CELESTINO V E BENEDETTO XVI Soli della Chiesa
Solo una nota affettuosa dopo la lettura di questo libro di
Carmen Moscariello che è, sotto ogni punto di vista, sorprendente.
Innanzi tutto la capacità di raccordare due mondi lontani
secoli tra lor e mettere in evidenza affinità che non sono pretestuose o
inventate per ragioni ideologiche o semplicemente di fede.
L’immenso materiale documentario che concorre a rendere il
testo ricco di riferimenti e di argomentazioni
(addirittura troviamo citazioni di Margherita Guidacci, di Bartolo
Cattafi, di David Maria Turoldo, di Jorge Luis Borges, cioè di poeti che
calzano e illuminano il percorso della Moscariello con voce attuale) è di prima
mano, e scelto con cura.
Le citazioni storiche, teologiche, dottrinarie è evidente
che siano correlate tra loro per rafforzare le tesi da dimostrare, ma Carmen
investe anche la poesia e di conseguenza l’opera diventa un affresco nel quale convergono letture
disparate e scelte con oculatezza e senza mai spirito polemico.
Che dire delle illustrazioni straordinarie che danno maggiore forza all’affresco e ne
evidenziano il dato estetico che agisce in sordina, diciamo dietro le quinte,
pagina dopo pagina?
Carissima Carmen, ho voluto scrivere queste poche righe
prima per dirti grazie del dono, del privilegio di aver potuto leggere in
anteprima il lavoro e poi per lasciare una piccola traccia, una testimonianza
in modo che le mie parole non suonino
appena come complimenti, ma come constatazione del tuo impegno che io ho letto
innanzi tutto come impegno morale, etico, e poi come gioia estetica che si è
saputa allargare sui due grandi papi, e non solo, con la magia di una
scrittura, la tua, ormai consolidata per la qualità e per la precisione.
Le tue doti di storica, di narratrice e di poeta hanno trovato,
in questo tuo studio, la felicità dell’armonia espressiva, la profondità della
studiosa, la naturalezza delle tesi non imposte, ma ragionate e dimostrate.
Insomma, un lavoro che rende giustizia a una personalità,
come te, che ha sempre studiato nel silenzio più assoluto e quindi, come,
dicevo all’inizio, sorprendendo.
Non dimentichiamo che si tratta di argomenti delicatissimi
sui quali hanno fatto palestra molti cardinali e molti teologi e quindi non era
facile districare la matassa immensa posta sul tappeto.
Ma ormai è noto il carattere e la forma genuina della
scrittrice e io non ho avuto nessun dubbio,
fin dalle prime pagine, che lei sarebbe uscita vincitrice dalla
scommessa fatta con se stessa.
La quantità delle note, puntuali e utili per la chiarezza
del tutto, è una ulteriore dimostrazione che Carmen Moscariello non ha
ragionato per astrazioni, ma sui fatti, sui documenti, sulle ragioni vere delle vocazioni.
Con un abbraccio.
Dante Maffia