La neve bianca lieve fragrante dei Diecimila Haiku di Dante Maffia.
Siamo
di fronte a un capolavoro che lascerà il segno nella storia della Poesia.
Due
culture, finora considerate differenti, se non opposte, si incontrano, si intrecciano per dar vita a
una poesia delicata, quasi impalpabile che pure vive tutte le passioni della
vita reale che avvolge, travolge, fa morire e rinascere.
I profumi dei giardini di Kyoto arrivano fino a noi e ci regalano l’incanto.
I Diecimila, pare che arrivino a diciottomila
“Hayaku” di Dante Maffia i venti e più libri che il Giappone gli ha pubblicato
hanno sapienza, fascino, sono una pioggia di fiori di mandorlo, di delicati
sussurri.
Sono “le inquietudini e le estasi della nostra anima”[1]
Sono giubilo, visione, visibilio, sogni capaci di trasformare la morte in
vita e anche il suo contrario
Queste composizioni così perfette formate da tre versi il primo di cinque sillabe, il secondo di sette e il terzo di cinque procedono così all’Infinito, ma si sa che i i ritmi di Maffia seppur soavi, sono sempre diversamente esplosivi, cauti e pur sempre con un messaggio d’amore: per i fiori, per il mare, per il sole; gli uccelli, che sono chiamati come protagonisti dei suoi haiku, sono più di cento. Ma nei versi del Poeta hanno un ruolo di deità anche le città: Kyoto la mitica, Matera la nostalgica e le spiagge e i monti della Calabria, quest’ultima è la sua terra d’origine, la porta dentro come madre da non tradire mai.
Gli echi artistici musicali e architettonici degli haiku ci fanno pensare
anche a Monet, a Van Gogh, a Klimt. Chi potrà mai dimenticare nei secoli il
fascino e l’incanto sempre smaglianti della Moglie di Monet con ventaglio e Kimono rosso, e i ventagli,
tanti, che giocano festosi in un
girotondo simili ad uccelli intorno al
corpo delicato della moglie?
O La cortigiana,[2]
nei colori smaglianti di Van Gogh ?
O le donne del Periodo Fiorito di Klimt
fortemente influenzato dalla passione del Japonisme
E’ anche Maffia conquistato dal Japonisme?
Pensiamo di si, poiché i temi dei suoi haiku profumano sempre di fiori e
nel contempo sono sempre attraversati da un possente erotismo. I fantasmi del
desiderio aleggiano in molte parti dei 20 e più libri come gabbiani, gli stessi
gabbiani a cui il poeta affida la sua
morte. Vorrei morire/volando per il
cielo/sopra un gabbiano[3]. Un soffio senza tragedie
così è la morte, lieve al punto di volare, incamminarsi da solo senza paura. In
tre versi c’ è l’Immenso: un fatto reale che è la morte, l’ebrezza del volo, il desiderio di levità
e di abbandono.
E’ naturale, quasi inevitabile, che
leggendo e rileggendo questi versi perfetti come un pentagramma triplo le
visioni si aprano alle atmosfere
poetiche e dolorose della Butterfly di
Puccini.
Il Giappone ricambia questo amore e come tanti altri paesi del mondo, adora il Poeta Dante Maffia, già dal 2016 anno in cui la Japan Universal Poets Association, lo volle come protagonista, come simbolo di quella cultura omerica, di quel suo abbracciare tutti gli autori del mondo, del suo amare gli haiku come se gli appartenessero dalla nascita, in quella perfetta celebrazione stabilisce di dedicargli
un premio di poesia a suo nome “Il Premio Dante Maffia” come a cesellare
per sempre l’incontro di due mondi, di due culture regali che si nutrono e
completano a vicenda. La Prima edizione del premio si avrà in Giappone all’inizio
del prossimo anno, la Presidente è Ahmed Alzahran.
Il poeta scrive gli haiku con la
stessa destrezza e profondità di come scrive versi italiani, sgorgano spontanei
dal suo cuore senza compiere alcuno sforzo. Di ciò troviamo conferma in alcune
sue prime raccolte, già in esse si può cogliere quella perfezione, quella cura
fino allo spasimo, quell’eleganza , quel nitore che appartiene ai più grandi
compositori di haiku. Nulla come in questo caso è più vicino alla musica
lirica, alla composizione, alla bellezza e alla sensualità delle Geisha, tutto
è cadenzato, è ritmo che si amplia ad ogni stadio , è un’onda che non si stanca
di ritornare a riva e riconsegnarsi poi all’Infinito Oceano.
