domenica 29 dicembre 2024

Lenola Gran Concerto di Natale di Carmen Moscariello

 

















Di Carmen Moscariello- Musica .

Che ti rimane di un Concerto?

 

Di un concerto per Natale nella sera di Santo Stefano, nello scenario della candida  chiesa  di Santa Maria Maggiore  che il giovane, bravo e accorto Parroco Don Riccardo Spignesi ha aperto e ospitato il Complesso Bandistico Giovanni Molinaro e la Corale Fra Deo Gratias.

Ho pianto quando la Banda di Lenola diretta dal Maestro Claudia Panno ha eseguito Il Rondò Veneziano in “Sinfonia per un addio”[1], ma non solo per questo pezzo sublime , è esplosa la gioia e il toccare il Paradiso con un dito con “la conquista del Paradiso”, un pezzo eseguito alla perfezione, una precisione da fare invidia a Vangelis [2] un senso esaltante della gloria di Dio, della bellezza del divino, una tempesta di  colori che ha unito nella gioia tutto il popolo cristiano presente nelle chiesa. Un’esaltazione così potente che io stesso ho incitato il pubblico ad alzarsi ed applaudire. Grandi maestri, grandi musicisti un unicum , un unicum chiuso nelle dita e nelle braccia del Maestro Claudia Panno, una Donna che sembra nata, ab urbe condita, con la musica nel cuore. Severa e determinata, capace di dirigere come se fosse nel San Carlo a Napoli alla presenza del re Borbone Ferdinando IV , di Maria Carolina  d’Austria e di Lenor Pimentel Fonseca, la Rivoluzionaria , l’intellettuale giornalista, prima donna fondatrice e direttrice di un giornale rivoluzionario[3] .    Immancabile ( E’ sempre presente agli eventi)con il suo popolo l’onorevole stimato Sindaco Ferdinando Magnafico che  con la sua amministrazione ha sovvenzionato l’evento, e si è complimentato con i musicisti e il Coro per la straordinarietà della loro bravura.

Presente anche il vicesindaco Ammiraglio Severino Marrocco.

 Un dono divino a questo paese arroccato sui monti, ( per questa presenza della musica così forte, il merito va  soprattutto  a Don Adriano di Gesù Crocifisso),abbarbicato in una notte gelida che migrava in nuvole gonfie di neve verso la Grotta del Bambinello. Una bravura incredibile  è quella del Coro Fra Deo Gratias ,diretto dal Maestro del Coro  Nicola Palombi: un diapason. ha saputo bene armonizzarsi con l’orchestra, c’era il pericolo che i cantori “ all’Ottava”[4] fossero schiacciati dal potere e dalla forza degli strumenti musicali, invece hanno mantenuto un tono  perfetto. La parte femminile del coro ha trovato grande coesione e energia nelle voci.  Le voci maschili  molto apprezzabili , hanno saputo lasciare spazio alle voci femminili, un vero coro nasce dalla fusione con” assoli “che potenziano il coro, sempre nella sua misura corale. Benedetto XVI grande studioso del valore del Coro nella chiesa cattolica lo ha ritenuto la migliore forma di catechesi e il mezzo di preghiera  per arrivale a Dio più vicino e alla Madonna. Egli ha sempre prediletto e amato la musica, egli stesso era un pianista e ha scritto anche su alcuni pezzi  esecguiti nella sera di San Silvestro a Lenola, come il Coro a bocca chiusa di Puccini (Coro + orchestra )e “ Adeste fideles laeti triunphantes”.il canto di Natale per eccellenza, quello della nostra infanzia che ci ha accompagnato per l’intera vita, il più attinente e vivo[5].Propongo una traduzione in Italiano, il testo è eseguito quasi sempre in latino:

Adeste, fideles, læti triumphantes, venite, venite in Bethlehem, natum videte Regem angelorum. Venite adoremus, venite adoremus Dominum.

