IL RAMO D’ORO
Centro d’arte e cultura
Via Omodeo, 124,80128 Napoli
tel 0815792526 e-mail: fyesbm@tin.it
http://www.artmajeur.com/ilramodoro
Fuori dalla crisi
8-23/2/2014
a cura di
Maurizio Vitiello
Opere di : Luisa Bergamini, Lucia Buono, Alfredo Celli, Giuseppe Cotroneo, Maria Pia Daidone, Mario Lanzione, Achille Quadrini, Myriam Risola, Antonio Salzano, Nino Perrone.
Inaugurazione sabato 8 febbraio 2014 ore 18 con presentazione di Maurizio Vitiello
a seguire laboratorio di cioccolatologia di Pina Andelora, in arte Perzechella.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il giovedì dalle 16 alle 20 fino al 23 febbraio 2014.
Sabato 22 febbraio 2014 dalle ore 18 sarà riservato ai soli iscritti al seminario “la scelta e la cura” condotto da Franco Lista e Vincenzo Montella.
Quest’esposizione è un meeting di paralleli segni incisi e di espressioni raccolte sul “fil rouge” del ricordo, associato e spinto dalla voglia di andare oltre le leggi dell’uomo per avvicinarsi, invece, a quelle sagge della natura.
Maurizio Vitiello
Catalogo al link: http://issuu.com/ilramodoro/docs/fuori_dalla_crisi
lunedì 27 gennaio 2014
domenica 26 gennaio 2014
Anm, ecco la nuova giunta distrettuale dei magistrati. Tra loro anche Pierpaolo Filippelli
NAPOLI - Al termine delle elezioni per il rinnovo della giunta
distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati di Napoli sono stati
nominati presidente Silvana Sica, giudice civile del Tribunale di Napoli, e segretario Barbara Calaselice, consigliere della Corte d'Appello di Napoli. Sono stati inoltre eletti componenti della giunta Monica Amirante (Tribunale di Sorveglianza di Napoli), Giuliano Caputo (pm a S.M. Capua Vetere), Antonio D'Amato (pm della Dda), Pierpaolo Filippelli (pm della Dda) e Angelo Napolitano (Tribunale di Napoli).
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
SETTIMA edizione CONCORSO POESIA E NARRATIVA breve - "San Benedetto nel cuore"
in onore di ALDA MERINI
con il patrocinio dell'Assessorato Cult . Comune di San Benedetto del Tronto
e dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Ascoli Piceno
IN C O L L A B O R A Z I O N E C O N
ASSOCIAZIONE CULT. ed EDITRICE Gli Occhi di Argo-
ASSOCIAZIONE CULTURALE SEBLIE Monteprandone - www.seblie.com
SITO DI CULTURA POESIA E LETTERATURA. www.animapersa.net –
OCCHI DI ARGO editore -LIBRARGO Libreria - Pres. Francesco Sicilia
______________*BANDO INTEGRALE*
Il concorso si articola in tre sezioni per inediti in lingua
italiana di autori residenti in Italia o all’estero.
A) POESIA tema LIBERO= UNO -o a discrezione dell’autore- DUE componimenti a tema libero
in 8 copie anonime>> di cui 1 sola con dati. Lunghezza tassativa massima 40 versi
B) POESIA dal tema “IL MIO LUOGO DEL CUORE”:UNA/DUE poesie in 8 copie- max 40versi
C) NARRATIVA Breve a TEMA LIBERO=
UN racconto in 8 copie e 1 con dati completi – lunghezza max 3 cartelle (facciate).
I TESTI =Ogni testo cartaceo sarà presentato in 8 copie anonime di cui 1 con i dati chiari e completi dell’autorecon= nome cogn. data nascita, indirizzo del domicilio, e-mail, telefono e FIRMA.
IL CURRICULUM NON è OBBLIGATORIO MA è ASSAI GRADITO.
Uno stesso autore potrà con lo stesso invio
concorrere ad ognuna delle tre sezioni con opere dissimili ma con buste ben separate contenenti le tre quote e tutte le copie anonime più quelle
comprensive di dati e firma (vedi sopra).
_ ISTRUZIONI per l’INVIO = Spedire tramite Poste Italiane a= LAGIP- MY- Daniela Bruni via Laureati 89-
63074 SAN BENEDETTO TRONTO (AP)
_ PREMI= Cofanetto con targa personalizzata e volumi ai vincitori assoluti. Attestati personalizzati ai restanti secondi, terzi, quarti classificati, alle Segnalazionidi merito, Menzioni d’onore, ai Riconoscimenti speciali. Nel corso della Premiazione sarà assegnato anche una litografia dell’artista Maxs Felinfer ad un autore -se presente- che si sarà distinto per una particolare pregevolezza e fantasia creativa.
_ NOTA: Chi desidera può richiedere un diploma di encomio quale attestato di partecipazione allegando 5 euro a parte e apponendo la dicitura “RICHIEDO ATTESTATO” che sarà recapitato a domicilio via poste italiane a tutti i richiedenti.
SCADENZA: entro e non oltre martedì 25 marzo 2014 Farà fede il timbro postale di partenza.>>>>SI PREGANO gli autori –-se è loro possibile--di inviare i componimenti con sollecitudine, senza attendere gli ultimi giorni utili = SIAMO ASSAI GRATI A CHI VORRA' COLLABORARE in TAL SENSO!
QUOTA di PARTECIP. per ogni sezione: L’autore allegherà ben occultati 10 euro in contanti o in francobolli da 70 cent. insieme agli elaboratio vaglia all’indirizzo della segreteria .
Gli autori di lingua italiana RESIDENTI ALL'ESTERO possono partecipare in forma gratuita attenendosi allo stesso bando. Ogni autore con la sua partecipazione e firma accetta il contenuto del presente bando completo e concede il trattamento dei dati sensibili secondo le disposizioni della legge sulla Privacy. Detti dati saranno
in futuro utilizzati unicamente per comunicazioni inerenti il concorso e per comunicati a carattere culturale. Verdetto di giuria: è insindacabile e sarà prontamente comunicato ai SOLI premiati e finalisti. I premiati sono pregati di ritirare di persona i riconoscimenti (salvo impedimenti dell’ultima ora per cause di forza maggiore
comunicati prontamente per tel. all’Organizzazione)
o per delega a terzi che presenzieranno alla Cerimonia.
I premi NON RITIRATI saranno spediti con Poste Italiane su espressa richiesta dei titolari e a nostre totali spese, ad eccezione unica dei riconoscimenti ai cui assegnatari sarà richiesto unicamente n. cinque francobolli da settanta cent.
In nessun caso le opere presentate saranno restituite.
Una volta inoltrato l’invio per motivi di ordine organizzativo non è possibile accogliere richieste da parte degli autori inerenti ai titoli delle opere da loro
precedentemente inviate. Per tutto quanto non previsto dal bando varrà la deliberazione ultima del Coordinamento del concorso. Non sono previsti rimborsi-spese di sorta per diritti, spese di viaggio, pernottamento e simili. Gli elaborati non rispondenti alle caratteristiche richieste non saranno presi in considerazione. L’organizzazione non risponde di disguidi postali imputabili a Poste Italiane o mancati arrivi di e-mail, o plagi da parte degli autori che sono i diretti responsabili dei testi che inviano.
Similmente la direzione non è tenuta ad effettuare
comunicazioni agli esclusi. In caso assai raro di inadeguatezza in qualità o quantità delle opere presentate alcuni premi e riconoscimenti potrebbero non venire assegnati. La direzione si riserva di effettuare minime variazioni volte a un migliore svolgimento dell’evento. Come ottenere una distinta copia del presente bando completo: richiedendolo a polisti@ alice.it o
. anche per tel. solo nelle ore 17-19 allo 3484703588
Premiazione: è prevista in loco nella prima metà del 2014.
NOTIZIE SUL VERDETTO= Il Verdetto finale di giuria sarà diffuso tramite comunicati- stampa e in particolare sul giornale on-line Corriere di S.Nicola, e nella rivista cartacea culturale specializzata
Il Convivio.
con il patrocinio dell'Assessorato Cult . Comune di San Benedetto del Tronto
e dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Ascoli Piceno
IN C O L L A B O R A Z I O N E C O N
ASSOCIAZIONE CULT. ed EDITRICE Gli Occhi di Argo-
ASSOCIAZIONE CULTURALE SEBLIE Monteprandone - www.seblie.com
SITO DI CULTURA POESIA E LETTERATURA. www.animapersa.net –
OCCHI DI ARGO editore -LIBRARGO Libreria - Pres. Francesco Sicilia
______________*BANDO INTEGRALE*
Il concorso si articola in tre sezioni per inediti in lingua
italiana di autori residenti in Italia o all’estero.
A) POESIA tema LIBERO= UNO -o a discrezione dell’autore- DUE componimenti a tema libero
in 8 copie anonime>> di cui 1 sola con dati. Lunghezza tassativa massima 40 versi
B) POESIA dal tema “IL MIO LUOGO DEL CUORE”:UNA/DUE poesie in 8 copie- max 40versi
C) NARRATIVA Breve a TEMA LIBERO=
UN racconto in 8 copie e 1 con dati completi – lunghezza max 3 cartelle (facciate).
I TESTI =Ogni testo cartaceo sarà presentato in 8 copie anonime di cui 1 con i dati chiari e completi dell’autorecon= nome cogn. data nascita, indirizzo del domicilio, e-mail, telefono e FIRMA.
IL CURRICULUM NON è OBBLIGATORIO MA è ASSAI GRADITO.
Uno stesso autore potrà con lo stesso invio
concorrere ad ognuna delle tre sezioni con opere dissimili ma con buste ben separate contenenti le tre quote e tutte le copie anonime più quelle
comprensive di dati e firma (vedi sopra).
_ ISTRUZIONI per l’INVIO = Spedire tramite Poste Italiane a= LAGIP- MY- Daniela Bruni via Laureati 89-
63074 SAN BENEDETTO TRONTO (AP)
_ PREMI= Cofanetto con targa personalizzata e volumi ai vincitori assoluti. Attestati personalizzati ai restanti secondi, terzi, quarti classificati, alle Segnalazionidi merito, Menzioni d’onore, ai Riconoscimenti speciali. Nel corso della Premiazione sarà assegnato anche una litografia dell’artista Maxs Felinfer ad un autore -se presente- che si sarà distinto per una particolare pregevolezza e fantasia creativa.
_ NOTA: Chi desidera può richiedere un diploma di encomio quale attestato di partecipazione allegando 5 euro a parte e apponendo la dicitura “RICHIEDO ATTESTATO” che sarà recapitato a domicilio via poste italiane a tutti i richiedenti.
SCADENZA: entro e non oltre martedì 25 marzo 2014 Farà fede il timbro postale di partenza.>>>>SI PREGANO gli autori –-se è loro possibile--di inviare i componimenti con sollecitudine, senza attendere gli ultimi giorni utili = SIAMO ASSAI GRATI A CHI VORRA' COLLABORARE in TAL SENSO!
QUOTA di PARTECIP. per ogni sezione: L’autore allegherà ben occultati 10 euro in contanti o in francobolli da 70 cent. insieme agli elaboratio vaglia all’indirizzo della segreteria .
Gli autori di lingua italiana RESIDENTI ALL'ESTERO possono partecipare in forma gratuita attenendosi allo stesso bando. Ogni autore con la sua partecipazione e firma accetta il contenuto del presente bando completo e concede il trattamento dei dati sensibili secondo le disposizioni della legge sulla Privacy. Detti dati saranno
in futuro utilizzati unicamente per comunicazioni inerenti il concorso e per comunicati a carattere culturale. Verdetto di giuria: è insindacabile e sarà prontamente comunicato ai SOLI premiati e finalisti. I premiati sono pregati di ritirare di persona i riconoscimenti (salvo impedimenti dell’ultima ora per cause di forza maggiore
comunicati prontamente per tel. all’Organizzazione)
o per delega a terzi che presenzieranno alla Cerimonia.
I premi NON RITIRATI saranno spediti con Poste Italiane su espressa richiesta dei titolari e a nostre totali spese, ad eccezione unica dei riconoscimenti ai cui assegnatari sarà richiesto unicamente n. cinque francobolli da settanta cent.
In nessun caso le opere presentate saranno restituite.
Una volta inoltrato l’invio per motivi di ordine organizzativo non è possibile accogliere richieste da parte degli autori inerenti ai titoli delle opere da loro
precedentemente inviate. Per tutto quanto non previsto dal bando varrà la deliberazione ultima del Coordinamento del concorso. Non sono previsti rimborsi-spese di sorta per diritti, spese di viaggio, pernottamento e simili. Gli elaborati non rispondenti alle caratteristiche richieste non saranno presi in considerazione. L’organizzazione non risponde di disguidi postali imputabili a Poste Italiane o mancati arrivi di e-mail, o plagi da parte degli autori che sono i diretti responsabili dei testi che inviano.
Similmente la direzione non è tenuta ad effettuare
comunicazioni agli esclusi. In caso assai raro di inadeguatezza in qualità o quantità delle opere presentate alcuni premi e riconoscimenti potrebbero non venire assegnati. La direzione si riserva di effettuare minime variazioni volte a un migliore svolgimento dell’evento. Come ottenere una distinta copia del presente bando completo: richiedendolo a polisti@ alice.it o
. anche per tel. solo nelle ore 17-19 allo 3484703588
Premiazione: è prevista in loco nella prima metà del 2014.
