“Fratelli tutti “ Nota scritta
Da Padre Andrea Mandonico
Missionario , teologo ,Professore
Vice postulatore per la causa di Canonizzazione
di Santo Charles De Foucauld
Organizzatore delle Manifestazioni in onore del Santo
Tenutesi pe quattro giorni a Roma in molte Chiese e
nell’Ambasciata Francese
Roma 15 maggio 2022.
Molti
sono gli articoli e i libri - più o meno voluminosi, più o meno ricercati ed
eruditi - che sono stati editi in questi mesi, legati alla canonizzazione di
Fr. Charles de Foucauld. Canonizzazione attesa da tanto tempo e desiderata
ardentemente da tanti devoti sparsi oltre tutti gli orizzonti del nostro mondo.
Tra queste pubblicazioni c’è pure il libro della professoressa Carmen
Moscariello, originaria di Montella (Av), ma da moltissimi anni residente a
Formia (Lt), dove per 42 anni ha insegnato materie letterarie nel locale liceo.
Papa
Francesco nell’enciclica Evangelii Gaudium, testo programmatico del suo
pontificato, al n. 13 scrive: “[…] La memoria è una dimensione della nostra
fede che potremmo chiamare “deuteronomica”, in analogia con la memoria di
Israele. Gesù ci lascia l’Eucaristia come memoria quotidiana della Chiesa, che
ci introduce sempre più nella Pasqua (cfr Lc 22,19). La gioia
evangelizzatrice brilla sempre sullo sfondo della memoria grata: è una grazia
che abbiamo bisogno di chiedere. Gli Apostoli mai dimenticarono il momento in
cui Gesù toccò loro il cuore: «Erano circa le quattro del pomeriggio» (Gv
1,39). Insieme a Gesù, la memoria ci fa presente una vera «moltitudine di
testimoni» (Eb 12,1). Tra loro, si distinguono alcune persone che hanno
inciso in modo speciale per far germogliare la nostra gioia credente: «Ricordatevi
dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la Parola di Dio» (Eb
13,7). A volte si tratta di persone semplici e vicine che ci hanno iniziato
alla vita della fede: «Mi ricordo della tua schietta fede, che ebbero anche tua
nonna Lòide e tua madre Eunìce» (2 Tm 1,5). Il credente è
fondamentalmente “uno che fa memoria”.
Questo
libro della Professoressa Moscariello non è un libro di studio ma piuttosto un
libro dove fa memoria del suo incontro con San Charles de Foucauld, come colui
che ha inciso in modo speciale nella sua vita per “far germogliare la sua gioia
credente”. Per incontrarlo si è spinta sulle “antiche rotte dell’Ahaggar” nel deserto del
Sahara, là dove il nostro Santo ha vissuto: prima a Beni Abbès, poi a Tamanrasset
e specialmente all’Assekrem, dove ha sentito particolarmente vicino a sé la
presenza del Santo. Un incontro emozionante, che nella sua semplicità è andato dritto
al cuore della sua vita di fede dove, pur non dicendolo espressamente, lo
Spirito l’ha condotta per mano ad abbandonarsi nelle mani del Padre,
ricevendone serenità e forza nei momenti difficili della vita.
L’autrice,
man mano che racconta di questo misterioso incontro con Fr. Charles, ci svela
anche un po’ della sua vita, facendo memoria di quando a Vitorchiano ha sentito
parlare di Fr. Charles suscitando in lei la curiosità di conoscerlo di più e
meglio; di quando, abitando temporaneamente a Roma, ogni domenica andava in
Piazza San Pietro ad ascoltare l’Angelus di San Giovanni Paolo II. Tappe che
hanno segnato il suo cammino e l’hanno decisa ad andare sui passi di San
Charles de Foucauld in Algeria. Ed è ancora Papa Francesco che ci presta la sua
parola per ricordarci che “La memoria del popolo fedele, come quella di Maria,
deve rimanere traboccante delle meraviglie di Dio” (EG 142). Le meraviglie che
Dio ha suscitato e coltivato nel suo cuore; le meraviglie che ha visto intorno
a sé e che hanno nutrito la sua ricerca di Dio hanno fatto crescere “la
consapevolezza del fatto che il Signore ti tiene nella sua memoria e non ti
dimentica mai. Di conseguenza ha senso chiedergli di illuminare persino i
piccoli dettagli della tua esistenza, che a Lui non sfuggono” (EG. 153).
Inoltre,
fra le tante intuizioni, esperienze che descrive ce n’è uno che mi ha colpito. Non
è esplicitato ma lo si legge tra le righe: l’autrice non ha avuto paura di
mettersi in ricerca. Una ricerca che sotto tanti aspetti e tanti affetti –
quello delle figlie, degli incontri e delle relazioni – rivelano una ricerca
del Signore. Non è forse vero che a Lui si va attraverso i fratelli e le
sorelle che la Sua bontà ci dona e che incontriamo semplicemente sulla nostra
strada?
La sua ricerca ha qualcosa del fascino della ricerca
di Charles de Foucauld, che rientrando dall’esplorazione del Marocco, è alla
ricerca del Dio che i musulmani gli hanno rivelato attraverso la loro
ospitalità e la loro preghiera. Nella quieta vita parigina, mentre scrive Reconnaissance
au Maroc 1883-1884, legge i filosofi antichi alla ricerca di uno stile di
vita; cerca una risposta onesta ai dubbi giovanili; inizia ad entrare nelle
chiese “passandovi lunghe ore a ripetere questa strana preghiera “Mio Dio, se
esistete, fate che Vi conosca”, intuisce che ha bisogno di una guida, trovandola
nell’abbé Huvelin.
Scrive
don Epicoco “A volte i Santi diventano per noi immagine di quello che dovremmo
vivere. Accade che, dall’imitazione e dal riempire i nostri occhi del loro
esempio, a un certo punto iniziamo a somigliargli”. Mi sembra questo il cammino
intrapreso da Carmen Moscariello che, sulle orme di Charles de Foucauld, ha
scoperto che “Il tuo cuore sa che la vita non è la stessa senza di Lui, dunque
quello che hai scoperto, quello che ti aiuta a vivere e che ti dà speranza,
quello è ciò che devi comunicare agli altri” (EG 121). E’ quello che l’autrice
ha fatto semplicemente, ma cordialmente attraverso queste pagine.
E’
il cammino che auguro ad ogni lettore.
P.
Andrea Mandonico, sma
Vice-postulatore
della causa di
Canonizzazione
di Charles de Foucauld.
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