Ecco gli haiku di Dante Maffia sono
un Oceano un desiderio di inghiottire il mondo, un’ingordigia di vita, un fare
in modo che la Verità sia afferrata, abbracciata in tutte le sue essenze. Molti
Paesi compresi Gli Stati Uniti, l’Albania, L’America Latina, La Russia,
l’Ungheria , la Spagna traducono i suoi libri osannano la sua Poesia. La
Romania (altro paese che il Poeta ama) è
uno di questi Paesi se lo contende, traduce le sue opere, lo ospita per
convegni molto importanti, lo ricopre di onori. Maffia è il più grande dei poeti, se lo
coccolano perché sanno che Egli sa innovare la poesia, riportarla alla
grandezza che gli appartiene di diritto, liberandola da volgari vincoli, da
generici insulsi sussurri che niente hanno a che vedere con la grande poesia.
Ritornando al Giappone sono stati pubblicati ben venti volumi di haiku a spese di questo Stato.
Più esattamente il Giappone li traduce nella sua lingua e ci dice che
Dante Maffia è:
Since coming to Japan in 2016 at the invitation of the Japan Universal Poets
Association, literary exchanges have continued since then, and while
translating the criticisms, haiku, and poetry of the author who are familiar
with Japanese literature, the translation of haiku works progressed, and at
this opportunity this series will be published bilingually between Japan and
Italy as a collection of haiku. A total of 20 volumes will be published. The
association has introduced many haiku by foreign poets with the aim of
popularizing neo-epoch haiku.
I
giapponesi sono rimasti affascinati, impressionati dalla conoscenza che
l’Autore ha dimostrato in convegni importantissimi sui più grandi maestri di hayku,
come Matsuo Bashō e
Kobayashi Issa, e Yosa
Buson.
Ma cosa sono
gli haiku?
Per un certo periodo
c’è stata una moda nello scrivere haiku, ma per quanto io abbia letto e, ho letto molto, niente si avvicina a
questa sorgente di fiori di mandorli di profumi, di sensualità della bellissima
Kyoto. L’haiku potrebbe considerarsi ripetitivo, lo è nella costruzione dei tre
versi e del conteggio delle sillabe,
ma la grandezza di chi scrive non è certo
nel gioco di parole, e nella costruzione dei tre versi, nel rispetto delle regole ben precise come quella di avvicinare
il verso alla realtà, all’osservazione quotidiana, per fare degli haiku un’opera d’arte ci vuole
il Genio: vicino allo shasei (al disegno ) è necessaria l’Anima e la
cultura di un grande poeta.
Masaoka, uno dei grandi maestri del
passato usava i ritratti, immaginari e reali, ma preferiva
questi ultimi. Dante Maffia trasforma in personaggi veri
in versi gentili, in piacere intenso, in delirio, in beatitudini la sua realtà ed ecco gli haiku per Roma, per
L’Otto marzo, per il Mio Balcone, per Torre Melissa, e poi dominano i suoi
amori, le sue passioni, i suoi dolori. E
ovunque cogli l’urgenza del Poeta di dialogare con l’universo con il suo mistero.
Il calarsi fino in fondo alla sua anima, quasi scavarla per cogliere la verità
o meglio il senso del nostro vivere. Un ingordigia nel voler sapere, nel voler
raccontare, cogliere il perché della nostra vita, della nostra morte. Indagare
su dove arriva il tormento, dove cogliere dell’amore fino all’ultimo spasimo. Vuole
afferrare il Poeta la pulsione viva della perennità. Vuole annientare il Nulla,
vuole conservare come un serto di rose (la rosa ecco un’altra grande
protagonista) tutto il bello della vita, quello che davvero conta: godere del
profumo di un fiore, del canto di un uccello, del bacio della sua donna,
dell’universo che mai puzza di morte. Egli non si stanca di cercare l’Anima
dell’uomo, degli animale, delle piante ,
dei fiumi del
mare e del sole. Tutti questi personaggi rappresentano la Deità che appartiene
in primis al Poeta. Questi venti volumi , tradotti dalla poetessa giapponese
Mariku Sumikura sono un dono prezioso,
non leggerli significa vivere ai margini dei torrenti, lasciare che il male prevalga.
Vorrei sottolineare ancora una volta
gli haiku dedicati a Matera: sono filamento di miele, amore eterno. La ama come
fosse la sua donna o come madre tenera
che ha accolto nel suo seno il poeta fin dalla sua primissima infanzia.
Con questo scritto vorremmo anche noi contribuire ad eternare ogni anno i festeggiamenti della città di Kyoto per il
Poeta. Ripetere ogni il 21 e il 22 gennaio, come è stato nel 2023, la
lettura dei suoi splendidi haiku sotto
il cielo luminoso di Kyoto.
Riflessioni di Carmen Moscariello
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