NOTIZIE SUL VERDETTO= Il Verdetto finale di giuria sarà diffuso tramite comunicati- stampa e in particolare sul giornale on-line Corriere di S.Nicola, e nella rivista cartacea culturale specializzata
Il Convivio.
mercoledì 22 gennaio 2014
CONCORSO LETTERARIO “PAROLE & POESIA”
VI Edizione
L’Associazione Culturale “La Nuova Poesia”, con il Patrocinio del Comune di Formigine (MO), in collaborazione col Museo Agorà dell’Arte di Sersale (CZ), la Casa Editrice Il Fiorino (MO), il Circolo degli Artisti (MO), il Circolo La Fonte d’Ippocrene di Modena, l’ E-book Editore e il Reale Ordine di Cipro, indice la VI Edizione del Concorso Letterario “Parole & Poesia” allo scopo di promuovere la cultura, favorire la libertà di espressione dei sentimenti e delle emozioni e dare visibilità all’arte poetica.
REGOLAMENTO
1. Il concorso, aperto a tutti gli autori in lingua italiana e dialettali, si articola nelle seguenti sezioni:
A) POESIA a tema libero - massimo 2 poesie in 1 copia.
B) POESIA RELIGIOSA - massimo 2 poesie in 1 copia.
C) POESIA IN VERNACOLO (con traduzione in italiano) – massimo 2 poesie in 1 copia.
D) RACCONTO - massimo 5 cartelle (ogni cartella corrisponde a 30 righe), in 1 copia.
E) LIBRO DI POESIE (italiano o vernacolo), pubblicato da casa editrice o in proprio, in 1 copia.
F) POESIA A TEMA: L’Aceto Balsamico di Modena - massimo 2 poesie in 1 copia.
( le opere possono essere edite o inedite, anche vincitrici in altri concorsi ).
2. Gli elaborati vanno inviati a mezzo posta (no raccomandata) entro il 30 GENNAIO 2014 all’indirizzo: Antonio Maglio (Concorso Letterario)- via Toscana, 14 - 41043 FORMIGINE (MO)
3. Nella busta inserire un foglio coi propri dati (nome, età, indirizzo, telefono, e-mail, sezione e titolo delle opere).
4. Ogni autore può partecipare a più sezioni. Il contributo per spese di lettura, postali e di segreteria, è di € 5.00 per sezione, da inserire nella busta (oppure € 7.00 per sezione da versare sul c.c.p. 120 40 416 intestato a: Edizioni il Fiorino – Modena, causale: Concorso Letterario).
5. La Segreteria del Premio comunicherà l’esito delle votazioni, nonché la data della premiazione (nella Sala della Loggia del Castello di Formigine), solo ai vincitori e ai segnalati. L’elenco verrà pubblicato su Internet, su varie riviste letterarie e su http://lanuovapoesia.blogspot.com/ .
6. Le opere saranno valutate a giudizio insindacabile da una giuria composta da poeti, scrittori, docenti, giornalisti e teologi (i nomi verranno resi noti il giorno della premiazione).
7. La partecipazione al premio implica l’accettazione completa del presente regolamento.
8. I dati personali dei concorrenti saranno tutelati ai sensi della Legge 675/96 sulla privacy.
PREMI. Per i primi 3 classificati: Diploma d’Onore più Coppa o Medaglia o Quadro (artisti B. Caristo di Sersale CZ e P. Millucci (PG) e la pubblicazione gratuita di un libro (poesie e/o racconti, 5 copie omaggio per l’autore, 35-40 pagine). Per 3 vincitori la pubblicazione gratuita di un e-book. Eventuale pubblicazione di una poesia dei primi 10 classificati nell’ Antologia “I Nuovi Poeti 2”.
Notorietà: l’elenco dei vincitori verrà segnalato a varie riviste letterarie e diffuso su internet.
Per informazioni e-mail: antonio.maglio@inwind.it , tel: 348 92 16 566 (ore 18-20).
Antonio Maglio
http://lanuovapoesia.blogspot.com/
L’Associazione Culturale “La Nuova Poesia”, con il Patrocinio del Comune di Formigine (MO), in collaborazione col Museo Agorà dell’Arte di Sersale (CZ), la Casa Editrice Il Fiorino (MO), il Circolo degli Artisti (MO), il Circolo La Fonte d’Ippocrene di Modena, l’ E-book Editore e il Reale Ordine di Cipro, indice la VI Edizione del Concorso Letterario “Parole & Poesia” allo scopo di promuovere la cultura, favorire la libertà di espressione dei sentimenti e delle emozioni e dare visibilità all’arte poetica.
REGOLAMENTO
1. Il concorso, aperto a tutti gli autori in lingua italiana e dialettali, si articola nelle seguenti sezioni:
A) POESIA a tema libero - massimo 2 poesie in 1 copia.
B) POESIA RELIGIOSA - massimo 2 poesie in 1 copia.
C) POESIA IN VERNACOLO (con traduzione in italiano) – massimo 2 poesie in 1 copia.
D) RACCONTO - massimo 5 cartelle (ogni cartella corrisponde a 30 righe), in 1 copia.
E) LIBRO DI POESIE (italiano o vernacolo), pubblicato da casa editrice o in proprio, in 1 copia.
F) POESIA A TEMA: L’Aceto Balsamico di Modena - massimo 2 poesie in 1 copia.
( le opere possono essere edite o inedite, anche vincitrici in altri concorsi ).
2. Gli elaborati vanno inviati a mezzo posta (no raccomandata) entro il 30 GENNAIO 2014 all’indirizzo: Antonio Maglio (Concorso Letterario)- via Toscana, 14 - 41043 FORMIGINE (MO)
3. Nella busta inserire un foglio coi propri dati (nome, età, indirizzo, telefono, e-mail, sezione e titolo delle opere).
4. Ogni autore può partecipare a più sezioni. Il contributo per spese di lettura, postali e di segreteria, è di € 5.00 per sezione, da inserire nella busta (oppure € 7.00 per sezione da versare sul c.c.p. 120 40 416 intestato a: Edizioni il Fiorino – Modena, causale: Concorso Letterario).
5. La Segreteria del Premio comunicherà l’esito delle votazioni, nonché la data della premiazione (nella Sala della Loggia del Castello di Formigine), solo ai vincitori e ai segnalati. L’elenco verrà pubblicato su Internet, su varie riviste letterarie e su http://lanuovapoesia.blogspot.com/ .
6. Le opere saranno valutate a giudizio insindacabile da una giuria composta da poeti, scrittori, docenti, giornalisti e teologi (i nomi verranno resi noti il giorno della premiazione).
7. La partecipazione al premio implica l’accettazione completa del presente regolamento.
8. I dati personali dei concorrenti saranno tutelati ai sensi della Legge 675/96 sulla privacy.
PREMI. Per i primi 3 classificati: Diploma d’Onore più Coppa o Medaglia o Quadro (artisti B. Caristo di Sersale CZ e P. Millucci (PG) e la pubblicazione gratuita di un libro (poesie e/o racconti, 5 copie omaggio per l’autore, 35-40 pagine). Per 3 vincitori la pubblicazione gratuita di un e-book. Eventuale pubblicazione di una poesia dei primi 10 classificati nell’ Antologia “I Nuovi Poeti 2”.
Notorietà: l’elenco dei vincitori verrà segnalato a varie riviste letterarie e diffuso su internet.
Per informazioni e-mail: antonio.maglio@inwind.it , tel: 348 92 16 566 (ore 18-20).
Antonio Maglio
http://lanuovapoesia.blogspot.com/
domenica 19 gennaio 2014
Carmen Moscariello, non è tempo per il Messia, Guida, recensione di Giuseppe Manitta su Cultura e prospettive, ott.-dic. 2013 n. 21
Nelle proprie considerazioni estetiche William Blake, che fu, non dimentichiamolo, anche un interessante scrittore, affermava che l’«Antico
e Nuovo testamento sono il grande codice dell’arte». Questa considerazione ha dato l’incipit ad uno dei testi più interessanti degli ultimi cinquant’anni sull’argomento. Mi riferisco a "Il grande codice. La Bibbia e la letteratura" di Northrop Frye dal quale emergono almeno tre posizioni di lettura e di interpretazione: la prima evidenzia la teoria estetico-letteraria emergente dal grande codice; una seconda chiave di lettura avviene quando si ‘autopone’ il grande codice come testo letterario; ed infine un’ultima analisi che presume il testo sacro come generatore di letteratura e arte. Con altri termini e altre sostanze si riferisce Auerbach al testo biblico, come giustamente rileva Ugo Piscopo nella prefazione al volume di liriche di Carmen Moscariello dal titolo "non è tempo per il Messia". Il titolo, elemento indicativo e necessariamente interessante per l’analisi di un’opera letteraria, nel caso della Moscariello offre un indizio-guida di interpretazione, che si chiarifica solo alla fine della lettura. Ad una prima visione dell’opera, dall’esterno e senza aprirla, l’allocuzione "non è tempo per il Messia" sembra essere un’asserzione, i cui risvolti e sfaccettature devono indagarsi appieno: «A questa fonte seduttiva di rappresentazione della Immensa Assenza di Dio nelle vicende umane, ‘troppo umane’, si potrebbe dire con Nietzsche, se considerate attraverso la specola delle pulsioni all’errore, si richiama Carmen nel titolo, citando il Messia e ponendo tra lui e la realtà contemporanea un netto discrimine, per scelta, ottusità e brutalità del nostro fare» (Ugo Piscopo, dalla Prefazione, p. 10). A ciò, Piscopo aggiunge l’individuazione di consonanze iacoponiane e riferimenti letterari, che sono intensi nell’opera della Moscariello.
A Criseide il dardo attraversa la gola,
nelle periferie d’orizzonte
non è tempo per il Messia
singhiozzi marginali
in passi decisi a ritrovarTi
pur nel capestro delle ore
brucia l’ortica per il tuo abbandono.
Dalla grondaia innevata pende
L’uomo ha perso il pane quotidiano.
Nessuno ha pietà,
il Poeta attraversò lo Stige
nel buio è la morte del mondo senza Dio
il cielo metropolitano
è l’oblio a ogni clemenza.
Si tratta di versi che fanno parte della lirica proemiale, "la vita... un campo di grano maturo..." Dai pochi elementi, si aggiunge un dettaglio al titolo lapidario dell’intera raccolta. La poetessa ci presenta una poesia dello smarrimento in cui non solo l’uomo ha perso Dio, ma ha anche perso se stesso. A questa analisi si associa immediatamente la riflessione che l’autrice inserisce nella seconda lirica della raccolta, "dimmi che esisti", in cui si collega il concetto dell’oblio a quello del naufragio. Nel caso della Moscariello, il naufragio non è quello della dolcezza leopardiana, ma sapora dell’oblio e dello smarrimento: «qui naufraga la logica stanca della ragione // eterno è il pensiero di Dio». Osservando il dato metaforico e simbolico, nelle
prime due liriche ha una funzione identificativa l’ortica, che nella teologia
biblica è il negativo del campo, è l’erba che devasta, così come si ricorda in Osea 9,6 e Isaia, 34,13. La poesia ‘religiosa’ della Moscariello verte, dunque, sulla ricerca e sull’inquietudine, in cui l’anima, rivolgendosi a Dio, «brama di trovarti, ma non conosce dove tu stia», come riferisce Anselmo d’Aosta nel Proslogio. Quindi l’ispirazione biblica si associa alla poesia laica e diviene espressione del tempo vissuto. Il tempo è un’altra categoria fondamentale nell’opera della poetessa: il tempo vissuto, si diceva, e il tempo
da vivere. A questa concezione si collegano, difatti, le tematiche sociali (ad esempio nella lirica dedicata a Ciccio e Tore, i ragazzini precipitati e morti nel pozzo pugliese) e il dolore personale. Questa connessione dei vari tempi della lirica si condensano nel ‘dramma’ dell’assenza di fede che trasuda dal dialogo "fragmenta in passione: stabat mater". Scrive la Moscariello:
né c’è scampo per il ricco epulone
né ai tortuosi ossiuri della parola
la montagna si spaccò attraversata dal dolore
I pesci nel mare annerito
dalla centrale boccheggiarono
per l’ultima volta, tra anse al mercurio
Si tratta di due strofe in cui quella condensazione del tempo si attua in modo chiaro e visibile. Un primo tempo è costituito dal ‘peccato’ biblico e da quello storico. Infatti i due riferimenti nella prima strofe sono uno al vangelo, evento tra i due più noto, e l’altro allo scenario miracoloso della montagna di Gaeta che "si spacca a causa dell’assenza di fede" di un turco. Poi avviene il salto temporale. Il riferimento che Carmen Moscariello fa nella seconda strofe è alla centrale nucleare di Garigliano, probabile causa di inquinamento.
Dunque, il tempo e lo spazio si fondono nel dolore e la poetessa se ne fa carico, se ne assume la ‘croce’ poetica. La passione del titolo di "fragmenta in passione...", che possiamo definire un poemetto, si realizza nel dolore non solo misticoevangelico, ma anche socioambientale e affettivo. Questo ha la sua piena realizzazione nel distacco, di cui simbolo è la separazione tra la madre e il figlio, nel caso del poemetto citato tra Maria e Gesù. In "fragmenta in passione..." si possono individuare altri aspetti della poetica
generale dell’autrice. La teatralità del dialogo, in questo caso più evidente, è presente in più luoghi del testo così come la croce simbolo di dolore e l’immagine della madre dolente («il sale arse il sole e i miei pensieri», da notare la bellissima allitterazione del verso). Di fronte a questa drammatica visione anche il poeta rimane senza parole:
il Poeta è muto
la diaspora strappò via
anche il silenzio
tramonta il mondo
gli stolti hanno ragione dei savi
il tempo ha passo di neve
udii il salmo funebre
a interrare la parola
[...]
