Fragmenta in Passione
Stabat mater
Di
Carmen Moscariello
Coro:
La
pelle
della
luna aprì
arcuati
i
raggi alla notte
dai
lunghi artigl.
Né
c’è scampo per il ricco epulone,
né ai tortuosi ossiuri della parola venduta e falsa.
la montagna si spaccò1 attraversata
dal dolore
I
pesci
nel
mare annerito
dalla
centrale boccheggiarono
per
l’ultima volta, tra anse al mercurio
pinne
in
preghiera cullarono
i
cavalli marini
con
boato terribile squarciò il mare
furioso
il
cuore degli uomini
Maria
Cala
ormai il velo ai tuoi
occhi,
o Figlio prediletto,
né
io posso alleviare il tuo dolore,
le
spine trafiggono il tuo sguardo
ed
io derelitta imploro di salvarti.
Assistere
al dolore del proprio figlio
è
pena che oltraggia l’Infinito
e
le tue mani lontane alla mia fronte
che
implora la tua benedizione
non
vedi, Figlio di madre addolorata,
che
essi con spade appuntite ti trafiggono il costato?
il
sale arse il sole e i miei pensieri
Figlio
di mamma disperata
volgi
a me i tuoi occhi tanto belli
nel
mio ventre ti portai
amen,
risposi all’Angelo Annunziante
lucente
protessi il mio ventre
benedetto
dal Signore
La
Folla
:
Crucifixo,
iusta crucem,
Figlio
di Dio, dov’è tuo padre?
menzognero
ti scoprimmo e la croce
regalammo
al re dei giudei
la
croce, una corona, un diadema
di
dolore, un foglio di sanscrito,
Figlio
di madre sola, Figlio senza paura.
Maria:
Polline
in preghiera
è
il mio cuore in polvere d’attesa
ai
piedi della croce posi
lagrime di solitudine.
Non
senti le urla dei dannati
salvati
da loro
salva
la tua madre sconsolata
le
belve nell’ombra del tuo sangue
tradirono
l’umile ancella
Giuda
l’apostolo col bacio
e
Pietro tre volte rinnegò il tuo amore
il
gallo all’alba d’ardesia e a metà del giorno
tremano
gli olivi
e
le donne con manto di tènebra
congiungono
in ginocchio il loro pianto
Pietà di noi!
Nel buio;
la
morte
sui
tetti affila
il
suo coltello!
Gesù.
Lascia,
Madre mia, che io salga in Paradiso
il
fiele l’ho bevuto e il mio corpo
la
pietra del sepolcro già solleva
Io
vado avanti per aprirti la porta
Madre
non disperare.
Maria:
Figliuzzo
di mamma tua, cuore d’amore
e
gioia, come posso mai
vederti
con i chiodi nelle mani?
Mani
di fuoco e stelle
mani
che benedicono,
mani
che io strinsi al petto
Gesù:
La
pietra del sepolcro
è già levata e tu Madre mia
mi
seguirai in gloria
Maria:
Mio
figlio,
folgore
d’ardore, è morto!
Sola
son rimasta
tra
le aborrite sentinelle
fuscello
al
tuo sangue benedetto.
ti
cerco! Ti piango! Ti stringo!
Gesù:
Virgo
virgine praeclara
abbi
fede nel Dio del cielo
Egli
che atterra e suscita
è il
fuoco dello spirito;
al
Getsemani portati
insieme
alle altre donne
tu
perdona,
se
d’ottenere ardi la palma della vittoria
Maria:
Crudeli,
et
me tibi sociare,
Fac,
ut animae donetur
Paradisi
Gloria
Gesù:
Stabat
mater dolorosa
juxta
crucem lacrimosa
Madre
mia, Madre
di
figlio doloroso,
che
tu sia benedetta, Madre
prediletta,
in trionfo tutte
le
genti ti chiameranno beata.
20
Maria:
Figlio
mio prediletto,
Figlio
unico Figlio di madre
afflitta
scendi
dalla croce.
Coro:
La
terra trema;
scorre
nei vicoli
la
morte, latra l’ultimo respiro
le
cateratte
inondano
le case dell’uomo
la
folla lo sputò
l’aceto
bagnò
il
cuore
all’uomo
tradito
il
sangue gocciolava,
sul
fango
crebbero
le bestemmie,
“per
te” la croce, urlavano
il
seme del dolore
attraversò
cielo e terre
volsero
gli occhi
al
Padre suo
Maria:
Fac
me plagis
vulnerari
fac
me cruce inebriari
Et
cruore Filii
Coro:
:
Rosa
candida,
Rosa
prediletta
Virgo
virginum
21
Inebriata
luce
Madre
di dolore,
Figlia
del tuo Figlio
presto
godrai
la luce del Paradiso
proteggi
le mamme
addolorate
i
figli crocifissi sul polo del telegrafo
Mater
lacrimosa volgi il tuo sguardo
agli
umili
la
speranza al mondo.
Poesia tratta da Non è tempo per il Messia , prefazione di Ugo Piscopo , Alfredo Guida Editore,
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