lunedì 16 dicembre 2024

Mostra: Il tempo del Futurismo. Polemiche e Arte.

 



Mostra: Il Tempo del Futurismo.A cura di Gabriele Simongini

L’emozione della velocità

Polemiche o  Arte.

 La mostra gode degli Sponsor: dei Main sponsor, delle Autostrade per l’Italia e Enel, del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e Unipol Gruppo, del Partner tecnico ACI Storico.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
3 dicembre 2024 – 28 febbraio 2025  

Libera interpretazione di   Carmen Moscariello

 

La Mostra alla quale  ho avuto la possibilità e la gioia  di partecipare  all’inaugurazione, avvenuta il 3 dicembre a Roma, è tra le cose più belle e energetiche, direi emozionanti (l’emozione della velocità),  di tutto il 2024.

Ho sempre amato il Futurismo e i suoi rappresentanti, tanto è vero che io stesso ho contribuito all’allestimento di  una mostra dedicata a Sironi (1993) ed ho in pubblicazione un’opera su Umberto  Boccioni. Non mi è mai sfiorata l’idea che gli artisti del periodo fascista fossero da cancellare o da odiare. Tanto è vero che  ho scritto  un’opera pubblicata dalla Casa Editrice Bastogi “Eleonora dalle belle mani” i cui protagonisti sono D’Annunzio e la Divina Eleonora Duse. Ritengo D’Annunzio un grande Poeta un Esteta senza uguali , un eroe del vivere , un costruttore di forza e bellezza, un esempio  di eroismo e libertà, un amante appassionato.

 Le Sale della Galleria d’Arte moderna immense adatte ad accogliere scienza e arte, macchine, aerei e idrovolanti, motociclette. Un dinamismo oltre ogni misura, non si è mai visto prima nella storia dell’arte. Magnifiche immagini in movimento, furiose di vita, di gioia di vivere. Nessuna tristezza occupava le pareti, la depressione del nostro secolo è stata  cacciata a calci da quelle sale immense con altezze e luci sorprendenti, adattissime allo scopo. Sono esposte più di 350 opere, E’ in esse che è rappresentato il movimenti di ogni pianeta e ogni galassia. La Mostra è dedicata a Marinetti, a ottanta anni dalla sua morte,(2dicembre 1944) uno dei Padri Fondatori del Futurismo e il primo firmatario del Manifesto del Futurismo , manifesto piubblicato per la prima volta in Francia (già questo primo gesto ci induce a pensare che per il Fondatore non doveva essere solo un movimento culturale italiano). Uno scrittore, poeta, pittore. In tutti i campi è stato un rivoluzionario non banale. Ha messo le radici anche  per una nuova lingua, non una lingua noiosa e stanca, ma di un linguaggio che facesse vibrare l’essenza dell’esistenza,inebriata da suoni onomatopeici.  Un vocabolario nuovo, espressivo, sanguigno, vibratile. Ho sempre letto ai miei alunni liceali  gli ardori della scrittura di questo artista e vedevo che essi si svegliavano dai loro torpore ed erano felici di leggere e interpretare quelle righe che certo non avevano niente a che vedere con scritture depresse e depressive. L’unica poetessa dei nostri giorni che  io avvicinerei ai futuristi è la grande impareggiabile Amelia Rosselli, anche lei aveva capito che la vera scrittura ha bisogno di linfa nuova, non di una vaga architetettura. Emerge l’urgenza di stupire di aprirsi ad altre forme d’arte come la musica (così fece Amelia, seppe coniugare rivoluzione e musica, applicò il pentagrammo alla poesia). Così pure per i futuristi, l’immagine era ed è anche spartito musicale e molto intervennero anche sulla musica. Nella mostra hanno allestito un corridoio musicale, (nel quale lasciarsi immergere, travolgere, da attraversare più volte). Nell' allestimento si possono ammirare riviste, cataloghi, libri,locandine del tempo, veramente singolari, in esse prevale quasi sempre il rosso e altri colori sgargianti;  ci sono anche molti oggetti d’arte come vasi, sopramobili e altri simbolii davvero preziosi, come la testa angolare di Mussolini, posta da sola su una colonna.