Questa è la condizione in cui la poetessa Moscariello vive, ma partecipa anche di una pars construens, positiva in sé, che risiede in due condizioni evidenti: la preghiera religiosa, della quale vari aspetti si riscontrano nell’opera, e una preghiera laica che si rivolge agli affetti principali dell’uomo, ovvero la famiglia e l’amicizia. Nello smarrimento del dolore non ha sopravvento l’abbandono, afferma difatti la poetessa: «vado nel vento, / sono furia e lamento» (senza paura). Ciò accade, sebbene rimanga sempre lecito il dubbio: «o Dio, sono anch’io figlia del cielo?» (vista in sogno). Il lamento, dunque, si associa alla furia, al grido e alla lotta. Gli appigli certi in questa lotta, come si accennava, sono gli affetti. In tal senso bisogna leggere, a mio avviso, le poesie dedicate ad amici, come Renato Filippelli oppure Padre Daniele (p. 38) e ancor meglio le liriche dedicate alle Figlie. Nei confronti di quest’ultime la poetessa non solo nutre un amore incondizionato e assoluto, ma anche la condivisione della ricerca personale, di cui il libro è frutto. È il caso della lirica "a mia figlia Lara" (p. 26) in cui in chiusura si afferma:
Abbiamo insieme varcato le soglie
di ogni dolore per poi ritrovarci sempre
a custodire foglie profumate di pensieri
ricerche di strade che portano al Buon Dio
La chiave di lettura della raccolta viene espressamente indicata dalla poetessa, facendo emergere le due anime che si individuano nella poesia: l’anima del poeta e l’anima della madre. Proprio la coscienza e passione di essere madre rende la lettura religiosa dell’opera della Moscariello anche laica. Difatti, nel già ricordato poemetto "fragmenta in passione: stabat mater", non si ha una semplice ispirazione poetica o riduzione in versi dell’evento biblico, ma la compartecipazione del dolore materno che ha potuto provare Maria madre di Gesù e che la poetessa fa proprio esprimendone la straziante condizione. La duplice figura di poeta-madre, che poi si presenta fusa in una sola personalità, è chiara dal seguente passo tratto dalla lirica "momento d’addio in memoria del Poeta Renato Filippelli":
Chi può dire dove ci incontreremo per raccontarti
Ancora le mie liturgie di madre e di poeta?
Questa condizione, comunque, è legata al dolore, non solo personale, ma anche universale. L’aspetto sociale e universale del dolore non è semplice descrittivismo, ma compartecipazione. Si tratta di una chiara condizione espressa in "poesia":
Nella pietà di un verso
piegai i miei pensieri
poeta
ascoltai il dolore del mondo
brucai l’erba amara
dei chiodati alla croce
denunziai il male
morsicata
dalla tarantola
corsi dalla morte alla vita
raccolsi nei cieli stellati
"non è tempo per il Messia" è anche un’opera dell’ascolto. Molte sono le metafore e condizioni visive della raccolta, ma altrettante quelle uditive. La poetessa sente, e nell’ascolto cerca di capire il dramma, infine lo assimila. Ma esiste un altro tipo di ascolto, quello della preghiera a un Dio che sembra silente, e a volte persino assente. Ho usato il verbo ‘sembra’, perché la poetessa è consapevole, invece, dell’ascolto di Dio perché «chino è l’orecchio di Dio / alla mia preghiera» (non celarti alla mia supplica). Dunque, il titolo "non è tempo per il Messia" si presta ad una lettura antifrastica. Ovvero, non è tempo per il Messia in quanto lo sfacelo è evidente e la sua presenza sembra non percepibile, ma è il tempo per il Messia affinché lui ascolti la preghiera e operi nella riedificazione. Nello smarrimento si respira, dunque, la speranza dell’epifania. Essa è il culmen della poesia, la sua realizzazione. Non a caso la chiusura del libro di Carmen Moscariello è rivolta all’essere madre, alla rinascita o meglio alla nascita come generazione di vita e di speranza.
ha una nuova Epifania la vita
è nell’angelo azzurro che bussa alla nostra porta
È il Natale della gioia
è un bimbo!
il mio cuore di madre scricchiola, si perde
in rugiade antiche, in acque festose
le emozioni sconosciute ricamano l’attesa.
Ho saputo credere in te, mia dolce Silvia,
e che gioia stringerti al cuore, sentirti forte
e pronta a questo cammino luminoso
appari gigante alla tua giovane vita di madre.
("Nel ventre tuo benedetto")
e Nuovo testamento sono il grande codice dell’arte». Questa considerazione ha dato l’incipit ad uno dei testi più interessanti degli ultimi cinquant’anni sull’argomento. Mi riferisco a "Il grande codice. La Bibbia e la letteratura" di Northrop Frye dal quale emergono almeno tre posizioni di lettura e di interpretazione: la prima evidenzia la teoria estetico-letteraria emergente dal grande codice; una seconda chiave di lettura avviene quando si ‘autopone’ il grande codice come testo letterario; ed infine un’ultima analisi che presume il testo sacro come generatore di letteratura e arte. Con altri termini e altre sostanze si riferisce Auerbach al testo biblico, come giustamente rileva Ugo Piscopo nella prefazione al volume di liriche di Carmen Moscariello dal titolo "non è tempo per il Messia". Il titolo, elemento indicativo e necessariamente interessante per l’analisi di un’opera letteraria, nel caso della Moscariello offre un indizio-guida di interpretazione, che si chiarifica solo alla fine della lettura. Ad una prima visione dell’opera, dall’esterno e senza aprirla, l’allocuzione "non è tempo per il Messia" sembra essere un’asserzione, i cui risvolti e sfaccettature devono indagarsi appieno: «A questa fonte seduttiva di rappresentazione della Immensa Assenza di Dio nelle vicende umane, ‘troppo umane’, si potrebbe dire con Nietzsche, se considerate attraverso la specola delle pulsioni all’errore, si richiama Carmen nel titolo, citando il Messia e ponendo tra lui e la realtà contemporanea un netto discrimine, per scelta, ottusità e brutalità del nostro fare» (Ugo Piscopo, dalla Prefazione, p. 10). A ciò, Piscopo aggiunge l’individuazione di consonanze iacoponiane e riferimenti letterari, che sono intensi nell’opera della Moscariello.
A Criseide il dardo attraversa la gola,
nelle periferie d’orizzonte
non è tempo per il Messia
singhiozzi marginali
in passi decisi a ritrovarTi
pur nel capestro delle ore
brucia l’ortica per il tuo abbandono.
Dalla grondaia innevata pende
L’uomo ha perso il pane quotidiano.
Nessuno ha pietà,
il Poeta attraversò lo Stige
nel buio è la morte del mondo senza Dio
il cielo metropolitano
è l’oblio a ogni clemenza.
Si tratta di versi che fanno parte della lirica proemiale, "la vita... un campo di grano maturo..." Dai pochi elementi, si aggiunge un dettaglio al titolo lapidario dell’intera raccolta. La poetessa ci presenta una poesia dello smarrimento in cui non solo l’uomo ha perso Dio, ma ha anche perso se stesso. A questa analisi si associa immediatamente la riflessione che l’autrice inserisce nella seconda lirica della raccolta, "dimmi che esisti", in cui si collega il concetto dell’oblio a quello del naufragio. Nel caso della Moscariello, il naufragio non è quello della dolcezza leopardiana, ma sapora dell’oblio e dello smarrimento: «qui naufraga la logica stanca della ragione // eterno è il pensiero di Dio». Osservando il dato metaforico e simbolico, nelle
prime due liriche ha una funzione identificativa l’ortica, che nella teologia
biblica è il negativo del campo, è l’erba che devasta, così come si ricorda in Osea 9,6 e Isaia, 34,13. La poesia ‘religiosa’ della Moscariello verte, dunque, sulla ricerca e sull’inquietudine, in cui l’anima, rivolgendosi a Dio, «brama di trovarti, ma non conosce dove tu stia», come riferisce Anselmo d’Aosta nel Proslogio. Quindi l’ispirazione biblica si associa alla poesia laica e diviene espressione del tempo vissuto. Il tempo è un’altra categoria fondamentale nell’opera della poetessa: il tempo vissuto, si diceva, e il tempo
da vivere. A questa concezione si collegano, difatti, le tematiche sociali (ad esempio nella lirica dedicata a Ciccio e Tore, i ragazzini precipitati e morti nel pozzo pugliese) e il dolore personale. Questa connessione dei vari tempi della lirica si condensano nel ‘dramma’ dell’assenza di fede che trasuda dal dialogo "fragmenta in passione: stabat mater". Scrive la Moscariello:
né c’è scampo per il ricco epulone
né ai tortuosi ossiuri della parola
la montagna si spaccò attraversata dal dolore
I pesci nel mare annerito
dalla centrale boccheggiarono
per l’ultima volta, tra anse al mercurio
Si tratta di due strofe in cui quella condensazione del tempo si attua in modo chiaro e visibile. Un primo tempo è costituito dal ‘peccato’ biblico e da quello storico. Infatti i due riferimenti nella prima strofe sono uno al vangelo, evento tra i due più noto, e l’altro allo scenario miracoloso della montagna di Gaeta che "si spacca a causa dell’assenza di fede" di un turco. Poi avviene il salto temporale. Il riferimento che Carmen Moscariello fa nella seconda strofe è alla centrale nucleare di Garigliano, probabile causa di inquinamento.
Dunque, il tempo e lo spazio si fondono nel dolore e la poetessa se ne fa carico, se ne assume la ‘croce’ poetica. La passione del titolo di "fragmenta in passione...", che possiamo definire un poemetto, si realizza nel dolore non solo misticoevangelico, ma anche socioambientale e affettivo. Questo ha la sua piena realizzazione nel distacco, di cui simbolo è la separazione tra la madre e il figlio, nel caso del poemetto citato tra Maria e Gesù. In "fragmenta in passione..." si possono individuare altri aspetti della poetica
generale dell’autrice. La teatralità del dialogo, in questo caso più evidente, è presente in più luoghi del testo così come la croce simbolo di dolore e l’immagine della madre dolente («il sale arse il sole e i miei pensieri», da notare la bellissima allitterazione del verso). Di fronte a questa drammatica visione anche il poeta rimane senza parole:
il Poeta è muto
la diaspora strappò via
anche il silenzio
tramonta il mondo
gli stolti hanno ragione dei savi
il tempo ha passo di neve
udii il salmo funebre
a interrare la parola
[...]
Questa è la condizione in cui la poetessa Moscariello vive, ma partecipa anche di una pars construens, positiva in sé, che risiede in due condizioni evidenti: la preghiera religiosa, della quale vari aspetti si riscontrano nell’opera, e una preghiera laica che si rivolge agli affetti principali dell’uomo, ovvero la famiglia e l’amicizia. Nello smarrimento del dolore non ha sopravvento l’abbandono, afferma difatti la poetessa: «vado nel vento, / sono furia e lamento» (senza paura). Ciò accade, sebbene rimanga sempre lecito il dubbio: «o Dio, sono anch’io figlia del cielo?» (vista in sogno). Il lamento, dunque, si associa alla furia, al grido e alla lotta. Gli appigli certi in questa lotta, come si accennava, sono gli affetti. In tal senso bisogna leggere, a mio avviso, le poesie dedicate ad amici, come Renato Filippelli oppure Padre Daniele (p. 38) e ancor meglio le liriche dedicate alle Figlie. Nei confronti di quest’ultime la poetessa non solo nutre un amore incondizionato e assoluto, ma anche la condivisione della ricerca personale, di cui il libro è frutto. È il caso della lirica "a mia figlia Lara" (p. 26) in cui in chiusura si afferma:
Abbiamo insieme varcato le soglie
di ogni dolore per poi ritrovarci sempre
a custodire foglie profumate di pensieri
ricerche di strade che portano al Buon Dio
La chiave di lettura della raccolta viene espressamente indicata dalla poetessa, facendo emergere le due anime che si individuano nella poesia: l’anima del poeta e l’anima della madre. Proprio la coscienza e passione di essere madre rende la lettura religiosa dell’opera della Moscariello anche laica. Difatti, nel già ricordato poemetto "fragmenta in passione: stabat mater", non si ha una semplice ispirazione poetica o riduzione in versi dell’evento biblico, ma la compartecipazione del dolore materno che ha potuto provare Maria madre di Gesù e che la poetessa fa proprio esprimendone la straziante condizione. La duplice figura di poeta-madre, che poi si presenta fusa in una sola personalità, è chiara dal seguente passo tratto dalla lirica "momento d’addio in memoria del Poeta Renato Filippelli":
Chi può dire dove ci incontreremo per raccontarti
Ancora le mie liturgie di madre e di poeta?
