Ad quaerendum Mater Patriae. Di Ileana Tudor, La pergola Arte di Firenze editrice, prefazione di Lilly Brogi e di Peter Michael Musone
Note e
riflessioni di Carmen Moscariello
E’ raro trovare un bel romanzo. Da
tempo leggo e mi inviano autori e case
editrice solo il genere giallo o le cronache
della volgarità e violenze quotidiane, tutto senza humanitas e senza
poesia. Raccontarsi a una pagina bianca non è per tutti, ancora più difficile
scrivere una pagina letteraria elegante e fluibile. Ileana Tudor oncologa di
fama nazionale ci consegna e ci affida
questo suo romanzo ed è come ci avesse affidato
anche la sua anima. Non leggo da tempo uno scritto che
mi emozioni e che mi faccia sentire
parte del romanzo. E’ una biografia che si apre con un certificato
d’appartenenza regale alla stirpe dei re
d’Ungheria. Ileana è nobile di sangue e di
cuore, è una donna moderna che conosce
il duro lavoro delle sale operatorie, della tristezza nel dover partecipare a un paziente che ha il cancro,
lavora negli ospedali della Svizzera ed è tenuta in gran conto da scienziati e
ricercatori. Ha un figlio cresciuto da sola con amore e anche severità. La sua
vita è rigorosa come quella dei santi. E’ scrittrice di numerosi libri scientifici
e di molti romanzi. Come tutte le donne grandi ha avuto una vita diffice, lasciata dal
marito medico, poiché si era invaghito di un’infermiera (la solita storia!) ,
per dimenticare e perché credeva e crede nella vita che rinasce sempre, lascia la sua
terra d’origine e approda prima a Fiume e poi in Italia. Guidata anche da una
fervida fede cristiana che vive non formalmente , ma donandosi a chi soffre
giorno e notte, lei non ha orari, la trovi alle nove di sera in ospedale, così
ogni giorno alle otto del mattino. In verità, non so dove abbia trovato così
tanto tempo per scrivere un romanzo così bello e accattivante.
“Accettare gli errori di un’altra persona verso di me vuol dire che non ho nessuna dignità” Quante donne che hanno amato non si sono poi trovate a dirsi queste stesse parole? Ci si può rimproverare per aver troppo amato?Tutto il libro ha una linea etica squisita. Una Dea come Ileana che si fa piccola, piccola e si racconta nella miriade di difficoltà e problemi in cui la vita ci pone. E’ un' emigrata in terra straniera, farsi strada non è facile, non è facile conservare la propria dignità, resistere alle offese, tenere viva la speranza cristiana per una vita rinnovata. Michel Musone nella postfazione all’opera ci dice che è un romanzo che si ancora profondamente al filo del ricordo che attraverso le parole diviene elevazione e si concentra sull’inesauribile forza di credere e affidarsi al buon Dio. Nei suoi ricordi c’è la Madre Patria cercata e invocata nelle sue notti di solitudine, il ricordo del re Michele che l’autrice ha conosciuto personalmente, degli sfarzi della corte, degli onori, della gioia di vivere, della guerra e l'invocazione: ad quaerendum Mater Patriae, chiamarla invocarLa senza mai dimenticare i suoi giorni di giovinezza. Lei abbandona tutto poiché nei luoghi di nascita ricordare può essere distruttivo . E così l’autrice diviene viandante e segue le strade della storia e della sua professione che le dà gioia, poiché lei salva vite umane, ridà la vita a chi credeva di averla perduta.
L’Artista ,
Scrittrice Lilly Brogi nella sua elegante e perfetta prefazione al libro pone
l’accento sull'eleganza della forma, non è poca cosa, visto che la sua lingua
madre è ben altra, ma Ileana Tudor parla sette lingue, e ha fatto di tutte le
lingue la sua lingua madre. Lilly ci parla del fascino del viaggio nei luoghi
magici mitteleuropa dai quali la scrittrice proviene e ama appassionatamente." Il romanzo ha la struttura della grande
epopea dei poderosi autori più affermati come Leon Tolstoi, Milan Kundera,
Franz Kafka , e Fedor Dostoevskij.
Quest’opera
è di alta formazione ci insegna a rinascere come le primule che occupano la
copertina del suo libro e che la primavera ritorna quando meno te l’aspetti. E’
un ricostruire il rapporto che si ha con gli stranieri, lei ci guarda con
amore, nessuna diffidenza, non
aspettarsi nulla e il dare tutto, considerare l’Italia la sua amata patria al
pari dell’Ungheria.
Carmen Moscariello
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