benedetto dal Signore

 

La Folla

:

Crucifixo, iusta crucem,

Figlio di Dio, dov’è tuo padre?

menzognero ti scoprimmo e la croce

regalammo al re dei giudei

la croce, una corona, un diadema

di dolore, un foglio di sanscrito,

Figlio di madre sola, Figlio senza paura.

Maria:

Polline in preghiera

è il mio cuore in polvere d’attesa

ai piedi della croce posi

lagrime di solitudine. 

 

 

Non senti le urla dei dannati

salvati da loro

salva la tua madre sconsolata

le belve nell’ombra del tuo sangue

tradirono l’umile ancella

Giuda l’apostolo col bacio

e Pietro tre volte rinnegò il tuo amore

il gallo all’alba d’ardesia e a metà del giorno

tremano gli olivi

e le donne con manto di tènebra

congiungono in ginocchio il loro pianto

Pietà di noi! 

Nel buio;

la morte

sui tetti affila

il suo coltello!

Gesù.

Lascia, Madre mia, che io salga in Paradiso

il fiele l’ho bevuto e il mio corpo

la pietra del sepolcro già solleva

Io vado avanti per aprirti la porta

Madre non disperare.

Maria:

Figliuzzo di mamma tua, cuore d’amore

e gioia, come posso mai

vederti con i chiodi nelle mani?

Mani di fuoco e stelle

mani che benedicono,

mani che io strinsi al petto

Gesù:

La pietra del sepolcro

è già levata e tu Madre mia

mi seguirai in gloria

Maria:

Mio figlio,

folgore d’ardore, è morto!

Sola son rimasta

tra le aborrite sentinelle

fuscello

al tuo sangue benedetto.

ti cerco! Ti piango! Ti stringo!

Gesù:

Virgo virgine praeclara

abbi fede nel Dio del cielo

Egli che atterra e suscita

è il fuoco dello spirito;

al Getsemani portati

insieme alle altre donne

tu perdona,

se d’ottenere ardi la palma della vittoria

Maria:

Crudeli,

et me tibi sociare,

Fac, ut animae donetur

Paradisi Gloria

Gesù:

Stabat mater dolorosa

juxta crucem lacrimosa

 

 Gesù

 

Madre mia, Madre

di figlio doloroso,

che tu sia benedetta, Madre

prediletta, in trionfo tutte

le genti ti chiameranno beata.

20

Maria:

Figlio mio prediletto,

Figlio unico Figlio di madre

afflitta

scendi dalla croce.

Coro:

La terra trema;

scorre nei vicoli

la morte, latra l’ultimo respiro

le cateratte

inondano le case dell’uomo

la folla lo sputò

l’aceto bagnò

il cuore

all’uomo tradito

il sangue gocciolava,

sul fango

crebbero le bestemmie,

“per te” la croce, urlavano

il seme del dolore

attraversò cielo e terre

volsero gli occhi

al Padre suo

Maria:

Fac me plagis

vulnerari

fac me cruce inebriari

Et cruore Filii

Coro:

:

Rosa candida,

Rosa prediletta

Virgo virginum

21

Inebriata luce

Madre di dolore,

Figlia del tuo Figlio

presto

godrai

la luce del Paradiso

proteggi le mamme

addolorate

i figli crocifissi sul polo del telegrafo

Mater lacrimosa volgi il tuo sguardo

agli umili

la speranza al mondo.

Poesia tratta da Non è tempo per il Messia , prefazione di Ugo Piscopo , Alfredo Guida Editore, 

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