lunedì 15 aprile 2013

Piccolo teatro filosofico. Dialogo su anima, verità, giustizia, tempo di Aldo Masullo, Editore Mursia




 
Piccolo teatro filosofico . Dialogo su anima, verità, giustizia,tempo.

Opera di Aldo Masullo, Editore Mursia.

Visionari legami di una Filosofia tiatrica.

di Carmen Moscariello

Piccolo teatro filosofico : Masullo, il Grande Filosofo è in questo caso attore e regista di un’opera in quattro “ tempi”.

Non interpreta il teatro come hanno fatto Nietzsche (Centralità della tragedia greca); Hegel (Interpretazione della tragedia greca); Kierkegaard ( La lettura del Don Giovanni ); Walter Benjamin (Rilettura del teatro tedesco barocco). Egli calca il palcoscenico del Pensiero che non può essere se non quello dell’Anima, della Verità, della Giustizia, del Tempo. Sulla scia di Eschilo, Seneca, Deleuze, Sartre, Badiou ha costruito un meta teatro pronto a calarsi nella coscienza dell’uomo. Quattro atti, in ognuno due protagonisti. Il dialogo è il sentiero argenteo su cui personaggi spaiati si muovono. Sembrano esserci nell’opera linee di fuga da quei percorsi severamente filosofici, terapie per una società schizofrenica,messaggi che stritolano la mordacchia dell’homo homini lupus. Protagonisti dei quattro dialoghi sono: l ’anima, la verità,la giustizia, il tempo. Appare Masullo come l’Empedocle di Holderlin nel la ricerca delle origini e del principio primo della vita in accattivanti e raffinati duelli per un tempo che scorre inesorabile ed eterno. La filosofia è la vera protagonista dello spettacolo. Lei per il Piccolo teatro di Masullo scende dal palcoscenico per donarsi al popolo a differenza , in questo caso, dell’Empedocle di Holderlin che rimane severo maestro di pensiero, da concedersi solo agli eletti. Il dinamismo della vita e della storia, o meglio come fa dire l’Autore a Eraclito l’Oscuro”il fiume è la vita nel suo venir vivendosi, il mutar di vissuto in vissuto…di salto in salto di sorpresa in sorpresa, la continua discontinuità, l’ininterrotto sostituirsi di momento a momento sembrano interessare non solo la piéce del Dialogo tra Eraclito l’Oscuro e uno sveglio orologiaio, ma tutta l’opera improntata a uno sconvolgimento di regole storiche, drammatiche e umane. Rimane però un nucleo “divino” che riguarda la ricerca e il confronto col proprio simile: “Originaria è la relazione. Non v’è un momento di vita o modo di essere di ognuno di noi che non sia un trovarsi in relazione agli altri”fa dire al l maestro del dubbio Amleto nel dialogo con papa Benedetto.
Percorre le strade di un teatro di pensiero, surrealista nella struttura, ma rigorosamente metafisico nella costruzione dei dialoghi, lo stesso linguaggio è filosofico, seppur moderato da un’ espressione “minore” determinata dall’incontro con persone non impegnate in rigorosi percorsi di pensiero (l’orologiaio, il procuratore di Stato). Masullo riprende il principio di Marx espresso nelle Tesi su Feuerbach e cioè che il filosofo non deve limitarsi ad interpretare il mondo, ma a cambiarlo. Principio questo che appartiene a tutto il percorso filosofico e di vita di Aldo Masullo: lo studioso è colui che guida, chi indica la strada all’uomo per salvarlo dalle sue miserie e dai suoi errori, per trasformare la società in una società “civile”. Una pratica artistica tra le più alte che molti studiosi , poeti, scrittori hanno tradita, alcuni allontanandosi dal mondo, seguendo il vascello folle dell’isolamento, altri limitandosi a descrivere con cronaca banale la realtà pratica e quotidiana: queste due tipologie”d’arte” sono destinate ad autodistruggersi e a non recare alcun vantaggio né alla società, né al singolo uomo.
Lo sdoppiamento che l’Autore applica ai suoi dialoghi è relativo, poiché si comprende facilmente la sua posizione che rimane fuori dal nichilismo contemporaneo pur non lasciandosi tentare dalla fede (Dialogo di Benedetto papa e del principe Amleto). L’ ardimentoso Filosofo, in situazioni apparentemente deraglianti, ci dona un Giordano Bruno che discute di Libertà con un asfittico procuratore; ameno è anche il dialogo che vede coinvolto il Papa Benedetto con Amleto o Eraclito L’Oscuro che parla dello scorrere del tempo con un sveglio orologiaio. Nell’opera fiammeggia l’audacia nel fare incontrare epoche diverse, personaggi differenti dislocati in spazi storici totalmente incompatibili che mai nessuno ha pensato di far incontrare, per discutere sui principi dell’origine della vita (non più l’acqua, il fuoco e l’aria…, ma la verità, l’anima, la gistizia, il tempo…).
Che cosa è dunque il Piccolo teatro di Aldo Masullo? Solo questo apparente originale castello di fuoco in cui personaggi vivi e pensanti si scontrano?O piuttosto il divampare di una visione del mondo dove l’uomo, se vuole sopravvivere, deve riconoscere il suo prossimo e rispettarlo.
E’ certo che la funzione di quest’opera ha nei suoi quattro spartiti la medesima finalità: dialogare per convincere; dialogare per non dividersi; dialogare per educare; dialogare per disbrogliare la strada della verità.
Al contrario di Giles Deleuze (Differenze e ripetizioni) e di Carmelo Bene, per i quali è il monologo l’essenza del tetro,( il dialogo è per il potere), Masullo predilige il dialogo per chiare motivazioni sociali: il dialogo è per l’Autore così importante che l’ultima parte dell’opera porta una preziosa gemma titolata Breve riflessione sul dialogo.
Nonostante questa importante differenza di pensiero tra i tre immortali Maestri del teatro filosofico moderno del mondo occidentale, tuttavia, Aldo Masullo non è in contraddizione con Giles Deleuze, né con Carmelo Bene, Egli si serve, come Giles, del Kronos ossia partendo dal presente (l’Autore e il mondo che lo circonda), orchestra le circostanze in modo da farle muovere liberamente, anzi si intrecciano , si intersecano con il passato e con il futuro, in spazi creativi dilatati infinitamente (questi spazi creativi sono simili a un’eco che attraversa le rupi del tempo infinito, senza fine) ed Egli come Carmelo Bene ha nel cuore il dolore e la storia dell’uomo quale protagonista (primo attore) del mondo. Così i personaggi di Masullo pur appartenendo alcuni a secoli passati, possono tranquillamente discutere con uomini del nostro tempo (vedi per esempio la piéce, veramente raffinata e acida del dialogo tra Giordano Bruno e di un procuratore di Stato.
La mente indaga, accorda, disunisce e il pensiero pensante si fa spettacolo, senza perdere la sua forza interiore e le sue capacità di trasmettere, di comunicare il bene della vita nella sua bellezza e unicità.

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