Mostra: Il
Tempo del Futurismo.A cura di Gabriele Simongini
L’emozione della velocità
Polemiche o Arte.
La mostra gode degli Sponsor: dei Main
sponsor, delle Autostrade per l’Italia e Enel, del Gruppo Ferrovie
dello Stato Italiane e Unipol Gruppo, del Partner tecnico ACI
Storico.
Galleria
Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
3 dicembre 2024 – 28 febbraio 2025
Libera interpretazione di Carmen Moscariello
La Mostra alla quale
ho avuto la possibilità e la gioia
di partecipare all’inaugurazione,
avvenuta il 3 dicembre a Roma, è tra le cose più belle e energetiche, direi
emozionanti (l’emozione della velocità),
di tutto il 2024.
Ho sempre amato il Futurismo e i suoi rappresentanti,
tanto è vero che io stesso ho contribuito all’allestimento di una mostra dedicata a Sironi (1993) ed ho in
pubblicazione un’opera su Umberto
Boccioni. Non mi è mai sfiorata l’idea che gli artisti del periodo
fascista fossero da cancellare o da odiare. Tanto è vero che ho scritto un’opera pubblicata dalla Casa Editrice Bastogi
“Eleonora dalle belle mani” i cui protagonisti sono D’Annunzio e la Divina
Eleonora Duse. Ritengo D’Annunzio un grande Poeta un Esteta senza uguali , un
eroe del vivere , un costruttore di forza e bellezza, un esempio di eroismo e libertà, un amante appassionato.
Le Sale della
Galleria d’Arte moderna immense adatte ad accogliere scienza e arte, macchine,
aerei e idrovolanti, motociclette. Un dinamismo oltre ogni misura, non si è mai visto prima
nella storia dell’arte. Magnifiche immagini in movimento, furiose di vita, di
gioia di vivere. Nessuna tristezza occupava le pareti, la depressione del
nostro secolo è stata cacciata a calci
da quelle sale immense con altezze e luci sorprendenti, adattissime allo scopo. Sono esposte più di 350 opere, E’ in esse che è rappresentato il movimenti di
ogni pianeta e ogni galassia. La Mostra è dedicata a Marinetti, a ottanta anni
dalla sua morte,(2dicembre 1944) uno dei Padri Fondatori del Futurismo e il
primo firmatario del Manifesto del Futurismo , manifesto piubblicato per la prima volta in Francia (già questo primo gesto ci induce a pensare che per il Fondatore non doveva essere solo un movimento culturale italiano). Uno scrittore, poeta, pittore. In
tutti i campi è stato un rivoluzionario non banale. Ha messo le radici anche per una nuova lingua, non una lingua noiosa e
stanca, ma di un linguaggio che facesse vibrare l’essenza dell’esistenza,inebriata da suoni onomatopeici. Un vocabolario nuovo, espressivo, sanguigno, vibratile. Ho sempre letto ai miei
alunni liceali gli ardori della
scrittura di questo artista e vedevo che essi si svegliavano dai loro torpore ed erano felici di leggere e interpretare quelle righe che certo non avevano niente a che vedere con scritture depresse e depressive. L’unica poetessa dei nostri
giorni che io avvicinerei ai futuristi è la grande impareggiabile Amelia Rosselli, anche lei aveva capito che la vera scrittura ha bisogno di
linfa nuova, non di una vaga architetettura. Emerge l’urgenza di stupire di aprirsi
ad altre forme d’arte come la musica (così fece Amelia, seppe coniugare
rivoluzione e musica, applicò il pentagrammo alla poesia). Così pure per i futuristi, l’immagine era ed è anche
spartito musicale e molto intervennero anche sulla musica. Nella mostra hanno
allestito un corridoio musicale, (nel quale lasciarsi immergere, travolgere, da attraversare
più volte). Nell' allestimento si possono ammirare riviste, cataloghi, libri,locandine del
tempo, veramente singolari, in esse prevale quasi sempre il rosso e altri
colori sgargianti; ci sono anche molti
oggetti d’arte come vasi, sopramobili e altri simbolii davvero preziosi, come la testa angolare di Mussolini, posta da sola su una colonna.
