Che farei io
Senza l’assurdo?
Amelia Rosselli e Rocco
Scotellaro
Gli esiliati del
fascismo
Progettarono
per il Sud, per i braccianti del Sud, per gli emigrati del Sud, un nuovo
avvenire.
Fu questa terra
patria e famiglia per esiliati che il fascismo voleva condannati al dolore
della solitudine e invece in essa maturarono le idee che migliorarono il nostro
paese, che distrussero il fascismo, che si posero ancora più di Gramsci il
problema di sconfiggere la povertà e la malattia causata dall’inedia della
miseria. E ancora le parole della canzone di Sting, non solo parole d’amore, ma di denunzia, di appoggio alle lotte
sindacali del suo tempo. Una musica che sembra scritta per Rocco Scotellaro,
dolce, ma anche sinistra (come la definì Sting in un’intervista), parole
d’amore e morte,di un ciclo senza fine che rincorre infinite stagioni anche
nella morte e oltre la morte. Sincronie che hanno determinato il destino di
molti; eventi storici drammatici per
molti aspetti, che hanno gettato semi insperati in terre deserte, aride,
abbandonate. Tra quei sassi abbandonati da Dio (Cristo si è fermato ad Eboli)
furono mandati in esilio (nel senso che furono isolati dal mondo) grandi uomini che hanno
determinato svolte culturali, umane, storiche di fondamentale importanza.
Nulla
avviene per caso.
Il destino
dell’universo è il destino di ogni uomo che ad esso si affida per esserne
sommerso, avvolto in bende di lino, in fluidi magici, in furori di stelle, in crocifissioni che mai si fermano. Lo
stesso vento, sempre uguale, muove o summuove la storia
Nelle
litanie di Rocco, lo stesso vento di dolore inconfortabile, come quello che fu di Amelia Rosselli.
Un unico soffio portò insieme, verso il mare dell’eterno, un gruppo di uomini e donne che in origine nulla avevano in comune, né l’ambiente, né lo stato economico, né quello culturale; erano lontane le loro case molte miglia, infinite distanze abbattute per un unico disegno politico, culturale, sociale…per amore. Coincidenze sincroniche, destini che si intrecciano, indissolubili. Furono essi creatori di una nuova realtà storica che ebbe per protagonisti la libertà, la difesa degli umili, la difesa del Sud.
In questo
disegno sincronico confluirono tutte le energie dei personaggi dei quali
parlerò in questo mio lavoro. Alla fine della mia opera mi sono accorta che essi erano già predisposti in un’unica traiettoria, volevo solo parlare,
all’inizio, dell’incontro di Amelia Rosselli e Rocco Scotellaro e invece tutti
gli altri sono confluiti di diritto, ognuno con un ruolo determinante. Il
Basento ha raccolto nelle sue acque
furiose e gonfie il destino di tutti e anche alcuni destini tragici come il
suicidio di Amelia Rosselli, la morte violenta del padre Carlo, la vita
stroncata a trent’anni di Rocco assumono un ruolo che va oltre il tempo, oltre
il fascismo, oltre la storia, oltre le terre lucane oggetto del lottare e del
sacrificio di molte vite. E il dolore si stempera in percosi che essi ebbero
sicuri, strade maestre che non abbandonarono mai.
La morte tragica di molti non va assolutamente intesa come sconfitta dei loro ideali.
Amelia Rosselli e Rocco Scotellaro
Destini sincronici
I calanchi
lucani hanno da cantare una nenia d’amore e di dolore. Mescolare il ritmo
misterico lento e duro del canto popolare con il l magico suono della voce
in quartetto di violini e pianoforte di Sting (Every breath you take). La
magia delle terre di Lucania, i monti infiniti che inseguono il cielo, le gole tra
le montagne attraversate dalla luna e la gente (ancora oggi) un po’ smarrita,
un po’ gitana abituata a silenzi e alle parole del vento e della neve.
Universi
sincronici che si congiungono come le mani al cospetto della Croce.
