Giovedì 13 febbraio prossimo , alle ore 19,
presso la Parrocchia della Santissima Trinità
in via tasso 297 – Napoli
Antonio Spagnuolo
presenterà lo scrittore
Maurizio De Giovanni
per il suo nuovo romanzo “Buio” edito da Einaudi
Maurizio
De Giovanni : “Buio” – Ed. Einaudi 2013 – pagg. 316 - €
18,00 -
Per
parlare di questo fecondissimo autore ho avuto la necessità di
preparare alcuni appunti che qui trascrivo. - Il simpaticissimo amico
Maurizio nel giro di pochi anni è stato capace di bruciare molte
tappe , tutte importanti e significative. Egli è nato
nel 1958 a Napoli,e
nel 2005,
con un racconto ambientato nella Napoli fascista degli anni
trenta che
ha per protagonista il commissario
Ricciardi, vince il premio
nazionale Tiro
rapido indetto
dalla Porsche
Italia, e riservato a
giallisti emergenti. Il racconto formerà la base di un romanzo edito
poi da Graus,
dal titolo Le
lacrime del pagliaccio, quindi
successivamente riedito dalla Fandango
Libri con
il titolo Il
senso del dolore - L'inverno del Commissario Ricciardi.
Ha avuto inizio, così, una serie di pubblicazioni aventi per
protagonista questo stravagante e napoletanaccio Commissario
Ricciardi e che
comprende: La
condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi, Il
posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi, I
giorno dei morti. L'autunno del commissario Ricciardi, Per
mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi, L'omicidio
Carosino. Le prime indagini del commissario Ricciardi e Vipera.
Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi.
La
serie è pubblicata con successo dalla Suhrkamp in Germania e
da Payot
& Rivages in Francia,
in Spagna da Lumen nel
settembre2011.
Il
quarto episodio, l'autunno, intitolato Il
giorno dei morti (Fandango
Libri, 2010)
ha vinto il premio Corpi
Freddi Award 2010 per
il miglior romanzo, e Maurizio de Giovanni è stato premiato come
miglior autore italiano. Nel 2010 il
libro è stato finalista del Premio
Scerbanenco, nel 2011 ha
vinto il Premio
Camaiore di Letteratura Gialla e
il Premio
Giuseppe Imbucci (Osservatorio
Internazionale sul Gioco),
che si è svolto presso l'Università
degli Studi di Salerno il
24-25 novembre.
Sempre
nel 2010 è
uscito per la Cagliostro ePress Mammarella,
adattamento a fumetti di un racconto breve omonimo, sceneggiato
daAlessandro
Di Virgilio e
disegnato da Claudio Valenti.
Nel
mese di marzo 2012,
l'attore Riccardo
Scamarcio, con la
compagna Valeria
Golino, ha acquistato i
diritti del romanzo «Per mano mia» per farne una fiction televisiva
con la sua società di produzione[1] alla
quale lo stesso De Giovanni collaborerà.
Nel
2012 con Il
metodo del coccodrillo (ambientato
in una Napoli contemporanea) ha inaugurato una nuova serie,
proseguita con I
bastardi di Pizzofalcone (2013)
e Buio
per i bastardi di Pizzofalcone (2013).
Ha
pubblicato diversi libri a tema calcistico con protagonista
il Napoli di
cui è un grande tifoso, come: Juve-Napoli
1-3. La presa di Torino,Ti
racconto il dieci maggio, Miracolo
a Torino - Juve Napoli 2-3 o Per
segnare bisogna tirare in porta. tredici storie per tredici
calciatori
Nel
mese di aprile 2013,
è uscito per la Tunué Gli
altri, adattamento a fumetti della
sua trilogia teatrale Gli
altri fantasmi, sceneggiato
daAlessandro
Di Virgilio e
disegnato da Luca
Ferrara.
Vincitore
selezione Premio Bancarella 2013.
