DEMOLIRE O RICOSTRUIRE
Viaggiando spesso mi sono reso conto che il paesaggio
italiano, il più bello del mondo, è
stato offeso, oltre che per le aggressioni di vario tipo, soprattutto da
edifici di ogni genere abbandonati, diroccati o costruiti a metà e poi lasciati
all’incuria.
Sia i privati e sia gli enti (Stato, province, comuni,
Ferrovie dello stato, ecc.) non si sono mai premurati di intervenire per
eliminare gli obbrobri che devastano
paesi e campagne e così siamo arrivati al punto che vecchi cementifici esistono ormai all’interno delle case,
caselli ferroviari davanti alle stazioni o ai passaggi a livello e sono vere e
proprie ferite che disgustano. Per non parlare di uffici mastodontici lasciati
a languire o per trasferimenti o per ragioni che non si riusciranno mai a
sapere.
Non potevano gli enti, nel momento delle dismissioni,
cancellare gli sconci? E i privati come mai non sono stati mai obbligati a far
sparire quelle che io vedo come ingiurie alla giustizia e alla bellezza, oltre
che al decoro?
Non so come si potrà fare per
ripristinare o demolire questi mostri, ma forse è ora che bisogna cominciare a
pensarci in modo che o gli spazi ritrovino sé stessi o le costruzioni diventino
funzionali, magari per immigrati che verranno ospitati pagando un mutuo
agevolato o cose simili.
Lo so, è una foresta intricata, a parte la sordità degli
enti ci sarà la ferocia irritazione dei privati, i quali non utilizzano quegli
spazi ma guai a dire loro che invece potrebbero servire a molte funzioni, se
non altro per parcheggi.
Faccio un solo esempio.
A Roseto Capo Spulico, piccolissimo borgo sullo Jonio, non
lontano da Sibari, potrebbe nascere la
sede del Museo delle Conchiglie, un patrimonio straordinario, potrebbe nascere
la più grande biblioteca del Meridione, una piccola pinacoteca per valorizzare
anche gli artisti locali.
Dove collocare questi tesori? Dovunque si trovano case
diroccate, abbandonate, ruderi.
E al posto di veder dormire su qualche panchina poveri
cristi allo sbando perché non
organizzarsi in maniera seria per ospitarli come persone e non come bestie, oppure
mandarli via, seriamente mandarli via?
Le prediche e i discorsi faziosi e finalizzati solo a scopi politici non
risolvono i problemi, che ci sono. E sono tanti.
Ecco il motivo di creare (forse è una mia idea pazza e priva
di senso) un’Associazione che curi e si interessi di tutte queste cose. Sappiamo che da sempre
l’architettura ha creato il calore di un luogo fino a determinare situazioni umane,
poetiche e ambientali che ancora si perpetuano per gli incontri.
Io ci credo. Credo fermamente che con la buona volontà si
potranno superare anche gli scogli alti e farraginosi delle burocrazie, i
sospetti, le illazioni, ecc. e le opposizioni, magari violente, dei privati.
Ho sentito ripetere spesso che costa di più demolire anziché
costruire. Da verificare, ma soprattutto non tenere conto di nessun luogo comune.
Costi quel che costi. Avremo un ambiente più bello e più sano e, se si
attueranno i vari progetti, anche più ricco, molto più ricco.
Già, ma come organizzarsi per diventare operativi? Demolire
o costruire significa maneggiare del denaro. Già, e di chi?
E qui sta il vero problema, saper illustrare seriamente e
con verità assoluta quello che si vuole realizzare e sono certo che non
mancheranno le iniziative per raccogliere
denaro da utilizzare allo scopo.
Ovviamente tutto sempre sotto controllo, in modo da evitare che i dubbi
facciano fallire le iniziative.
Cominciamo?
Chi si propone di scrivere le regole prima di andare dal
Notaio? Con chi fare i primi passi?
Sono certo che se l’iniziativa partirà ne vedremo delle
belle e finalmente l’incuria sarà colpita violentemente.
Ci sarà sicuramente anche una parte per gli appassionati di
gialli. Dopo tanti decenni, dopo secoli, che cosa si troverà dentro le mura di
ruderi che sembrano fantasmi?
DANTE MAFFIA
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