Questa condizione, comunque, è legata al dolore, non solo personale, ma anche universale. L’aspetto sociale e universale del dolore non è semplice descrittivismo, ma compartecipazione. Si tratta di una chiara condizione espressa in "poesia":
Nella pietà di un verso
piegai i miei pensieri
poeta
ascoltai il dolore del mondo
brucai l’erba amara
dei chiodati alla croce
denunziai il male
morsicata
dalla tarantola
corsi dalla morte alla vita
raccolsi nei cieli stellati
"non è tempo per il Messia" è anche un’opera dell’ascolto. Molte sono le metafore e condizioni visive della raccolta, ma altrettante quelle uditive. La poetessa sente, e nell’ascolto cerca di capire il dramma, infine lo assimila. Ma esiste un altro tipo di ascolto, quello della preghiera a un Dio che sembra silente, e a volte persino assente. Ho usato il verbo ‘sembra’, perché la poetessa è consapevole, invece, dell’ascolto di Dio perché «chino è l’orecchio di Dio / alla mia preghiera» (non celarti alla mia supplica). Dunque, il titolo "non è tempo per il Messia" si presta ad una lettura antifrastica. Ovvero, non è tempo per il Messia in quanto lo sfacelo è evidente e la sua presenza sembra non percepibile, ma è il tempo per il Messia affinché lui ascolti la preghiera e operi nella riedificazione. Nello smarrimento si respira, dunque, la speranza dell’epifania. Essa è il culmen della poesia, la sua realizzazione. Non a caso la chiusura del libro di Carmen Moscariello è rivolta all’essere madre, alla rinascita o meglio alla nascita come generazione di vita e di speranza.
ha una nuova Epifania la vita
è nell’angelo azzurro che bussa alla nostra porta
È il Natale della gioia
è un bimbo!
il mio cuore di madre scricchiola, si perde
in rugiade antiche, in acque festose
le emozioni sconosciute ricamano l’attesa.
Ho saputo credere in te, mia dolce Silvia,
e che gioia stringerti al cuore, sentirti forte
e pronta a questo cammino luminoso
appari gigante alla tua giovane vita di madre.
("Nel ventre tuo benedetto")
venerdì 17 gennaio 2014
Premio “Tulliola”- Premio di poesia Renato Filippelli: fino al 30 aprile 2014 si può partecipare alla XXII edizione - UPDATE
Associazione
culturale Tulliola
PREMIO
INTERNAZIONALE TULLIOLA – Renato Filippelli 2013-2014
PREMIO
DI POESIA RENATO FILIPPELLI
XXII
edizione
….........................
comunicato
stampa
Premio
“Tulliola”: fino al 30 aprile 2014
si
può partecipare alla XXII edizione del concorso
L’Associazione
culturale “Tulliola” bandisce
il concorso della XXII edizione del Premio internazionale “Tulliola”,
che comprende 5 sezioni: Premio di Poesia “Renato Filippelli” per
la Poesia edita; Premio della Legalità; Opere edite o inedite
(comprese monografie, saggi, articoli giornalistici) dedicate alla
poesia di Renato Filippelli; Romanzo edito; Saggistica edita.
Non
è richiesta tassa di lettura per nessuna delle sezioni,
per ognuna delle quali occorre
inviare
8 volumi. Le opere dovranno pervenire entro
e non oltre il 30 aprile 2014
presso: Carmen Moscariello, via Paone S. Remigio, 04023 Formia (LT).
All'interno
di ogni singolo libro o articolo giornalistico inviato devono essere
indicati tutti i dati del partecipante, compreso numero telefonico o
indirizzo mail. Si prega di allegare anche una dichiarazione scritta
e firmata con cui si autorizza la pubblicazione del proprio nome in
caso di vincita o di segnalazione. Per informazioni: tel. 320/8597966
mail: carmen.moscariello@yahoo.it,
barbara.vellucci@libero.it.
Il
Premio di Poesia porta il nome di
Renato Filippelli
che per diciannove anni l’ha presieduto, contribuendo alla sua fama
e al suo prestigio. Specificamente all’opera del Poeta è dedicata
la seconda sezione del Premio.
Il
Premio, già dalla precedente edizione, ha inserito nella sua
funzione, oltre a quella specificamente letteraria, anche un ruolo di
difesa della donna, di lotta contro la criminalità, in particolare
contro le mafie. Pertanto l’Associazione
culturale “Tulliola”
ha
istituzionalizzato una serie di Riconoscimenti
d’Onore da consegnare ad indiscusse Personalità
impegnate nei campi anzidetti.
Presidente
e Fondatrice del Premio è Carmen
Moscariello;
segretari: Mario
Rizzi
e Barbara
Vellucci.
La Giuria – di cui è presidente onorario Erasmo
Magliozzi
– è presieduta da Ugo
Piscopo
e formata da Marina
Argenziano Maggi,
Mary
Attento,
Lorenzo
Ciufo,
Silvano
Cuciniello,
Ernesto,
Serena Dal Borgo D’Argenio,
Franco
De Luca,
Manfredo
Di Biasio,
Gelsomina
Formicola Filippelli,
Michele
Graziosetto,
Giuseppe
Limone,
Erasmo Magliozzi, Giuseppe
Manitta,
Carmen Moscariello, Giuseppe
Napolitano,
Annella
Prisco,
Domenico
Pimpinella,
Maria
Pia Selvaggio, Antonio Spagnuolo.
Tutti i membri della Giuria operano senza compenso alcuno. Il Premio
si autofinanzia, non chiede contributi ad enti pubblici.
Ai
primi tre vincitori di ogni sezione andrà un’opera d’arte degli
artisti: Celestino
Casaburi, Antonio Conte, Ernesto
D’Argenio, Franco De Luca, Raffaella
Fuscello, Antonio Scotto
e
Francesco Paolo Stravato.
Agli altri partecipanti saranno donate coppe e/o targhe. I vincitori
saranno avvertiti telefonicamente, o con lettera, o tramite mail. Per
aver diritto al premio bisogna essere presenti alla cerimonia di
consegna dei riconoscimenti, che si terrà
martedì 20 maggio 2014 alle
ore 16,30 al Castello
Miramare di
Formia
(LT).
Le opere inviate non saranno restituite.
Le opere inviate non saranno restituite.
con
preghiera di diffusione
INFO
Associazione
culturale Tulliola
Nasce il Caffè Letterario Zambardi
COMUNICATO STAMPA
* * *
San Pietro Infine
Nasce il Caffè Letterario Zambardi
Nove poeti per l’inaugurazione del Caffè Letterario Zambardi a San Pietro Infine: Maria Benedetta Cerro, Ida Di Ianni, Luciana D’Ingeo, Chiara Franchitti, Maria Giusti, Amerigo Iannacone, Rita Iulianis, Giuseppe Napolitano, Irene Vallone. È partita un po’ come un gioco: perché non creiamo, nel bar Zambardi, un Caffè Letterario? Ci sono tutti i presupposti: la posizione in piazza al centro del paese, la posizione del paese alla confluenza di tre regioni (Lazio, Campania e Molise) e punto di incontro di una rete di amicizia letterarie, la voglia di fare. E cosí sabato 11 gennaio 2014 ci si è ritrovati nel Caffè Letterario Zambardi, dove ogni poeta ha avuto una decina di minuti per leggere propri testi. Si sono alternati stili diversi e voci diverse, ma tutti i lettori hanno catturato l’attenzione dei presenti e non sono mancati momenti di intensa commozione. Dopo la manifestazione, tutti in pizzeria.
L’evento è stato apprezzato: è piaciuto al pubblico e agli stessi poeti. E perciò non rimarrà un evento isolato. È stato solo il primo di una serie di incontri che si terranno nel Caffè Letterario, a scadenze piú o meno bimestrali, nei quali si avvicenderanno voci poetiche vecchie e nuove.
Si tratta di una di quelle iniziative di cui c’è sempre piú bisogno in una società distratta, egoista, edonista e indolente, perché la poesia parla al cuore delle persone.
* * *
San Pietro Infine
Nasce il Caffè Letterario Zambardi
Nove poeti per l’inaugurazione del Caffè Letterario Zambardi a San Pietro Infine: Maria Benedetta Cerro, Ida Di Ianni, Luciana D’Ingeo, Chiara Franchitti, Maria Giusti, Amerigo Iannacone, Rita Iulianis, Giuseppe Napolitano, Irene Vallone. È partita un po’ come un gioco: perché non creiamo, nel bar Zambardi, un Caffè Letterario? Ci sono tutti i presupposti: la posizione in piazza al centro del paese, la posizione del paese alla confluenza di tre regioni (Lazio, Campania e Molise) e punto di incontro di una rete di amicizia letterarie, la voglia di fare. E cosí sabato 11 gennaio 2014 ci si è ritrovati nel Caffè Letterario Zambardi, dove ogni poeta ha avuto una decina di minuti per leggere propri testi. Si sono alternati stili diversi e voci diverse, ma tutti i lettori hanno catturato l’attenzione dei presenti e non sono mancati momenti di intensa commozione. Dopo la manifestazione, tutti in pizzeria.
L’evento è stato apprezzato: è piaciuto al pubblico e agli stessi poeti. E perciò non rimarrà un evento isolato. È stato solo il primo di una serie di incontri che si terranno nel Caffè Letterario, a scadenze piú o meno bimestrali, nei quali si avvicenderanno voci poetiche vecchie e nuove.
Si tratta di una di quelle iniziative di cui c’è sempre piú bisogno in una società distratta, egoista, edonista e indolente, perché la poesia parla al cuore delle persone.
Mostra "Paesaggi d’anima"
L RAMO D’ORO
Centro d’arte e cultura
Via Omodeo, 124,80128 Napoli
tel 0815792526 e-mail: fyesbm@tin.it
http://www.artmajeur.com/ilramodoro
11-26/1/2014
Paesaggi d’anima
A cura di
Giorgio Agnisola e Giuliana Albano
Inaugurazione sabato 11/1/2014 ore 18 la mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il giovedì dalle 16 alle 20 fino al 26/1/2014. Sabato 25/1/2014 dalle 18 alle 20 sarà riservato ai partecipanti al seminario la scelta e la cura.
« Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, di isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto. »
(Jorge Luis Borges)
Il paesaggio - quello sguardo alla natura coltivato con un intento non solo descrittivo ma anche e soprattutto contemplativo, che ha caratterizzato tanta arte soprattutto dal Seicento all’Ottocento – sembra essere oggi un genere in disuso. Se viene coltivato dagli artisti è per ricalcare modelli tradizionali, in genere elusivi delle moderne ricerche espressive. Non è chiuso però il senso del paesaggio, quel vedere la natura con gli occhi dell’anima. Su questo piano non è più necessario il riferimento ad un definito contesto naturalistico, basta evocarlo, lasciarlo intravedere, implicando la dimensione dell’inconscio, il segno astratto, il risalto spirituale. I “Paesaggi d’anima” puntano ad una lettura della realtà naturale filtrata dalla coscienza spirituale, con uno sguardo che coniughi il vedere e il sentire: uno sguardo che implichi una percezione interiore della vita. Dieci gli artisti chiamati a rispondere al tema, ciascuno con un suo taglio stilistico, chi ancora legato alla evidenza naturalistica, chi spinto ad un oltre visivo ed espressivo, con una sensibilità che del paesaggio naturale recupera la suggestione, il profumo, la poesia. Sono: Morena Antonucci, Michele D’Alterio, Mimmo Di Laora, Loredana Manciati, Venanzio Manciocchi, Andrea Martone, Mimmo Petrella, Teresa Pollidori, Ilia Tufano, Beatrice Zappia.
Ancora aperte fino all’ 11/1/2014 le iscrizioni al seminario “La scelta e la cura” tenuto da Franco Lista e Vincenzo Montella
Il programma si svolgerà su due livelli: quattro mostre collettive di dieci artisti, i cui curatori espliciteranno i propri criteri e le proprie scelte e, interfacciato a queste, un seminario condotto da Vincenzo Montella e limitato a 10 persone, ognuna delle quali sceglierà tra le opere esposte e scriverà sulle opere scelte dei testi, formando così un proprio catalogo. Tutte insieme organizzeranno poi una mostra finale.
Il calendario delle mostre è il seguente:
- 11-26/1/2014 “Paesaggi d’anima” a cura di Giorgio Agnisola e Giuliana Albano
- 8-23/2/2014 “Fuori dalla crisi” a cura di Maurizio Vitiello
- 1-16/3/2014 “Tra forma e materia” a cura di Rosario Pinto
- 5-20/4/2014 “Davanti a noi l’archeologia” a cura di Ugo Piscopo
Saranno riservate ai soli iscritti al seminario le seguenti date: 25/1/2014; 22/2/2014; 15/3/2014; 12/4/2014.
Si accoglieranno le prime 10 richieste di partecipazione.
Centro d’arte e cultura
Via Omodeo, 124,80128 Napoli
tel 0815792526 e-mail: fyesbm@tin.it
http://www.artmajeur.com/ilramodoro
11-26/1/2014
Paesaggi d’anima
A cura di
Giorgio Agnisola e Giuliana Albano
Inaugurazione sabato 11/1/2014 ore 18 la mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il giovedì dalle 16 alle 20 fino al 26/1/2014. Sabato 25/1/2014 dalle 18 alle 20 sarà riservato ai partecipanti al seminario la scelta e la cura.
« Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, di isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto. »
(Jorge Luis Borges)
Il paesaggio - quello sguardo alla natura coltivato con un intento non solo descrittivo ma anche e soprattutto contemplativo, che ha caratterizzato tanta arte soprattutto dal Seicento all’Ottocento – sembra essere oggi un genere in disuso. Se viene coltivato dagli artisti è per ricalcare modelli tradizionali, in genere elusivi delle moderne ricerche espressive. Non è chiuso però il senso del paesaggio, quel vedere la natura con gli occhi dell’anima. Su questo piano non è più necessario il riferimento ad un definito contesto naturalistico, basta evocarlo, lasciarlo intravedere, implicando la dimensione dell’inconscio, il segno astratto, il risalto spirituale. I “Paesaggi d’anima” puntano ad una lettura della realtà naturale filtrata dalla coscienza spirituale, con uno sguardo che coniughi il vedere e il sentire: uno sguardo che implichi una percezione interiore della vita. Dieci gli artisti chiamati a rispondere al tema, ciascuno con un suo taglio stilistico, chi ancora legato alla evidenza naturalistica, chi spinto ad un oltre visivo ed espressivo, con una sensibilità che del paesaggio naturale recupera la suggestione, il profumo, la poesia. Sono: Morena Antonucci, Michele D’Alterio, Mimmo Di Laora, Loredana Manciati, Venanzio Manciocchi, Andrea Martone, Mimmo Petrella, Teresa Pollidori, Ilia Tufano, Beatrice Zappia.
