CicciarèIle.
Come un romanzo
di Giuseppe Trebisacce
Ionia Editrice.
Nota di Carmen Moscariello
La copertina è invitante, c’è un’immagine, si direbbe una nostra nonna, una nostra
parente, è sobria e insieme al frinire delle cicale ci sono, sembrerebbe, delle
querce. Una copertina elegante come è l’uomo Giuseppe Trebisacce.
E, poi questo titolo onomatopeico
eguagliabile al bellissimo canto d’amore che il maschio delle cicale frinisce
per possedere sessualmente la femmina. Una copertina ben fatta che dice molto e
soprattutto ci fa pensare che il libro contenga cose serie che interessano e
hanno interessato una parte cospicua di umanità. Qui c'è la Calabria di un tempo passato e tutto il Sud
del mondo da secoli in difficoltà, ma che non perde il suo sorriso e la sua
generosa poesia, il suo attaccamento alla vita.
E' stimato da tutte le sue allieve, fedele agli amici e
alla sua terra, il Professore Trebisacce è un grade pedagogista dell’Università
della Calabria.
Il titolo porta attaccato , come se volesse essere una precisazione “quasi un romanzo”, un senso di modestia, Giuseppe che ha scritto e pubblicato numerosi e importanti libri di pedagogia e di altre scienze sociali e dell’educazione, si trova ora a scrivere un bel
romanzo, il suo primo romanzo.
Leggerlo è stato un piacere, ci ha portato fuori da
tante follie, pur contenendo fatti tragici come la guerra e la povertà, egli ci ha narrato una favola, quella che le
donne di un tempo sedute davanti alle
loro case, narravano ad adulti e bambini e tutti affascinati ascoltavamo con la
luce negli occhi e con il desiderio di sapere “ come va a finire” nonostante quella precisazione
dell’autore “quasi un romanzo” questo è un bel romanzo , lo definirei quasi arcadico. E’ il romanzo della terra
sudata, amata, lavorata che ci ha permesso di sopravvivere, soprattutto in
tempi difficili. E’ anche il grande romanzo della Donna, la sua centralità si
percepisce fin dall’inizio, ci racconta le sue origini modeste, ma le
incornicia così bene nei minimi particolari, quasi stesse parlando di Vittoria
Colonna o Gaspara Stampa. Anche questo particolare ce lo rende particolarmente
amabile. Non voglio inquadrarlo in una corrente storica o letteraria, questo
libro è un torrentello di campagna che va a levigare e rendere eterne tante
immagini votate al lavoro e alla famiglia, all'amore per la vita che è sacra anche quando c'è la povertà e il duro lavoro..
Se l’uomo è sopravvissuto in immani difficoltà economiche lo deve
soprattutto alle grandi radici della famiglia dove c’è stata una donna che lo
ha affiancato, che ha cresciuto ed educato i suoi figli ed ha lavorato nei campi insieme a
lui. La nostra moderna aridità è
divenuta talmente grande che non ha
fatto altro che creare deserti. Là dove c’era la vigna da curare e i campi
d’arare, ora c’è la steppa, una terra dura, inospitale a qualsiasi seme.
Il terreno desolato non
accoglie più la vita.
I
personaggi di questo romanzo, sia uomini che donne hanno uno spirito giovane,
sono ostinati,desiderosi di dare un senso alla propria esistenza,
accettano la giornata che Dio gli manda, senza proteste e danno per scontato che è duro vivere, non si arrendono mai, cercano la vita, amano la vita
anche nel sacrificio dell’emigrazione, della ricerca di una nuova terra d’arare
che li ami e li accolga. In Cicciarelle ci sono tutte le anime del libro,
quella del marito, dei figli, dei parenti, dei vicini di casa con i quali si
condivide il proprio dolore. Penso che quest’opera è attraversata da una vena
lirica non solo di grande umanità, ma anche
di grande spessore culturale.
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