mercoledì 11 dicembre 2024

Cinema Freud L'ultima analisi di Carmen Moscariello

 


Cinema

 

 

 

Freud L’ultima analisi.

Regia di Matthew Brown

La pellicola  è  tratta dall'opera teatrale Freud's last session di Mark St. Germain, fortemente riadattata per il grande schermo. 

dal 28 novembre al cinema

Libera analisi di Carmen Moscariello

Un Mostro Sacro, un vecchio che della vita conosce i meandri,un mondo alla deriva.

Il Mostro è lì, orribile: la vecchiaia,(Freud ha 83 anni), il cancro alla mascella e la guerra.

Il Film si apre senza mistificazione sull’abisso che è la vita con le sue paure, i suoi incubi e la realtà dell’orrore che nel film è anche  rappresentata dalla guerra. Le bombe che cadono senza pietà, l’orrore della fuga nei rifugi e l’allarme che spacca la notte, la morte dei bambini.

 Il film esordisce in questo modo.

Sigmond Freud (Anthony Hopkins) non è l’unico protagonista , lo sono anche gli eventi tutti della storia, della vecchiaia, degli studi, della presenza o dell’assenza di Dio, della malattia che annienta l’uomo che lo rende debole e vulnerabile, ma non meno violento.

E’ un’opera d’arte per intellettuali, per chi ha studiato Freud, per chi conosce bene i suoi libri.

Non è un Freud da salotto.

Come potrebbe mai esserlo?

 

 C’è un monologo(a volte dialogo!) aggressivo e violento,  capace di rompere ogni indugio, di squarciare tutte le bugie della vita, tutti gli inganni, ogni spasimo, ogni incubo, ogni follia e degenerazione umana. Noi conosciamo Freud, soprattutto per l’interpretazione dei sogni[1], nel film più che dei sogni, si parla di incubi, con le bombe sulla testa di tutti con ventimila morti al giorno. Il  periodo storico (1939) è quello inerente l’occupazione della Polonia, quei giorni , quei cieli, i morti sono la tragedia che invade anche la storia contemporanea. Alla domanda di Albert Einstein sul perché della guerra,  Freud riconosce l’esistenza in ogni uomo di istinti violenti che spesso prendono il sopravvento sulla razionalitàLa lotta perenne tra “Eros” e “Thanatos”, prevale sulla vita. L’uomo si trasforma in demonio e la vita in una foglia secca, senza nessuna importanza che qualsiasi pazzo può calpestare e distruggere.

La casa di Freud che il film ci presenta è un antro (metaforicamente è il subconscio dell’uomo e del mondo), nell’antro Freud lotta contro l’idea di Dio o della divinità si circonda di fantocci (di idoli simboli di tutte le religioni,  inutili, statuine  di creta senza l’anima, che certo non possono alleviare la immane caduta nell’inferno del vivere.

Il Padre della psicanalisi  si ritrova in uno dei periodi più terribili della sua vita, molti  demoni lo assediano: la vecchiaia, la malattia (il cancro alla bocca), la guerra, il rapporto con la figlia Anna, l’assenza totale della moglie (Il professore di Oxfor (Matthew Goode )gli chiede numerose volte dov’ è tua  moglie e lui svia come un pensiero fastidioso , molesto e decide di non rispondere mai), tutto è  destabilizzato. Dio non esiste, né può salvare l’umanità , ma neanche la psicanalisi è in grado di farlo. Su questo argomento lo scontro con il grande teologo è violento. Egli (il Maestro) sa azzerare qualsiasi risposta.

Lo scienziato conosce gli abissi della coscienza e di quali mostruosità sono capaci!.

La vita è senza speranza!.

Lo  spirito di vita contro quello di morte, che è il principale responsabile di ogni guerra, prevale in molti uomini.

 Un film molto importante e intenso che ci permette di capire fino in fondo quello che ci sta piovendo addosso, nonostante la cultura, l’humanitas  nella quale noi continuiamo a credere e della quale ci  vantiamo!. Freud ci avrebbe deriso: Poveri stupidi- illusi, come fa con il suo giovane interlocutore, che psicanalizza e scopre subito gli incubi terribili che lo assediano nella solitudine del buio e il grande docente di Oxford, il teologo  Matthew Brown , uomo che aveva conosciuto l’incubo delle trincee della Prima Guerra Mondiale, si piega debole e indifeso ai piedi delle suoi irrisolti problemi, nonostante la sua fede in Dio.

Sigmund Freud individua con la sua intelligenza demoniaca subito gli abitatori dell’antro e tenta di demolire il teologo.

L’inerzia contro un modo pericoloso permette a Thanatos di distruggere  ogni cosa come è già successo tante volte nella storia.

Lo scontro tra il giovane Professore di Oxford e il Padre della psicanalisi si incentra soprattutto su una domanda: Dio esiste?

I due si azzufferanno violentemente, tentando ognuno di demolire la tesi dell’altro.

La discussione diventa dolorosissima, poiché la malattia gli impone continue siringhe per calmargli il dolore. Il dolore che porta lo stesso Freud a strapparsi dalla bocca una mascella di metallo che lo annienta fino a deciderlo al suicidio. Freud muore  nel suo antro in solitudine, lontano da Vienna, scacciato dalla sua casa dal nazismo, solo la figlia Anna(Liv Lisa Fries),a lungo psicanalizzata dal padre sulla sua omosessualità, ella  gli dà conforto e amore e nei suoi ultimi giorni di vita e accetta la sua  omosessualità, che serpeggia in tutto il film , ma che trova soluzione solo alla fine.



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