Ancora aperte fino all’ 11/1/2014 le iscrizioni al seminario “La scelta e la cura” tenuto da Franco Lista e Vincenzo Montella
Il programma si svolgerà su due livelli: quattro mostre collettive di dieci artisti, i cui curatori espliciteranno i propri criteri e le proprie scelte e, interfacciato a queste, un seminario condotto da Vincenzo Montella e limitato a 10 persone, ognuna delle quali sceglierà tra le opere esposte e scriverà sulle opere scelte dei testi, formando così un proprio catalogo. Tutte insieme organizzeranno poi una mostra finale.
Il calendario delle mostre è il seguente:
- 11-26/1/2014 “Paesaggi d’anima” a cura di Giorgio Agnisola e Giuliana Albano
- 8-23/2/2014 “Fuori dalla crisi” a cura di Maurizio Vitiello
- 1-16/3/2014 “Tra forma e materia” a cura di Rosario Pinto
- 5-20/4/2014 “Davanti a noi l’archeologia” a cura di Ugo Piscopo
Saranno riservate ai soli iscritti al seminario le seguenti date: 25/1/2014; 22/2/2014; 15/3/2014; 12/4/2014.
Si accoglieranno le prime 10 richieste di partecipazione.
domenica 5 gennaio 2014
Oscilla mille di Ugo Piscopo Editrice Empiria, Roma, ottobre 2013.
Prefazione di Marcello Carlino, copertina di Tiziano Pastore
Opera presentata a Roma il 20 dicembre presso l’editore Empirìa. Relatori: Marcello Carlino, Elio Pecora, Carla Vasio.
Recensione di Carmen Moscariello
Last ditch-last folium
Druidi galoppano in notti di neve bianca e vento, filamenti d’autunno trascorso, last shot l’ultima inquadratura che viene dopo mille e più di mille. Questi haiku di Piscopo in un titolo che sa di infinito, è esaltato da un vento che prosciuga, ma non aliena e il lato trascorso è quello da venire in un canto del Nulla.
Immagini che si sfogliano in un libro bruciato, violato, abbandonato , ma sempre attraversate dal tempo e dagli spazi di molti mondi. Un affanno misterioso(yugen) inebria, stordisce viaggia in anse , fessure dove si concretizza in immagini il dolore. l’inconscio, nonostante il grande senso del logico e del metrico essenziale alla costruzione degli haiku, invade, pervade. Senti il profumo di una danza tandava, che sfugge di mano anche all’autore: i versi cadono a volte come una pioggia d’agosto, sfiorano l’udito e l’occhio tra musicati bengali e tamil, ritmi degni della danza della dea Kali, che col piede destro inizia una danza che annienta l’ignoranza per ricomporre un nuovo ordine del mondo.
La struttura stessa dell’haiku nelle sue diciassette sillabe, nei suoi tre versi: quinario, settenario, quinario, impone un costrutto ritmico , una musicalità tale da concretizzare delle lontananze che sono quelle del saggio che analizza il modo, il dolore del mondo e i suoi silenzi che attraversano intuitivi e dirompenti il mistero dell’universo, la linea che unisce le estreme strade del Nulla.
C’è dunque negli haiku di Piscopo una “texture”un’ orchestra di fiori, di occhi non stanchi. Talaltra, sferzano come una tempesta della tundra russa, gelando il cuore e la mente (wabi).
La poesia in questa preziosa opera si ripropone come dinamismo, viaggia in molti mondi, il vento spinge , raccoglie, sgretola, annienta. Fureggia il vento in bianco e in nero, non dà pace. Mono- no aware, una consapevolezza della caducità, del relativo della vita, della morte che attraversa le notti e rigenera. Yugen sentire le forze dell’universo, che non appartengono solo all’uomo, che attraversano le creature del mondo come fuscello, come foglia d’autunno e un vento che spazza via e rigenera, ricontempla, rimusica.
In stipi di pensieri e racconti di silenzi, sempre più sibila il Poeta tesse quinari , settenari, quinari, sfidando il trisulla del dio Bhairava. il poeta ama l’oriente, si avventura nella cultura misteriosa e fascinosa del Giappone, qui è il silenzio(sabi) il dio che non turba, che chiede che gioca con una sabbia di deserto lontano, lontano.
Il libro contiene haiku bellissimi, quindi immagini bellissime, memorie di mille passati, di un correre in mille avventure verso un doloroso destino del mondo. Parole, molte parole, fogli, libri che potrebbero racchiudere le nervature scoperte delle fotografie di Yuri Dojc, (last folium), come il grande fotografo slovacco-canadese, le immagini concentriche (il sasso del dolore fa vibrare all’infinito lo stagno) sono quelle di un di un passato che non passa, di un dolore eterno come quelle della scuola ebraica di Bardejov dove giacciono inermi i libri abbandonati dagli studenti deportati in campi di concentramento. Lì la vita attende.
Il dolore che ci racconta Piscopo è costruttore di una semiotica visiva, immagini torchiate come i numeri che venivano incisi sulla pelle dei bambini deportati. last wil -testamento di una storia umana, di un proiettile del quale si ignora la traiettoria. Last-ditch disperato il mondo che non scrive più alcuna storia. E poi l’haiku riprende il suo ritmo di tantra nei quinari e settenari che si ripetono e zampillano come le acque delle fontane dell’Alhambra de Granada, sono quelli dedicati alle erbette, ai fiori, alle piante profumate, al rosmarino, al rosolaccio ( oscilla rosso /per un colpo di sole/ il rosolaccio) ,ai mirtilli (mirtilli mille/ occhi sul brulichio/di muschi ed erbe), la musicalità e l’armonia raggiungono l’apice, tutto il libro non contiene punteggiatura, (solo qualche punto interrogativo), ogni parola si sposa felice con quella al suo fianco, ma anche nell’immensità del libro trova il suo posto bene assegnato. In questa porzione dell’opera per un attimo è tregua. Ma, le armonie sono soggette a una continua rinascita, in modo che il dio Bhairava non blocchi la porta, di grande suggestione (ma anche molto dolore) sono gli haiku relativi alla porzione di extrasistoli e aritmie e ancor più nelle pagine titolate Io dopo gli altri.
“Le acide attese” sono letture presaghe del mistero che avvolge e sconvolge.
più e più ti affretti/
Cuor mio a quale meta?
D’impulso di che?
Cuore al guinzaglio
Sgranare infine a chicchi
Conta del tempo
Segue una pagina governata in modo duro e violento dalla parola silenzio:
defibrillati
sottovuoto persino
silenzi atroci
sottolinguali
a sciogliere silenzi
acide attese
Qui tutto si stritola, per ricomporsi nell’insonnia del mondo, dell’uomo giusto che cerca una traiettoria differente.
Eppure, nonostante il dolore si palesi fortemente nella parola poetica, il ritmo dei suoi haiku è intraprendente, si pone colorato, fanka frenetico, in un movimento atletico, come quello de Il legnaiolo di Fortunato Depero: non fugge, corre, seppur carico.
Opera presentata a Roma il 20 dicembre presso l’editore Empirìa. Relatori: Marcello Carlino, Elio Pecora, Carla Vasio.
Recensione di Carmen Moscariello
Last ditch-last folium
Druidi galoppano in notti di neve bianca e vento, filamenti d’autunno trascorso, last shot l’ultima inquadratura che viene dopo mille e più di mille. Questi haiku di Piscopo in un titolo che sa di infinito, è esaltato da un vento che prosciuga, ma non aliena e il lato trascorso è quello da venire in un canto del Nulla.
Immagini che si sfogliano in un libro bruciato, violato, abbandonato , ma sempre attraversate dal tempo e dagli spazi di molti mondi. Un affanno misterioso(yugen) inebria, stordisce viaggia in anse , fessure dove si concretizza in immagini il dolore. l’inconscio, nonostante il grande senso del logico e del metrico essenziale alla costruzione degli haiku, invade, pervade. Senti il profumo di una danza tandava, che sfugge di mano anche all’autore: i versi cadono a volte come una pioggia d’agosto, sfiorano l’udito e l’occhio tra musicati bengali e tamil, ritmi degni della danza della dea Kali, che col piede destro inizia una danza che annienta l’ignoranza per ricomporre un nuovo ordine del mondo.
La struttura stessa dell’haiku nelle sue diciassette sillabe, nei suoi tre versi: quinario, settenario, quinario, impone un costrutto ritmico , una musicalità tale da concretizzare delle lontananze che sono quelle del saggio che analizza il modo, il dolore del mondo e i suoi silenzi che attraversano intuitivi e dirompenti il mistero dell’universo, la linea che unisce le estreme strade del Nulla.
C’è dunque negli haiku di Piscopo una “texture”un’ orchestra di fiori, di occhi non stanchi. Talaltra, sferzano come una tempesta della tundra russa, gelando il cuore e la mente (wabi).
La poesia in questa preziosa opera si ripropone come dinamismo, viaggia in molti mondi, il vento spinge , raccoglie, sgretola, annienta. Fureggia il vento in bianco e in nero, non dà pace. Mono- no aware, una consapevolezza della caducità, del relativo della vita, della morte che attraversa le notti e rigenera. Yugen sentire le forze dell’universo, che non appartengono solo all’uomo, che attraversano le creature del mondo come fuscello, come foglia d’autunno e un vento che spazza via e rigenera, ricontempla, rimusica.
In stipi di pensieri e racconti di silenzi, sempre più sibila il Poeta tesse quinari , settenari, quinari, sfidando il trisulla del dio Bhairava. il poeta ama l’oriente, si avventura nella cultura misteriosa e fascinosa del Giappone, qui è il silenzio(sabi) il dio che non turba, che chiede che gioca con una sabbia di deserto lontano, lontano.
Il libro contiene haiku bellissimi, quindi immagini bellissime, memorie di mille passati, di un correre in mille avventure verso un doloroso destino del mondo. Parole, molte parole, fogli, libri che potrebbero racchiudere le nervature scoperte delle fotografie di Yuri Dojc, (last folium), come il grande fotografo slovacco-canadese, le immagini concentriche (il sasso del dolore fa vibrare all’infinito lo stagno) sono quelle di un di un passato che non passa, di un dolore eterno come quelle della scuola ebraica di Bardejov dove giacciono inermi i libri abbandonati dagli studenti deportati in campi di concentramento. Lì la vita attende.
Il dolore che ci racconta Piscopo è costruttore di una semiotica visiva, immagini torchiate come i numeri che venivano incisi sulla pelle dei bambini deportati. last wil -testamento di una storia umana, di un proiettile del quale si ignora la traiettoria. Last-ditch disperato il mondo che non scrive più alcuna storia. E poi l’haiku riprende il suo ritmo di tantra nei quinari e settenari che si ripetono e zampillano come le acque delle fontane dell’Alhambra de Granada, sono quelli dedicati alle erbette, ai fiori, alle piante profumate, al rosmarino, al rosolaccio ( oscilla rosso /per un colpo di sole/ il rosolaccio) ,ai mirtilli (mirtilli mille/ occhi sul brulichio/di muschi ed erbe), la musicalità e l’armonia raggiungono l’apice, tutto il libro non contiene punteggiatura, (solo qualche punto interrogativo), ogni parola si sposa felice con quella al suo fianco, ma anche nell’immensità del libro trova il suo posto bene assegnato. In questa porzione dell’opera per un attimo è tregua. Ma, le armonie sono soggette a una continua rinascita, in modo che il dio Bhairava non blocchi la porta, di grande suggestione (ma anche molto dolore) sono gli haiku relativi alla porzione di extrasistoli e aritmie e ancor più nelle pagine titolate Io dopo gli altri.
“Le acide attese” sono letture presaghe del mistero che avvolge e sconvolge.
più e più ti affretti/
Cuor mio a quale meta?
D’impulso di che?
Cuore al guinzaglio
Sgranare infine a chicchi
Conta del tempo
Segue una pagina governata in modo duro e violento dalla parola silenzio:
defibrillati
sottovuoto persino
silenzi atroci
sottolinguali
a sciogliere silenzi
acide attese
Qui tutto si stritola, per ricomporsi nell’insonnia del mondo, dell’uomo giusto che cerca una traiettoria differente.
Eppure, nonostante il dolore si palesi fortemente nella parola poetica, il ritmo dei suoi haiku è intraprendente, si pone colorato, fanka frenetico, in un movimento atletico, come quello de Il legnaiolo di Fortunato Depero: non fugge, corre, seppur carico.
Presentazione dell’opera ”non è tempo per il Messia”, martedì 26 novembre, ore 16,30 presso la libreria Papiria (Gruppo Guida)
Relatori: Annella Prisco e Ugo Piscopo
Con la partecipazione dell’attore Franco Silvestro
Relazione di Ugo Piscopo
Diario di una peregrinazione
In quest’ultima silloge di Carmen, sostanzialmente viene proposto e sottolineato il profilo di uno stile e soprattutto di una particolare e inconfondibile relazione col mondo. E’ una poesia innanzitutto da leggere e godere in presa diretta, questa dell’amica c., che narra, che rappresenta, che ammonisce, che invita alla meditazione e, naturalmente, in quanto poesia, è da cogliere nella inflessione verbale, nella scansione degli accenti, nei rinvii metaforici, nei traslati, nelle allegorie, cioè nei ricorsi a quelle figure che dicono simultaneamente se stesse e altro ancora. Entro, però, questi reticoli retorico-stilistici, semantici, iconologici, in controluce si lascia sospettare o meglio intravedere , insieme con una cogenza morale e comunicativa, una cifra unitaria sintagmaticamenete consistente che io ho cercato già di mettere in luce nella nota prefativa del volumetto. Lì ho citato come archetipo, quale fondamentale modello di riferimento, ”Il libro”, ovvero Il libro per eccellenza, La Bibbia (“ta Biblìa”, plurale di “biblìon”).
