Antitesi teatrale
Siamo in un Liceo Classico Statale
del Settentrione d’Italia. In una terza classe è l’ora d’Italiano e tutti gli
studenti sono attentissimi. Il
Professore è in piedi accanto alla LIM.
Professore - è venuta fuori insieme a
Pirandello tutta una serie di autori e sembrano tutti molto accalorati … Pirandello
prende ora la parola.
Luigi Pirandello - Sono in cerca di autore … I
sei personaggi? No, io: vorrei conoscere l’autore o gli autori di quel “canone
di scrittori maggiori” travestito da “indicazioni”. Si tratta forse di un
Ministero della Distruzione, che distrugge gli scrittori meridionali in una
lista di prescrizione, anzi di proscrizione? Ah, no? Il Ministero
dell’Istruzione? E perché si presume in tal guisa di istruire, mentre sembra
che si cerchi di rendere mero flatus
vocis la cultura di quest’Italia che rischia di restare solo a parole “una e indivisibile” e insieme
la cultura europea e mondiale?
(A questo punto nel corso di una
visita alle classi entrano la Dirigente Scolastica e una Dirigente per i
Servizi Ispettivi MIUR).
Corriere della Sera - Si è
cercato di spiegarlo il 27 marzo 2012 in una lettera a
questo quotidiano nella sezione del Mezzogiorno: si tratterebbe di “una fattura di mano
berlusconiana cui forniva lo schioppo il presumibile sodale Umberto”.
Preside e Ispettrice
all’unisono - Ma qui si fa politica? Oggi certa politica non è cultura.
Classe e professore coralmente - Proprio per questo ci conviene ascoltare cosa
pensano del canone illustri autori.
Professore - Prego, Ispettrice, Preside:
ecco due sedie, accomodatevi in cattedra e vigilate sulla lezione.
Luigi Pirandello - Fra le indicazioni canoniche Io sono stato inserito, perché Premio
Nobel; ma anche Salvatore Quasimodo è un Premio Nobel e non c’è, non c’è in quel rovesciato indice di autori irrinunciabili,
mentre era stato sempre insieme con Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale,
Umberto Saba come autore irrinunciabile! Una
componente fondamentale della nostra tradizione letteraria nella
formazione risulta l’esclusa: così è, se ci pare. Il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano potrà tollerare oltre siffatta emarginazione
o sarà già intervenuto per sanare la
mutilazione dell’unità e indivisibilità
della cultura italiana?
Salvatore Quasimodo - Il bello, anzi il brutto è
che quella famigerata lista nelle
intenzioni sarebbe destinata non solo alle scuole, ma anche ai candidati ai
concorsi a cattedra … Certo, si è detto che quella lista famigerata sarebbe
semplicemente indicativa, perché lascerebbe libertà di scelta; ma ce lo
immaginiamo un aspirante docente che intenda disattendere il bando di concorso, dichiarando alla Commissione che preferisce parlare, ad esempio, di Corrado Alvaro, o Vitaliano Brancati o
Andrea Camilleri o Antonio de Curtis o Eduardo De Filippo o Federico De Roberto
o Salvatore Di Giacomo o Grazia Deledda o Alfonso Gatto o Annamaria Ortese o
Ugo Piscopo o Leonardo Sciascia o Ignazio Silone o Leonardo Sinisgalli o Rocco Scotellaro o Giuseppe
Tomasi di Lampedusa o Elio Vittorini? Si sentirebbe rispondere dagli
esaminatori stupefatti e adirati: “Cosa crede, che ci esponiamo ad essere presi
a pietrate e fiondate dal MIUR? Vada via, tracotante candidato, che si è
azzardato a ventilare l’ipotesi
di farci trasgredire l’Editto di Roma!”
Andrea Camilleri - “Non avrai altro canone all’infuori di me” … E quale
sarebbe la libertà di scelta? Il bando è come i comandamenti: non osservarlo piccatu iè! Trattare un autore definito
“imprescindibile” dal MIUR è obbligatorio. E le case editrici non vogliono
certo indurre in tentazione, tanto che già cominciano a mettere al bando dai
libri di testo tanti autori “prescindibili”. Altro che “indicazioni nazionali”
come “intelaiatura”, altro che “esempi”, altro che “avallo di Francesco
Sabatini”, altro che assenso di “docenti liceali e universitari consultati …”
(ma who, where, when, what, why?) a
supporto della magnifica epurazione di Cabina di Regia e Commissione! E in qual
guisa ciò che sarebbe esclusivamente
“essenziale” potrebbe consentire di valorizzare “il ruolo dei docenti e delle
autonomie scolastiche nella loro libera progettazione”, se non relegando la
presunta autonomia nel contrario dell’esclusivamente “essenziale”, ovvero nel
“superfluo”?
Aristarco di Samotracia e
Aristofane di Bisanzio insieme - Il nostro canone
alessandrino ha favorito la conservazione dei testi degli autori in
esso contenuti, quelli
“imprescindibili”, come definisce il
MIUR quelli del suo canone in profumo di esser padano; ma, per un effetto
perverso, ha favorito anche l’oblio degli autori che non vi erano contenuti.
