sabato 16 dicembre 2023

Il Giappone e i diecimila (forse diciottomila ) haiku del Poeta Dante Maffia

    

La  neve bianca lieve  fragrante dei Diecimila Haiku  di Dante Maffia.

 

 






Siamo di fronte a un capolavoro che lascerà il segno nella storia della Poesia.

Due culture, finora considerate differenti, se non opposte,  si incontrano, si intrecciano per dar vita a una poesia delicata, quasi impalpabile che pure vive tutte le passioni della vita reale che avvolge, travolge, fa morire e rinascere.

I profumi dei giardini di Kyoto arrivano fino a noi e ci regalano l’incanto.

I Diecimila, pare  che arrivino a diciottomila “Hayaku” di Dante Maffia i venti e più libri che il Giappone gli ha pubblicato hanno sapienza, fascino, sono una pioggia di fiori di mandorlo, di delicati sussurri.

Sono “le inquietudini e le estasi della nostra anima”[1]

Sono giubilo, visione, visibilio, sogni capaci di trasformare la morte in vita e anche il suo contrario

Queste composizioni così perfette formate  da tre versi il primo di cinque sillabe, il secondo di sette e il terzo di cinque procedono  così all’Infinito, ma si sa che i i ritmi di Maffia seppur soavi,  sono sempre diversamente esplosivi, cauti e pur sempre con un messaggio d’amore: per i fiori, per il mare, per il sole; gli uccelli, che sono chiamati come protagonisti dei suoi haiku, sono   più di cento. Ma nei versi del Poeta hanno un ruolo di deità anche le città: Kyoto la mitica, Matera la nostalgica e  le spiagge e i monti della Calabria, quest’ultima è la sua terra d’origine, la porta dentro come madre da non tradire mai. 

Gli echi artistici musicali e architettonici degli haiku ci fanno pensare anche a Monet, a Van Gogh, a Klimt. Chi potrà mai dimenticare nei secoli il fascino e l’incanto sempre smaglianti della Moglie di Monet  con ventaglio e Kimono rosso, e i ventagli, tanti, che giocano  festosi in un girotondo simili ad uccelli intorno al  corpo delicato della moglie?

O La cortigiana,[2] nei colori smaglianti di Van Gogh ?

O le donne del Periodo Fiorito di Klimt fortemente influenzato dalla passione del Japonisme





E’ anche Maffia conquistato dal Japonisme?

Pensiamo di si, poiché i temi dei suoi haiku profumano sempre di fiori e nel contempo sono sempre attraversati da un possente erotismo. I fantasmi del desiderio aleggiano in molte parti dei 20 e più libri come gabbiani, gli stessi gabbiani a cui il poeta  affida la sua morte. Vorrei morire/volando  per il cielo/sopra un gabbiano[3]. Un soffio senza tragedie così è la morte, lieve al punto di volare, incamminarsi da solo senza paura. In tre versi c’ è l’Immenso: un fatto reale che è  la morte, l’ebrezza del volo, il desiderio di levità e di abbandono.

E’ naturale, quasi inevitabile,  che leggendo e rileggendo questi versi perfetti come un pentagramma triplo le visioni si aprano  alle atmosfere poetiche e dolorose  della Butterfly di Puccini.

Il Giappone ricambia questo amore e come tanti altri paesi del mondo,  adora il Poeta Dante Maffia, già dal 2016  anno in cui la Japan Universal Poets  Association, lo volle come protagonista, come  simbolo di quella cultura omerica, di quel suo abbracciare tutti gli autori del mondo, del suo amare gli haiku come se gli appartenessero dalla nascita, in quella perfetta celebrazione  stabilisce di dedicargli 

un premio di poesia a suo nome “Il Premio Dante Maffia” come a cesellare per sempre l’incontro di due mondi, di due culture regali che si nutrono e completano a vicenda. La Prima edizione del premio si avrà in Giappone all’inizio del prossimo anno, la Presidente è Ahmed Alzahran.

 Il poeta scrive gli haiku con la stessa destrezza e profondità di come scrive versi italiani, sgorgano spontanei dal suo cuore senza compiere alcuno sforzo. Di ciò troviamo conferma in alcune sue prime raccolte, già in esse si può cogliere quella perfezione, quella cura fino allo spasimo, quell’eleganza , quel nitore che appartiene ai più grandi compositori di haiku. Nulla come in questo caso è più vicino alla musica lirica, alla composizione, alla bellezza e alla sensualità delle Geisha, tutto è cadenzato, è ritmo che si amplia ad ogni stadio , è un’onda che non si stanca di ritornare a riva e  riconsegnarsi   poi all’Infinito Oceano.