Accorrete fedeli, lieti, festosi: venite, venite a Betlemme! Guardate il Re degli angeli che è nato! Venite adoriamo, venite adoriamo il Signore.

Venite, fedeli, l’angelo ci invita, venite, venite a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite, adoriamo, venite, adoriamo, venite, adoriamo il Signore Gesù!

En grege relicto, humiles ad cunas, vocati pastores adproperant, et nos ovanti gradu festinemus. Venite adoremus, venite adoremus Dominum.

I pastori, chiamati dall'alto, dimentichi del gregge, si accostano all'umile giaciglio: affrettiamoci anche noi, con passo festoso! Venite adoriamo, venite adoriamo il Signore.

La luce del mondo brilla in una grotta: la fede ci guida a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite, adoriamo, venite, adoriamo, venite, adoriamo il Signore Gesù!

Splendorem æternum, Dei Patris Filium, de Virgine natum agnoscimus, mundi salutem, redemptorem gentium. Venite adoremus, venite adoremus Dominum.

Riconosciamo che il Figlio di Dio Padre, lo Splendore eterno, è nato dalla Vergine.

 salvezza del mondo.redentore delle genti.

Venite adoriamo, venite adoriamo il Signore

 

Questo canto e questa melodia struggente sono molto antichi risalgono alla notte dei tempi  e la Chiesa li ha sempre tenuti in gran conto, ovunque, nella notte di Natale, c’è stato un coro, lì è stato cantato, è  nel contempo un credo e una preghiera. (eseguito da coro e orchestra nella versione classica, l’ho spesso ascoltato (Firenze chiesa di Ognissanti) anche in versione pop). E’ molto particolare e difficile, le voci si uniscono a cappella, deve quasi compiersi un abbraccio. L’orchestra e il coro Fra Deo Gratias ci hanno fatto avvertire questa fusione e questo incontro con il Creatore. I compositori della melodia sono G. Friedrich Handel,  John  Reading, alcuni l’attribuiscono anche a San Bonaventura.

Interessanti i brani del coro, in primis, ritengo sottolineare, il Gloria in latino, Compositore il Maestro Alberto Giuliani,  brano molto applaudito, il Maestro  era in sala, tra il pubblico.

 “In notte placida” è una pastorale strumentale  del Settecento (il testo è stato aggiunto successivamente).  La melodia evoca la presenza del Mistero che avvolge la notte. Il coro ha saputo ben reggere questa melodia portandoci e aprendoci il cuore alla Pace, ci ha ricordato  che il Bambinello è nato per portare la pace nei cuori. E’ un brano con sfumature delicate, per eseguirlo bisogna che il core sia davvero molto accorto e bravo, spesso viene  eseguito anche con voci bianche,  in versione antica e versione moderna. Ci immette nella melodia del mistero, è un punto di grande emozione, una parte di quel mistero ci ha accompagnato oltre la serata, riportandoci in condizione di grande affetto per il fratello.

 Il Presidente dell’Associazione Musicale “Vincenzo Bellini”il Maestro Enrico Mastrobattista ha interagito con il pubblico e ha relazionato sulla crescita e l’importanza anche del Conservatorio   che insegna tutti gli strumenti anche a bambini molto piccoli,  la piccola Lenola ha anche due organi di grande qualità. La frequenza della scuola di giovani musicisti, da due sole presenze è passata, nel tempo, a più di cento.

 

 

Testo classico “In notte placida”

 

In notte placida, per muto sentier,
dai campi del ciel è discese l'Amor,
all'alme fedeli il Redentor !
Nell'aura è il palpito d'un grande mister:
del nuovo Israel è nato il Signor,
il fiore più bello dei nostri fior !

Cantate, o popoli, gloria all'Altissimo
l'animo aprite a speranza ed amor !

Se l'aura è gelida, se fosco è il ciel,
oh, vieni al mio cuore, vieni a posar,
ti vò col mio amore riscaldar.
Se il fieno è rigido, se il vento è crudel,
un cuore che t'ama voglio a Te dar,
un cuor che Te brama, Gesù cullar.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ringraziamenti e  saluti da parte del presidente Enrico Mastrobattista.

