sabato 20 aprile 2024

Cicciarèlle di Giuseppe Trebisacce- Riflessioni di Carmen Moscariello

 











CicciarèIle. Come un romanzo

  di Giuseppe Trebisacce

Ionia Editrice.

Nota di Carmen Moscariello

La copertina è invitante, c’è un’immagine,  si direbbe una nostra nonna, una nostra parente, è sobria e insieme al frinire delle cicale ci sono, sembrerebbe, delle querce. Una copertina elegante come è l’uomo Giuseppe Trebisacce.

E, poi questo titolo onomatopeico eguagliabile al bellissimo canto d’amore che il maschio delle cicale frinisce per possedere sessualmente la femmina. Una copertina ben fatta che dice molto e soprattutto ci fa pensare che il libro contenga cose serie che interessano e hanno interessato una parte cospicua di umanità. Qui c'è la Calabria di un tempo passato e tutto il Sud del mondo da secoli in difficoltà, ma che non perde il suo sorriso e la sua generosa poesia, il suo attaccamento alla vita.

E' stimato da tutte le sue allieve, fedele agli amici e alla sua terra, il Professore Trebisacce è un grade pedagogista dell’Università della Calabria.

Il titolo porta attaccato , come se volesse essere  una precisazione “quasi un romanzo”, un senso di modestia, Giuseppe che ha scritto e pubblicato numerosi e importanti libri di pedagogia e di altre scienze sociali e dell’educazione, si trova ora a scrivere un bel



romanzo, il suo primo romanzo.

Leggerlo è stato un piacere, ci ha portato fuori da tante follie, pur contenendo fatti tragici come la guerra e la povertà, egli  ci ha narrato una favola, quella che le donne  di un tempo sedute davanti alle loro case, narravano ad adulti e bambini e tutti affascinati ascoltavamo con la luce negli occhi e con il desiderio di sapere “ come  va a finire” nonostante quella precisazione dell’autore “quasi un romanzo” questo è un bel romanzo  , lo definirei  quasi arcadico. E’ il romanzo della terra sudata, amata, lavorata che ci ha permesso di sopravvivere, soprattutto in tempi difficili. E’ anche il grande romanzo della Donna, la sua centralità si percepisce fin dall’inizio, ci racconta le sue origini modeste, ma le incornicia così bene nei minimi particolari, quasi stesse parlando di Vittoria Colonna o Gaspara Stampa. Anche questo particolare ce lo rende particolarmente amabile. Non voglio inquadrarlo in una corrente storica o letteraria, questo libro è un torrentello di campagna che va a levigare e rendere eterne tante immagini votate al lavoro e alla famiglia, all'amore per la vita che è sacra anche quando c'è la povertà e il duro lavoro..  Se l’uomo è sopravvissuto in immani difficoltà economiche lo deve soprattutto alle grandi radici della famiglia dove c’è stata una donna che lo ha affiancato, che ha cresciuto ed educato i  suoi figli ed ha lavorato nei campi insieme a lui.  La nostra moderna aridità è divenuta talmente  grande che non ha fatto altro che creare deserti. Là dove c’era la vigna da curare e i campi d’arare, ora c’è la steppa, una terra dura, inospitale a qualsiasi seme.

Il terreno desolato non accoglie più la vita.

I personaggi di questo romanzo, sia uomini che donne hanno uno spirito giovane, sono  ostinati,desiderosi di dare un senso alla propria esistenza, accettano la giornata che Dio gli manda, senza proteste   e danno per  scontato che è duro vivere, non  si arrendono mai, cercano la vita, amano la vita anche nel sacrificio dell’emigrazione, della ricerca di una nuova terra d’arare che li ami e li accolga. In Cicciarelle ci sono tutte le anime del libro, quella del marito, dei figli, dei parenti, dei vicini di casa con i quali si condivide il proprio dolore. Penso che quest’opera è attraversata da una vena lirica  non solo di grande umanità, ma anche di grande spessore culturale.

 

 

 

 

 

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