La scheda comprende anche pareri su opere e nominativi già pubblicati in precedenza.
Tulliola 2025
Abbiamo ricevute le schede e i voti dei seguenti Onorevoli Giurati :
Dante Maffia, Giuseppe Trebisacce; Giuseppe Iuliano ; Maria Pia Trozzi; Carmen Moscariello; Antonio Blunda , Evaristo Seghetta, Roberto Casati. .Michael Peter , Musati, Lilly Brogi. Grazie
Enzo Bonafine Perduto per sempre:
Anila Dahriu Siamo soliti pensare;
Poesia
Tulliola 2025
Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
E. Ticozzi |
Una silloge
ricca di tensioni ed accenti.
intimistica, introspettiva eppure rivolta all’altro e
all’altrove. La certezza della vita
considera i suoi dualismi, le sue dicotomie: anima/corpo; silenzio/voce;
sogno/contezza; natura/circostanza divina. Ticozzi è una visionaria che
coniuga diversi insieme e le relative metamorfosi: realtà, logica, mistero,
rivelazione tra terra e cielo, dentro e oltre l’infinito, tra paure e cure. Sicure
terapie di un buon medico del corpo e dell’anima. |
|
Le stagioni
dell’ebbrezza |
E. Dalla Libera |
Stagioni, natura ed umanità, connubio di ebbrezza e bellezza. Qui trovi
versi armonici, giusto amalgama di calibro e conio: versi assanguanti in rigeneranti
trasfusioni; versi che si commentano da soli, condensabili nella loro
estensione e nei loro accenti di “parole sbocciate / lungo i cigli del tempo,
/ lievi come un soffio di vento / brevi come l’ultimo respiro”; versi e parole
affatturanti che ci conducono lungo i sentieri della vita e le sue vertigini
dentro il buio e oltre la luce. |
|
Sul crinale
purpureo di Eos |
P. Menon |
Poesia colta con i suoi aliti e folgorazioni. Felice l’incursione dell’A.
nel logos e nelle sue pieghe esistenziali. Tra luci e riverberi, policromie,
partiture musicali (incipit, preludio, pizzicato, variazione, adagio, fuga) e una solida impalcatura che affonda profonda e partecipata nel mito
greco, la chiave di lettura è silenzio, incantesimo, voce, echi per
accompagnare l’uomo nel marketing della civiltà e dei suoi mondi futuri. Un
daimon capace di deflagrazione e
schegge e loro ricomposizione: essere “fuoco, acqua aria; / e terra che si fa
carne”. Versificazione e sperimentazione, auspici di una nuova ars
communicandi. |
|
Il mare tra
le dita |
A. Ravagnan |
La raccolta si sostanzia in tre stanze (ricerca- esperienza-amore), con
componimenti in lingua tranne due in vernacolo. Poesie/flash, frammenti alla
ricerca dell’io. Fondale e aspirazione il mare. Tra orizzonti ed infinito l’A.
ne insegue la fluidità al tatto ma difficile da afferrare. |
|
Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
T. Malfatto |
Diciassette
racconti, diciassette percorsi di vario contenuto in una molteplicità di attraversamenti
e immagini: persone, colori, rumori, dialoghi. Una miscela di passato,
presente e futuro, ben amalgamata, la cui incandescenza dà misurati bagliori
e pari riverberi Un insieme di storie tra fantasia e realtà, asprezze e
sogni, prepotenze e amicizie, amori e odi, dove la componente umana, è alle
prese con le sue eterne vicende: violenze, finzioni, malizie, ansie,
solidarietà. Tanti fili a comporre più trame, la cui unitarietà è data dalla
tessitura del lavoro, una felice contaminazione tra l’autore Malfatto e un
libro benfatto. Il
linguaggio. prossimo a quello giornalistico, è fluido, immediato, efficace;
accompagna storie dinamiche e coinvolgenti in cui la curiosità e la suspense
giocano un ruolo decisivo, accattivante, di partecipato interesse. |
|
Malcostumi |
T. Coyll |
|
Nessun Codice |
G. Zarba |
Libro “naif”, |
|
C. Bramanti |
Una
moderna favola, tra incanti, magie, superstizioni. Un insieme di misteri e sogni,
popolati da incubi e stupori tra Augusta, Catania, Siracusa. Un viaggio tra
tante anime, con il loro bagaglio di solitudini, di amarezze, di peccati. C’è
una Sicilia ricca di se stessa: lingua, forza semantica, arcano, mito. Altri
colori e sfondi rispetto agli stereotipi degli ultimi decenni e alle loro
intollerabili contaminazioni. Un viaggio, retaggio del tempo, fuori dal tempo.
Belle alcune pagine in cui la prosa si combina con la poesia. C’è una Sirena
che sa sorvegliare mare e terra, ansia e speranza, vita e morte. La scrittura
di Bramanti se ne fa mirabile testimone
ed interprete. |
|
La casa del
mulino nero |
G. Vari G. La casa del mulino nero |
Un libro/diario
di oltre 500 pagine, che racchiude la vita dell’Autore: una narrazione lunga,
ricca di descrizioni/annotazioni accurate e puntigliose, che va dai primi
anni ‘50 del secolo scorso fino alla contemporaneità. Il racconto
ricorda, per varie implicazioni, Padre padrone, di Gavino Ledda, altro
romanzo autobiografico. Il libro/amarcord di Vari, che ha per scenario
Colleferro (RM), registra più piani e l’assorbente interazione famiglia,
campagna (con i suoi duri lavori) e scuola. Un microcosmo, i cui ritmi sono
dettati dalla prepotenza del padre dell’A. per cui il libro si chiarisce come
denuncia confessione e sfogo, un elenco di delusioni e amarezze, di pianti
senza rimpianti, di una fanciullezza e adolescenza negate (Se a quei tempi ci
fosse stato Telefono azzurro, come da sua ammissione avrebbe
denunciato il genitore). Il
linguaggio segue ed interpreta le impennate e le rivalse dell’anima, i
silenzi, le crudeltà e le segrete speranze, quasi come un’attesa di giustizia
postuma. |
|
SAGGISTICA
Tulliola 2025
Titolo |
Autore |
Giudizio |
Voto |
A. Caramico Stenta Bramanti "E venne il giorno degli aquiloni". |
Vita e
prospettiva di fede in un significativo disegno biblico. Un discorso che
unisce l’uomo e Dio – talora vincolante fino all’Arca dell’Alleanza - e le
loro diverse paternità; in aggiunzione e completamento l’Autrice ci spinge a
considerare la maternità, l’origine e
il diritto alla vita; il rapporto madre-figlio (Maria e Gesù). Un discorso
che è una disamina di Scienza/fisiologia (perfezionismo e manipolazioni), religione
e mistero, sapienza e profezia, vecchio e nuovo Testamento (maledizione e
amarezza), gestazione e gravidanza, creatura e Creatore. La vita come
vocazione e progetto divino. Scrivi a Antonio Blunda |
|
Nessun commento:
Posta un commento