martedì 11 febbraio 2014

Antonio Spagnuolo presenta: Maurizio De Giovanni, per il suo nuovo romanzo "Buio", Einaudi

Giovedì 13  febbraio prossimo , alle ore 19,
                                            presso la Parrocchia della Santissima Trinità
                                                                in via tasso 297 – Napoli
                                                                   Antonio Spagnuolo
                                                                 presenterà lo scrittore
                                                                 

                                                       Maurizio De Giovanni
             per il suo nuovo romanzo “Buio” edito da Einaudi



Maurizio De Giovanni : “Buio” – Ed. Einaudi 2013 – pagg. 316 - € 18,00 -
Per parlare di questo fecondissimo autore ho avuto la necessità di preparare alcuni appunti che qui trascrivo. - Il simpaticissimo amico Maurizio nel giro di pochi anni è stato capace di bruciare molte tappe , tutte importanti e significative. Egli è nato nel 1958 a Napoli,e nel 2005, con un racconto ambientato nella Napoli fascista degli anni trenta che ha per protagonista il commissario Ricciardi, vince il premio nazionale Tiro rapido indetto dalla Porsche Italia, e riservato a giallisti emergenti. Il racconto formerà la base di un romanzo edito poi da Graus, dal titolo Le lacrime del pagliaccio, quindi successivamente riedito dalla Fandango Libri con il titolo Il senso del dolore - L'inverno del Commissario Ricciardi. Ha avuto inizio, così, una serie di pubblicazioni aventi per protagonista questo stravagante e napoletanaccio  Commissario Ricciardi e che comprende: La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi, Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi, I giorno dei morti. L'autunno del commissario Ricciardi, Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi, L'omicidio Carosino. Le prime indagini del commissario Ricciardi e Vipera. Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi.
La serie è pubblicata con successo dalla Suhrkamp in Germania e da Payot & Rivages in Francia, in Spagna da Lumen nel settembre2011.
Il quarto episodio, l'autunno, intitolato Il giorno dei morti (Fandango Libri, 2010) ha vinto il premio Corpi Freddi Award 2010 per il miglior romanzo, e Maurizio de Giovanni è stato premiato come miglior autore italiano. Nel 2010 il libro è stato finalista del Premio Scerbanenco, nel 2011 ha vinto il Premio Camaiore di Letteratura Gialla e il Premio Giuseppe Imbucci (Osservatorio Internazionale sul Gioco), che si è svolto presso l'Università degli Studi di Salerno il 24-25 novembre.
Sempre nel 2010 è uscito per la Cagliostro ePress Mammarella, adattamento a fumetti di un racconto breve omonimo, sceneggiato daAlessandro Di Virgilio e disegnato da Claudio Valenti.
Nel mese di marzo 2012, l'attore Riccardo Scamarcio, con la compagna Valeria Golino, ha acquistato i diritti del romanzo «Per mano mia» per farne una fiction televisiva con la sua società di produzione[1] alla quale lo stesso De Giovanni collaborerà.
Nel 2012 con Il metodo del coccodrillo (ambientato in una Napoli contemporanea) ha inaugurato una nuova serie, proseguita con I bastardi di Pizzofalcone (2013) e Buio per i bastardi di Pizzofalcone (2013).
Nel mese di aprile 2013, è uscito per la Tunué Gli altri, adattamento a fumetti della sua trilogia teatrale Gli altri fantasmi, sceneggiato daAlessandro Di Virgilio e disegnato da Luca Ferrara.
Vincitore selezione Premio Bancarella 2013.
***
Di Maurizio uomo posso soltanto dire che sin dai primi incontri mi è apparso come persona dalla simpatia elettrizzante, sempre carico di humor e di loquacità immediata, capace di coinvolgerti con un fiume di parole e di pensieri, sempre molto equilibrati e sempre nel giusto peso culturale. Non solo, ma quello che interessa sottolineare è la sua costante attenzione , rivolta sempre alla città natale – Napoli – per la quale non si limita nello spendere parole e indagini , sia sotto l’aspetto culturale che ci distingue come popolo di elevate capacità , sia anche per problemi sociali o politici che gravitano particolarmente intorno all’editoria , che qui nel Sud lascia tanto a desiderare. Bene , ora la sua scrittura ha la particolare energia di trascinare pagina dopo pagina in una lettura semplice e accattivante. Ricca di spunti poetici , nell’intimità dei sentimenti che egli sa così puntualmente evidenziare. Alcune pagine sono veramente pura poesia , specialmente quelle scritte in corsivo , ad esempio nel soliloquio del piccolo Dodo , o nella lampeggiante “non fidatevi dio maggio, perché maggio vi frega in un niente”. Scrittura ricca di intermezzi a sfondo filosofico, rapidamente accarezzati qua e la nel mentre scorre adrenalina nelle vene dei poliziotti , in completa sintonia anima e corpo , o nel vibrare delle voci tese. Immergersi in un romanzo concepito in questa ottima stesura apre panorami diversificati. Solo quando mettiamo in discussione il punto di vista antropocentrico e percepiamo la relatività della nostra posizione rispetto all’ambiente e agli altri esseri che vi abitano, possiamo davvero capire i luoghi nella loro alterità, vederli al di là delle proiezioni utilitaristiche e ingenuamente localistiche dietro i quali li nascondiamo. Ed è proprio in questo senso, per la capacità cioè di esprimere una comprensione profonda dei luoghi attraverso un doppio movimento di partenza e ritorno, che gli scritti di Maurizio sulle figure , sul paesaggio, sulle immagini possono dirsi quasi quasi ‘ecologici’. Visibili .Rintracciabili. toccabili Ed osservarli significa prendere a tema uno degli aspetti più affascinanti e