Mostra “Salvador Dali tra Arte e Mito” Inaugurata il 25 gennaio,
rimarrà fino al 28 luglio
Nota di Carmen
Moscariello
Salvador Dalì e Garcia Lorca: l’amore che non fu!
La mostra inaugurata sabato 25
gennaio 2025 nel Museo storico della Fanteria a Roma “Salvador Dalì tra arte e mito”, mi ha
subito fatto pensare al film del 2008 Little Ashes diretto Poul Morrison. Ambientato negli anni
20 in Spagna e riguardante soprattutto
la giovinezza dei due grandi artisti-“amici”, Dalì e Garcia Lorca. Racconta di un
presunto amore tra Dalì e il poeta-pittore Garcia Lorca. Per caso, ammirando i capolavori di Dalì
nelle grandi sale, nei corridoi di passaggio della mostra, lo sguardo mi è
caduto sui disegni e su alcune copertine dei libri di Garcia Lorca, artista,
purtroppo, non citato nel titolo della mostra, né riportato altrove. In quei
piccoli corridoi ho trovato la grande spiritualità e purezza delle origini di
Lorca e dell’esuberante Dalì. Nella storia dell’arte e della poesia non c’è
sposalizio migliore tra le immagini oniriche di Dali e i versi surrealisti di
Lorca. Quanto è delicato il colore di
Garcia, quanto sono orchestrate in modo geometrico le immagini, quasi una scala
pensata da Aristotele, semplice, lineare, perfetta. Questo compenetrarsi del
Surrealismo di Dalì con quello di Lorca crea una miscela esplosiva, come fu la loro amicizia. Presente nell’esposizione
anche l’altro grande rappresentante del
Trio, Luis Bonuel, il regista.
Piccole ceneri (Little Ashes) è soprattutto un
quadro famosissimo di Dalì esposto in questa
mostra, già solo per questo essa è da ritenersi importante. Sono esposte
anche le innumerevoli opere della Divina Commedia di Dante, delle formelle
divine, dove l’artista esprime in piccoli spazi tutto il su estro, direi tutta
la sua “meravigliosa follia” innumerevoli e straordinarie quelle dell’Inferno
dantesco. Altre opere esposte molto famose sono “L’orologio molle”, ”La
biografia di Salvador Dali”,La tentazione di Sant’Antonio,Sueno de Dalì, Il
sogno e l’ allucinazione, e infinite
altre. Le opere provengono da collezionisti italiani e dal Belgio. Si possono
ammirare di Dalì anche sculture “La Carmen”, ceramiche, gioielli , immagini
pubblicitarie disegnate dall’artista, incisioni a punte secche, diamanti . Ma a
dominare i suoi quadri sono le figure femminili, non statiche. Mai. Appaiono
provenienti da mondi lontani, camuffate in mostri, in tigri, in sogni che
tormentano l’Artista di notte e di giorno. Il sogno in Dalì non appartiene mai
solo alla notte, ma anche alla sabbia, alla luce del sole e alla notte, le
finestre alle quali si affaccia la sua Anima, le pongono innanzi creazioni
esplosive. E’ un gitano, travolto e coinvolto in un suo modo (solo suo) di
guardare alla vita.
Chissà se Garcia Lorca e Dali si amarono?
L’interrogativo riguarda solo Dalì, nel “Poema per Dali” e nelle
lettere per Dalì di Garcia Lorca, Il Poeta-eroe lo amò follemente, amò la sua
timidezza e l’esplosione del suo narcisismo. Sappiamo che Garcia Lorca pochi
mesi prima che fosse assassinato, fu invitato da Dalì nella sua meravigliosa
villa, dove l’Artista viveva con Gala e l’esercito di suoi ammiratori, Garcia
Lorca accettò l’invito e in quella occasione, Dalì gli chiese di vivere con lui insieme a Gala. Garcia
Lorca, rifiutò, non riconobbe più il giovane amico, ma solo un uomo amante
della ricchezza e senza più ideali. Sappiamo dalla biografia di Dalì, che
questi apprese della esecuzione franchista contro il Poeta, nella sua villa,
era alla sua scrivania e il dolore fu straziante , dipinse il suo corpo di una
Lacca nera, così come i luoghi in cui viveva, rimasero in lutto per mesi.
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