TUTTE LE POESIE
RENATO FILIPPELLI
Curatrice Fiammetta Filippelli
Prefazione di Emerico Giachery
Postfazione di Francesco D’Episcopo
Gangemi Editore, Roma.
Lo conobbi nel 1981, io giovanissima al mio secondo
incarico, ma già di ruolo in una scuola, quella del Magistrale “Cicerone” di
Formia in via Olivetani, allora essa era un piccolo idioma di felicià e
armonia, per far comprendere meglio un’Arcadia del Metastasio. Egli era il più
grande, già allora stimato e riverito, ma lo affiancavano grandi nomi, anche di
scrittori importanti e aleggiava l’odore di poesia e di onestà di due grandi
Presidi il poeta Nicola Napolitano e il “delizioso” grande latinista con numerose
pubblicazioni in Latino e greco, Preside
Stammati (anche mio Preside indimenticabile). Uomini onesti e culturalmente di
grande levatura avevano contribuito a
creare un centro di cultura fra i più importanti d’Italia, al quale molti guardavano
con invidia e rispetto.
Filippelli si muoveva rispettosissimo di tutti, arrivava
sempre di corsa la mattina con infiniti libri tra le braccia, figli scomposti
di padre amoroso che non conosceva l’ordine, gli pendevano, lì perdeva, lì
cercava, parcheggiava la macchina a modo suo, ma a nessuno dava fastidio , si
diceva con un sorriso” stamattina Renato la macchina l’ ha proprio buttata senza cura” si sottendeva che aveva ben oltre
da pensare. Io mi muovevo tra quelle
Menti con paura di aprire bocca, di dire qualcosa di sbagliato, poi il Professore Filippelli, per me che venivo dal “Suor Orsola Benincasa” era una specie di
divinità, anche perché molto amico di Nicola Cilento col quale mi ero laureata
e che per me aveva una tenerezza immensa, forse perché mi ricordava mamma
giovanissima, feci l’ultimo esame con lui incinta di nove mesi, mi parlò, eravamo soli in Sala professori,
Ricordo, come fosse ora, il primo incontro col Poeta, fu lui ad iniziare: “Professoressa ho saputo che lei viene dal Suor Orsola, so
anche che è stata un’eccellente studentessa”. Da lì è iniziato un rapporto di
amicizia e di intesa stima che è durato fino all’ultimo giorno della sua vita.
Andandolo a trovare spesso si è intensificato anche un rapporto meraviglioso
con la sua bella e intelligente moglie Mimma e con i suoi figli che adoro e nei
quali vedo rispecchiata la sua umanità e grandezza.
Fu il Magistrale luogo di importanti dialoghi con Lui,
nelle ore libere dall’insegnamento passeggiavamo avanti e dietro nel lungo
corridoio della scuola, raccontandoci tutto, lì timidamente gli feci leggere i
miei primi scritti, severissimo nelle analisi, credo d’aver dovuto aspettare
dieci anni per il primo “brava”. Devo a Lui la mia scrittura, ma per tanti
aspetti anche la mia formazione così radicale, senza infingimenti o ipocrisie.
Si può dire che passavamo giornate intere nella scuola, nel
pomeriggio eravamo impegnati entrambi nei corsi integrativi, tre ore quasi mai
pagate, per il gusto di dare, di educare, certi che stavamo facendo del bene.
Incontro oggi gli alunni di allora e tutti si vantano orgogliosi di essere
stati alunni di Filippelli e allora come ora lo amano e lo ringraziano per
quanto ha donato. La mattina insegnavamo entrambi nel corso “C” io e il
professor Antonio Prota ci alternavamo sulla cattedra di Latino ed lui aveva
la cattedra d’Italiano che io ho ereditato quando si è trasferito
definitivamente al Suor Orsola Benincasa. Pe quanto mi riguarda mi ha
sempre difeso da attacchi e da cattiverie subite nella mia vita, fino all’ultimo giorno della sua esistenza.
Condivideva le mie battaglie e si scontrava anche fortemente con chi cercava di
farmi del male, né risparmiava critiche a me, se riteneva che avessi sbagliato
o se mi esponessi fortemente ai pericoli. Gli piaceva comunque il mio stare
sempre sulle barricate.
