giovedì 9 giugno 2022

Monsieur Dalì , l’énigme sans fin

 

Monsieur Dalì , l’énigme sans fin

Le geografie del Tempo e dell’Amore

Di Carmen Moscariello











 

Gala sapeva calmare le sue intemperanze. Si amavano e il genio di Dalì si nutriva  dell’amore e della presenza della sua musa. Quando la conobbe, lei era già sposata con Eluard, abbandonò marito e figlia per andare a convivere con l’immenso Genio.

Mi piace comprendere meglio l’arte degli  artisti cercando di conoscere bene le loro vite, esse sono quasi sempre appassionate, fuori da ogni regola, aperte ad esperienze sconvolgenti, fluttuanti.

Questa mattina cercavo qualche bella foto che  riguardasse  un mio lavoro e invece mi sono imbattuta in  quelle bellissime scattate da me in  una mostra tenutasi a Parigi nell’ Espace Dali a Monmartre dall’amico fotografo  Enrique Sabater nel 2012. Una mostra fuori dal comune che oltre a contenere i capolavori che l’Artista  aveva regalato al fedele amico in tredici anni di assidua frequentazione, c’erano anche innumerevoli foto che riprendevano Dalì e Gala nelle loro case, nell’Hotel Maurice a Parigi o  in navigazione a Port Llgat verso cap de Greuss (1977). Ho trovato anche  molte immagini di feste che l’Artista organizzava con i suoi amici, in   alcune di esse figurano  feste in maschera dove il Maestro d’orchestra del Surrealismo, dirigeva molte persone in cappelli tridimensionali. Vorrei soffermarmi proprio sugli studi e sulla  tridimensionalità delle Spagnolo, sempre perché di Salvador Dalì, un tempo lontano, senza conoscere  approfonditamente l’artista avevo acquistato in Spagna una  litografia la  laN.26/  216 con firma dell’Artista che oggi  troneggia sulla testata del mio letto, titolata  “ Gala regardant La mere”, ebbene la acquistai credendo che fosse un bellissimo nudo di Gala che guardava il mare, per accorgermi invece qualche anno dopo , in una notte insonne, di luna piena che il quadro  in quel momento,  non conteneva più il nudo, ma appariva e scompariva un’enorme croce e come se non bastasse traspariva anche il viso  di Abrham Lincoln

 

 

 

 

 

 



Gala che guarda il mare

 

 

 Così per caso scoprii il Surrealismo e l’arte tridimensionale di Dalì. Il genio continua a strabiliarmi . Un artista sorprendente, ero solo una ragazza e apprendevo di lui e della sua pittura non tanto dalle mostre e da studi autentici, ma lo leggevo su tutti i quotidiani da Parigi a New York, alla Spagna, nelle sue straordinarie magioni disegnate dal suo genio. Quando sono a Barcellona mentre faccio la fila (ci sono stata anche due  mesi fa)  per vedere le case e i giardini di Gaudì, sempre con una lunga fermata alla Sagrada Famiglia, fremo dal desiderio di raggiungere Figuera Il Teatro-Museo Dalí ,si trova nella città natale del pittore, a Figueres in Catalogna, Il museo è stato progettato e creato proprio da Salvador Dalí e costituisce la più alta edimmensa espressione del  surrealismo più grande del mondo. Non è da paragonare a nessun palazzo reale, nemmeno al Colosseo, entrare in quegli spazi è vivere emozioni strepitose, lì, come in nessun altro luogo il Genio della creatività ti entra nel sangue ad una velocità folle, quasi pericolosa. Visitare questi luoghi, naturalmente non basta un giorno, bisogna accamparsi lì e sperare che una briciola di quella luce, di quelle fattezze entri a far parte del nostro vissuto. Nella vicina casa  l’Artista visse con Gala, qui ospitava i suoi amici, sempre numerosi e estrosi, pronti a giocare con Lui sfidando l’arcano o forse il divino?,

Questo luogo  ha sempre qualcosa di anarchico, di libertario e poi  i catalani sono focosi, rivoluzionari, molto belli,  non fatevi mai sorprendere in uno sciopero, lì le manifestazioni sono quotidiane. I catalani hanno sangue bollente e Dalì ne è l’espressione più alta. Volevo dirvi che visitare il Museo Teatro e solo un piccolo spazio rispetto al tutto, c’ è da vedere la Casa-Museo Salvador Dalí di Portlligat e il Castello Gala Dalí di Púbol,” costituiscono il Triangolo daliniano.






