Il canto d’Orfeo
Quel filo di voce sopravvissuto alle morti stagioni
rivolto all’Eterno. E’ la sorte del nulla
Al vociare di lame
logorroico lamento di
maschere.
Rimane il filo di
voce del treno
senza anima che attraversa l’empireo
dei morti in un campo di stelle e pianeti
persi in un fragore di meteore
nel fluttuare di lune, soli, fuochi, fumi
Quel filo di voce
rimane ancora
per raccontare
l’Eterno
per una supplica ai
morti.
Una goccia è la mia anima
una piccola goccia con un filo di voce,
non è un marceau d’ensamble,
è il sussurro di una
preghiera
è il grido del disperato
del cane lebbroso che
tutti scacciano è un filo teso tra gli occhi e il cuore.
Si può inciampare in una goccia di cielo
si prega un tabernacolo vuoto
Lui mi ha dato questo dono
fino alla morte con un filo di voce.
Seppelliti da queste macerie
ci vuole coraggio per avere speranze,
un granello di Dio
cada nel cuore di tutti gli uomini
Carmen Moscariello
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