Farò scandalo: ritengo che anche la scrittura di Mussolini giornalista, mi riferisco a quando era giornalista dell'Avanti e  fervente socialista, è tra le più apprezzabili e capace di comunicare idee, possiede il movimento del fuoco e dell’acqua che i futuristi osannarono, possiede  la capacità di accattivare e convincere, di iniettare vita alla parola (non mi riferisco assolutamente  ai discorsi del Duce, dove la teatralità assorbe e a volte distrugge anche la sostanza della parola). Non si può negare che l’arte futurista, come i suoi autori, furono fortemente legati al fascismo, però,non  si spiega come a distanza di tanti anni si faccia ancora guerra all’Arte uturista. I futuristi non hanno firmato le leggi razziali, nè usato i manganelli, o purghe. 

Le polemiche di questi giorni  mortificano l'Arte.


Insomma, voglio dire che la storia non ha un'unica sfaccettatura. 

Ritornando agli artisti, a Sironi che  alla caduta del fascismo,distrutto anche dal suicidio della figlia,  fu isolato, annientato, portato alla disperazione,  quasi anch'esso al suicidio, perché era stato  fascista, dimenticando completamente che era stato anche  un grande artista, Uno dei più grandi costruttori dell’arte monumentale di Roma. Le sue opere abbelliscono anche oggi Università e palazzi pubblici da Milano a tutta l’Italia. Egli con Funi, Dudreville e Russolo fu tra i firmatari del Manifesto Futurista . Espose nella Galleria D’arte prendendo parte al Novecento Italiano di Marinetti. Nella mostra di oggi  si possono ammirare sue bellissime opere.

L’Arte va oltre la storia, non è l’orizzonte della storia, ma l’Infinito della storia: per esempio Di Atene oggi si può ammirare il Partenone, l’arte di Fidia, studiare la drammaturgia, la filosofia, al contrario di Sparta non è rimasto niente, al suo posto c’è un terreno sterrato, sabbioso, Lei non si curò dell’arte, predilesse le armi, la guerra, la forza bruta. L’arte magnifica l’uomo e la società  e con essa gli artisti che l’hanno realizzata, invece, la politica e le guerre sanguinarie sono ben altro. Per questo la polemica su questa mostra straordinaria, unica nel suo genere,con  le sue grandi sale della Galleria che ospitano oltre ai quadri, il primo telegrafo, le lampade a corrente, i primi rudimentali telefoni, la prima macchina da corsa, sono lì in carne ed ossa, non sono riprodotti, entrare in quella magnificenza è come rinascere alla vita e alla gioia di vivere. Riassumerei il tutto con le parole del grande poeta futurista russo, Majakovskij anch’Egli costretto al suicidio da Stalin per non aver voluto rinnegare le sue idee di libertà:

 “Nella Russia ancora zarista, abbandonò la Georgia natale per andare a Mosca. La natura l'annoiava, la città, con le sue folle e il suo dinamismo, lo affascinava, odiava la solitudine e credeva nell`uguaglianza. Sognava un futuro “chechoviano”, ma propugnava, da figlio del Novecento, la “rivolta degli oggetti”.(Angelo Maria Ripellimo e Elio Pagliani)

Disse:“Io sono un impudente il cui supremo diletto è irrompere con la blusa gialla in un consesso di persone che nobilmente conservano sotto dignitose finanziere, marsine, giacche la modestia e il decoro”

  Carmen Moscariello è giornalista,  è stata collaboratrice de Il Tempo per 16 anni sulle pagine di Latina, assunta da  Cesare Mantovani. Ha scritto per questo prestigioso e amato giornale  1500 articoli circa. Per sei anni ha collaborato dal Sud Pontino  per il TG3 Lazio chiamata a collaborare dal direttore Grandinetti. E’ stata docente di Italiano e Latino (42 anni dedicati all'insegnamento), è scrittrice e poetessa.

 



[1] Angelo Maria Ripellino e Elio Pagliarani

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