martedì 24 settembre 2024

L'Ordine dei Passionisti lascia il Santuario della Civita.

 


I Passionisti lasciano La Civita

Di Carmen Moscariello





Un dolore, un senso di smarrimento!

Chi scrive ha frequentato con la sua famiglia il Santuario della Madonna della Civita a Itri.

Un eremo un luogo del Silenzio e della Preghiera.

Lì ho conosciuto grandi immensi monaci.

Il primo che rimarrà sempre nel mio cuore è Padre Daniele di Gesù Crocifisso. Sono stata “la sua figlia prediletta” così diceva Padre Emidio, Rettore per quasi trent’anni di questa struttura avvolta dai monti scarni emersi dal mare e che raccontano al viandante di sirene e di cavalli marini. Padre Daniele è stato un grande missionario, l’Ordine gli aveva chiesto di tornare in Italia per un compito ancora più grande. E’ stato un salvatore di anime, un consolatore degli afflitti. Ha accolto nel suo umile confessionale migliaia di umili e potenti. La sua parola ha consolato tutti e raccolto e custodito le lacrime che gli erano affidate.

E’ MORTO QUALCHE TEMPO FA.

Dopo il suo funerale che fu l’esplosione della Grazia, c’erano forse cinquanta dei suoi confratelli che con preghiere e canti poderosi lo accompagnarono alle porte di san Pietro che gli aprì il Paradiso. A lui ho dedicato alcune delle mie opere poetiche. Quando Padre Emidio invitò me e le mie figlie alla messa del trigesimo che si tenne nel frusinate, mi disse che Padre Daniele aveva lasciato in eredità per me le sue piccole, sacre cose:il suo Crocifisso di Passionista che l’aveva accompagnato nelle foreste del Brasile, e un quadro raffigurante San Gabriele dell’Addolorata (Padre Passionista: “Il Santo Ballerino”). E’ stato il mio Padre Spirituale, mi ha fatto comprendere chi è Dio e come bisogna amarlo.

Padre Emidio è stata una grande guida per le milioni di persone che visitavano il Santuario e per i suoi confratelli. Un uomo di grande fede, un teologo raffinato e profondo. Non ho mai  sentito alcun religioso esporre la parola di Dio con una sapienza agostiniana. Ho dimenticato di chiedergli le sue omelie  prima che partisse!. Voglio dirvi che quest’Ordine Religioso ha segnato una storia di civiltà dei paesi posti come grappoli d’uva sulle scogliere del Sud Pontino e in tutto il frusinate. A Padre Emidio si deve la costruzione di un’enorme biblioteca, la custodia attenta e amorosa del “tesoro “ della Madonna, intendendo con questo termine tutto ciò che riguardava il Santuario, il restauro di tutto il Santuario, la costruzione di un convento predisposto ad accogliere anime consacrate. Anche l’ascensore che porta all’altare, costruito per    chi ha problemi a salire le tante scale, è un dono suo.

Per me, per la mia famiglia,  i Passionisti e il Santuario della Civita sono stati pietra miliare nelle nostre umili esistenze. Lì si sono sposate le miei figlie con la benedizione di Padre Daniele. Il mio primo nipote, a Suo onore e a nome di tutti i Passionisti si chiama Giuseppe, Daniele, Gabriele, è sotto la Sua protezione, guidato dal suo amore, sono convinta che un briciolo del suo divino si annidi nel suo piccolo cuore. Con queste poche parole voglio rendere omaggio alla Grazia di Dio, Grazia della quale abbiamo goduto tutti. 

L’augurio è  che i luoghi conservino la loro sacralità.  L’Ordine dei Passionisti è molto severo e ci ha insegnato che con  Dio non si scherza!

 La Civita nasce come eremo e così deve rimanere.

Sa parlare con Dio, con le montagne e con  i pellegrini che la raggiungono ricolmi di fede. Le montagne intatte levigate dal sole e dalle mandrie di cavalli che occupano per intero i sentieri del Santuario, senza lasciare spazi per il viandante, sono l’eredità che i Passionisti ci lasciano. Chi scrive ha raggiunto a piedi più volte il Santuario. Erano esperienze che mettevano a contatto con Dio, sembrava che ad accompagnarci fosse  la stessa presenza della Madonna. Sona andata  centinaia di volte da sola, a piedi,  sulla strada del Calvario, arrampicandomi  in compagnia dell’alba che si estendeva tra mare e monti, ma anche con colleghe di scuola che oggi non ci sono più come Flora Bellotti e Rachele Amabile. E' stata Flora Bellotta a guidarci, (con tutti i colleghi del Magistrale "Cicerone"),le prime volte, a piedi  sul Santuario.

Era un tempo di preghiere, di giovinezza, di amicizia, di grande fiducia in Dio e nel prossimo. L'augurio  è che le preghiere dei monaci passionisti ci accompagnino  e ci proteggano rendendoci migliori e sempre più vicini a Dio.

Il nostro pensiero d'augurio e d'affetto va anche a Don Adriano di Gesù, un sacerdote giovane,devoto alla Madonna del Colle e all'accoglienza dei pellegrini; ha già guidato con amore e dedizione la comunità cristiana di Lenola e svolto compiti importanti per la crescita del Cristianesimo e per lo sviluppo civile dei luoghi che gli furono affidati. Certo, il compito che lo attende è molto difficile: "Qui sulla Civita o ci si fa santi o è molto impegnativo affrontare i silenzi delle montagne, solo se si è in grado di sentire Dio in quei silenzi si vive nella gioia" , così mi diceva Padre Daniele che amò incondizionatamente il Santuario della Civita, neanche da malato (molto malato), voleva muoversi e allontanarsi dal suo confessionile, dai fiori, dai girasoli che ci raccontano ancora  della sua Grazia, dell'amore per tutti i pellegrini e dell'adorazione del Crocifisso e della Madonna miracolosa della Civita. 



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