Parlare di un
volume dedicato a Ugo Piscopo è lo stesso che parlare di Ugo, come
uomo e come letterato , persona degna che ha dedicato tutta la sua
vita alla cultura e alla ricerca poetica, svolgendo sempre ruoli di
primo piano, sia nella vita pubblica , sia nella cerchia di scrittori
che possiamo definire storicizzati.
Orbene, io
conosco Ugo da decenni : uomo mite ed arrendevole , ma uomo sveglio e
combattivo allo stesso tempo, ricco di quella materia primitiva che
fa del soggetto un personaggio di spicco, e lo rende accattivante e
di piacevole compagnia. L’ho conosciuto si può dire a fondo ,
perché ci siamo incontrati sul piano umano sia come medico –
paziente sia come militanti nei meandri della poesia. E per tale
coinvolgimento molto spesso abbiamo scambiato ruoli di notevole
interesse, affiancati lodevolmente nel procedere verso la creatività.
Ecco che questo volume ci offre un panorama limpido della produzione
di Ugo Piscopo : Ritornare sui propri scritti per
realizzare nuove creazioni sembra quasi una scommessa, per quel senso
di riconoscimento e di rispetto che ognuno di noi riserva verso la
quotidianità, che appare nel confronto fra la poesia ed il dubbio,
fra gli spazi temporali ed il costante diuturno rapporto di scambio
critico . La ricerca fisica sconfina nel dettato multicolore e -
molto spesso – appare distaccata dalla stagione neorealistica
idonea a comunicare la “parola” nella ricca oreficeria che forgia
il linguaggio. La critica , la saggistica , la prosa sono anche esse
state materia di impegno e Ugo Piscopo
è un emblematico padrone di fucina, capace di
organizzare in perfetti equilibri le varie predisposizioni che i
valori umani e le impreviste eredità cercano di proporre alla
scrittura , ed in particolare al verso , in una visione
palingenetica che una certa cultura lascia a prova della libertà e
delle relazioni. La struttura molecolare della poesia è fitta di
sospensioni e di deviazioni, di apparenti incertezze, di volontari
inciampi , nel sostegno docile delle significazioni , capaci di
contrassegnare coesistenze repentine, squarci di luci fendenti nelle
nebbie, improvvise accelerazioni, lampeggianti arpeggi che sono alla
base di una sua propria interpretazione della scrittura poetica.
La capacità di spingere una storia , un personaggio , una figura, al
di la del dato realistico, in quella zona franca che si manifesta tra
il subconscio ed il pensiero attivo è la fonte di quella ambiziosa
testimonianza alla quale siamo chiamati tra l’incidente , il rebus,
la sospensione , la coscienza. Realizzare soprattutto una certa
sintesi tra le intuizioni disseminate e le ampiezze della operosità
sperimentale : nuova ipotesi progettuale di linguaggio raro e
ricercato, erudito ed evocativo , quando il modulo si presta , come
nel nostro, ad intessere una sottile filigrana di vissuti personali e
di illusioni oniriche, tra modelli di ombre e fenomenologie
multicolori.
I nodi della
forma metrica in lui si sciolgono in alterne composizioni per dare
ampi spazi discorsivi , cesellati da impegnativi agglomerati , senza
mai perdere una briciola della propria autobiografica identità.
Gli oggetti possono scomparire inghiottiti dal nulla, ma la vetrina
universale è l’emporio attraversato da un fluido invisibile che
rende liquido il discorso , per una eteronomia dell’arte e della
scrittura, che cerca eleganza nelle varie possibilità di scandaglio
metafisico, rimandando a probabili logos fondati sulla
interrogazione. Il colore incide nel quadro, nella esperienza di una
gioia che purtroppo per noi mortali è quasi sempre brevissima, e
coincide con quel cerchio che rinchiude subito dopo la tristezza,
nella frammentazione della persona e del pensiero: nel guscio di un
linguaggio sempre e costantemente in continua evoluzione , tra la
misura dichiarativa ed il precipizio autoriflessivo, tra i
riferimenti realistici e lo sbandamento delle figure pregne di
quotidianità.
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Se il travaglio esistenziale viene sospinto alle sue estreme
conseguenze, parallelamente alle crisi che la rarefazione del logos
poetico induce nel soggetto psicologicamente coinvolto, ecco che il
fare poetico riesce a creare ed a risolvere quelle miniature, che
coniugano la conversazione con il monologo, l’ampio spettro delle
variazioni con il rigido nucleo dello stile, e riesce a rappresentare
il dramma o la ristrutturazione intelligente della memoria quale
scandaglio temporalmente orientato tra il lato nascosto del visibile
e la metafora della memoria.
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Ebbene, a mio
avviso, il lusso di tanta scrittura non è che un dono, e niente
affatto su una presunta soglia, ma come prova per una nuova serie di
doni. Una creazione iniziale che ammiriamo per quello stile suo
proprio, che nell’ultimo volume “Familiari” coinvolge, rapisce,
entusiasma. Proprio così: è la gioia che di verso in verso questo
“lusso” antitetico ad ogni crisi suscita in noi. Prova di ciò è
quel tipo di sorriso che accompagna la scoperta delle invenzioni del
registro linguistico, descritto dall’Autore nel suo “biglietto di
viatico”. Alla faccia di ogni inetta costrizione bocconiana, di
verso in verso una sensazione di libertà ci invade e ci pervade,
manifestandosi anche nelle espressioni del volto, che esprime
meraviglia, con gli inarcamenti superciliari, e compiacimento con il
protendersi delle labbra serrate, diventando però pensoso ad un
tratto nello scoprire accenni al dramma dell’esistere. Ed Ugo si
diverte con le sue variopinte elucubrazioni , capaci di distorcere le
parole in maniera che il ritmo e la musicalità restino sempre a
caposaldo della leggibilità. Ci sorprende “il grido dell’attimo
trema - con artiglio di lampo”; nel raffigurare le sorti
individuali di noi esseri umani rinchiusi nelle nostre solitudini e
sperduti fra le nubi, nubi noi stessi, mentre con l’orbita
terrestre andiamo viaggiando nell’infinito.
Egli scrive
con elaborata capacità e contemporaneamente sembra scherzare con la
parola / simbolo per accompagnare il lettore in acrobazie stilistiche
, tutte immaginate e proposte da un uomo che cerca di evidenziare le
assurdità di una certa quotidianità e di un mondo che molto spesso
ormai va alla deriva. Ma non dimentichiamo anche le acute , serie ,
approfondite , severe analisi letterarie e sociali che egli ha
stilato nell’arco di tutta la sua esperienza culturale.
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