primo giorno di un mondo nuovo. Libro del Giubileo
Di MonsIlignor Vincenzo Paglia Raffaele Cortina Editore
I nostri tempi, quelli di ieri e il nostro futuro.
di Carmen Moscariello
Quest’opera di Monsignor Vincenzo Paglia ci mette di fronte al mondo di Dio. a quello della Croce, ma anche a quello dell’uomo dei nostri tempi, ai dolori, alle guerre, al principio de “la Speranza” di Papa Francesco che non può morire, non deve morire. L’occasione del Giubileo che il grande Papa ha inaugurato poco tempo prima di morire deve divenire un’occasione affinché tutti gli uomini, non solo quelli di buona volontà, si parlino e contribuiscano con il loro esempio a salvare la vita stessa dell’umanità intera, compromessa dall’odio, da una voracità feroce, da un egotismo paranoico, capaci questi mali di divorare ogni buon principio , non solo la distruzione delle cose, del mare, del cielo, ma travolgere e lacerare ogni forma di speranza. Il titolo è esemplare: invoca un nuovo mondo , che si cominci d’accapo , che tacciano le armi. Partendo da “Una società senza padri” da un interessante libro di Deborah Danovskie da Edoardo Viveiros De Castro ci interroghiamo se questo mondo sta davvero per finire, se le religioni che per secoli hanno guidato la vita degli uomini siano anch’esse destinate a spegnersi e ci abbandoniamo, come fortemente Benedetto XVI ci ha detto, a un mondo senza padre e senza madre in nome di una libertà assoluta e disinvolta , in questo caos l’uomo ammazza anche se stesso. I tristi quotidiani risvolti di questi giorni sembrano confermare le paure di dissoluzione dell’uomo , paure che da molto aleggiano nei nostri mondi, sembrerebbe che nessuno ne sia estraneo . Le mille guerre che si combattono in ogni angolo, si uccide senza pietà e sembrerebbe che nessuno riesca a mettere un argine. L’uomo piange sul proprio destino e non sa salvarsi. La morte del Padre, come dice Recalcati è il rifiuto delle strutture gerarchiche, ma con esse sembra franino, come per una casa scossa dal terremoto, tutte le mura, fin quando ogni cosa è ridotta in cenere. “Viviamo in una società senza più madri, né padri. E’ un mondo di orfani, ciascuno è abbandonato a se stesso e al proprio destino”
Leggendo l’ opera del Maestro Paglia si intravede nell’asfissia del caos solo demenza. Il nuovo giorno deve essere un Nuovo Cammino. E’ questo il Giubileo camminare verso la Chiesa di Cristo, ma anche verso la casa dei fratelli. Incontrarsi, parlarsi, abbracciarsi dovrebbe essere nella vita di tutti gli uomini e le donne una consuetudine e invece tutti i linguaggi , anche quelli giornalistici, sono violenti aggressivi, senza limite al male. La menzogna è nella bocca di troppi, anche questa è divenuta consuetudine. La strada di Cristo è stata perduta.
La morte ci sovrasta non più solo come presenza estranea , ma come essenza di vita. Siamo obbligati alla guerra non si sa perché, non si sa per cosa. La morte ha perso il significato di possibilità e si è trasformata in una costante impazzita. Sembrerebbe che il mondo sia popolato da tanti piccoli mostri accigliati, assetati di armi e di sangue. Direi che è proprio l’urlo di Munch , quello della disperazione.
Kierkegaar pur riconoscendo la presenza dell’angoscia nella vita umana, ci indica la bellezza della fede, essa è l’unica strada vera e possibile:” la fede come unica via d’uscita, indispensabile per superare l’impasse angosciante: scegliendo Dio, si entra in una condizione in cui non si desidera altro che l’onnipotente, eliminando così ogni possibilità di sofferenza”. Il libro che stiamo commentando pur ponendo grande fiducia nella fede e nel rapporto con Dio e con l’amore di Gesù, pone al centro della sopravvivenza e come termine di paragone della fede stessa l’uomo che altro non è che il Gesù che si è fatto uomo e che non si può uccidere un fratello o rimanere indifferente di fronte all’umiliazione della fame e della disperazione del prossimo.
La parola “prossimo” è quasi inusuale anche nelle nostre scritture, nei nostri pensieri chi la usava quotidianamente nelle sue omelie era Francesco che la legava indissolubilmente alla parola povero. Bisognerebbe fare un passo in dietro nelle nostre vite e soprattutto deporre in un sacco ben chiuso il nostro mostruoso individualismo e abbandonarlo in un pozzo e lì lasciarlo per sempre.
Alla luce di questa realtà, che cosa è la fede?
La fede di Kierkegaard è l’abbandono nelle braccia di Dio, lasciarsi chiudere nella perfezione della bellezza e della grazia. La strada della salvezza indicataci da Vincenzo Paglia e ben più difficile!. Ci ripropone la fede del “Noi” , pietra miliare nella dottrina e nelle preghiere di Benedetto XVI e anche di Papa Francesco (quanto ci manca la sua carezza e la sua parola!) La fede per Benedetto e Francesco è stata l’accoglienza del prossimo in nome di Dio, amarlo come si ama Cristo e regolare la nostra vita non sulla voracità di accaparrare tutti i bene dell’universo, ma incontrare Cristo nei poveri della terra, La stessa preghiera e gli stessi sentimenti raccogliamo in questa opera di Vincenzo Paglia, con tenerezza ci apre le porte dell’Amore, non solo per Cristo, ma per tutti i derelitti e peccatori dell’universo. Tolto questo principio di amore per il prossimo, non esisterebbe più il Cristianesimo. Benedetto XVI ci insegna che il Cristianesimo è la più bella religione dell’Universo, proprio perché nella divinità del Cristo c’è l’uomo. Così “Il Giubileo è un’occasione per rimettersi i in cammino con il cuore”
Tre sono i personaggi e gli esempi principali che animano questo cammino e lo rendono sacro: il buon pastore, che lascia il gregge e va a cercare la pecora che si è perduta; il figliol prodigo che si allontana dal padre e dissipa le sue ricchezze, che poi ritorna e per lui il padre fa uccidere il vitello più grasso, poiché il suo ritorno è gioia; il buon samaritano che cura l’uomo fracassato, né si muove se non lo vede tornare alla vita. Un percorso dettato dall’Incontro, non una camminata nel deserto del non credere, bensì nella bellezza dell’accogliere, del sapersi parlare, nell’aiutare il prossimo che è caduto e ha bisogno di noi.Qui Il Cammino è una cosa viva, non c’è stasi, non c’è egoismo, il generoso volgerci a Dio nel cammino della Speranza , nel desiderio di incontrarlo. Nei tre episodi accennati c’è la “ricerca” del divino, ma anche del prossimo, quello perduto, quello malato, quello che comprende che la libertà non è distruggere il Padre, ma tornare alla casa del Padre
Riflessioni di Carmen Moscariello Carmen Moscariello
Vincenzo Paglia è stato Presidente del Pontificio consiglio per la Famigli. E’ stato nominato Gran Cancelliere dell’istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia. E’stato assistente ecclesiastico della Comunità si Sant’Egidio di cui è consigliere spirituale Giornalista e scrittore ha pubblicato diversi libri di carattere spirituale etico e sociale e molti commentari biblici.