CARMEN MOSCARIELLO, Charles de Foucauld – Fratelli tutti – Un’incredibile storia vera, Roma, Gangemi Editore International, 2022, pagg. 143.
Carmen Moscariello, è bene sottolinearlo subito, è una delle
grandi protagoniste del mondo culturale del Secondo Novecento. E’ regista,
poetessa, drammaturga, giornalista. Un’attività frenetica, sempre sulla
breccia, nonostante l’impegno di professoressa di Italiano e Latino nei Licei.
E’ impossibile dare una sintesi esaustiva di tutto quel che
ha fatto, dei libri pubblicati, degli oltre cinquemila articoli scritti, come
impossibile è dare conto della sterminato interesse dei critici che le hanno
dedicato pagine di rilievo storicizzando la sua presenza. Dico soltanto che non
si ottiene tanto interesse se nelle pagine non si mette anima, cultura,
esperienza e intelligenza, cose che lei ha fatto senza risparmiarsi, in modo da
aprire di continuo strade che a volte sembravano impervie e con il suo
intervento sono divenute agevoli.
A me piace di Carmen il suo essere, senza peraltro
sbandierarlo, donna del Rinascimento, sia per le qualità prensili mostrate in
ogni direzione e sia per la scelta degli argomenti che diventano sempre, nelle
sue costruzioni o ricostruzioni, momenti di meditazione, di confessione, di
confronto, di progetto che negli incastri e nelle pieghe nasconde sempre un
forte impegno sociale.
Leggere Carmen Moscariello, nonostante la palestra
filosofica e filologica portata avanti con Raffello Franchini, è un piacere
enorme. Si ha costantemente l’impressione di scoprire il mistero che sta dietro
i concetti, dietro gli argomenti e non si fa fatica, perché (è la grande
lezione che da Benedetto Croce è filtrata nella prassi di Raffaello Franchini e
poi in quella di Carmen Moscariello) nel comprendere, nell’appassionarsi, nel
districare la fioritura delle tesi, delle descrizioni, delle affermazioni si
entra in una dimensione umanissima,
elegante, leggera e coinvolgente. Anche quando l’argomento sembra, si badi,
sembra lontanissimo dall’attualità, come nel caso di “Charles de Foucauld –
Fratelli tutti – Un’incredibile storia vera”.
Marcello Carlino, da par suo, così comincia la sua
illuminante “Presentazione”: “La prosa è ariosa, fluida ed espansa per effetto
di cadenze e ritmi di poesia, che per altro, nella filosofia del racconto,
appare investita di ruoli di primario rilievo. Così ciò che è, sulle pagine di
Carmen Moscariello, diviene anche altro; e cangianze e trasfigurazioni si
levano a sciami”.
E’ vero, sembra di entrare in una abbagliante luce di poesia
nonostante la freschezza espressiva, la grazia eloquente e profusa con
naturalezza.
Il personaggio è di per sé affascinante, ma Carmen ne sa dare soprattutto il
fascino della santità, quel bene interiore che illumina il senso recondito dell’essere umano, in modo che ogni
pagina grondi di beatitudine poetica oltre che di beatitudine spirituale. “Il
misticismo è la parola chiave per aprire le porte alla conoscenza di Charles de
Foucauld. Un Santo che va inteso nella sua immane profondità come grande
testimone della famiglia di Nazareth. Fu seguace e imitatore della vita di
Cristo, proteso verso una sua totale abnegazione che si concretizzava
nell’abbraccio dei più umili della terra. Egli è il grande promotore moderno
del Dialogo interreligioso e del rispetto di tutte le religioni”.
Mi fermerei su questa frase, “il grande promotore moderno
del Dialogo interreligioso e del rispetto di tutte le religioni”. Il nucleo di
tutta la storia va cercato qui e infatti Carmen Moscariello non ha scritto un
trattato, non ha realizzato una biografia, ma un racconto, un romanzo in cui ha
trasfuso la sua anima interamente, i suoi propositi, i suoi pensieri, le sue
aspirazioni. A dimostrazione della presa di coscienza della scrittrice nell’avventurarsi
nel deserto leggiamo un passo che ci fa comprendere lo stato d’animo di Carmen
proteso alla “Canoscenza”, direbbe l’Alighieri.
“Amavo la vita. Tutto in me si risvegliava come da un lungo
letargo. Non c’era più tempo da perdere.
Restare muta, come ero stata negli ultimi anni mi
inorridiva.
Un tempo lontano ero stata diversa. Allora anche i passi
dolorosi venivano subito cancellati, poi il cuore si era indurito non sapevo e
non volevo più perdonare né dimenticare…
Ma la mia vita era stata anche Poesia e deve essere poesia e
perché ciò accada, essa va prima di tutto vissuta”.
Un lievitare interiore sembra suggerire questo brano, la
prima mossa verso una sorta di conversione che però non si ottiene in maniera
astratta. Carmen risorge, il romanzo si scrive quasi da sé, dettato dalle
vicende del deserto, dai comportamenti
di Charles e così la Verità arriva come dono che investe il senso primo e
ultimo della vita e dell’amore.
DANTE MAFFIA
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