Presentatrice Ornella Venditti

ROGRAMMA CONCERTO 26/12/2024

BANDA + CORO

LA CONQUISTA DEL PARADISO

CORO A BOCCA CHIUSA ( PUCCINI)

ADESTE FIDELES

I WILL FOLLOW HIM

BANDA

SINFONIA PER UN ADDIO

FREE WORLD FANTASY

PALLADIO

PUCCINI IN CONCERT

SILENT NIGHT

HAPPY XMASi brani sono stati co-diretti dal Maestro Claudia Pannone e dal giovane bravo Maestro del Coro Nicola Palombi.

Programma Coro

Gesù Bambino è nato

Gloria in latino di Alberto Giuliani

In notte placida

Cantique de Noel



[1] Estratto dall’album La Serenissima del 1981. Uscito nel 1983 in inglese.

[2] Vangelis 1492, (Conquiste of Paradise) Album

[3] Lenor (1752-1799)patriota, politica, giornalista e poetessa prese parte alla rivoluzione per fondare la Repubblica Partenopea. Alla caduta della Repubblica fu condannata all’impiccagione.

[4] Cori con voci  maschili  e femminili o anche con bambini. a una voce sola, all'unisono (ma anche all'ottava, nel nostro caso trattasi  di cori composti di voci maschili e femminili o di adulti e ragazzi).

[5] Non si conosce l’autore.

mercoledì 11 dicembre 2024

Cinema Freud L'ultima analisi di Carmen Moscariello

 


Cinema

 

 

 

Freud L’ultima analisi.

Regia di Matthew Brown

La pellicola  è  tratta dall'opera teatrale Freud's last session di Mark St. Germain, fortemente riadattata per il grande schermo. 

dal 28 novembre al cinema

Libera analisi di Carmen Moscariello

Un Mostro Sacro, un vecchio che della vita conosce i meandri,un mondo alla deriva.

Il Mostro è lì, orribile: la vecchiaia,(Freud ha 83 anni), il cancro alla mascella e la guerra.

Il Film si apre senza mistificazione sull’abisso che è la vita con le sue paure, i suoi incubi e la realtà dell’orrore che nel film è anche  rappresentata dalla guerra. Le bombe che cadono senza pietà, l’orrore della fuga nei rifugi e l’allarme che spacca la notte, la morte dei bambini.

 Il film esordisce in questo modo.

Sigmond Freud (Anthony Hopkins) non è l’unico protagonista , lo sono anche gli eventi tutti della storia, della vecchiaia, degli studi, della presenza o dell’assenza di Dio, della malattia che annienta l’uomo che lo rende debole e vulnerabile, ma non meno violento.

E’ un’opera d’arte per intellettuali, per chi ha studiato Freud, per chi conosce bene i suoi libri.

Non è un Freud da salotto.

Come potrebbe mai esserlo?

 

 C’è un monologo(a volte dialogo!) aggressivo e violento,  capace di rompere ogni indugio, di squarciare tutte le bugie della vita, tutti gli inganni, ogni spasimo, ogni incubo, ogni follia e degenerazione umana. Noi conosciamo Freud, soprattutto per l’interpretazione dei sogni[1], nel film più che dei sogni, si parla di incubi, con le bombe sulla testa di tutti con ventimila morti al giorno. Il  periodo storico (1939) è quello inerente l’occupazione della Polonia, quei giorni , quei cieli, i morti sono la tragedia che invade anche la storia contemporanea. Alla domanda di Albert Einstein sul perché della guerra,  Freud riconosce l’esistenza in ogni uomo di istinti violenti che spesso prendono il sopravvento sulla razionalitàLa lotta perenne tra “Eros” e “Thanatos”, prevale sulla vita. L’uomo si trasforma in demonio e la vita in una foglia secca, senza nessuna importanza che qualsiasi pazzo può calpestare e distruggere.

