Livelli straordinari di melodie si elevano in queste pagine come una
lunga sinfonia, che trasporta il lettore attraverso i labirinti del
mito, con una scrittura rapida e attenta. Un susseguirsi di intermezzi,
ricchi di metafore e di incisi, si intrecciano nello spunto del
racconto , sequenze narrative nel risveglio sinfonico della poesia.
“Dunque Mosi si cimenta con un linguaggio, quello della musica, in cui i
livelli tonali – scrive Giuseppe Panella nella prefazione – si
susseguono in una ricerca di armonia finale e in cui ogni elemento si
ricompone alla fine dell’esecuzione e si ritrova nella sua particolare
dimensione autonoma per cui è nata, pur mantenendo la sua posizione
all’interno del tutto.”
A tratti qualche segnale di sottintesa magia rievoca illusioni : “Bolle
la pentola / il sogno d’Europa / ballano le fiamme / le streghe agitano
il brodo ./ Il dito del banchiere / l’occhio di un rom / il sorriso di
un nero. / Le vecchie gettano dentro.”
Ed il concerto riprende senza posa tra il passo di danza di una Venere o
lo scoccare della freccia di Cupido , tra il profumo di aranci in veste
di guerra , o la tempesta che avvolge la città dei Medici , Fiorenza.
Sono colorati quadretti rincorrenti , Venere superba solca le onde ,
sventolano stendardi , o Cesare porta gli amici sino all’Arno: gli
elementi ricompongono gli adagi per modellare colori e suoni.
ANTONIO SPAGNUOLO
POETRYDREAM
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