 A proposito del sangue catalano mi sovviene il ricordo di una grande foto scattata da Erique Sabater , unica nel suo genere, che non l’ho mai più incontrata in nessun catalogo o mostra. Essa rappresenta Gala e Dali su una barca, lei è già molto anziana, ormai non conserva più niente dell’ antica  meravigliosa bellezza d’un tempo, morirà prima del Maestro qualche anno dopo, questa immagine dicevo rappresenta  lei aggrappata a uno coscia del Catalano e lui che le afferra il  ginocchio  con tutta la sua mano, che appare enorme, l’artista è disteso ai suoi piedi, ciò che mi ha colpito è quell’avvolgimento del ginocchio come a sottolineare il suo possesso e nel contempo un aggrapparsi disperato  quasi che temesse di perderla. Una vera apoteosi del bello surreale, di una passione mai nascosta. In queste immagini che vi racconto, pur essendo fotografie, testimoniano una vita straordinaria, da dio che incontra Dio e con esso parla senza avvertire mai un limite. Ecco definirei la vita e l’arte di Dalì illimitate- straripanti, così i mille linguaggi metafisici, filosofici surreali, onirici  che possiamo leggere in ciascuno dei suoi capolavori.

Dalì, l’énigme sans fin . Un enigma senza fine è questo  il titolo della sua ultima mostra a Parigi, nel museo a lui dedicato ( dicembre 2021). Non a caso vi ho raccontato di Gala che guarda il mare. Un’opera di Dalì può essere talmente sorprendente da crearti un’artimia, uno stato di beatitudine che sconfina nel tempo e nei tempi, nessun particolare può essere dimenticato o non integrato in quell’involucro geniale in cui si manifestano tutti i suoi capolavori. Un’altra sensazione che non ti abbandona di fronte alla sua arte è sentirsi ipnotizzati, sensazione che ho avvertito  solo ammirando La Giocanda.

 Se siamo a Parigi e abbiamo la pazienza di attendere in flla,lunghissime file,  possiamo  visitare  L’Atelier des Lumières, nel quartiere Saint-Maur, lì  ammirare una parte cospicua dei capolavori del marchese Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech, toccare da vicino, non so bene, se l’amore o l’ossessione per Gala.  Credo che dobbiamo intendere i l rapporto dei due come un’appendice un intrecciamento dell’uno all’altro. L’uno senza l’altro non potevano esistere, tanto è vero che l’artista festaiolo, alla morte della sua musa e compagna, non fu più visto in pubblico, fino a morirne per la nostalgia e per il dolore causato dalla sua assenza.

 

In riferimento alla mostra Parigina, ha potuto usufruire della maestà di un’istallazione che ti lascia senza parole, qualcosa di piccolo l’ ho trovata al Mudec a Milano per Modigliani e a Roma, pochi mesi fa, per Klimt, ma niente a che vedere con quanto ho ammirato a Parigi. C’èra un gioco di effetti ottici che avrebbero deliziato il Catalano, senza parlare dei travolgenti canti onirici che nelle rappresentazioni si potevano oscultare e viverli anche  come fatti oggettivi. Travolgente lo spettacolo con questi quadri giganti che ti accompagnavano alle spalle e di fronte, una visione assoluta dell’Immensità del Tutto. La scenografia e la scelta delle opere producono anche qui  un effetto ipnotico: è una vera esperienza passeggiare tra i suoi dipinti che prendono forma poco per volta. Scopriamo da una nuova prospettiva i suoi effetti ottici e le evocazioni oniriche con cui il pittore gioca nelle sue opere. Né mancano gli effetti impressionisti e cubisti che hanno caratterizzato soprattutto i suoi lavori iniziali. Ritornando all’amico-fotografo Enrique Sabatier, in un’intervista racconta di aver visto in una chiesa a New York l’Artista in ginocchio davanti a Cristo col quale comunicava in massimo fervore con la divinità . D’altronde si sa che il Maestro ebbe una passione indicibile per l’aldilà e fu testimone anche di grande spiritualità , senza parlare della sua generosità , della capacità di accogliere tra i suoi amici i Kennedy, ma anche il più povero uomo della terra, anticonformista accoglieva tutti e da tutti traeva gioia e divertimento. Le opere più immense che si possono ammirare in questa vecchia fonderia sono:“La tentazione di Saint-Antoine”, “Leda Atomique”, “La persistenza della memoria”, “Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio”,  Come è d’uso oggi in molte mostre, la spettacolarità dell’arte viene accompagnata dalla musica , in questo caso l’ideatore Gianfranco Iannuzzi  scelse opportunamente quella dei  Pink Floyd.

Carmen Moscariello

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