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L'arte del parlare e dello scrivere in
modo ornato ed efficace, la rhētorikḗ (tékhnē), ovvero la retorica greca, di
origine peripatetica, coniò il termine πάϑος «sofferenza» (pàthos), volendo,
con questo unico termine, significare un compendioso ibrido di passionalità,
turbamento, imponenza, in quanto icastiche peculiarità estetiche proprie della
tragedia. In età contemporanea il termine sta ad esprimere la capacità che
un’opera d’arte, anche musicale o figurativa (o un’espressione, un momento
dell’opera), ha di elicitare, con l’evocazione drammatica in essa contenuta,
potente trepidazione affettiva e coinvolgimento estetico. Intimamente
sostanziato proprio di questo vibrante e totalizzante pàthos, di gusto e
forbito, piacevole ed armonico, è l’ordito narrativo di questo testo, i cui
fatti ed i cui fenomeni reciprocamente si incrociano e si intersecano,
conflandosi in un inscindibile, osmotico unicum estetico-esistenziale
dell’artiste maudit per antonomasia, Amedeo Modigliani, unicum con aulico
magistero egregiamente temperato, sapientemente miscelato, equilibratamente
dosato da Carmen Moscariello, la quale con estrosa verve poietica sciorina,
universalizza un Modigliani illuminato da un’inusitata, non dogmaticamente
protocollare, esegesi storica, così germinando una più immanente, più pura
essenza del demiurgo labronico, icona estetica del senso e del culto della
bellezza della sua Arte che egli sembra aver assunto come potissimo ideale e
valore di vita. Il testo, allegoricamente un ininterrotto divenire di sinestetiche
icono-cromie, è in realtà un caleidoscopio dagli intensi riflessi
narrativo-saggistici e controluci liriche, ageminato del plastico impegno
filologico ed euristico da parte dell’autrice che si enfatizza nella linea
narrativa, segnatamente nei riferimenti ad alcune figure femminili
biograficamente storiche, quelle che più definitamente, che più incisivamente
hanno orbitato intorno alla sui generis icona planetaria di Amedeo Modigliani.
Modì, estasiato, in visibilio rapito dall’amore per il corpo femminile, pur
preservando intatto il suo edonismo, si sublima, trasforma i propri impulsi
istintuali, segnatamente erotici, veicolandoli verso i fastigi più elati
dell’Arte.
La sua Musa Anna Gorenko Achmatova “una strana amicizia amorosa”, anima in continuo stato di agitazione, similmente alla sua, che Modigliani incontrò in una tenue primavera di Parigi.
L’amour fou, la muse maudite, cioè Beatrice Hastings. Artista “maledetto” lui, eterodossa reporter inglese lei: una relazione fatta di émpiti, di furiosi alterchi e di imponenti sbronze. Il tutto, nondimeno, rendendo possibile la realizzazione di eccelsi capolavori.
Ancora una Musa: Jeanne Hébuterne, un’histoire d’amour burrascosa e fortemente antagonizzata dalla famiglia di lei.
Nel dipanarsi della trama, l’autrice, anche irriflessamente, non può non celebrare la cesariana Lutetia, la Ville Lumière, in tutta la sua Grandeur, berceau di una pletora di grandissimi artisti, peculiarmente avanguardisti, che cospicuamente contribuirono, sia esteticamente sia ideologicamente, alle agitazioni ed ai dissesti epocali. E Montparnasse, situato nel XIV arrondissement, in riferimento al monte Parnaso, dimora delle Muse della mitologia greca, che di tutto ciò costituisce il turgido cuore pulsante. Diversi di questi incliti artisti e diversi loro lieux de rencontre vengono filologicamente pantografati dal prismatico estro di Carmen Moscariello, con fervente afflato, con inusitata acribia. La tormentata e struggente dicotomia esistenziale di Amedeo Modigliani, scissa tra la realtà labronica e l’ambiance parisienne, trova tangenza nei fermenti storici, negli aneliti estetici che totalizzano e sublimano la quintessenza stessa dell’Artista che l’autrice sembra co-percepire con liquida empatia, con fluida capacità di comprendere gli stati d’animo e le situazioni emotive dell’Artista, senza istanza di una reale comunicazione verbale.
