"Nero Cardinale” di Maria Pia Trozzi.
KinKnot
Editore
Più che un
giallo, o meglio non solo un giallo, è questo libro di Maria Pia Trozzi “Nero
cardinale”, un viaggio nella ricerca del bene in una realtà che conosce solo il
male. Per alcuni tortuosi “sentieri” l’opera mi ha fatto pensare a “Le anime
morte” di Nikolaj Gogol, una morte che nasce dal fango, si allarga ai pleniluni
della notte e invade anche il giorno. Le pagine si agitano in atmosfere
corrosive, alimentate da un grido sociale che si innalza dagli abissi e
coinvolge ogni cosa. Si alternano due aspetti per quanto attiene le indagini
per la ricerca dell’assassino o meglio degli assassini, da un lato il rigore
logico dei due commissari Dario Saracini commissario all’Aquila e Vito
Properzi commissario al Vescovio di Roma
e dall’altro canto la paura, che si deve confrontare con “i posseduti” dalle
forze del male.In questo sottosuolo vengono coinvolti, loro malgrado, anche
persone care a uno dei commissari. La scrittura ci fa scivolare in tutti i
meandri dell’animo umano, non si può parlare di ragione, molti dei fatti che
accadono vengono da un inferno che si spande a dismisura senza che nessun
elemento logico o storico possa limitarli .Gran parte dei personaggi protagonisti
nell’opera sono adoratori del male e ad esso fanno sacrifici. Fanno pensare ai
sacrifici della civiltà maia, ai sacerdoti che sgozzavano giovani donne nei
pleniluni. In questo meandro di anime dannate l’autrice cerca nel racconto di
porre uno spartiacque tra il bene e il male. I personaggi che indagano per fare
giustizia, rimangono in parte anch’essi
intrappolati nella rete della paura. Chi ama il brivido trova in questo libro
un optimum. L’autrice regala ore
di buona lettura e di suspence ,
certo quest’opera non concilia il
sonno, è accattivante, più aumentano le morti sacrificali di giovani donne, più
per il lettore aumenta l’ansia per scoprire i colpevoli. La tensione esplode
fin dalle prime pagine con la morte
inspiegabile di un sacerdote di Sulmona, essa non perde mai forza, anzi è crescente e le
sconfitte iniziali delle indagini contribuiscono a creare aspettative nel
lettore che cerca anch’egli disperatamente di identificare tra le righe chi è
l’assassino. La lettura dell’opera non è solo
partecipazione, in alcuni momenti si trasforma in “intenagliamento” alle
vicende.
E’ l’opera un
affascinante percorso nei gorghi più misterici dell’anima. Direi che la parola
chiave di questo libro è un busillis intrigante che avvolge molti mondi.
Certamente è protagonista anche il simbolismo in uso presso sette e centri
occulti, ma anche un viaggiare di notte e di neve dai bei paesi arroccati
dell’Aquila, sicuramente protagonista è Pescocostanzo e non solo, proiettati in
luoghi impensati della Capitale, soprattutto
il Vescovio di Roma. I due commissari indagano sulla scomparsa di molte giovani
donne, queste vengono sequestrate per essere poi uccise in un rito dedicato al
demonio che si svolge sempre nelle notti di plenilunio.
Chi ama il
brivido trova in questo romanzo la possibilità di esserne attraversato fino
allo spasimo. Lo stesso demonio è uno
che spiana la strada all’occulto.
Il romanzo è
benfatto, organizzato in una trama di grande fascino, l’aspetto più bello che
ho colto è la simbiosi con i luoghi e i fenomeni estremi della pioggia e della
neve che determinano una scenografia
dettagliata, leggerli ci prepara a
grandi o per meglio direi spaventosi accadimenti. L’ opera non si muove solo da
un assassinio per arrivare all’identificazione del colpevole, ha un’ andatura
circolare che parte dall’Aquila e arriva
al Vescovio di Roma. Fior di uomini di chiesa , un cardinale, come dice il
titolo, è implicato nella speranza di sciogliere il busillis; sono protagonisti degli eventi o meglio non
solo i due commissari preposti, ma anche questi collaborano alacremente affinché
i rituali con sacrifici umani possano cessare. Uomini di chiesa sono chiamati a
interpretare i simboli. L’ordito è davvero singolare, poiché presenta
un’articolazione molto ampia che solo un narratore che sa scrivere può proporci in modo organico, è da ammirare in
primo luogo la qualità della scrittura, insolita per un giallo, essa è molto
movimentata e sa accordarsi e cucirsi alle vari fasi del romanzo e ai tanti
protagonisti. L’autrice appare esperta dei simboli massonici , della storia dei
templari, insomma questo romanzo è stata ben pensato, ha radici solide e vale la pena leggerlo.
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