sabato 7 febbraio 2015

Prefazione di Mary Attento a L'Orologio smarrito di Carmen Moscariello

“Mi consola l'abbraccio dei miei nipoti, belli più del sole”: il motivo che ispira i versi che seguono si 


evince alla fine, nel breve racconto “mio fiume” posto a conclusione di questa ricercata e raffinata 


silloge. Anche la dedica è riservata "a Leonardo e a Giuseppedanielegabriele", che assurgono a 


simboli di uno sconfinato amore verso l'Umanità tutta e, soprattutto, di qualcosa di estremamente 


sacro ed elevato.


“L'orologio smarrito” di Carmen Moscariello, infatti, comprende liriche davvero sorprendenti, dove è


possibile trovare storie vive, narrate in sottili trasparenze, e testimonianze rivelatrici della forte 


incidenza dei valori religiosi. Parole e pensieri si fondono per raccontare momenti della propria vita, 


che si svela ai lettori tra sensazioni e atmosfere di grande intensità emotiva e grazie a immagini 


metaforiche singolari ed evocative.


Versi sonori e ritmici, che trasmettono quel che l'autrice prova sotto forma di sensazioni anche là 


dove le parole a volte non possono arrivare: a ciò giova quella sorta di musicalità che caratterizza i 


suoi componimenti e che scaturisce – va detto – anche dalla predilezione di Carmen Moscariello per 


la musica, capace di arrivare alla mente e al cuore senza intermediazioni (ballo con te fino all’alba/


tumbalalaika/ .../ le note migrano, corrono/ galoppano vallate e fiumi).



L'orologio smarrito” si snoda dunque come un mosaico, ricco di suggestioni tematiche, incalzante di


riflessioni, indicativo delle differenze oggettive tra l'apparenza e la reale essenza delle cose, 


rivelatore della faticosa ricerca di un luogo in cui coltivare le proprie aspirazioni e i propri sogni


perché, come scriveva Platone, la poesia «restaura l’antico nostro essere e risana così la natura 


umana».

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