Mauro
Montacchiesi “ Toscana Omaggio a San Vittore
Metaforica
Iperbole
La voce
artistica di questa autore è un’iperbole, mai lo stesso timbro, la scrittura è
mutevole, come i contenuti, le note non sono mai contigue, il ritmo non è
gutturale, si va dal grave all’acuto in una presentazione suggestiva,
elegante della Terra di Toscana. Misurarsi con l’arte di questi luoghi sacri,
intendo sacri nel senso della Bellezza e della oesia, del la musica, della
pittura, dell’architettura non è cosa facile. L’autore apre e chiude il libro
con un esteta d’eccezione: D’annunzio con i suoi versi sublimi ci presenta la
Toscana come una bella donna da amare e riverire, come un airone che plana
dolcemente dal cielo e sfiora con le sue ali
la soglia dell’anima Ebbene:
O Toscana,
o Toscana
dolce tu sei
ne’ tuoi orti
che lo spino
ti chiude
e il
cipresso ti guarda;
dolce sei
nelle tue colline
e che il
ruscello ti riga
e l’ulivo
t’inghirlanda[1]
Lo scritto di
Montacchiesi vuole essere un inno d’amore, un canto, un dolce soffermarsi sui
luoghi e persone che lo scrittore ha
amato e conosciuto. Protagonisti sono i luoghi della Toscana, antichi e
moderni. Lo scopo è cantare i doni culturali e ambientali di questa terra
divina che ha dato i natali a Dante, Petrarca e Boccaccio. Da lì ebbe origine
tutto, da quei colli, fascinosi e enigmatici nacque la Bellezza. Oggi più che
mai è valida e importante quest’opera di
Montacchiesi, mentre ci apprestiamo a festeggiare il grande Maestro di libertà
e d’amore. Le sue terzine, i suoi endecasillabi ci cantano nel cuore, donandoci
ogni giorno linfa e gratitudine. Lo
scrittore, già nel titolo e nell’esordio dei versi di D’Annunzio, ci annunzia,
con il suo fervore e la sua vitalità, che quest’opera è dedicata agli uomini che
l’hanna fatta grande nel mondo e nella storia. Ma anche i luoghi “Omaggio a San
Vittore “nel sottotitolo del libro, è un richiamare le terse acque , le crete
di Siena i bagni terapeutici di un luogo
incantato qual è Pieve di San Vittore. Lo scrittore, camminatore
accanito, amante dell’alba può gustare, sorvegliare i sentieri dello spirito e quell’incanto schiumoso delle sue albe.
Potremmo definire questo libro una “promenade”, una elegante passerella, un
cercare e ricercare affinché nessun ricordo, nessuno incontro vada perduto.
Montacchiesi sa cucire amicizie importanti, le rispetta, le porta nel cuore e
non vede l’ora di donare ciò a cui tiene di più: la sua scrittura variopinta,
plurilingue, come Giordano Bruno egli parla correntemente cinque lingue
moderne, ha traslato le sue opere per suo conto in differenti universi, il suo
linguaggio forbito affonda chiari radici anche nel mondo latino e nel mondo
greco, possiamo dire in tutto il mondo classico. La sua voce è sonora, mai
aspra, benevole, accondiscendente, una rarità in un momento di lotte intestine
e di dolorosi silenzi. Se uno si incammina in quest’opera dimentica il male,
insieme all’autore gioisce, con lo
stesso fervore con cui egli canta la natura e le vite degli umani. Anche in
questa succosa antologia ho avuto la gioia di incontrare molti amici: Nazario
Pardini: oggi Pisa e la Toscana sono da identificare nella sua Poesia, nella
sua grandezza di gentiluomo accorto, elegante, smisurato, avvolgente.
Ritrovo la mia amica Lilly Brogi, un’ Artista
surreale, metafisica : in lei la poesia trasla senza impedimenti nella pittura
e la pittura nella poesia. Montacchiesi le dedica pagine bellissime, le più
belle del libro. La stima domina sulle parole, fa vibrare gli accorti furori dell’arte.
Io amo ed
ammiro delle opere di Lilly “Le Fanciulle che giocano a palla”, il Montacchiesi ci propone alcuni suoi capolavori pittorici,
sui quali concordo l’ analisi precisa e
raffinata.
Ed ecco il grande Franco Manescalchi con il
quale condivido l’amore per la poesia e la vita di Rocco Scotellaro, solo nel
mio amico Pietro Nenni ho trovato lo stesso entusiasmo e l’identificazione di
materia e forma. Anche Montacchiesi ne mette in evidenza l’onestà dell’uomo e
il candore decadente della sua pittura e della sua poesia. Si muovono così le
pagine come foglie appena sfiorate da note di pianoforte, un dolce andare di
albe e tramonti. Storie di incontri che lasciano il segno . Lo scrittore è
accorto, è intuitivo sa cogliere di
ognuno gli umori e i percorsi artistici, senza nasconderci niente e credo che abbia
ragione quasi sempre. Al centro della rosa c’è L’ omaggio a Ser Petrarca non
potevano mancare i sonetti e Il canzoniere del grande Poeta.
Ho trovato
di straordinario interesse le pagine dedicate a Mario Tobino. Lì l’autore ha
saputo individuare gli opposti percorsi dell’arte, anche la linea sensuale e sessuale che interessa
l’uomo e i suoi rapporti. In verità in nessun grande critico ho constatato una
descrizione palpitante, pur nelle opportune distanze. Piena consonanza sul
fatto che gli autori vanno capiti e studiati anche e soprattutto sul piano
umano, è da lì che prende forma l’arte.
Le biografie aride, a volte banali, hanno fatto il loro tempo. Lo scritto deve
lasciare segni in chi legge, altrimenti è mero accademismo.
“Tosacana.
Omaggio a San Vittore” Carta e Penna Editore, Opera illustrata, 262 pagine.
Torino 2020
Autori
trattati nel libro: Badiali Massimiliano, Benatti Roberto, Benedetti Carmen,
Bigini Tinelli Paola Vanna, Brogy Lilli, Burlamacco (maschera ufficiale del
carnevale di Viareggio),Colacrai Davide Rocco, , Cosignani Bruno, De Stefano
Nadia, Lucifero Aòlfredo, Manescalchi Franco Martoglio FabioMichelassi Carlo
Emilio, Moscariello Carmen (per aver omaggiato con la sua opera il grande Livornese “Modigliani l’anima
dipinta”, Gangemi Editore), Nutini Daniela, Omaggio a Ser Petrarca,Pardini
Nazario, Parlagreco Maria Diana, Pedrinzani Franco, Pretinzani Lucia e Roberta,
Fratesi Barbara, Fratesi-Corsini Maria Teresa, Pratici Marina, Pulzone Franco,
Sbrana Giulio, Shelley Percy Bysshe, Testi Manrico, Tobino Mario, Vallati
Lenio, Valpiani Patrizia, Vezio Annamaria, Viani Lorenzo.
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