domenica 29 gennaio 2012

Giovanna Bergamasco - La maschera viola



I racconti di questo libro non sono tecnicamente né favole né fiabe, né animazione moraleggiante né trattenimento fantastico. Sono piuttosto storie immaginose che, attraverso i destini delle vite evocate, persone animali cose, restituiscono alla presenza le emozioni, i vissuti, sepolti tra le sottrazioni del passato, oppure suggeriscono ancora intatte possibilità emozionali, sempre pronte, sulla mobile soglia del tempo, alla prova del futuro verso cui tutti irresistibilmente corriamo.
Testimoniare la vita e l’incessante inseguimento di un senso, che ne acquieti l’affanno, scoprire nell’esistenza l’arduo ma decisivo esercizio a “ben vivere”, sono le profonde motivazioni dell’Autrice.
In fondo le tre storie di questo libro sono una sola, la storia di un’esistenza, la storia della narratrice che ella soltanto può narrare dall’interno, trasfigurata e trasparente della sua verità, non finzione di fabula, ma vita vissuta che nelle parole finalmente si libera dal lungo silenzio patito, poesia.
Ogni volta che la vita si libera in parole, è come se anche le “parole perdute” – tutte quelle “dette in modo sbagliato o soffocate dai silenzi o rimaste sepolte nell’anima” perché altri non hanno avuto il coraggio di ascoltarle – finalmente redente si ritrovassero vive.


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