Oggi quest’uomo grande a cui molti debbono rispetto e
amore, ci manca come presenza fisica e culturale: dalla sua morte il Sud
Pontino ha subito una decadenza culturale e umana preoccupante, un depauperamento della
cultura, volgarmente banalizzata. Grazie a lui che ci faceva generosamente
conoscere le più grandi personalità della cultura italiana, ospitandole nel Sud
Pontino con convegni di grande interesse, ognuno di noi si migliorava e poteva
meglio guardare alla vita e al suo prossimo. Ha sempre rinnegato con sdegno la
cultura “politicizzata” sottolineandone la volgarità e il pericolo che essa
costituiva.
Adesso la pubblicazione di questo bel libro"Tutte le poesie" Gangemi Editore con tutte le sue poesie, curato
dalla sua figlia adorata Fiammetta, una gioia sfogliarlo, leggerlo, rileggerlo,
ritrovarLo nelle immagini a colori, nel CD che completa il libro, risentire la
sua voce. Filippelli sapeva leggere la Poesia, farla amare dagli alunni e dal
pubblico, conquistarli, affascinarli.
Il libro comprende tutte le sillogi pubblicate in vita e
post mortem : Vent’anni; Il cinto della
Veronica (prefazione di Edoardo Gennarini ); Ombre dal Sud (prefazione di Emerico Giachery); Ritratto da nascondere (prefazione di
Fernando Figurelli); Requiem per il padre
(prefazione di Rosario Assunto); Plenilunio
nella palude; Dai fatti alle parole; Spiritualità (prefazione di mons.
Raffaele Nogaro, postfazione di Francesco D’Episcopo).
Forse quest’opera potrà finalmente aiutarmi a scrivere di
nuovo sulla Poesia di Filippelli ( Sulla sua Poesia ho tenuto giovanissima un corso di approfondimento durato un anno), forse ho il necessario distacco per
riesaminare i suoi scritti alla luce di una critica distaccata.
Il suo verso pur nei tracciati dell’aratro antico è
percorso da un nuovo vento che si appresta ad entrare in un percorso fecondo di intensità d’affetti, di passioni,
di bellezza.
Soprattutto nelle ultime tre raccolte il Poeta dà alla parola un condensato di vita spirituale che pare talvolta di leggere “Le confessioni” di Agostino. Egli si esamina tutto, si confessa, soprattutto dei suoi peccati, dà alla scrittura un’appartenenza liturgica pur conservando la densità e la forza di tutte le passioni umane. Ha raccontato l’esperienza dell’uomo che si contorce nella ricerca di Dio, lo invoca nelle sue ore di dolore , ripudia l’uomo senza destino e la poesia assume il valore non solo lirico ,ma anche teologico. Guardandolo a volte, quando era molto malato, io che ne avevo conosciuto l’irruenza, la determinazione, il fuoco che metteva in ogni suo pensiero, lo vedevo sereno, ancora desideroso di aiutare il prossimo, l’ultima sua intenzione era di pagare una pubblicazione di 300 pagine a una nostra amica comune che lamentava la cifra troppo grande che le chiedevano gli editori. Così era fatto . Così è la sua poesia, vera, autentica in ogni suo spasimo.
Carmen Moscariello
Vietata qualsiasi riproduzione.
Carissima Carmen,
ho finito proprio adesso di leggere il tuo scritto, in cui confermi la
tua appassionata vocazione critica, capace di passare agilmente
dall'evocazione di momenti di vita vissuta alla definizione di giudizi
di intenso spessore critico. Grazie anche per l'ampiezza del tuo
articolo, che ben si collega all'altro molto avvincente che tu hai
scritto in occasione della pubblicazione di "Spiritualità". Ho
sentito
anche Pierpaolo, commosso anche lui e grato per il tuo bellissimo
lavoro. Appena mi libererò di questa mole di impegni da gestire in
questo periodo, mi dedicherò al tuo ultimo libro, per il quale ti
rinnovo i miei sinceri complimenti. Grazie ancora e a presto! Un caro
abbraccio da tutti voi!
Fiammetta Filippelli
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