mercoledì 15 settembre 2021

Nero Cardinale di Maria Pia Trozzi

 





"Nero Cardinale” di Maria Pia Trozzi.

KinKnot Editore

 

Più che un giallo, o meglio non solo un giallo, è questo libro di Maria Pia Trozzi “Nero cardinale”, un viaggio nella ricerca del bene in una realtà che conosce solo il male. Per alcuni tortuosi “sentieri” l’opera mi ha fatto pensare a “Le anime morte” di Nikolaj Gogol, una morte che nasce dal fango, si allarga ai pleniluni della notte e invade anche il giorno. Le pagine si agitano in atmosfere corrosive, alimentate da un grido sociale che si innalza dagli abissi e coinvolge ogni cosa. Si alternano due aspetti per quanto attiene le indagini per la ricerca dell’assassino o meglio degli assassini, da un lato il rigore logico dei due commissari Dario Saracini commissario all’Aquila e Vito Properzi  commissario al Vescovio di Roma e dall’altro canto la paura, che si deve confrontare con “i posseduti” dalle forze del male.In questo sottosuolo vengono coinvolti, loro malgrado, anche persone care a uno dei commissari. La scrittura ci fa scivolare in tutti i meandri dell’animo umano, non si può parlare di ragione, molti dei fatti che accadono vengono da un inferno che si spande a dismisura senza che nessun elemento logico o storico possa limitarli .Gran parte dei personaggi protagonisti nell’opera sono adoratori del male e ad esso fanno sacrifici. Fanno pensare ai sacrifici della civiltà maia, ai sacerdoti che sgozzavano giovani donne nei pleniluni. In questo meandro di anime dannate l’autrice cerca nel racconto di porre uno spartiacque tra il bene e il male. I personaggi che indagano per fare  giustizia, rimangono in parte anch’essi intrappolati nella rete della paura. Chi ama il brivido trova in  questo libro  un optimum. L’autrice  regala ore di buona lettura e di suspence ,  certo  quest’opera non concilia il sonno, è accattivante, più aumentano le morti sacrificali di giovani donne, più per il lettore aumenta l’ansia per scoprire i colpevoli. La tensione esplode fin dalle prime pagine  con la morte inspiegabile di un sacerdote di Sulmona, essa   non perde mai forza, anzi è crescente e le sconfitte iniziali delle indagini contribuiscono a creare aspettative nel lettore che cerca anch’egli disperatamente di identificare tra le righe chi è l’assassino. La lettura dell’opera non è solo  partecipazione, in alcuni momenti si trasforma in “intenagliamento” alle vicende.

E’ l’opera un affascinante percorso nei gorghi più misterici dell’anima. Direi che la parola chiave di questo libro è un busillis intrigante che avvolge molti mondi. Certamente è protagonista anche il simbolismo in uso presso sette e centri occulti, ma anche un viaggiare di notte e di neve dai bei paesi arroccati dell’Aquila, sicuramente protagonista è Pescocostanzo e non solo, proiettati in luoghi impensati della Capitale,  soprattutto il Vescovio di Roma. I due commissari indagano sulla scomparsa di molte giovani donne, queste vengono sequestrate per essere poi uccise in un rito dedicato al demonio che si svolge sempre nelle notti di plenilunio.

Chi ama il brivido trova in questo romanzo la possibilità di esserne attraversato fino allo spasimo. Lo stesso demonio è uno  che spiana la strada  all’occulto.

Il romanzo è benfatto, organizzato in una trama di grande fascino, l’aspetto più bello che ho colto è la simbiosi con i luoghi e i fenomeni estremi della pioggia e della neve che determinano  una scenografia dettagliata, leggerli ci prepara  a grandi o per meglio direi spaventosi accadimenti. L’ opera non si muove solo da un assassinio per arrivare all’identificazione del colpevole, ha un’ andatura circolare che parte  dall’Aquila e arriva al Vescovio di Roma. Fior di uomini di chiesa , un cardinale, come dice il titolo, è implicato nella speranza di sciogliere il busillis;  sono protagonisti degli eventi o meglio non solo i due commissari preposti, ma anche questi collaborano alacremente affinché i rituali con sacrifici umani possano cessare. Uomini di chiesa sono chiamati a interpretare i simboli. L’ordito è davvero singolare, poiché presenta un’articolazione molto ampia che solo un narratore che sa scrivere  può proporci in modo organico, è da ammirare in primo luogo la qualità della scrittura, insolita per un giallo, essa è molto movimentata e sa accordarsi e cucirsi alle vari fasi del romanzo e ai tanti protagonisti. L’autrice appare esperta dei simboli massonici , della storia dei templari, insomma questo romanzo è stata ben pensato, ha  radici solide e vale la pena leggerlo.

Di Carmen Moscariello

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