Sappiamo che La Bibbia, nella cultura universale, ma innanzitutto occidentale, come dice Erich Auerbach, un grande studioso tedesco, maestro di filologia romanza, ha costituito la fonte di nutrimento per il realismo nel corso della storia, a cominciare dall’ inizio dell’era volgare e del Cristianesimo (Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, Einaudi, 2 voll.). D’impulso biblico, c’ è stata come una svolta sostanziale rispetto alla cultura e alla sensibilità greco-romane. Mentre precedentemente in Occidente, lo sguardo si appuntava su dimensioni e parametri di perfezione ideale, cioè su un universo parallelo costituito sull’attesa o sul rimpianto di un ordine che avrebbe potuto instaurarsi nel mondo, la Bibbia ci ha indirizzato a entrare su altri sentieri che ci hanno portato lontano, innanzitutto verso il segno della concretezza della storia, “dell’esserci”, verso il riconoscimento autentico di questa nostra condizione, appropriandocene e riconoscendoci pienamente in essa.
Se si dovesse fare ricorso a una sintesi rapida e brutale, si potrebbe dire che nel cuore della Bibbia palpita un messaggio indirizzato ora e sempre a tutta la comunità umana: che essa è venuta dalle mani di Dio, ma ha perduto Dio per propria colpa e presunzione, pertanto, per riavvicinarsi a Lui e riconquistarLo, essa deve riscattarsi in azione, in preghiera, in attesa, in accettazione della Sua volontà.
Già nel titolo della silloge di Carmen, non è tempo per il Messia, è data a chi legge la chiave per entrare nel segreto di questo dirsi, per dire agli altri, non a questo o a quello, ma a tutti quelli che vivono e soffrono oggi nel mondo. In esso, si ribadisce che c’è ancora da attendere, tanto ancora da operare e soffrire per riscattarsi, ma che c’è anche una grande possibilità di speranza. Il Messia, però, si accampa sullo sfondo del tutto e, pertanto, non può non essere atteso! Intanto, però, non si può non prendere atto che il nostro è un tempo di lontananza , di lacerazioni, di sprechi e contraddizioni.
Entriamo adesso nel libro. Io leggerei le composizioni di esso, ma, complessivamente, la poesia di Carmen, anche quella che precede questa silloge, come un dipanarsi in andate e ritorni, un allontanarsi e riavvicinarsi, anzi un allontanarsi per riavvicinarsi (a sé, al reale, agli altri tutti), sul filo di una tessitura (“texture”, come dicono i francesi) di meditazioni, di appunti, di interrogazioni, di glosse al margine, che riguardano questa condizione di distanza e di lontananza (non irrecuperabili, ma tormentose). Sono, queste e le altre che appartengono ad altre raccolte, tutte poesie della lontananza, poesie cioè che partono da un vicino avvolgente e anche meraviglioso, ma comunque, conturbante , partono da un di qua per allungare e affacciare, quasi ogni volta, puntualmente, lo sguardo verso un “altrove” che ci sfugge , ma che intanto ci richiama, toccandoci nell’intimo.
Per intenderci su queste interminabili peregrinazioni, un punto di riferimento potrebbe essere Martin Heidegger, un filosofo tedesco, uno dei maestri dell’ermeneutica moderna. Egli è partito da Husserl, per allontanarsene progressivamente, come è fisiologico nei rapporti formativi, e ha avviato la costruzione di un suo sistema, che fu subito adoperato politicamente e strumentalmente dal nazismo nel corso degli anni Trenta del secolo scorso. Successivamente, però, ha dato uno sviluppo più umano, si potrebbe dire con un’espressione di Nietzsche, cioè più sofferto alla sua speculazione. Ed è a questa fase che qui si guarda. Si fa riferimento in particolare a un suo saggio del dopoguerra, degli anni Cinquanta, incluso in I sentieri interrotti nel bosco (Holzwege), uno scritto influenzato oggettivamente dal trauma della guerra, dal capovolgimento di ogni precedente prospettiva assolutizzante e unidirezionale, dalla sofferenza personale, (l’autore è stato molti anni in trattamento di psicoterapia). Ovviamente, questi fattori non hanno potuto non avere rispecchiamento nella scrittura e nella meditazione.
In questo testo, Heidegger si sofferma su un nodo molto intrigato e avvolgente, che interessa da vicino l’aspetto che stiamo mettendo in luce, riguardo alla poesia di Carmen, costituita sulla cifra della “peregrinatio”. Egli osserva che, nell’essenziale, noi viventi siamo costantemente e intensamente impegnati in una ricerca non si sa di che, ma puntualmente questi sentieri, su cui ci mettiamo, si interrompono e ci fanno trovare di fronte a una boscaglia che non concede passaggi e minaccia di farci smarrire. Così, siamo indotti istintivamente, per salvare noi insieme con gli sforzi sostenuti, a tornare indietro, e riprovarci ancora. Nonostante le difficoltà e le sconfitte, dobbiamo non rinunziare all’impegno di pervenire all’“altrove”, di contattare questo qualcosa che ci chiama. Intanto, accade che quotidianamente noi passiamo dinanzi allo stesso punto, dinanzi a cui siamo passati prima e per dove siamo passati un’infinità di volte, anzi quotidianamente, per tutta la vita precedente. In tale maniera, procediamo per ripetizioni senza che ce ne accorgiamo, ma siamo pronti a riprendere sempre daccapo, sempre esplorando, interrogando su come e che cosa si possa fare per dare svolgimento a quello che ci spinge. In tali avvolgimenti, finiamo per tornare sempre lì dove ci attende un messaggio, che noi non riusciamo a riconoscere. Mentre abbiamo in mente di procedere oltre, verso quello che ci figuriamo come immancabilmente un “altrove”, in sostanza sperimentiamo inconsapevolmente che esso si posiziona nel cerchio del “Medesimo”.
Analogamente, nella silloge e nella poesia complessiva di Carmen, si attiva sempre nuova e si conferma a sé stessa questa stessa fedeltà dell’anima, la fedeltà del sentimento, la fedeltà del suo essere donna, poeta, impegnata sul terreno della cultura e della socialità, che ogni giorno fa i conti con questo “Medesimo”. Il quale, in quanto è misterioso, sfugge alla nostra contrattazione, ma nello stesso tempo ci chiama, ci attira, ci richiama, ci interroga, ci manipola, ci fa lievitare.
Questa è la impaginazione sostanziale della pratica quotidiana su cui si esercita la scrittura di c., alimentata da questa fedeltà, questo tornare puntualmente a interrogare, ad ascoltare la stessa voce, senza poterla afferrare materialmente. Di qua, lo sfogliare ansioso del libro, che è lo sfogliare dei suoi giorni. Si anima, in tal modo, un diario, che è il diario della peregrinazione, in una interrogazione quotidiana dell’io, in una inquisizione strenua dell’autrice su se stessa, sull’ambiente, sui sentimenti.
Così, in Carmen si trasfonde e si innerva il senso del Libro per eccellenza , La Bibbia, intesa come struttura essenziale dei valori culturali di ora e di sempre, di tutti i tempi compresi e comprensibili in un tempo che li abbraccia tutti. E’ il libro del possibile di quello che accade, di quello che può accadere ed è già come definitivamente formalizzato.
Nel dire ciò, il pensiero va a un grande filosofo, Leibniz, il quale in un testo che rinnova del tutto la cultura biblica, La teodicea, fondativo di una nuova branca della teologia, affronta una questione delicatissima e centrale per la teologia, quella della presenza del male nel mondo e nella storia. Egli, in sostanza si confronta e induce gli altri a confrontarsi con un nodo, che fa tremare le vene e i polsi, quello della compatibilità e della coesistenza degli opposti.
In quel libro, si parla di un personaggio, Teodoro, che era un cultore della religione pagana e aveva acquistato grandi meriti presso Zeus , tanto che il sommo dio volle concedergli il privilegio di ammetterlo nella città celeste e di fargli visitare, sotto la guida della dea della sapienza Pallade Atena, il Palazzo dei Destini. Qui Teodoro poté vedere cose meravigliose, ma la più meravigliosa fu questa: un libro dove c’era scritto tutto il possibile del mondo. A un certo punto l’uomo chiese alla dea se potesse finalmente conoscere dei dettagli della vita di un personaggio, che intrigava il suo immaginario e di cui sapeva già parzialmente molte cose. La dea, allora, lo invitò a cercare nel Libro il nome appunto di quel personaggio. Teodoro lo trovò e lesse avidamente tutto, dopo aver strofinato con un dito su quel nome, come oggi si fa sul quadrante di un tablet. Inebriato di potersi appropriare di quelle informazioni segrete e remote, espresse ad Atena l’idea se si potesse concedere agli uomini quella facoltà. Ma la dea fece intendere a Teodoro che lui e i suoi simili non possono che muoversi entro i loro limiti e i loro rischi. Teodoro allora prese la via del ritorno alla condizione naturale, fatta di lacci e lacciuoli, di alti e di bassi, di timori e tremori, come dice Kierkegaard.
E di peregrinazioni attorno al Medesimo, come fosse il Diverso. Secondo quanto ci rappresenta vivamente e appassionatamente Carmen nella sua opera poetica.
Con la partecipazione dell’attore Franco Silvestro
Relazione di Ugo Piscopo
Diario di una peregrinazione
In quest’ultima silloge di Carmen, sostanzialmente viene proposto e sottolineato il profilo di uno stile e soprattutto di una particolare e inconfondibile relazione col mondo. E’ una poesia innanzitutto da leggere e godere in presa diretta, questa dell’amica c., che narra, che rappresenta, che ammonisce, che invita alla meditazione e, naturalmente, in quanto poesia, è da cogliere nella inflessione verbale, nella scansione degli accenti, nei rinvii metaforici, nei traslati, nelle allegorie, cioè nei ricorsi a quelle figure che dicono simultaneamente se stesse e altro ancora. Entro, però, questi reticoli retorico-stilistici, semantici, iconologici, in controluce si lascia sospettare o meglio intravedere , insieme con una cogenza morale e comunicativa, una cifra unitaria sintagmaticamenete consistente che io ho cercato già di mettere in luce nella nota prefativa del volumetto. Lì ho citato come archetipo, quale fondamentale modello di riferimento, ”Il libro”, ovvero Il libro per eccellenza, La Bibbia (“ta Biblìa”, plurale di “biblìon”).
Sappiamo che La Bibbia, nella cultura universale, ma innanzitutto occidentale, come dice Erich Auerbach, un grande studioso tedesco, maestro di filologia romanza, ha costituito la fonte di nutrimento per il realismo nel corso della storia, a cominciare dall’ inizio dell’era volgare e del Cristianesimo (Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, Einaudi, 2 voll.). D’impulso biblico, c’ è stata come una svolta sostanziale rispetto alla cultura e alla sensibilità greco-romane. Mentre precedentemente in Occidente, lo sguardo si appuntava su dimensioni e parametri di perfezione ideale, cioè su un universo parallelo costituito sull’attesa o sul rimpianto di un ordine che avrebbe potuto instaurarsi nel mondo, la Bibbia ci ha indirizzato a entrare su altri sentieri che ci hanno portato lontano, innanzitutto verso il segno della concretezza della storia, “dell’esserci”, verso il riconoscimento autentico di questa nostra condizione, appropriandocene e riconoscendoci pienamente in essa.
Se si dovesse fare ricorso a una sintesi rapida e brutale, si potrebbe dire che nel cuore della Bibbia palpita un messaggio indirizzato ora e sempre a tutta la comunità umana: che essa è venuta dalle mani di Dio, ma ha perduto Dio per propria colpa e presunzione, pertanto, per riavvicinarsi a Lui e riconquistarLo, essa deve riscattarsi in azione, in preghiera, in attesa, in accettazione della Sua volontà.
Già nel titolo della silloge di Carmen, non è tempo per il Messia, è data a chi legge la chiave per entrare nel segreto di questo dirsi, per dire agli altri, non a questo o a quello, ma a tutti quelli che vivono e soffrono oggi nel mondo. In esso, si ribadisce che c’è ancora da attendere, tanto ancora da operare e soffrire per riscattarsi, ma che c’è anche una grande possibilità di speranza. Il Messia, però, si accampa sullo sfondo del tutto e, pertanto, non può non essere atteso! Intanto, però, non si può non prendere atto che il nostro è un tempo di lontananza , di lacerazioni, di sprechi e contraddizioni.
Entriamo adesso nel libro. Io leggerei le composizioni di esso, ma, complessivamente, la poesia di Carmen, anche quella che precede questa silloge, come un dipanarsi in andate e ritorni, un allontanarsi e riavvicinarsi, anzi un allontanarsi per riavvicinarsi (a sé, al reale, agli altri tutti), sul filo di una tessitura (“texture”, come dicono i francesi) di meditazioni, di appunti, di interrogazioni, di glosse al margine, che riguardano questa condizione di distanza e di lontananza (non irrecuperabili, ma tormentose). Sono, queste e le altre che appartengono ad altre raccolte, tutte poesie della lontananza, poesie cioè che partono da un vicino avvolgente e anche meraviglioso, ma comunque, conturbante , partono da un di qua per allungare e affacciare, quasi ogni volta, puntualmente, lo sguardo verso un “altrove” che ci sfugge , ma che intanto ci richiama, toccandoci nell’intimo.