Apici di elato magistero letterario raggiunge Carmen Moscariello nella rappresentazione della realtà ambientale, antropologica, culturale, ottenuta perseguendo a vari livelli (creativo, stilistico, documentario) l’obiettivo di una riproduzione il più possibile mimetica ed oggettiva della realtà. Tanto avvincente è questo libro, che le pagine sembrano girare da sole in un ininterrotto flusso permeato di appeal letterario, di messaggio puro e terso, affascinante e magico, che spontaneamente attinge i più intimi recessi del cuore, in virtù di una potenziale, ma icastica sinapsi emotiva di Carmen Moscariello con Amedeo Modigliani.
La sua Musa Anna Gorenko Achmatova “una strana amicizia amorosa”, anima in continuo stato di agitazione, similmente alla sua, che Modigliani incontrò in una tenue primavera di Parigi.
L’amour fou, la muse maudite, cioè Beatrice Hastings. Artista “maledetto” lui, eterodossa reporter inglese lei: una relazione fatta di émpiti, di furiosi alterchi e di imponenti sbronze. Il tutto, nondimeno, rendendo possibile la realizzazione di eccelsi capolavori.
Ancora una Musa: Jeanne Hébuterne, un’histoire d’amour burrascosa e fortemente antagonizzata dalla famiglia di lei.
Nel dipanarsi della trama, l’autrice, anche irriflessamente, non può non celebrare la cesariana Lutetia, la Ville Lumière, in tutta la sua Grandeur, berceau di una pletora di grandissimi artisti, peculiarmente avanguardisti, che cospicuamente contribuirono, sia esteticamente sia ideologicamente, alle agitazioni ed ai dissesti epocali. E Montparnasse, situato nel XIV arrondissement, in riferimento al monte Parnaso, dimora delle Muse della mitologia greca, che di tutto ciò costituisce il turgido cuore pulsante. Diversi di questi incliti artisti e diversi loro lieux de rencontre vengono filologicamente pantografati dal prismatico estro di Carmen Moscariello, con fervente afflato, con inusitata acribia. La tormentata e struggente dicotomia esistenziale di Amedeo Modigliani, scissa tra la realtà labronica e l’ambiance parisienne, trova tangenza nei fermenti storici, negli aneliti estetici che totalizzano e sublimano la quintessenza stessa dell’Artista che l’autrice sembra co-percepire con liquida empatia, con fluida capacità di comprendere gli stati d’animo e le situazioni emotive dell’Artista, senza istanza di una reale comunicazione verbale.
Apici di elato magistero letterario raggiunge Carmen Moscariello nella rappresentazione della realtà ambientale, antropologica, culturale, ottenuta perseguendo a vari livelli (creativo, stilistico, documentario) l’obiettivo di una riproduzione il più possibile mimetica ed oggettiva della realtà. Tanto avvincente è questo libro, che le pagine sembrano girare da sole in un ininterrotto flusso permeato di appeal letterario, di messaggio puro e terso, affascinante e magico, che spontaneamente attinge i più intimi recessi del cuore, in virtù di una potenziale, ma icastica sinapsi emotiva di Carmen Moscariello con Amedeo Modigliani.
Complimenti per l'operato!!
RispondiEliminaSi può pensare di condividere tutto ciò su un social!?
Per di più se questo social oltre che promuvere, potesse a breve anche tutelare la paternità intelletualendell'opera, sarebbe qualcosa di piacevole e motivante per lasciarsi coinvolgere da tale opportunità!?
È un immaginario interessante per chi ha pubblicato tutto ciò!?!
Non so, non posso essere di certo io a dare la risposta, ma tutto ciò è realmente possibile ed è realizzabile grazie ad una piattaforma, pensate addirittura italiana, che dà inizio anno potete scaricare da qualunque appstore, sia per smartphone che per cellulari.
Bhe, questa piattaforma non so se possa fare al caso di tutti, ma per indagare se questo lo sia,
vi suggerisco di partire da qui:
https://ctv.im/S10FCD
Buona visione e...
A voi la scelta!!