domenica 18 maggio 2025

Un'arte rispettosa di Dio e del prossimo di Carmen Moscariello

 

Un’arte rispettosa di Dio e del prossimo.

di Carmen Moscariello


 

 

 

 

Ennio Morricone in una lontana intervista rilasciata a Famiglia Cristiana a Vito Amodio disse: L’unica certezza che ho è la fede, è lei che mi sostiene in questo mondo difficile.” 

L’intimità con Cristo è la più alta poesia che ci coinvolge e ci salva.

Io mi sento d’affermare che la Poesia è anchessa un termine di paragone che ci riscatta e ci riporta all’amore dell’umanità. A queste mie parole Aldo Masullo avrebbe sorriso e mi avrebbe compatita, forse mi avrebbe detto :camminare tra le pietre della terra non ha niente a che vedere con le bellezze del paradiso. Avrebbe aggiunto, anche con un po’ di insofferenza : “sei un' ingenua” Epopure, anch’egli ateo si è dedicato a cacciare ogni male dalla sua vità e ha dedicato all’amore (La sua socialità) anche all’ultimo essere umano, il più povero il più abbandonato.

 Io aggiungerei che il quotidiano rapporto con Dio  tramite la preghiera è uno scalino importante , sia che sei laico che credente. Oggi ci dedichiamo alla nuova affascinante raccolta di poesie di Franco Russo. Le sue poesie in  dialetto napoletano sono preghiere. Sono l’armonia con cui si cerca il dialogo con Dio e con l’uomo. Nel libro in pubblicazione ho trovato e confrontato in ognuna l’intensità di questo rapporto. Noi critici o poeti spesso trascuriamo la bellezza della verità, una poesia che non dice verità e sacrilega, fingere anche in poesia è un atto di dolore dal quale bisogna fuggire sdegnati.

La Poesia è sacra quanto la musica e la Filosofia, quando scopro impotente che per essa si mercanteggia  è per me come una ferita nel cuore. Il grande Poeta  Renato Filippelli fin da quando avevo ventidue anni  e stavo avvicinandomi alla Poesia, mi regalò cinque o sei suoi libri della sua poesia , volevo  pagarglieli , mi rispose offeso: “la poesia è un dono!”.

Credo che i versi di Franco  Russo si muovono in questi prati di cielo: generosità eleganza, canto, amore e rispetto per il prossimo, amore per Cristo e per la sua parola. Con questo non voglio dire che siano solo poesie religiose, esse comprendono il credo , ma anche il sorriso dell’arte. L’arte ci porta serenità. Chi scrive è una fanatica delle mostre, ci vado a qualsiasi condizioni e sacrificio poiché l’arte mi rasserena, mi rende più buona, mi aiuta a capire. Non dobbiamo mai dimenticare il senso catartico del bello. Ho parlato all’inizio della musicalità, sicuramente questi versi del poeta sono musicali, popolari nel senso di estensione e consegna a tutti gli uomini di una grammatica dei misteri dell’anima e della mente.

 La poesia di Franco Russo affascina, sorprende.

E’ uno spartito musicale, qui il dialetto napoletano afferma una voce sacrale, piena di armonie, di desiderio di raccontare, stare vicino  al mondo intero, amarlo, goderlo, accoglierlo in dolcezza e candore. Ho letto migliaia di poeti, a differenza di tutti questi, il grande Templare ( difensori del Sepolcro di Cristo per loro  ho avuto sempre grande ammirazione) porta a noi l’amore per la vita, la certezza di chi crede, di chi ama il fratello e la famiglia solo nelle luce della grande fiducia. Si coglie la certezza del cammino cristiano e di vivere la fede non come cosa aleatoria e lontana, ma come strumento di salvezza e di vicinanza al Buon Dio e soprattutto c’è la grande presenza del Cristo in croce nel quale i templari credono fermamente. Nei versi non c’è dualismo tra la parola e quello che il Poeta effettivamente è come uomo. Ho provato sempre gioia quando i versi,  trovavano conforto non solo nella bellezza della lingua (in questo caso il dialetto napoletano) , ma anche nel dolce sentire dell’animo. Non ho trovato  iato tra quello che  scrive e quello che effettivamente è l’uomo che scrive poesie. Questo congiungimento è una rarità. Provo molto dolore quando la Poesia non ha respiro e si scrive solo per farsi chiamare poeti. La poesia di Franco Russo è una cosa bella,  in essa si può scorgere e risalire a una sorgente cristallina,  dove non esiste il male. Qui, nei versi c’è l’ultimo respiro di Cristo Generoso che ama l’umanità e per essa si è fatto crocifiggere. Ci sono i pezzi della croce di Cristo, quelli autentici e i chiodi, proprio quelli che Gli trapassarono le mani e i piedi . Se  vogliamo andare a constatare, e toglierci ogni dubbio, troviamo questi versi come  testimonianza di cosa significhi essere buoni cristiani, testimonianza dell’ardore e del coraggio nel percorrere le strade del Cristianesimo. Pensieri e convinzioni salvati e portati a noi dai Templari. Ebbene nelle poesie di Franco Russo troviamo la gioia di vivere di un ragazzo che  guarda il mondo con la sua giovane anima, con fiducia e gioia  e ce lo descrive, vi nuota dentro felice e ci porta a conoscere la moglie, i figli, gli amici, le feste, i luoghi, le chiese, i santi, le processioni. Il coro ha tutte voci degli angeli del paradiso terrestre dove non trovi neanche una nota stonata, questo non lo intendo solo in senso metaforico. Gli scritti del Poeta  sono musica, candore, soprattutto speranza. Leggere questi spartiti di sera, ci portano in luoghi dove la preghiera e l’amore per Dio, la Madonna e soprattutto  il rispetto per  tutti gli esseri umani, ci spinge a chiedere perdono per non esserci mai accorti che la vita è armonia, è speranza, come Papa Francesco ci ha spiegato. Peccato  che Murolo non ci sia più chissà quale splendore avrebbe creato con questi versi e con le sue mille chitarre, ma anche quella voce fatta di nebbie e di singhiozzi che si fermano in gola, di crepuscoli, di volo, di stelle  di Pino Daniele, anche le sue chitarre colorate magnetiche avrebbero amato queste poesie-canzoni e ci avrebbe  regalato anche a noi l’incanto della vita.

Carmen Moscariello.

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