Un film da non perdere.
Scamarcio, Al Pacino,Johnny Depp.
Libera interpretazione di Carmen MOscariello
Le cinque sale disponibile del Cinema, quattro
strapiene, nella quinta, quella della
proiezione “Modigliani” ,eravamo una ventina di persone.
Io con mia figlia
Silvia, felici di vedere Modigliani con la regia di JohnnY Depp.
Pensavo tra me,
nonostante l’entusiasmo, che era impossibile interpretare l’Immenso Dio che è
Modigliani, le sue molteplici facce e
personalità dell’artista e dell’uomo Modigliani,
quantunque eravamo di fronte a un cast di tutto rispetto.
E’ un ruolo in cui avrei visto Alain Delon, invece
Scamarcio è stato un attore apprezzabile, direi proprio bravo, in molte scene
era così come io avevo sempre immaginato Modigliani. Le allucinazioni di cui l’artista
soffriva sono punto di luce nel film. Ha fatto rivivere l’artista e la società
del tempo che ruotava intorno all’Arte maledetta. Un ruolo importante lo hanno
nel film gli speculatori , i mercanti che per due soldi che davano a
Modigliani, a Utrillo (interpretato da Bruno Guouery e a Soutyne (interpretato da Ryan McParland)i a distanza di pochi anni , dall’acquisto di quelle stesse tele ricavavano milioni di
dollari. Un cinismo violento che ruotava e tentava di uccidere non solo l’anima
di Modigliani, ma di molti artisti suoi contemporanei. Quel fervore dell’arte
c’è nel film, gli artisti credono nella propria arte anche a costo della vita.
La disperazione, la
fame, l’ubriachezza e le droghe occupano nella regia un buon ruolo. Come la
follia di Modigliani ampiamente dimostrata soprattutto nella distruzione dei
suoi molteplici capolavori, tante le sculture di Modigliani, miracolose nella
loro essenza divina, andate perdute nei momenti di ira e disperazione che l’Artista
visse. La regia ha dato un valore lieve
alle tante donne che adoravano l’artista
Modigliani, anche il suo charme appare alquanto nebbioso, per non dire
compromesso, privilegiando la figura della giornalista inglese Beatrice Hastings interpretata da Antonia Desplat. La figura dell’estrosa donna sostituisce
completamente Janne Hébuterne, il mito e l’amore che ha ispirato grandissimi
artisti viene quasi tagliato fuori e accantonato in una visione di Modigliani (Riccardo
Scamarcio) che raccoglie sotto un balcone in una bara il corpo dell’Hébuterne,
dando molto per scontato chela biografia di Modigliani sia conosciuta da tutti. (Il numero
esiguo degli spettatori nella sala
cinematografica, fa facilmente comprendere quanto si sia lontani oggi dall’arte e dagli artisti). Un altro fattore, oltre l’assenza dell’Hébuterne,
è una Parigi limitata, le poche visioni
della città la fanno apparire grigia e triste: se Modigliani lasciò Livorno e
una casa signorile dove viveva al caldo
con la sua famiglia, che abbandonò perché , pur non conoscendola, era
innamorato di Parigi e con lui tutti gli artisti che provenivano dalla Spagna,
Dall’Italia, dalla Russia e dai Paesi del mondo, dunque Parigi rimane la Signora indiscussa dell’Epoca dei bohemiens.
Credo che nel film si sia sottolineato
soprattutto la vita maledetta che certamente appartiene all’Artista, ma la sua
arte non nasce né dalla follia, né dalla tubercolosi, i suoi colli affusolati,
i suoi nudi sono frutto saporoso, colorato di sogni, tanti sogni ….che nascevano dalla
sua formazione culturale, dal suo eterno peregrinare sulla Senna e nei bistrot
di Parigi per cercare quell’ Anima,” i colori dell’Anima”[1] ,la
divina illuminazione.
Interessante la figura di Al Pacino (mercante
d’arte, interpreta il polacco Léopold
Zborowski) che non sa niente dell’arte e nel colloquio con Modigliani si
dimostra ignorante, famelico solo di soldi, provocando in Modigliani una furia
che lo portò a distruggere moltissimi dei suoi capolavori.
Gli elementi nuovi ,
rilevanti e giusti di questa regia sono due: aver messo nella centralità del
film, dandogli finalmente la giusta rilevanza che noi critici, non abbiamo
avuto il coraggio di fare, alla giornalista –amante Beatrice Hastings, spesso liquidata come una delle sue tante
amanti, facendola conoscere come una stravagante donna, raccontando dei suoi
cappelli estrosi e che andava in giro
nei bistrot con una cesta piena di oche schiamazzanti, che beveva e si
drogava con Modigliani, dimenticando che
nel periodo in cui l’artista convisse con questa donna compose più di 50 opere,
molti nudi, tra i più belli che , riguardavano l’amante ed è in questo periodo che egli si dedica con determinazione
alla scultura. E’ tramite lei che entra nella società elittaria degli artisti che
soggiornavano a Parigi e che come Picasso dettavano leggi sull’arte La
giornalista inglese era apprezzata amica
dello stesso Picasso e di tanti altri.
Johnny Depp, nella sua seconda regia,[2] è
stato nuovamente coraggioso e abile, proponendo un buon film, il massimo che si possa ottenere
avvicinandosi a un Mostro sacro qual è e rimane Modigliani
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