sabato 30 novembre 2024

Scamarcio , Al Pacino, Johnny Depp In "Modigliani" . Un film da non perdere.

 

Un film da non perdere.

Scamarcio, Al Pacino,Johnny Depp.

Libera interpretazione di Carmen MOscariello






Le cinque sale disponibile del Cinema,  quattro strapiene,  nella quinta, quella della proiezione “Modigliani” ,eravamo una ventina di persone.

Io con mia figlia Silvia, felici di vedere Modigliani con la regia di JohnnY Depp.

Pensavo tra me, nonostante l’entusiasmo, che era impossibile interpretare l’Immenso Dio che è Modigliani, le sue  molteplici facce e personalità dell’artista e dell’uomo   Modigliani, quantunque eravamo di fronte a un cast di tutto rispetto.

E’   un ruolo in cui avrei visto Alain Delon, invece Scamarcio è stato un attore apprezzabile, direi proprio bravo, in molte scene era così come io avevo sempre immaginato Modigliani. Le allucinazioni di cui l’artista soffriva sono punto di luce nel film. Ha fatto rivivere l’artista e la società del tempo che ruotava intorno all’Arte maledetta. Un ruolo importante lo hanno nel film gli speculatori , i mercanti che per due soldi che davano a Modigliani, a Utrillo (interpretato da Bruno Guouery  e a Soutyne (interpretato da Ryan McParland)i  a distanza di pochi anni ,  dall’acquisto di  quelle stesse tele ricavavano milioni di dollari. Un cinismo violento che ruotava e tentava di uccidere non solo l’anima di Modigliani, ma di molti artisti suoi contemporanei. Quel fervore dell’arte c’è nel film, gli artisti credono nella propria arte anche a costo della vita.

La disperazione, la fame, l’ubriachezza e le droghe occupano nella regia un buon ruolo. Come la follia di Modigliani ampiamente dimostrata soprattutto nella distruzione dei suoi molteplici capolavori, tante le sculture di Modigliani, miracolose nella loro essenza divina, andate perdute nei momenti di ira e disperazione che l’Artista visse.  La regia ha dato un valore lieve alle  tante donne che adoravano l’artista Modigliani, anche il suo charme appare alquanto nebbioso, per non dire compromesso, privilegiando la figura della giornalista inglese  Beatrice Hastings interpretata da Antonia Desplat.  La figura dell’estrosa donna sostituisce completamente Janne Hébuterne, il mito e l’amore che ha ispirato grandissimi artisti viene quasi tagliato fuori e accantonato in una visione di Modigliani (Riccardo Scamarcio) che raccoglie sotto un balcone in una bara il corpo dell’Hébuterne, dando molto per scontato chela biografia di  Modigliani sia conosciuta da tutti. (Il numero esiguo degli spettatori nella sala  cinematografica, fa facilmente comprendere quanto  si sia lontani oggi dall’arte e dagli artisti).  Un altro fattore, oltre l’assenza dell’Hébuterne, è una Parigi limitata,  le poche visioni della città la fanno apparire grigia e triste: se Modigliani lasciò Livorno e una casa signorile  dove viveva al caldo con la sua famiglia, che abbandonò perché , pur non conoscendola, era innamorato di Parigi e con lui tutti gli artisti che provenivano dalla Spagna, Dall’Italia, dalla Russia e dai Paesi del mondo, dunque Parigi rimane  la Signora indiscussa dell’Epoca dei bohemiens. Credo che nel film si sia  sottolineato soprattutto la vita maledetta che certamente appartiene all’Artista, ma la sua arte non nasce né dalla follia, né dalla tubercolosi, i suoi colli affusolati, i suoi nudi sono frutto saporoso, colorato   di sogni, tanti sogni ….che nascevano dalla sua formazione culturale, dal suo  eterno peregrinare sulla Senna e nei bistrot di Parigi per cercare quell’ Anima,” i colori dell’Anima”[1] ,la divina illuminazione.

 Interessante la figura di Al Pacino (mercante d’arte, interpreta il  polacco Léopold Zborowski) che non sa niente dell’arte e nel colloquio con Modigliani si dimostra ignorante, famelico solo di soldi, provocando in Modigliani una furia che lo portò a distruggere moltissimi dei suoi capolavori. 

Gli elementi nuovi , rilevanti e giusti di questa regia sono due: aver messo nella centralità del film, dandogli  finalmente la giusta rilevanza che noi critici, non abbiamo avuto il coraggio di fare, alla giornalista –amante Beatrice Hastings,  spesso liquidata come una delle sue tante amanti, facendola conoscere come una stravagante donna, raccontando dei suoi cappelli estrosi e che andava in giro  nei bistrot con una cesta piena di oche schiamazzanti, che beveva e si drogava  con Modigliani, dimenticando che nel periodo in cui l’artista convisse con questa donna compose più di 50 opere, molti nudi, tra i più belli che , riguardavano l’amante ed  è in questo periodo che egli si dedica con determinazione alla scultura. E’ tramite lei che entra  nella società elittaria degli artisti che soggiornavano a Parigi e che come Picasso dettavano leggi sull’arte La giornalista inglese  era apprezzata amica dello stesso  Picasso e di tanti altri.

 Johnny Depp, nella sua seconda regia,[2] è stato nuovamente coraggioso e abile, proponendo  un buon film, il massimo che si possa ottenere avvicinandosi a un Mostro sacro qual è e rimane Modigliani

 

 

 



[1] Carmen Moscariello, Modigliani. I colori dell’Anima, Gangemi Editore, Roma 2022.

[2] Questa è la seconda prova di regia per Johnny Depp, la prima risale al 1997 con The Brave .

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