***
Di
Maurizio uomo posso soltanto dire che sin dai primi incontri mi è
apparso come persona dalla simpatia elettrizzante, sempre carico di
humor e di loquacità immediata, capace di coinvolgerti con un fiume
di parole e di pensieri, sempre molto equilibrati e sempre nel giusto
peso culturale. Non solo, ma quello che interessa sottolineare è la
sua costante attenzione , rivolta sempre alla città natale –
Napoli – per la quale non si limita nello spendere parole e
indagini , sia sotto l’aspetto culturale che ci distingue come
popolo di elevate capacità , sia anche per problemi sociali o
politici che gravitano particolarmente intorno all’editoria , che
qui nel Sud lascia tanto a desiderare. Bene , ora la sua scrittura ha
la particolare energia di trascinare pagina dopo pagina in una
lettura semplice e accattivante. Ricca di spunti poetici ,
nell’intimità dei sentimenti che egli sa così puntualmente
evidenziare. Alcune pagine sono veramente pura poesia , specialmente
quelle scritte in corsivo , ad esempio nel soliloquio del piccolo
Dodo , o nella lampeggiante “non fidatevi dio maggio, perché
maggio vi frega in un niente”. Scrittura ricca di intermezzi a
sfondo filosofico, rapidamente accarezzati qua e la nel mentre scorre
adrenalina nelle vene dei poliziotti , in completa sintonia anima e
corpo , o nel vibrare delle voci tese. Immergersi in un romanzo
concepito in questa ottima stesura apre panorami diversificati. Solo
quando mettiamo in discussione il punto di vista antropocentrico e
percepiamo la relatività della nostra posizione rispetto
all’ambiente e agli altri esseri che vi abitano, possiamo davvero
capire i luoghi nella loro alterità, vederli
al di là delle proiezioni utilitaristiche e ingenuamente
localistiche dietro i quali li nascondiamo. Ed è proprio in questo
senso, per la capacità cioè di esprimere una comprensione profonda
dei luoghi attraverso un doppio movimento di partenza e ritorno, che
gli scritti di Maurizio sulle figure , sul paesaggio, sulle immagini
possono dirsi quasi quasi ‘ecologici’. Visibili .Rintracciabili.
toccabili Ed osservarli significa prendere a tema uno degli aspetti
più affascinanti e misteriosi della nostra esistenza e del nostro
stare al mondo. Così accade nel racconto di De Giovanni, dove nulla
è gratuito e lasciato al caso, dove regna una ricerca meticolosa di
essenzialità nello sforzo quasi maniacale di valorizzare ogni
livello, ogni minimo aspetto degli avvenimenti. E dove attori
straordinari (pare però a volte sostituiti nelle inquadrature più
ricercate) interpretano (anche) una vitalità nuda e cruda, con tutta
la complessità e ricchezza espressiva che merita. Il rapporto fra la
forma adoperata – i mezzi tecnici grammaticali ) da Maurizio e la
visione multicolore del mondo che circonda , in vortice continuo di
alternanze figurative, è il rilievo dato proprio alle figure dei
personaggi, che sono a cascata continua e contrassegnati in fondo
dalla coesistenza del presente e del passato , del rincorrersi e del
gioco di sequenze . Qui non c’è il mito che è nascosto fra
metafore , c’è la realtà immanente, nella coscienza immediata
della sospensione , che diventa l’anticamera delle sorprese di un
giallo.
“Immergersi
quotidianamente nelle onde magnetiche della scrittura , quella che
rimane indelebile e profondamente incisa nella nostra memoria , per
un non so che di misterioso e di affascinante , di melodico e di
ancestrale , appare quasi sempre come una illusione che il nostro sub
conscio incamera per elaborare e riguadagnare particolarmente ad
occhi chiusi lo spazio-tempo protagonista della scena esistenziale.
