mercoledì 6 giugno 2018


Con questa poesia ho vinto il premio della Giuria :Premio "Capri per Pablo Neruda"



Rabdomante (un'ombra cullata e piano franta)[1]

Venne il rabdomante, portò con sé tuoni e lampi

aveva anche una piccola frusta

che in prossimità della casa vibrò come un serpente

mi disse: “qui c’è l’acqua”.

Felice feci scavare. Volevo un pozzo uguale

a quello della casa di mia madre

dove una fata refrigerava le mie attese. Mio padre

d’estate vi calava un cesto ricolmo

io restavo lì per ore a guardarlo dondolare,

contavo le formiche dei bordi

che sfidavano i punti estremi  e

 mai cadevano, restavano  lì a pettinarsi l’un l’altra

  ascoltavo il lieve gorgogliare della sorgente

e i raggi del sole  filavano un manto d’argento

dai  riflessi vocianti. Sentivo bambina la nostra casa già

ammantata di crepuscolo, né la mia trepidante attesa

mi apriva gli enigmi del di girasole.

Un giorno una negromante uscì dalla porpora del papavero

e cosparse l’acqua di veleni,

io lottai, lo dissi a mia madre,

ma non mi credette

tremolava l’acqua e io

mi specchiai più giù, a fondo

sulla bocca del pozzo

nelle sue viscere.

Carmen Moscariello




 L'opera è del Maestro Ernesto D'Argenio, donatami per il mio pensionamento dalla scuola. Anche il Pittore è di origine irpina, ha vissuto a lungo a Parigi.










[1] Ungaretti

1 commento:

  1. Molto bella.
    Versi intrisi del candore e i ricordi di una bambina. Tanta la nostalgia: c'è il richiamo alla terra, alle origini dell'uomo, alle cose più semplici di un tempo che non torna. Quella bambina è al contempo curiosa e impaurito dal nuovo.
    Complimenti, Premio meritatissimo!!

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