misteriosi della nostra esistenza e del nostro stare al mondo. Così accade nel racconto di De Giovanni, dove nulla è gratuito e lasciato al caso, dove regna una ricerca meticolosa di essenzialità nello sforzo quasi maniacale di valorizzare ogni livello, ogni minimo aspetto degli avvenimenti. E dove attori straordinari (pare però a volte sostituiti nelle inquadrature più ricercate) interpretano (anche) una vitalità nuda e cruda, con tutta la complessità e ricchezza espressiva che merita. Il rapporto fra la forma adoperata – i mezzi tecnici grammaticali ) da Maurizio e la visione multicolore del mondo che circonda , in vortice continuo di alternanze figurative, è il rilievo dato proprio alle figure dei personaggi, che sono a cascata continua e contrassegnati in fondo dalla coesistenza del presente e del passato , del rincorrersi e del gioco di sequenze . Qui non c’è il mito che è nascosto fra metafore , c’è la realtà immanente, nella coscienza immediata della sospensione , che diventa l’anticamera delle sorprese di un giallo.
Immergersi quotidianamente nelle onde magnetiche della scrittura , quella che rimane indelebile e profondamente incisa nella nostra memoria , per un non so che di misterioso e di affascinante , di melodico e di ancestrale , appare quasi sempre come una illusione che il nostro sub conscio incamera per elaborare e riguadagnare particolarmente ad occhi chiusi lo spazio-tempo protagonista della scena esistenziale. Lo scrittore cerca di allontanare la discontinuità che nasce involontariamente dalle immagini , come colore e suono , per rimodellare il simbolo tra la realtà e le singole stravaganze del quotidiano. In presa diretta allora, senza troppi tentennamenti , il racconto si ricama come un marco di fabbrica inconfondibile, e gli scatti in avanti stimolano un inanellato imprimere delle intensificazioni , un tentativo per allontanare da se ogni falsificazione del rito , scandagliando nei ritagli della speculazione ritmica. – Il racconto nasce già variopinto , con una elegia che apre alla visibilità dei sentimenti, mediante incipit ed incisi di una esperienza che attinge ai ricordi, ai ricordi anche se molto vicini e delicatamente impressi con un alternarsi di date contate e continua nelle immagini , correndo gioiosamente tra appostamenti ed accadimenti , sorrisi e bestemmie, imprecazioni e abbagli, sorridendo ad una rapsodia melodica. Tenta timidamente qualche accostamento ad incipit imprevisti , penetrando in un ritmo incalzante di domande alle quali non da risposta , proprio perché noi non diamo risposta ad alcuni dei quesiti che ci attanagliano.”
Neanche il tempo di festeggiare il successo nel loro primo caso, che i Bastardi di Pizzofalcone – il raccogliticcio gruppo di investigatori comandato dal commissario Palma – si trovano di nuovo a fronteggiare un crimine commesso nell’alta società. Un bambino di otto anni, figlio di un ricco imprenditore, è stato rapito. Delle indagini sono incaricati gli agenti Romano e Aragona, mentre Lojacono, l’uomo di punta della squadra, è già impegnato con la collega Di Nardo a risolvere il mistero di un banalissimo furto in casa del proprietario di un centro benessere, che cerca di nascondere le sue peggiori sorprese. Intanto, nel commissariato più chiacchierato di Napoli, i rapporti di lavoro e quelli personali si approfondiscono e si complicano, in particolare quelli tra Palma e il vice sovrintendente Calabrese, e il vecchio Pisanelli prosegue la sua battaglia solitaria contro un serial killer alla cui esistenza nessuno vuole credere. Il tutto si svolge nel tiepido maggio napoletano, luminoso e affascinante. Un’atmosfera che presenta motivi lirici , in pagine e in passaggi delicati come: “Maggio, pensò mentre percorreva la strada finalmente deserta. Le notti di maggio. Un motivo in più per sentire l’aria addosso dopo una giornata chiuso in ufficio, nella metro, nella piscina dove Riccardo andava a nuotare. Non è certo aria quella che respiri negli intervalli , mentre corri da un posto all’altro, in mezzo ai gas di scarico , all’odore acre della folla. Questa invece si. Aria di una notte di maggio. La città non sembrava più la stessa a quell’ora”. E ancora : “Buio. Al culmine della notte c’è il buio. Dura poco per fortuna. Forse solo cinque minuti, il tempo di qualche respiro e un po’ di terrore, quando ci si affaccia sull’abisso. Dura poco ma può lasciare il segno, se si estende appena di più, se riesce ad allungare le dita attraverso la solitudine. Il buio. Hai freddo mentre arranchi nel tuo sogno … Il buio. L’attimo della notte in cui le speranze spariscono, messe in fuga dal dolore di ciò che accadrà. L’attimo della notte in cui il riposo si spezza in mille frammenti di nostalgia, per ricomporsi come un sudario nell’attesa fragile dell’alba. Il buio!”
Concludo rapidamente con una domanda precisa : oltre alla storia principale , quella del rapimento del piccolo Dodo , come abbiamo sottolineato, si intrecciano diverse altre brevi storie , come quella del furto in cassaforte organizzato ai danni dello strozzino dalla invadente moglie e dal complice extracomunitario , o il breve flirt del poliziotto Marco Aragone per la cameriera del roof garden , che lo illude con il suo sguardo malandrino, o ancora la sospensione omosessuale fra la dottoressa e la Alex , che si scambiano accenni provocatorio al telefono, o anche la simpatia improvvisa sbocciata fra i due giovani coinquilini, orbene tutte queste storie non hanno un epilogo ben preciso, e tu lasci in sospeso ogni conclusione, come voler offrire al lettore la soddisfazione di elaborare personalmente i vari episodi.


Antonio Spagnuolo

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