Un’arte rispettosa di Dio e del prossimo.
di Carmen Moscariello
Ennio Morricone in una lontana intervista rilasciata a Famiglia Cristiana a Vito Amodio disse: L’unica certezza che ho è la fede, è lei che mi sostiene in questo mondo difficile.”
L’intimità con Cristo è la più
alta poesia che ci coinvolge e ci salva.
Io mi sento d’affermare che la Poesia è anchessa un termine di paragone che ci riscatta e ci riporta all’amore dell’umanità. A queste mie parole Aldo Masullo avrebbe sorriso e mi avrebbe compatita, forse mi avrebbe detto :camminare tra le pietre della terra non ha niente a che vedere con le bellezze del paradiso. Avrebbe aggiunto, anche con un po’ di insofferenza : “sei un' ingenua” Epopure, anch’egli ateo si è dedicato a cacciare ogni male dalla sua vità e ha dedicato all’amore (La sua socialità) anche all’ultimo essere umano, il più povero il più abbandonato.
Io aggiungerei che il quotidiano rapporto con Dio
tramite la preghiera è uno scalino importante , sia che sei laico che
credente. Oggi ci dedichiamo alla nuova affascinante raccolta di poesie di Franco
Russo. Le sue poesie in dialetto
napoletano sono preghiere. Sono l’armonia con cui si cerca il dialogo con Dio e
con l’uomo. Nel libro in pubblicazione ho trovato e confrontato in ognuna
l’intensità di questo rapporto. Noi critici o poeti spesso trascuriamo la
bellezza della verità, una poesia che non dice verità e sacrilega, fingere
anche in poesia è un atto di dolore dal quale bisogna fuggire sdegnati.
La Poesia è sacra quanto la musica e la Filosofia,
quando scopro impotente che per essa si mercanteggia è per me come una ferita nel cuore. Il grande
Poeta Renato Filippelli fin da quando
avevo ventidue anni e stavo
avvicinandomi alla Poesia, mi regalò cinque o sei suoi libri della sua poesia ,
volevo pagarglieli , mi rispose offeso:
“la poesia è un dono!”.
Credo che i versi di Franco Russo si muovono in questi prati di cielo:
generosità eleganza, canto, amore e rispetto per il prossimo, amore per Cristo
e per la sua parola. Con questo non voglio dire che siano solo poesie religiose,
esse comprendono il credo , ma anche il sorriso dell’arte. L’arte ci
porta serenità. Chi scrive è una fanatica delle mostre, ci vado a qualsiasi
condizioni e sacrificio poiché l’arte mi rasserena, mi rende più buona, mi
aiuta a capire. Non dobbiamo mai dimenticare il senso catartico del bello. Ho
parlato all’inizio della musicalità, sicuramente questi versi del poeta sono
musicali, popolari nel senso di estensione e consegna a tutti gli uomini di una
grammatica dei misteri dell’anima e della mente.
La poesia di
Franco Russo affascina, sorprende.
E’ uno spartito musicale, qui il dialetto napoletano
afferma una voce sacrale, piena di armonie, di desiderio di raccontare, stare
vicino al mondo intero, amarlo, goderlo,
accoglierlo in dolcezza e candore. Ho letto migliaia di poeti, a differenza di
tutti questi, il grande Templare ( difensori del Sepolcro di Cristo per loro ho avuto sempre grande ammirazione) porta a
noi l’amore per la vita, la certezza di chi crede, di chi ama il fratello e la
famiglia solo nelle luce della grande fiducia. Si coglie la certezza del
cammino cristiano e di vivere la fede non come cosa aleatoria e lontana, ma
come strumento di salvezza e di vicinanza al Buon Dio e soprattutto c’è la
grande presenza del Cristo in croce nel quale i templari credono fermamente.
Nei versi non c’è dualismo tra la parola e quello che il Poeta effettivamente è
come uomo. Ho provato sempre gioia quando i versi, trovavano conforto non solo nella bellezza
della lingua (in questo caso il dialetto napoletano) , ma anche nel dolce
sentire dell’animo. Non ho trovato iato
tra quello che scrive e quello che effettivamente è l’uomo che
scrive poesie. Questo congiungimento è una rarità. Provo molto dolore quando
la Poesia non ha respiro e si scrive solo per farsi chiamare poeti. La poesia
di Franco Russo è una cosa bella, in
essa si può scorgere e risalire a una sorgente cristallina, dove non esiste il male. Qui, nei versi c’è
l’ultimo respiro di Cristo Generoso che ama l’umanità e per essa si è fatto
crocifiggere. Ci sono i pezzi della croce di Cristo, quelli autentici e i
chiodi, proprio quelli che Gli trapassarono le mani e i piedi . Se vogliamo andare a constatare, e toglierci ogni
dubbio, troviamo questi versi come
testimonianza di cosa significhi essere buoni cristiani, testimonianza dell’ardore e del coraggio nel percorrere le strade del Cristianesimo. Pensieri
e convinzioni salvati e portati a noi dai Templari. Ebbene nelle poesie di Franco
Russo troviamo la gioia di vivere di un ragazzo che guarda il mondo con la sua giovane anima, con
fiducia e gioia e ce lo descrive, vi
nuota dentro felice e ci porta a conoscere la moglie, i figli, gli amici, le
feste, i luoghi, le chiese, i santi, le processioni. Il coro ha tutte voci
degli angeli del paradiso terrestre dove non trovi neanche una nota stonata,
questo non lo intendo solo in senso metaforico. Gli scritti del Poeta sono musica, candore, soprattutto speranza.
Leggere questi spartiti di sera, ci portano in luoghi dove la preghiera e
l’amore per Dio, la Madonna e soprattutto
il rispetto per tutti gli esseri
umani, ci spinge a chiedere perdono per non esserci mai accorti che la vita è
armonia, è speranza, come Papa Francesco ci ha spiegato. Peccato che Murolo non ci sia più chissà quale
splendore avrebbe creato con questi versi e con le sue mille chitarre, ma anche
quella voce fatta di nebbie e di singhiozzi che si fermano in gola, di
crepuscoli, di volo, di stelle di Pino
Daniele, anche le sue chitarre colorate magnetiche avrebbero amato queste
poesie-canzoni e ci avrebbe regalato
anche a noi l’incanto della vita.
Carmen Moscariello.
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