Farò scandalo: ritengo che anche la scrittura di Mussolini giornalista, mi riferisco a quando era giornalista dell'Avanti e fervente socialista, è tra le più apprezzabili e capace di comunicare idee, possiede il movimento del fuoco e dell’acqua che i futuristi osannarono, possiede la capacità di accattivare e convincere, di iniettare vita alla parola (non mi riferisco assolutamente ai discorsi del Duce, dove la teatralità assorbe e a volte distrugge anche la sostanza della parola). Non si può negare che l’arte futurista, come i suoi autori, furono fortemente legati al fascismo, però,non si spiega come a distanza di tanti anni si faccia ancora guerra all’Arte uturista. I futuristi non hanno firmato le leggi razziali, nè usato i manganelli, o purghe.
Le polemiche di questi giorni mortificano l'Arte.
Insomma, voglio dire che la storia non ha un'unica sfaccettatura.
Ritornando agli artisti, a Sironi che alla caduta del fascismo,distrutto anche dal suicidio della figlia, fu isolato, annientato, portato alla
disperazione, quasi anch'esso al suicidio, perché era stato fascista, dimenticando completamente che era
stato anche un grande artista, Uno dei più grandi costruttori dell’arte monumentale
di Roma. Le sue opere abbelliscono anche oggi Università e palazzi pubblici da Milano a
tutta l’Italia. Egli con Funi, Dudreville e Russolo fu tra i firmatari del
Manifesto Futurista . Espose nella Galleria D’arte prendendo parte al Novecento
Italiano di Marinetti. Nella mostra di oggi si possono ammirare
sue bellissime opere.
L’Arte va oltre
la storia, non è l’orizzonte della storia, ma l’Infinito della storia: per
esempio
Di Atene oggi si può
ammirare il Partenone, l’arte di Fidia, studiare la
drammaturgia, la filosofia, al contrario di Sparta non è rimasto niente, al suo
posto c’è un terreno sterrato, sabbioso, Lei non si curò dell’arte, predilesse
le armi, la guerra, la forza bruta. L’arte magnifica l’uomo e la società e con essa gli artisti che l’hanno realizzata,
invece, la politica e le guerre sanguinarie sono ben altro. Per questo la
polemica su questa mostra straordinaria, unica nel suo genere,con le sue grandi sale
della Galleria che ospitano oltre ai quadri, il primo telegrafo, le lampade a corrente, i primi rudimentali
telefoni, la prima macchina da corsa, sono lì in carne ed ossa, non sono
riprodotti, entrare in quella magnificenza è come rinascere alla vita e alla
gioia di vivere. Riassumerei il tutto con le parole del grande poeta futurista
russo, Majakovskij anch’Egli costretto al
suicidio da Stalin per non aver voluto rinnegare le sue idee di libertà:
“Nella Russia ancora zarista,
abbandonò la Georgia natale per andare a Mosca. La natura l'annoiava, la città,
con le sue folle e il suo dinamismo, lo affascinava, odiava la solitudine e
credeva nell`uguaglianza. Sognava un futuro “chechoviano”, ma propugnava, da
figlio del Novecento, la “rivolta degli oggetti”.(Angelo
Maria Ripellimo e Elio Pagliani)
Disse:“Io sono un impudente il cui
supremo diletto è irrompere con la blusa gialla in un consesso di persone che
nobilmente conservano sotto dignitose finanziere, marsine, giacche la modestia
e il decoro”
Carmen
Moscariello è giornalista, è stata
collaboratrice de Il Tempo per 16 anni sulle pagine di Latina, assunta da Cesare Mantovani. Ha scritto per questo
prestigioso e amato giornale 1500
articoli circa. Per sei anni ha collaborato dal Sud Pontino per il TG3 Lazio chiamata a collaborare dal direttore Grandinetti. E’ stata docente di Italiano e Latino (42 anni dedicati all'insegnamento), è scrittrice e poetessa.
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