 Ecco gli haiku di Dante Maffia sono un Oceano un desiderio di inghiottire il mondo, un’ingordigia di vita, un fare in modo che la Verità sia afferrata, abbracciata in tutte le sue essenze. Molti Paesi compresi Gli Stati Uniti, l’Albania, L’America Latina, La Russia, l’Ungheria , la Spagna traducono i suoi libri osannano la sua Poesia. La Romania (altro paese che il Poeta ama)  è uno di questi Paesi se lo contende, traduce le sue opere, lo ospita per convegni molto importanti, lo ricopre di  onori. Maffia è il più grande dei poeti, se lo coccolano perché sanno che Egli sa innovare la poesia, riportarla alla grandezza che gli appartiene di diritto, liberandola da volgari vincoli, da generici insulsi sussurri che niente hanno a che vedere con la grande poesia.  

Ritornando al Giappone sono stati pubblicati ben venti volumi  di haiku a spese di questo Stato.

Più esattamente il Giappone li traduce  nella sua lingua e ci dice che

Dante Maffia è:
Since coming to Japan in 2016 at the invitation of the Japan Universal Poets Association, literary exchanges have continued since then, and while translating the criticisms, haiku, and poetry of the author who are familiar with Japanese literature, the translation of haiku works progressed, and at this opportunity this series will be published bilingually between Japan and Italy as a collection of haiku. A total of 20 volumes will be published. The association has introduced many haiku by foreign poets with the aim of popularizing neo-epoch haiku.

I giapponesi sono rimasti affascinati, impressionati dalla conoscenza che l’Autore ha dimostrato in convegni importantissimi sui più grandi maestri di hayku, come  Matsuo Bashō e Kobayashi Issa, e  Yosa Buson.

Ma cosa sono gli haiku?

Per un certo periodo c’è stata una moda nello scrivere haiku, ma per quanto io abbia letto  e, ho letto molto, niente si avvicina a questa sorgente di fiori di mandorli di profumi, di sensualità della bellissima Kyoto. L’haiku potrebbe considerarsi ripetitivo, lo è nella costruzione dei tre versi e del conteggio  delle sillabe, ma  la grandezza di chi scrive non è certo nel gioco di parole, e nella costruzione dei tre versi,  nel rispetto delle  regole ben precise come quella di avvicinare il verso alla realtà, all’osservazione quotidiana,  per fare degli haiku un’opera d’arte ci vuole il Genio: vicino  allo shasei (al disegno ) è necessaria l’Anima e la cultura di un grande poeta.

 Masaoka, uno dei grandi maestri del passato  usava  i ritratti, immaginari e reali, ma preferiva questi ultimi. Dante Maffia trasforma in personaggi  veri  in versi gentili, in piacere intenso, in delirio, in beatitudini   la sua realtà ed ecco gli haiku per Roma, per L’Otto marzo, per il Mio Balcone, per Torre Melissa, e poi dominano i suoi amori, le sue passioni, i suoi dolori.  E ovunque cogli l’urgenza del Poeta di dialogare con l’universo con il suo mistero. Il calarsi fino in fondo alla sua anima, quasi scavarla per cogliere la verità o meglio il senso del nostro vivere. Un ingordigia nel voler sapere, nel voler raccontare, cogliere il perché della nostra vita, della nostra morte. Indagare su dove arriva il tormento, dove cogliere dell’amore fino all’ultimo spasimo. Vuole afferrare il Poeta la pulsione viva della perennità. Vuole annientare il Nulla, vuole conservare come un serto di rose (la rosa ecco un’altra grande protagonista) tutto il bello della vita, quello che davvero conta: godere del profumo di un fiore, del canto di un uccello, del bacio della sua donna, dell’universo che mai puzza di morte. Egli non si stanca di cercare l’Anima dell’uomo, degli  animale, delle piante , dei fiumi del

 

 

 

mare e del sole. Tutti questi personaggi rappresentano la Deità che appartiene in primis al Poeta. Questi venti volumi , tradotti dalla poetessa giapponese Mariku Sumikura  sono un dono prezioso, non leggerli significa vivere ai margini dei torrenti, lasciare che il male prevalga.

 Vorrei sottolineare ancora una volta  gli haiku dedicati a Matera: sono  filamento di miele, amore eterno. La ama come fosse la sua donna o  come madre tenera che   ha accolto nel suo seno  il poeta fin dalla sua primissima infanzia.

Con questo scritto vorremmo anche noi contribuire ad eternare ogni anno  i festeggiamenti della città di Kyoto per il Poeta. Ripetere ogni  il 21  e il 22 gennaio, come è stato nel 2023, la lettura dei suoi  splendidi haiku sotto il cielo luminoso di Kyoto.

Riflessioni di Carmen Moscariello

 



[1] Dante Maffia

[2] La Cortigiana di Van Gogh

[3] Scampoli.

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