La musica,
più del pensiero di Jung che focalizzò
la sincronicità come momento che appartiene alla vita e all’universo, atemporale
e acausale che mise in angolo le monadi, l’atomo per aprire il pensiero a
infiniti incontri, la musica dicevamo e
in particolare il testo di Sting (Synchronicity, 1983 The police) congiungono ,
capovolgono, costruiscono vita, là dove c’era la morte e lo scarabeo Junghiano
(Sincronicità, come principio di Nessi acasuali, Jung,1952,Naturerklarung und
Psyche) diviene il simbolo dell’imprevisto, del magico incontro, di archetipi ,
di racconti tessuti davanti ai focolai con un buon bicchiere di vino rosso.
La terra di
Lucania fu destinata a magici incontri. Qui tra i pastori giunsero studiosi,
anarchici, gli eroi di Giustizia e Libertà e qui Rocco Scotellaro attese e
accolse nella propria casa Amelia Rosselli, Carlo Levi, Adriano Olivetti,
Manlio Rossi Doria e più tardi Pech . Destini sincronici che si intrecciarono
creando anche il suicidio della Rosselli è un segno storico, una volontà
romantica di rimarcare che la vita è stata vissuta in modo coerente con i principi e le idee che hanno caratterizzato le loro esistenze
continuamente create dalla bellezza dei loro versi, dalle opere sociali e
politiche dagli infiniti eventi che essi ci hanno raccontato, l’uno dell’altro
(Carlo Levi si occuperà della pubblicazioni postume di Rocco Scotellaro, così
Manlio Rossi Doria farà pubblicare con sua prefazine…..e non va neanche
dimenticata la tomba per Rocco fatta costruire da Adriano Olivetti. Una rete
perfetta di relazioni che sarebbe piaciuta a Jung e che avrebbe saputo leggere
ben oltre di quanto abbiamo fatto noi. Siamo suonati (piscopo) pedine
calamitate nel gioco della vita, attratte da forze sconosciute, inmmerse in un
unico universo in sincronia.
Preferii dirlo a altra infanzia
che
non questo dondolarsi
su
arsenali di parole (A. Rosselli a P.P. Pasolini)
Incontrare un
Poeta
Magistrale “Cicerone”di Formia, 1992.
La conobbi al Magistrale “Cicerone” di Formia, in una
serie di “Incontri con l’Autore”, dopo quello con Vittorio Foa, toccò a Lei che
venne umile ed alta più che creatura.
Lei raffinata ed eterea creatura era humus fertile per emozioni ed enigmi.
Accennavo
all’incontro con Vittorio Foa, da Lui, che ha vissuto a lungo a Formia, appresi
molto su “Giustizia e Libertà”, sui
Fratelli Rosselli, sull’antifascismo, ma soprattutto sul fascismo (ne parlava
senza rancore, facendoci, però capire quale dannazione storica fu questo
periodo per la libertà e in particolar modo per gli ebrei, mai accennò ai suoi
lunghi e dolorosi anni di carcere e molto mi parlò di Carlo Levi che ebbe una posizione
rivelante anche nella vita di Rocco Scotellaro; narrava il
socialismo liberale di Rocco Scotellaro, di Gramsci mi parlò
quotidianamente, donandomi di questo alcuni preziosi scritti sulla questione
meridionale, mi rilasciò interviste storiche su tangentopoli e sulle dolorose
devianze della politica e dell’umanità in genere, mai mi disse di Amelia, nonostante
le mie richieste, molto mi insegnò su “Giustizia e libertà” e sulla dolorosa
fine di Carlo e Nello Rosselli. Le porte per i mie studi sulla Rosselli ,me le
aprì il Grande Vecchio, partendo, come dicevo, da Giustizia e Libertà. Per
Formia, quest’uomo, morto centenario, con una limpidezza di pensiero che
affascinava, fu punto di riferimento per molti giovani che egli riceveva nella
sua casa, situata nell’antico quartiere di Castellone, senza mai sottrarsi ad
alcuno.