giovedì 24 aprile 2014

Antonio Spagnuolo - Per Ugo Piscopo

Parlare di un volume dedicato a Ugo Piscopo è lo stesso che parlare di Ugo, come uomo e come letterato , persona degna che ha dedicato tutta la sua vita alla cultura e alla ricerca poetica, svolgendo sempre ruoli di primo piano, sia nella vita pubblica , sia nella cerchia di scrittori che possiamo definire storicizzati.
Orbene, io conosco Ugo da decenni : uomo mite ed arrendevole , ma uomo sveglio e combattivo allo stesso tempo, ricco di quella materia primitiva che fa del soggetto un personaggio di spicco, e lo rende accattivante e di piacevole compagnia. L’ho conosciuto si può dire a fondo , perché ci siamo incontrati sul piano umano sia come medico – paziente sia come militanti nei meandri della poesia. E per tale coinvolgimento molto spesso abbiamo scambiato ruoli di notevole interesse, affiancati lodevolmente nel procedere verso la creatività. Ecco che questo volume ci offre un panorama limpido della produzione di Ugo Piscopo : Ritornare sui propri scritti per realizzare nuove creazioni sembra quasi una scommessa, per quel senso di riconoscimento e di rispetto che ognuno di noi riserva verso la quotidianità, che appare nel confronto fra la poesia ed il dubbio, fra gli spazi temporali ed il costante diuturno rapporto di scambio critico . La ricerca fisica sconfina nel dettato multicolore e - molto spesso – appare distaccata dalla stagione neorealistica idonea a comunicare la “parola” nella ricca oreficeria che forgia il linguaggio. La critica , la saggistica , la prosa sono anche esse state materia di impegno e Ugo Piscopo è un emblematico padrone di fucina, capace di organizzare in perfetti equilibri le varie predisposizioni che i valori umani e le impreviste eredità cercano di proporre alla scrittura , ed in particolare al verso , in una visione palingenetica che una certa cultura lascia a prova della libertà e delle relazioni. La struttura molecolare della poesia è fitta di sospensioni e di deviazioni, di apparenti incertezze, di volontari inciampi , nel sostegno docile delle significazioni , capaci di contrassegnare coesistenze repentine, squarci di luci fendenti nelle nebbie, improvvise accelerazioni, lampeggianti arpeggi che sono alla base di una sua propria interpretazione della scrittura poetica.
La capacità di spingere una storia , un personaggio , una figura, al di la del dato realistico, in quella zona franca che si manifesta tra il subconscio ed il pensiero attivo è la fonte di quella ambiziosa testimonianza alla quale siamo chiamati tra l’incidente , il rebus, la sospensione , la coscienza. Realizzare soprattutto una certa sintesi tra le intuizioni disseminate e le ampiezze della operosità sperimentale : nuova ipotesi progettuale di linguaggio raro e ricercato, erudito ed evocativo , quando il modulo si presta , come nel nostro, ad intessere una sottile filigrana di vissuti personali e di illusioni oniriche, tra modelli di ombre e fenomenologie multicolori.
I nodi della forma metrica in lui si sciolgono in alterne composizioni per dare ampi spazi discorsivi , cesellati da impegnativi agglomerati , senza mai perdere una briciola della propria autobiografica identità.
Gli oggetti possono scomparire inghiottiti dal nulla, ma la vetrina universale è l’emporio attraversato da un fluido invisibile che rende liquido il discorso , per una eteronomia dell’arte e della scrittura, che cerca eleganza nelle varie possibilità di scandaglio metafisico, rimandando a probabili logos fondati sulla interrogazione. Il colore incide nel quadro, nella esperienza di una gioia che purtroppo per noi mortali è quasi sempre brevissima, e coincide con quel cerchio che rinchiude subito dopo la tristezza, nella frammentazione della persona e del pensiero: nel guscio di un linguaggio sempre e costantemente in continua evoluzione , tra la misura dichiarativa ed il precipizio autoriflessivo, tra i riferimenti realistici e lo sbandamento delle figure pregne di quotidianità.
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Se il travaglio esistenziale viene sospinto alle sue estreme conseguenze, parallelamente alle crisi che la rarefazione del logos poetico induce nel soggetto psicologicamente coinvolto, ecco che il fare poetico riesce a creare ed a risolvere quelle miniature, che coniugano la conversazione con il monologo, l’ampio spettro delle variazioni con il rigido nucleo dello stile, e riesce a rappresentare il dramma o la ristrutturazione intelligente della memoria quale scandaglio temporalmente orientato tra il lato nascosto del visibile e la metafora della memoria.
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Ebbene, a mio avviso, il lusso di tanta scrittura non è che un dono, e niente affatto su una presunta soglia, ma come prova per una nuova serie di doni. Una creazione iniziale che ammiriamo per quello stile suo proprio, che nell’ultimo volume “Familiari” coinvolge, rapisce, entusiasma. Proprio così: è la gioia che di verso in verso questo “lusso” antitetico ad ogni crisi suscita in noi. Prova di ciò è quel tipo di sorriso che accompagna la scoperta delle invenzioni del registro linguistico, descritto dall’Autore nel suo “biglietto di viatico”. Alla faccia di ogni inetta costrizione bocconiana, di verso in verso una sensazione di libertà ci invade e ci pervade, manifestandosi anche nelle espressioni del volto, che esprime meraviglia, con gli inarcamenti superciliari, e compiacimento con il protendersi delle labbra serrate, diventando però pensoso ad un tratto nello scoprire accenni al dramma dell’esistere. Ed Ugo si diverte con le sue variopinte elucubrazioni , capaci di distorcere le parole in maniera che il ritmo e la musicalità restino sempre a caposaldo della leggibilità. Ci sorprende “il grido dell’attimo trema - con artiglio di lampo”; nel raffigurare le sorti individuali di noi esseri umani rinchiusi nelle nostre solitudini e sperduti fra le nubi, nubi noi stessi, mentre con l’orbita terrestre andiamo viaggiando nell’infinito.

Egli scrive con elaborata capacità e contemporaneamente sembra scherzare con la parola / simbolo per accompagnare il lettore in acrobazie stilistiche , tutte immaginate e proposte da un uomo che cerca di evidenziare le assurdità di una certa quotidianità e di un mondo che molto spesso ormai va alla deriva. Ma non dimentichiamo anche le acute , serie , approfondite , severe analisi letterarie e sociali che egli ha stilato nell’arco di tutta la sua esperienza culturale.

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