Per intenderci su queste interminabili peregrinazioni, un punto di riferimento potrebbe essere Martin Heidegger, un filosofo tedesco, uno dei maestri dell’ermeneutica moderna. Egli è partito da Husserl, per allontanarsene progressivamente, come è fisiologico nei rapporti formativi, e ha avviato la costruzione di un suo sistema, che fu subito adoperato politicamente e strumentalmente dal nazismo nel corso degli anni Trenta del secolo scorso. Successivamente, però, ha dato uno sviluppo più umano, si potrebbe dire con un’espressione di Nietzsche, cioè più sofferto alla sua speculazione. Ed è a questa fase che qui si guarda. Si fa riferimento in particolare a un suo saggio del dopoguerra, degli anni Cinquanta, incluso in I sentieri interrotti nel bosco (Holzwege), uno scritto influenzato oggettivamente dal trauma della guerra, dal capovolgimento di ogni precedente prospettiva assolutizzante e unidirezionale, dalla sofferenza personale, (l’autore è stato molti anni in trattamento di psicoterapia). Ovviamente, questi fattori non hanno potuto non avere rispecchiamento nella scrittura e nella meditazione.
In questo testo, Heidegger si sofferma su un nodo molto intrigato e avvolgente, che interessa da vicino l’aspetto che stiamo mettendo in luce, riguardo alla poesia di Carmen, costituita sulla cifra della “peregrinatio”. Egli osserva che, nell’essenziale, noi viventi siamo costantemente e intensamente impegnati in una ricerca non si sa di che, ma puntualmente questi sentieri, su cui ci mettiamo, si interrompono e ci fanno trovare di fronte a una boscaglia che non concede passaggi e minaccia di farci smarrire. Così, siamo indotti istintivamente, per salvare noi insieme con gli sforzi sostenuti, a tornare indietro, e riprovarci ancora. Nonostante le difficoltà e le sconfitte, dobbiamo non rinunziare all’impegno di pervenire all’“altrove”, di contattare questo qualcosa che ci chiama. Intanto, accade che quotidianamente noi passiamo dinanzi allo stesso punto, dinanzi a cui siamo passati prima e per dove siamo passati un’infinità di volte, anzi quotidianamente, per tutta la vita precedente. In tale maniera, procediamo per ripetizioni senza che ce ne accorgiamo, ma siamo pronti a riprendere sempre daccapo, sempre esplorando, interrogando su come e che cosa si possa fare per dare svolgimento a quello che ci spinge. In tali avvolgimenti, finiamo per tornare sempre lì dove ci attende un messaggio, che noi non riusciamo a riconoscere. Mentre abbiamo in mente di procedere oltre, verso quello che ci figuriamo come immancabilmente un “altrove”, in sostanza sperimentiamo inconsapevolmente che esso si posiziona nel cerchio del “Medesimo”.
Analogamente, nella silloge e nella poesia complessiva di Carmen, si attiva sempre nuova e si conferma a sé stessa questa stessa fedeltà dell’anima, la fedeltà del sentimento, la fedeltà del suo essere donna, poeta, impegnata sul terreno della cultura e della socialità, che ogni giorno fa i conti con questo “Medesimo”. Il quale, in quanto è misterioso, sfugge alla nostra contrattazione, ma nello stesso tempo ci chiama, ci attira, ci richiama, ci interroga, ci manipola, ci fa lievitare.
Questa è la impaginazione sostanziale della pratica quotidiana su cui si esercita la scrittura di c., alimentata da questa fedeltà, questo tornare puntualmente a interrogare, ad ascoltare la stessa voce, senza poterla afferrare materialmente. Di qua, lo sfogliare ansioso del libro, che è lo sfogliare dei suoi giorni. Si anima, in tal modo, un diario, che è il diario della peregrinazione, in una interrogazione quotidiana dell’io, in una inquisizione strenua dell’autrice su se stessa, sull’ambiente, sui sentimenti.
Così, in Carmen si trasfonde e si innerva il senso del Libro per eccellenza , La Bibbia, intesa come struttura essenziale dei valori culturali di ora e di sempre, di tutti i tempi compresi e comprensibili in un tempo che li abbraccia tutti. E’ il libro del possibile di quello che accade, di quello che può accadere ed è già come definitivamente formalizzato.
Nel dire ciò, il pensiero va a un grande filosofo, Leibniz, il quale in un testo che rinnova del tutto la cultura biblica, La teodicea, fondativo di una nuova branca della teologia, affronta una questione delicatissima e centrale per la teologia, quella della presenza del male nel mondo e nella storia. Egli, in sostanza si confronta e induce gli altri a confrontarsi con un nodo, che fa tremare le vene e i polsi, quello della compatibilità e della coesistenza degli opposti.
In quel libro, si parla di un personaggio, Teodoro, che era un cultore della religione pagana e aveva acquistato grandi meriti presso Zeus , tanto che il sommo dio volle concedergli il privilegio di ammetterlo nella città celeste e di fargli visitare, sotto la guida della dea della sapienza Pallade Atena, il Palazzo dei Destini. Qui Teodoro poté vedere cose meravigliose, ma la più meravigliosa fu questa: un libro dove c’era scritto tutto il possibile del mondo. A un certo punto l’uomo chiese alla dea se potesse finalmente conoscere dei dettagli della vita di un personaggio, che intrigava il suo immaginario e di cui sapeva già parzialmente molte cose. La dea, allora, lo invitò a cercare nel Libro il nome appunto di quel personaggio. Teodoro lo trovò e lesse avidamente tutto, dopo aver strofinato con un dito su quel nome, come oggi si fa sul quadrante di un tablet. Inebriato di potersi appropriare di quelle informazioni segrete e remote, espresse ad Atena l’idea se si potesse concedere agli uomini quella facoltà. Ma la dea fece intendere a Teodoro che lui e i suoi simili non possono che muoversi entro i loro limiti e i loro rischi. Teodoro allora prese la via del ritorno alla condizione naturale, fatta di lacci e lacciuoli, di alti e di bassi, di timori e tremori, come dice Kierkegaard.
E di peregrinazioni attorno al Medesimo, come fosse il Diverso. Secondo quanto ci rappresenta vivamente e appassionatamente Carmen nella sua opera poetica.
Terza Edizione del Premio Internazionale di Arti Letterarie Thesaurus
La scadenza per la presentazione degli elaborati è fissata alla data del: 10 luglio 2014
Cerimonia di Premiazione nei giorni 13 e 14 Settembre 2014 nell’Isola di Albarella,
nel Parco del Delta del Po. (vedi http://www.albarella.it/isola-di-albarella)
I due giorni dell’evento prevedono: nella prima giornata un convegno su temi letterari e lettura dei
testi premiati, nella seconda giornata una visita guidata dell’Isola, pranzo degli Autori e degli Ospiti d’Onore e nel pomeriggio la Premiazione. L’evento sarà ospitato nelle strutture ricettive dell’Albarella Spa.
Cerimonia di Premiazione nei giorni 13 e 14 Settembre 2014 nell’Isola di Albarella,
nel Parco del Delta del Po. (vedi http://www.albarella.it/isola-di-albarella)
I due giorni dell’evento prevedono: nella prima giornata un convegno su temi letterari e lettura dei
testi premiati, nella seconda giornata una visita guidata dell’Isola, pranzo degli Autori e degli Ospiti d’Onore e nel pomeriggio la Premiazione. L’evento sarà ospitato nelle strutture ricettive dell’Albarella Spa.
REGOLAMENTO
Il Premio si articola in più sezioni a Tema Libero.
Per tutte le sezioni: è obbligatorio compilare la Scheda di Partecipazione.
Sezione A Poesia Inedita - Trofeo alla memoria di Steno Marcegaglia
Inviare fino a tre liriche, in italiano o in dialetto con traduzione in lingua, ciascuna di lunghezza contenuta in una pagina formato A4, in quattro copie, di cui una firmata e completa dei dati personali dell’autore: nome, cognome, data di nascita, indirizzo, recapiti telefonici e indirizzo Email. Tutte le quattro copie dovranno venire fascicolate e pinzate.
Sezione B Narrativa Inedita
Inviare quattro copie di un racconto o di un saggio, in italiano o in dialetto con traduzione in lingua, di lunghezza contenuta in cinque cartelle o pagine di formato A4, copie fascicolate di cui una sola firmata e completa dei dati personali e recapiti dell’autore.
Sezione C Poesia Edita
Inviare quattro copie dell’opera, in italiano o in dialetto, edita a partire dal 2010 compreso, complete di firma e dati personali e recapiti dell’autore.
Sezione D Narrativa Edita e Saggistica Letteraria
Inviare quattro copie dell’opera, in italiano o in dialetto, edita a partire dal 2010 compreso, complete di firma, dati personali e recapiti dell’autore.
Nota Importante
Le opere di qualunque sezione potranno avere già ottenuto riconoscimenti in altri analoghi premi letterari. Per le sezioni dell’inedito, si potranno presentare anche opere già premiate ma che non abbiano avuto regolare pubblicazione editoriale, non abbiano cioè comportato la cessione dei Diritti d’Autore. L’inserimento in antologie non è motivo di esclusione.
La scadenza per la presentazione degli elaborati è fissata alla data del 10 luglio 2014. Farà fede il timbro postale di partenza.
Il plico delle opere e la scheda di partecipazione (vedi all.) andranno spediti all’indirizzo sotto indicato, SOLO A PARTIRE DAL 1 MAGGIO 2014 e fino a tutto il 10 luglio.:
III Premio Internazionale di Arti Letterarie THESAURUS
Cenacolo Letterario Int.le ALTREVOCI Casella Postale n° 27
45010 Ufficio Postale di Rosolina - Rovigo
Indicare chiaramente sulla busta di spedizione la sezione o le sezioni di partecipazione.
Quote di partecipazione
Per la partecipazione al premio è richiesto un contributo per spese organizzative di euro 20 (venti) per ciascuna sezione.
È ammessa la partecipazione a più sezioni versando i relativi contributi in forma cumulativa. Forme di pagamento:
Il Premio si articola in più sezioni a Tema Libero.
Per tutte le sezioni: è obbligatorio compilare la Scheda di Partecipazione.
Sezione A Poesia Inedita - Trofeo alla memoria di Steno Marcegaglia
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Sezione B Narrativa Inedita
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Sezione C Poesia Edita
Inviare quattro copie dell’opera, in italiano o in dialetto, edita a partire dal 2010 compreso, complete di firma e dati personali e recapiti dell’autore.
Sezione D Narrativa Edita e Saggistica Letteraria
Inviare quattro copie dell’opera, in italiano o in dialetto, edita a partire dal 2010 compreso, complete di firma, dati personali e recapiti dell’autore.
Nota Importante
Le opere di qualunque sezione potranno avere già ottenuto riconoscimenti in altri analoghi premi letterari. Per le sezioni dell’inedito, si potranno presentare anche opere già premiate ma che non abbiano avuto regolare pubblicazione editoriale, non abbiano cioè comportato la cessione dei Diritti d’Autore. L’inserimento in antologie non è motivo di esclusione.
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III Premio Internazionale di Arti Letterarie THESAURUS
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Quote di partecipazione
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È ammessa la partecipazione a più sezioni versando i relativi contributi in forma cumulativa. Forme di pagamento:
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− bonifico sul Conto Corrente Banco Posta n. 00 1011797436 intestato a: Cenacolo Letterario
Internazionale ALTREVOCI, casella postale 27 Rosolina (Rovigo), causale: contributo
spese organizzative;
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− corrisposto in contanti;
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− o mediante assegno bancario a favore del Cenacolo Letterario Int.le ALTREVOCI.
Ricevuta di versamento, contante o assegno bancario verranno uniti alla Scheda di Partecipazione, il tutto inserito in busta chiusa e allegato al plico di spedizione delle opere.
Premi
I primi classificati delle sezioni A e B di opere inedite riceveranno rispettivamente come premio un Contratto Editoriale per la pubblicazione gratuita di una raccolta di poesie o di una raccolta di racconti o di un romanzo o saggio a cura delle Edizioni Helicon di Arezzo, più targa e motivazione della Giuria.
Saranno pubblicate opere di lunghezza ragionevole e, per quanto riguarda saggi o romanzi, da contenere nel limite delle 250 pagine.
I secondi e i terzi classificati delle sezioni A e B riceveranno opere d’arte, targa e motivazione della giuria.
I primi classificati delle sezioni C e D di opere edite riceveranno un gettone di presenza di euro 500, targa e motivazione della giuria.
I secondi classificati riceveranno un gettone di presenza di euro 300, targa e motivazione della giuria.
I terzi classificati riceveranno un gettone di presenza di euro 200, targa e motivazione della giuria. Menzioni d’Onore (quarti premi) e Menzioni Speciali (quinti premi), per altre posizioni in classifica, verranno discrezionalmente attribuite dalla Giuria.
Sempre a discrezione della Giuria saranno conferiti Premi Speciali, Premi alla Carriera, Premi alla Cultura ad Autori o ad Operatori Culturali di rilievo.
I premi saranno consegnati esclusivamente durante la cerimonia di premiazione agli autori premiati o a loro delegati. Non sono previste spedizioni successive.
I premiati e i menzionati saranno ospitati, con possibilità di presentare opere personali, presso “LA FIERA DELLE PAROLE” organizzata a Padova nella prima quindicina di ottobre 2014 www.lafieradelleparole.it.
Risultati
Verranno informati dei risultati i vincitori e i menzionati in tempo utile per poter partecipare alla premiazione.