La casa di Freud che il film ci presenta è un antro (metaforicamente è il subconscio dell’uomo e del mondo), nell’antro Freud lotta contro l’idea di Dio o della divinità si circonda di fantocci (di idoli simboli di tutte le religioni,  inutili, statuine  di creta senza l’anima, che certo non possono alleviare la immane caduta nell’inferno del vivere.

Il Padre della psicanalisi  si ritrova in uno dei periodi più terribili della sua vita, molti  demoni lo assediano: la vecchiaia, la malattia (il cancro alla bocca), la guerra, il rapporto con la figlia Anna, l’assenza totale della moglie (Il professore di Oxfor (Matthew Goode )gli chiede numerose volte dov’ è tua  moglie e lui svia come un pensiero fastidioso , molesto e decide di non rispondere mai), tutto è  destabilizzato. Dio non esiste, né può salvare l’umanità , ma neanche la psicanalisi è in grado di farlo. Su questo argomento lo scontro con il grande teologo è violento. Egli (il Maestro) sa azzerare qualsiasi risposta.

Lo scienziato conosce gli abissi della coscienza e di quali mostruosità sono capaci!.

La vita è senza speranza!.

Lo  spirito di vita contro quello di morte, che è il principale responsabile di ogni guerra, prevale in molti uomini.

 Un film molto importante e intenso che ci permette di capire fino in fondo quello che ci sta piovendo addosso, nonostante la cultura, l’humanitas  nella quale noi continuiamo a credere e della quale ci  vantiamo!. Freud ci avrebbe deriso: Poveri stupidi- illusi, come fa con il suo giovane interlocutore, che psicanalizza e scopre subito gli incubi terribili che lo assediano nella solitudine del buio e il grande docente di Oxford, il teologo  Matthew Brown , uomo che aveva conosciuto l’incubo delle trincee della Prima Guerra Mondiale, si piega debole e indifeso ai piedi delle suoi irrisolti problemi, nonostante la sua fede in Dio.

Sigmund Freud individua con la sua intelligenza demoniaca subito gli abitatori dell’antro e tenta di demolire il teologo.

L’inerzia contro un modo pericoloso permette a Thanatos di distruggere  ogni cosa come è già successo tante volte nella storia.

Lo scontro tra il giovane Professore di Oxford e il Padre della psicanalisi si incentra soprattutto su una domanda: Dio esiste?

I due si azzufferanno violentemente, tentando ognuno di demolire la tesi dell’altro.

La discussione diventa dolorosissima, poiché la malattia gli impone continue siringhe per calmargli il dolore. Il dolore che porta lo stesso Freud a strapparsi dalla bocca una mascella di metallo che lo annienta fino a deciderlo al suicidio. Freud muore  nel suo antro in solitudine, lontano da Vienna, scacciato dalla sua casa dal nazismo, solo la figlia Anna(Liv Lisa Fries),a lungo psicanalizzata dal padre sulla sua omosessualità, ella  gli dà conforto e amore e nei suoi ultimi giorni di vita e accetta la sua  omosessualità, che serpeggia in tutto il film , ma che trova soluzione solo alla fine.



[1]

lunedì 9 dicembre 2024

Il Poeta Franco Manescalpi : Le Giubbe Rosse-



 Mi viene spesso un pianto forte e scuro, / un pianto che mi spegne le parole / ed io mi sento asciutto come un muro, / come un cane disteso muto al sole” (Un futuro antichissimo).



Un artista, un uomo schivo che ha amato la Terra, come segno nobile dell'esistere. Ha amato gli umili, un fiorentino che aveva come compagno di vita e di poesia un Meridionale come Rocco Scotellaro. 

La sua poesia è quella del mito lontano, quasi arcadico e ancora di più bucolico, virgiliano direi una voce moderna che non ha mai sperimentato la parola ma gli ha dato l'anima, così anche ai suoi teneri acquerelli che tremolano limpidi alla luce dell'amore.. Carmen Moscariello