domenica 9 febbraio 2025

La Nuova Candidatura al Nobel per il Poeta Dante Maffia

 

La Nuova Candidatura al Nobel per il Poeta Dante Maffia. 


Nota di Carmen Moscariello

 


E’ ora… lo vuole il mondo intero.

 

Dante Maffia candidato per Il l Nobel per la Letteratura.  

La nuova Candidatura  è sostenuta:

 

Dall’Accademia delle Scienze di Bruxelles

Dall’Associazione UNLA di Kyoto

Dall'Università di Pristina (Kosovo)

 Dall'Università Popolare di Rossano .

 

Il Segno Infinito e lo scontro con  la morte arrogante e bastarda sono note o pietre di una che la vita l’ha vissuta e la vive fino in fondo, senza limite. Quando prevale il suo spirito anarchico  sa dare tocchi di campana a festa, versi di una giovinezza mai quieta. Non c’è un punto d’arrivo nella sua scrittura, essa si evolve, danza in sposalizi con le nuvole. Egli è figlio di Zeus e della ninfa Antiope, è il fratello di sangue di Federico II e di Campanella, ha esplorato la vita di queste due immensità regalandoci libri immortali. Possiede  e dorme nei  castelli di miele che popolano la Calabria. Qui ha sempre vissuto un connubio amoroso con il mondo delle Grecia, quella di Platone e di Epicuro.

 La sua indole nobile e delicata, attraente come i fiori di kyoto, ha donato cultura e valori come Docente di molte Università, le sue cattedre sono  honoris causa.

Roseto-Rosina e il Padre che lo chiamò Dante, quasi consigliato da Zeus, saranno i suoi più grandi punti di riferimento e d’amore. Quella doveva essere la sua sorte.

I Diosccuri della Bellezza e dell’Arte gli hanno aperto le porte dalla nascita e l’hanno reso famoso nel mondo.

 

 

 

Molti critici affermano senza ombra di dubbi che Dante Maffia è uno dei Poeti più importanti del panorama mondiale, Egli ha acceso la luce più chiara della parola poetica,

la sua Poesia è tradotta e amata da tutte le Nazioni, le sue opere sono state tradotte in venti lingue.

Il Giappone lo ha adottato come figlio prediletto e egli gli ha donato migliaia di haiku  per onorarlo e cantare al mondo il   suo fascino. Egli ha scritto più di 40mila haiku, tutti pubblicati dal Paese del Sol Levante, Qui è stato già bandito un premio di poesia a nome e ad onore del Poeta  Dante Maffia.

Scrive gli haiku come se la madre quando lo ha partorito, abbia messo dentro di lui questo misterioso dono. Credo che in questo campo nessuno lo possa eguagliare. Pluripremiato nel modo, acclamato e apprezzato nelle Università, grande Educatore e Professore, tutti questi onori non l’hanno cambiato . E’ un uomo delicato, umanissimo, provato per i mille dolori che attraversano la  storia. Egli non conosce arroganze, rispetta l’insegnamento materno “ …Dante, se incontri una formica sulla tua strada, stai attento, non calpestarla mai….” . Credo che su questo principio sacrosanto abbia costruito la sua vita. Sa rispettare ed aiutare il prossimo, in ogni angolo del globo ha amici che l’acclamano e lo osannano. Ha scritto ad oggi 170 opere, tutte immense plasmate e composte nel rigore dell’Amore, nel rispetto della Natura. “ Il CalAVRESE”  HA SUPERATO I SUOI GRANDI AVI, MOLTI SUOI SCRITTI MI HANNO FATTO SEMPRE PENSARE, PER IL VIGORE E LE VERITA’CHE LI ATTRAVERSANO, A Gioacchino da Fiore e a Campanella.(Il Suo romanzo su Campanella è una delle sue opere più alte e più avvincente.

 Sa essere dolce , ma anche irruento, sa difendere i poveri e anche la verità, pagandone spesso costi molto alti. L’essere stato sempre veritiero, non essersi mai sporcato in cordate di potere, l’hanno spesso reso inviso a chi non sapeva nulla dell’Onestà e della Poesia.

Maffia non è solo il più grande dei Poeti di quest’ultimo secolo, ma anche un uomo  che ha saputo  inginocchiarsi davanti al dolore dell’Umanità tutta.

Pensiamo che sia l’uomo giusto da scegliere e che per la sua immensa e potente scrittura meriti il Nobel per la Letteratura, più di qualsiasi altro.

 

La pietà degli alberi

Il cielo voluttuoso
s’arruffa, si distende.
Sbadigliano i fiori
in fissità distratte.
L’orizzonte racchiude
vaste trasparenze.
Oltrepassa i confini la sera
e mite la luce
dirada le cavità,
i finti arcobaleni.
Poi la pietà degli alberi si apre
in parole di vecchie confidenze. (Il leone non mangia l’erba, pref di Palazzeschi editore Crocetti. Prima opera pubblicata))

Quando ritornerò al mio paese,
magari fra cinquant’anni,
dopo aver visitato la vecchia casa
e passeggiato nel corso principale,
porterò un fiore alla mia tomba.
Avevo lasciato detto ai familiari
di non portarmi fiori ma del pane,
e adesso sono imbarazzato per il ripensamento
e per aver pensato a un malvone
di quelli rossi che sono un pugno agli occhi.
Farò il viaggio il due di novembre
quando tutti vanno al cimitero
per onorare i defunti.
Vestito a questo modo
tutti mi guarderanno incuriositi
domandandosi chi è il bizzarro forestiero.
E Michele il sospettoso
avviserà i carabinieri
della mia presenza.
Non risponderò a nessuna domanda
e alla minima distrazione
toglierò il grigio dalle tombe
con grande meraviglia di tutti.
Poi il silenzio sarà misto al buio.
Me ne andrò arrabbiato e sconsolato
perchè mi aspettavo di trovare
almeno una margherita
sotto la mia foto sbiadita.

*

Cancellate le tracce
di quell’altro me che giudicava
e si dispiaceva delle cose incompiute
o trascurate. Quasi un deposito
d’occhi un po’ miopi
un po’ presbiti un po’ astigmatici.

*

La rabbia può servire a mutilare
chi la adopera e chi la riceve.
E può far danzare in calzoncini corti
e con l’affanno che sempre si mostra
in condizioni di difficoltà.
Solo la rabbia avevo e certi scampoli
di letture da Macchiavelli.
E stavo in agguato
sulle sue pagine auscultando le iperboli
e le magnificenze della forma.
Macchiavellico il mio sguardo,
il mio pensiero,
la mia psiche e la mia dimora,
macchiavellici
i mandorli fioriti e le ginestre indorate
dai flussi di giallo che si doleva
negli anfratti e si cimentava
con l’oro delle scaturigini. 

(da Poema della dissolvenza.

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