Tutti gli autori inclusi nel
canone MIUR in coro - Noi disprezziamo e rifiutiamo questo canone in maschera!
Non vogliamo restare in solitudine
presso i contemporanei e i posteri! La Repubblica delle Lettere deve essere non più
elitaria, ma una e indivisibile,
altrimenti non è e non sarà una e indivisibile nemmeno la Repubblica Italiana
e nell’Unione Europea saremo culturalmente sbrindellati! Siamo o no scrittori
italiani? Altro che “piagnonismo pseudomeridionalista”!
Preside - Però hanno detto gli incaricati
della cernita …
Professore (in tono sommesso) - Ossia della purga …
Ispettrice - Professore, l’ho sentita, sa? Attento a non essere
epurato anche lei. Preside, continui. (Poi, fra sé e sé) Eppure non mi risulta che le
scuole, data la loro autonomia, avessero bisogno di indicazioni “che puntassero all’essenziale”:
potevano lasciarle libere e basta, tanto ci sono già i canoni di libri di testo
di prim’ordine; o bisogna riciclarli?
Preside - Dicevo che gli epuratori hanno
dichiarato: 1) è meglio fare bene un numero limitato di autori, perché una
lista troppo lunga, ovvero uno
“sterminato repertorio di nomi”, non
andrebbe bene; 2) docenti e studenti interpellati hanno approvato le scelte; 3)
così si valorizza davvero per la prima
volta l’autonomia, perché alla fine ognuno può aggiungere gli scrittori che
vuole al “nucleo ristretto di irrinunciabili”; 4) il lavoro, messo fra l’altro
in prima bozza sul sito www.nuovi
licei.indire. it, è stato giudicato
congruo a maggioranza; 5) dovranno comunque essere raccolte “ipotesi di
curriculum più specifiche”, anche se non “per integrare indicazioni che non
hanno alcun bisogno di essere integrate”. (Poi,
rivolto alla classe, cercando di non farsi sentire dall’Ispettrice e dalla
Preside) Però aggiungere magari al canone insieme a Ungaretti, Montale,
Saba il solo Quasimodo, come doveroso, avrebbe reso troppo lunga la lista? Niccolò Copernico – Sia chiaro che non
mi va di essere chiamato in causa per avallare una cosiddetta “piccola
rivoluzione copernicana”. Io posi il sole al centro dell’universo contro il
geocentrismo. E …
Immanuel Kant - E io il soggetto al centro dell’esperienza.
Benedetto Croce - Sì, tutto il contrario dell’operazione ministeriale
travestita da evento epocale. E poi, cosa significa “fare bene”? Per “fare bene”
anche un solo autore gli si può dedicare tutta una vita e non basta … E poi mi
pare che quei conati di giustificazione vengano meno ai parametri di una logica
elementare, tanto che a qualcuno
potrebbero sembrare nient’altro che vuote parole da imbonitori avvezzi a
una retorica da pseudopoliticanti pari a logorrea …
Uno studente - Cioè una diarrea di parole?
(Risate della
classe; con stupore di tutti un sorrisetto affiora anche sulle labbra
dell’ispettrice).
Una studentessa (ridiventando seria): Perché non ci
sarebbe logica in quella parrhesia? (Poi, fra sé e sé) Come sono brava a
citare il termine greco ambivalente!
Gottlob Frege - La filosofia del linguaggio non è un’opinione. Come
si può sostenere che il canone valorizzi l’autonomia, se consiste in
indicazioni di autori “imprescindibili”, il che significa che da qualsiasi
altro autore si può prescindere, ovvero che qualsiasi altro autore è superfluo?
E che senso ha prospettare la raccolta di “ipotesi di curriculum più
specifici”, se le “indicazioni non hanno alcun bisogno di essere integrate”?
Dante Alighieri – Già, “per la
contraddizion che nol consente”. D’altra parte, i docenti non hanno affatto bisogno
di siffatti esempi, per confrontarsi con i colleghi: a partire dall’Unità
d’Italia lo fanno già.
Preside - La confutazione mi sembra persuasiva; lei che ne
pensa, Ispettrice?
Ispettrice - Relazionerò al ministro
tecnico, che non dovrebbe lasciarsi condizionare da certa politica.
Galileo Galilei - Speriamo che sia anche scientifico, cioè che
verifichi le conseguenze deleterie degli errori degli ”esperti”, dovuti,
secondo Alberto Asor Rosa, ad “ignoranza”; se è così, dovrebbe avere già
provveduto a rimediare.
Ispettrice - Altrimenti?
Preside - Altrimenti – scusi,
Ispettrice – non resterà che continuare ad aderire all’iniziativa di cui al
sito www.poesiadelsud.it e ad appoggiare il Centro
di documentazione della poesia del Sud.
Professore - Lei che ne pensa, Ispettrice?
Ispettrice - Nonostante la mia provenienza
dal Nord, ormai sono persuasa: nel
dubbio sulla tempistica o anche per corroborare il rimedio all’iniziativa
aderisco anch’io, altrimenti alla verifica della storia anche la mia dignità
intellettuale risulterebbe irrimediabilmente compromessa e la mia credibilità
professionale con essa.
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