Lo scrittore cerca di allontanare la discontinuità che nasce
involontariamente dalle immagini , come colore e suono , per
rimodellare il simbolo tra la realtà e le singole stravaganze del
quotidiano. In presa diretta allora, senza troppi tentennamenti , il
racconto si ricama come un marco di fabbrica inconfondibile, e gli
scatti in avanti stimolano un inanellato imprimere delle
intensificazioni , un tentativo per allontanare da se ogni
falsificazione del rito , scandagliando nei ritagli della
speculazione ritmica. – Il racconto nasce già variopinto , con una
elegia che apre alla visibilità dei sentimenti, mediante incipit ed
incisi di una esperienza che attinge ai ricordi, ai ricordi anche se
molto vicini e delicatamente impressi con un alternarsi di date
contate e continua nelle immagini , correndo gioiosamente tra
appostamenti ed accadimenti , sorrisi e bestemmie, imprecazioni e
abbagli, sorridendo ad una rapsodia melodica. Tenta timidamente
qualche accostamento ad incipit imprevisti , penetrando in un ritmo
incalzante di domande alle quali non da risposta , proprio perché
noi non diamo risposta ad alcuni dei quesiti che ci attanagliano.”
“Neanche
il tempo di festeggiare il successo nel loro primo caso, che i
Bastardi di Pizzofalcone – il raccogliticcio gruppo di
investigatori comandato dal commissario Palma – si trovano di nuovo
a fronteggiare un crimine commesso nell’alta società. Un bambino
di otto anni, figlio di un ricco imprenditore, è stato rapito. Delle
indagini sono incaricati gli agenti Romano e Aragona, mentre
Lojacono, l’uomo di punta della squadra, è già impegnato con la
collega Di Nardo a risolvere il mistero di un banalissimo furto in
casa del proprietario di un centro benessere, che cerca di nascondere
le sue peggiori sorprese. Intanto, nel commissariato più
chiacchierato di Napoli, i rapporti di lavoro e quelli personali si
approfondiscono e si complicano, in particolare quelli tra Palma e il
vice sovrintendente Calabrese, e il vecchio Pisanelli prosegue la sua
battaglia solitaria contro un serial killer alla cui esistenza
nessuno vuole credere. Il tutto si svolge nel tiepido maggio
napoletano, luminoso e affascinante. Un’atmosfera che presenta
motivi lirici , in pagine e in passaggi delicati come: “Maggio,
pensò mentre percorreva la strada finalmente deserta. Le notti di
maggio. Un motivo in più per sentire l’aria addosso dopo una
giornata chiuso in ufficio, nella metro, nella piscina dove Riccardo
andava a nuotare. Non è certo aria quella che respiri negli
intervalli , mentre corri da un posto all’altro, in mezzo ai gas di
scarico , all’odore acre della folla. Questa invece si. Aria di una
notte di maggio. La città non sembrava più la stessa a quell’ora”.
E ancora : “Buio. Al culmine della notte c’è il buio. Dura poco
per fortuna. Forse solo cinque minuti, il tempo di qualche respiro e
un po’ di terrore, quando ci si affaccia sull’abisso. Dura poco
ma può lasciare il segno, se si estende appena di più, se riesce ad
allungare le dita attraverso la solitudine. Il buio. Hai freddo
mentre arranchi nel tuo sogno … Il buio. L’attimo della notte in
cui le speranze spariscono, messe in fuga dal dolore di ciò che
accadrà. L’attimo della notte in cui il riposo si spezza in mille
frammenti di nostalgia, per ricomporsi come un sudario nell’attesa
fragile dell’alba. Il buio!”
Concludo
rapidamente con una domanda precisa : oltre alla storia principale ,
quella del rapimento del piccolo Dodo , come abbiamo sottolineato, si
intrecciano diverse altre brevi storie , come quella del furto in
cassaforte organizzato ai danni dello strozzino dalla invadente
moglie e dal complice extracomunitario , o il breve flirt del
poliziotto Marco Aragone per la cameriera del roof garden , che lo
illude con il suo sguardo malandrino, o ancora la sospensione
omosessuale fra la dottoressa e la Alex , che si scambiano accenni
provocatorio al telefono, o anche la simpatia improvvisa sbocciata
fra i due giovani coinquilini, orbene tutte queste storie non hanno
un epilogo ben preciso, e tu lasci in sospeso ogni conclusione, come
voler offrire al lettore la soddisfazione di elaborare personalmente
i vari episodi.
Antonio
Spagnuolo
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