I risultati del Premio saranno comunque visibili sul sito del Cenacolo ALTREVOCI, www.cenacoloaltrevoci.weebly.com, dopo la premiazione. Notizie relative al Premio THESAURUS Terza edizione 2014 saranno diramate attraverso la stampa nazionale e ogni altro veicolo di informazione.
Note e dati personali
La partecipazione al Premio implica l’incondizionata accettazione di tutte le clausole del presente Regolamento.
Con l'autorizzazione al trattamento dei dati personali si garantisce che questi saranno utilizzati esclusivamente ai fini del concorso e nell’ambito delle iniziative culturali del Cenacolo per la legge 675 del 31/12/96 e D.L. 196/03. Le opere non saranno restituite: i libri verranno donati per progetti culturali.
GIURIA
La giuria del Premio THESAURUS terza edizione 2014 è così composta: Presidente Onorario: Alessandro Quasimodo
Presidente esecutivo: Rodolfo Vettorello
Vice Presidente esecutiva: Bruna Coscia
Consulente artistica: Marina Pratici Giurati: Antonio Colandrea
Carmelo Consoli Deborah Coron Angioletta Masiero Mina Rusconi Monica Serena Stefano Valentini
I primi classificati delle sezioni A e B di opere inedite riceveranno rispettivamente come premio un Contratto Editoriale per la pubblicazione gratuita di una raccolta di poesie o di una raccolta di racconti o di un romanzo o saggio a cura delle Edizioni Helicon di Arezzo, più targa e motivazione della Giuria.
Saranno pubblicate opere di lunghezza ragionevole e, per quanto riguarda saggi o romanzi, da contenere nel limite delle 250 pagine.
I secondi e i terzi classificati delle sezioni A e B riceveranno opere d’arte, targa e motivazione della giuria.
I primi classificati delle sezioni C e D di opere edite riceveranno un gettone di presenza di euro 500, targa e motivazione della giuria.
I secondi classificati riceveranno un gettone di presenza di euro 300, targa e motivazione della giuria.
I terzi classificati riceveranno un gettone di presenza di euro 200, targa e motivazione della giuria. Menzioni d’Onore (quarti premi) e Menzioni Speciali (quinti premi), per altre posizioni in classifica, verranno discrezionalmente attribuite dalla Giuria.
Sempre a discrezione della Giuria saranno conferiti Premi Speciali, Premi alla Carriera, Premi alla Cultura ad Autori o ad Operatori Culturali di rilievo.
I premi saranno consegnati esclusivamente durante la cerimonia di premiazione agli autori premiati o a loro delegati. Non sono previste spedizioni successive.
I premiati e i menzionati saranno ospitati, con possibilità di presentare opere personali, presso “LA FIERA DELLE PAROLE” organizzata a Padova nella prima quindicina di ottobre 2014 www.lafieradelleparole.it.
Risultati
Verranno informati dei risultati i vincitori e i menzionati in tempo utile per poter partecipare alla premiazione.
I risultati del Premio saranno comunque visibili sul sito del Cenacolo ALTREVOCI, www.cenacoloaltrevoci.weebly.com, dopo la premiazione. Notizie relative al Premio THESAURUS Terza edizione 2014 saranno diramate attraverso la stampa nazionale e ogni altro veicolo di informazione.
Note e dati personali
La partecipazione al Premio implica l’incondizionata accettazione di tutte le clausole del presente Regolamento.
Con l'autorizzazione al trattamento dei dati personali si garantisce che questi saranno utilizzati esclusivamente ai fini del concorso e nell’ambito delle iniziative culturali del Cenacolo per la legge 675 del 31/12/96 e D.L. 196/03. Le opere non saranno restituite: i libri verranno donati per progetti culturali.
GIURIA
La giuria del Premio THESAURUS terza edizione 2014 è così composta: Presidente Onorario: Alessandro Quasimodo
Presidente esecutivo: Rodolfo Vettorello
Vice Presidente esecutiva: Bruna Coscia
Consulente artistica: Marina Pratici Giurati: Antonio Colandrea
Carmelo Consoli Deborah Coron Angioletta Masiero Mina Rusconi Monica Serena Stefano Valentini
CONSULENZE OPERATIVE
Rossano Cantelli Direttore Generale di Albarella Marcegaglia Tourism. Ilaria Crepaldi e staff organizz. di eventi per “ “ “ Sergio Serena consulente informatico
COMITATO D'ONORE
Franco Vitale: Sindaco di Rosolina
Narcisa Soria Valencia: Console dell’Ecuador
Guaman Allende: addetto culturale del Consolato dell’Ecuador Giuseppe Benelli: promotore del Premio Bancarella
Paolo Briganti: docente universitario
Francesco D’Episcopo: docente universitario
Hafez Haidar: docente universitario
Giuseppe Lupo: docente universitario
Silvio Ramat: docente universitario
Paolo Ruffilli: scrittore e poeta
Presentazione a cura di Sergio Gnudi
webmaster: Anna Montella www.annamontella.weebly.com
PER INFORMAZIONI:
premiothesaurus@libero.it
antoniocolandrea55@libero.it carmelo.consoli@libero.it rodolfovettorello@yahoo.it e cell. 333 6972429
Notizie ai seguenti link:
www.cenacoloaltrevoci.weebly.com e www.cuoredicarta.org
SITI AMICI
www.caffeletterariolalunaeildrago.org Anna e Carmela Montella http://www.associazionearchicultura.it SerenaPanaro http://www.associazionemimesis.com Patrizia Stefanelli Nicola Maggiarra Premio di Poesia G. Cianci di Fiumara (R.C.) Vincenzo Crupi e Giuseppe Sergi http://www.ilporticciolocultura.it RinaGambini
http://www.tribunaletteraria.it Stefano Valentini e Natale Luzzagni http://www.veniliaeditrice.it Natale Luzzagni e Stefano Valentini http://www.tapirulan.it Paolo Briganti
http://www.circoloiplac.com Roberto Mestrone, Maria Rizzi e Deborah Coron http://www.associazionepegasuscattolica.it Roberto Sarra http://www.premiopoesiamassa.it Giuliano Lazzarotti.
Rossano Cantelli Direttore Generale di Albarella Marcegaglia Tourism. Ilaria Crepaldi e staff organizz. di eventi per “ “ “ Sergio Serena consulente informatico
COMITATO D'ONORE
Franco Vitale: Sindaco di Rosolina
Narcisa Soria Valencia: Console dell’Ecuador
Guaman Allende: addetto culturale del Consolato dell’Ecuador Giuseppe Benelli: promotore del Premio Bancarella
Paolo Briganti: docente universitario
Francesco D’Episcopo: docente universitario
Hafez Haidar: docente universitario
Giuseppe Lupo: docente universitario
Silvio Ramat: docente universitario
Paolo Ruffilli: scrittore e poeta
Presentazione a cura di Sergio Gnudi
webmaster: Anna Montella www.annamontella.weebly.com
PER INFORMAZIONI:
premiothesaurus@libero.it
antoniocolandrea55@libero.it carmelo.consoli@libero.it rodolfovettorello@yahoo.it e cell. 333 6972429
Notizie ai seguenti link:
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SITI AMICI
www.caffeletterariolalunaeildrago.org Anna e Carmela Montella http://www.associazionearchicultura.it SerenaPanaro http://www.associazionemimesis.com Patrizia Stefanelli Nicola Maggiarra Premio di Poesia G. Cianci di Fiumara (R.C.) Vincenzo Crupi e Giuseppe Sergi http://www.ilporticciolocultura.it RinaGambini
http://www.tribunaletteraria.it Stefano Valentini e Natale Luzzagni http://www.veniliaeditrice.it Natale Luzzagni e Stefano Valentini http://www.tapirulan.it Paolo Briganti
http://www.circoloiplac.com Roberto Mestrone, Maria Rizzi e Deborah Coron http://www.associazionepegasuscattolica.it Roberto Sarra http://www.premiopoesiamassa.it Giuliano Lazzarotti.
SPONSOR
Primoforno, di Matera;
Oliver Club Gruppo Matarazzo, di Matera; Comitato Matera 2019, città di Matera;
Il Giardino, Rosolina (Rovigo).
Primoforno, di Matera;
Oliver Club Gruppo Matarazzo, di Matera; Comitato Matera 2019, città di Matera;
Il Giardino, Rosolina (Rovigo).
Il presidente esecutivo: Rodolfo Vettorello
Il vice presidente esecutivo: Bruna Coscia
mercoledì 1 gennaio 2014
“Gli elementi dello spazio sacro”, iscrizioni entro il 25 gennaio al nuovo corso della Scuola di Arte e Teologia della PFTIM
Un innovativo corso di formazione, “Gli elementi dello spazio sacro”, si svolgerà nei mesi di febbraio e marzo 2014 a Napoli, presso la Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, sezione 'San Luigi' (via F. Petrarca 115). Il corso è promosso dalla Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia - di cui è direttore Sergio Bastianel sj, decano della sezione 'San Luigi' della PFTIM e vicepreside della Facoltà, e condirettore Giorgio Agnisola - nell'ambito del secondo indirizzo della Scuola: Proposte per una nuova architettura sacra.
“Gli elementi dello spazio sacro” riguarda l’analisi dell’edificio di culto contemporaneo attraverso alcuni elementi rappresentativi dello spazio sacro: il sacrato, il portale, la facciata, il campanile, le vetrate, i percorsi, il coro. Il corso è destinato ai tecnici e agli studiosi in genere che vogliano introdursi nelle problematiche tecniche e altresì teologico-liturgico-artistiche inerenti alla progettazione, al recupero e all’adeguamento liturgico di un edificio di culto.
Il corso – che si avvale dei patrocini competenti della Conferenza Episcopale Italiana – si articola in quattro fine settimana (venerdì pomeriggio, dalle ore 15,00 alle 19,00 e sabato seguente, dalle 9,00 alle 13,00) e ha una durata minima di 32 ore. Comprende lezioni frontali, tavole rotonde, discussioni e visite guidate.
Inaugurerà e terrà la lezione introduttiva mons. Giuseppe Russo, direttore dell’Ufficio Nazionale Cei per l’edilizia di culto; chiuderà gli incontri mons. Franco Magnani, direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Cei. I docenti saranno professori universitari, esperti del settore e artisti. I corsisti riceveranno un attestato di partecipazione.
Il costo del corso è di trecento euro, riducibile di un terzo per coloro che hanno già frequentato la Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia in un qualsiasi indirizzo in uno degli anni trascorsi. Il corso è gratuito per gli allievi della Scuola del corrente anno accademico e che risultino regolarmente iscritti al secondo indirizzo della Scuola.
Le richieste di ammissione vanno indirizzate al Direttore della Scuola via posta elettronica (direttore.arteteologia@pftim.it) entro il 25 gennaio 2014. Il pagamento può essere effettuato, sempre entro il 25 gennaio 2014, su conto corrente postale n° 17647801 intestato alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Luigi oppure mediante bonifico bancario: codice IBAN n° IT37O 01010 03497100000000643, Agenzia Banco di Napoli.
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PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA DELL’ITALIA MERIDIONALE
sezione SAN LUIGI - via Petrarca 115, NAPOLI 80122
Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia
http://www.scuolaarteteologia.it/ - http://www.p/ftim.it/sluigi - tel. 338.1527842
direttore.arteteologia@pftim.it - segreteria.sl@pftim.it - segreteria.arteteologia@pftim.it
Facebook: Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia
comunicazione e media relations:
MARY ATTENTO
Mob. +39 340 7676184
WhatsApp +39 333 6685492
Skype maryra30
Email m.atten@tin.it – mary.attento@gmail.com
Facebook Mary Attento
Twitter @MaryAttento
“Gli elementi dello spazio sacro” riguarda l’analisi dell’edificio di culto contemporaneo attraverso alcuni elementi rappresentativi dello spazio sacro: il sacrato, il portale, la facciata, il campanile, le vetrate, i percorsi, il coro. Il corso è destinato ai tecnici e agli studiosi in genere che vogliano introdursi nelle problematiche tecniche e altresì teologico-liturgico-artistiche inerenti alla progettazione, al recupero e all’adeguamento liturgico di un edificio di culto.
Il corso – che si avvale dei patrocini competenti della Conferenza Episcopale Italiana – si articola in quattro fine settimana (venerdì pomeriggio, dalle ore 15,00 alle 19,00 e sabato seguente, dalle 9,00 alle 13,00) e ha una durata minima di 32 ore. Comprende lezioni frontali, tavole rotonde, discussioni e visite guidate.
Inaugurerà e terrà la lezione introduttiva mons. Giuseppe Russo, direttore dell’Ufficio Nazionale Cei per l’edilizia di culto; chiuderà gli incontri mons. Franco Magnani, direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Cei. I docenti saranno professori universitari, esperti del settore e artisti. I corsisti riceveranno un attestato di partecipazione.
Il costo del corso è di trecento euro, riducibile di un terzo per coloro che hanno già frequentato la Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia in un qualsiasi indirizzo in uno degli anni trascorsi. Il corso è gratuito per gli allievi della Scuola del corrente anno accademico e che risultino regolarmente iscritti al secondo indirizzo della Scuola.
Le richieste di ammissione vanno indirizzate al Direttore della Scuola via posta elettronica (direttore.arteteologia@pftim.it) entro il 25 gennaio 2014. Il pagamento può essere effettuato, sempre entro il 25 gennaio 2014, su conto corrente postale n° 17647801 intestato alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Luigi oppure mediante bonifico bancario: codice IBAN n° IT37O 01010 03497100000000643, Agenzia Banco di Napoli.
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