La casa delle allodole.doc1/ 2
- LA CASA DELLE ALLODOLE(a Costantino e Giovanni)Volava alto il falcoquando sulle pendici di questaaltura, velata di sole, il patriarcadisegnava il suo rifugio.Casa di scarse pretese, spazioesiguo dove raccogliere i sospiridi una vita inventatagiorno dopo giorno.Fiorivano i rami a ogniprimavera e l’inverno avevanella bocca parole soffuse,sussurrate accanto al caminoacceso di occhi e di speranza.Gli anni pretesero il lororiscatto: il nonno, al limitedel suo sortilegio, affondòla zappa nell’ultima zolladel cuore e rassegnòal cielo le sue bracciapesanti di rovi e di fatiche.Toccò al figlio abbracciareun’eredità di stenti: innestaresu trochi avvizziti vitae respiro, esortare con ruvidemani i filari abbandonati.E toccò ai figli del figlioseppellire nel cristallodi una lacrimail prestigio di nuove stagioni.Privi del conforto materno,inseguirono giorni di caloree di affetto. Ma il padre,raccolti paglia e sterpi,ravvivò il fuoco, riscaldògli animi rendendo agli sguardiil calore del sorriso.Come onde di un mare inquietopassarono gli anni e la casa,levigata dal vento, soffrìil peso del silenzio,il morso dell’abbandono:
- tirò le reti in barcae lasciò cadere i suoi bastioni:prologo di un destino senza ritorno.Ma il peso del riscatto diventòatroce e le memorie tornaronoa palpitare vive nel petto.Il buio disperse i suoi contorni:si levò un nuovo tettoa protezione del tempo,e il minuscolo occhio vigileposto a guardia sulla porta ripresea sorvegliare la pianura desertae l’erta verso il borgo lontano.Muri nuovi e antichi ha orala casa dei sogni. E sopra il tettodove il tempo ha fermatoil suo corso torna il respirodelle allodole e la vita,barlume di luce e di mistero,ha sciolto le veleverso una nuova eterna avventura.2 giugno 2016(70°Anniversario della Repubblica)
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