I monti parlano di fratellanza
Se il nostro mondo diventa tossico è
meglio fuggire?.
Ritornare alla Natura e sapersi
parlare e incontrare con i fiori, i
meravigliosi boschi e la gente semplice e onesta che decide di fare un
pellegrinaggio a Sant’Antonio nel
giorno della Sua festa, tra scambio di gigli e avanzare felici verso la meta.
Io ero quasi estranea al gruppo. Alle
cinque del mattino ci simo incontrati a Lenola davanti alla statua di Padre Pio, mi ero presentata in borsetta e
ghingheri, mi hanno fatta liberare di ogni peso inutile e mi hanno guardato
perplessi: ce la farà questa? Li ho sorpresi non poco! Felice di perdermi in quell’immenso di salite,
di rocce, di cielo, di un’alba pallida che sembrava provare fatica a farsi strada tra le immense
querce.
Ai miei piedi la delicata inula che
con il suo giallo rendeva festosi gli argini dei viottoli e mi ricordava che
era il fiore giallo del gonfalone di Lenola. Metà del tragitto è stato per sentieri accidentati. L'iniziativa pregevole è stata organizzata dagli Amici della natura di Lenola, la nostra guida è stata Rolando Corina che dopo un paio di ore di cammino ci ha divisi in due gruppi, alcuni per scorciatoie per percorsi più difficili, altri per una strada normale. Io
sono capitata nel secondo gruppo.
Alle otto in punto, dopo tre ore di cammino, incontriamo il primo ristoro in territorio di Pastena offerto da Bruno di Girolamo e famiglia, antistante la chiesa della Madonna del Piano. Ci offrono ottimo caffè, dolci e delizie del frusinate e di Pastena in particolare. Abbiamo sostato per una mezz’ora. Finalmente svegli e tutti a chiacchierare e a ridere. Con gioia ho notato, frontalmente al piazzale della sosta, la presenza dell’albero di sorbo, non ne vedevo da moltissimi anni , lo conoscevo bene perché nei castagneti di nonna Maria ce ne erano tanti. Più avanti abbiamo incontrato pruni selvatici, subito gli uomini si sono dati da fare per cogliere i frutti prelibati per le donne, gli alberi di ciliegia erano stati già tuti ripuliti dei loro deliziosi frutti..
Si riparte in silenzio e a testa bassa. Il viaggio racchiude un piccolo tesoro, un
segreto di fratellanza tra i due centri montani di Lenola e Pastena, i monti
Ausoni, i monti Aurunci e in lontananza le cime del Monte Calvilli.
Finalmente siamo a Pastena alle ore 10,00 circa. qui incontriamo bene apparecchiati agli angoli della piazza di Pastena i centri di
ristoro chiamati “Mastri di Festa”. Ci vengono offerte leccornie e tanta
gentilezza. Insieme a noi arriva per rifocillarsi la Banda di Pontecorvo che suona per il Santo e per noi bellissimi spartiti
musicali. Intanto arriva la processione con le autorità religiose e quelle politiche.C'è il giovane
Sindaco di Lenola Fernando Magnafico che non lascia mai sola la sua gente, insieme
a lui il Sindaco di Pastena Angelo D’Ovidio che ci dà il benvenuto. Dopo altri spartiti
bellissimi della Banda e il rito dello scambio dei gigli tra i cittadini dei due paesi ci apprestiamo a fare l’ultimo percorso, il più
difficile, poiché il sole è molto alto, prepotente e forte, avvolge e illumina
i gonfaloni e la statua del Santo.
Si prega e si canta.
Mi interrogo: Si può vivere e stare bene, sentirsi al sicuro, senza avere tante pretese non spendere una lire e assistere al miracolo di una natura incontaminata e ricca di fascino e mistero?.
Certo Lenola è pronta ad
ospitare a sua volta il popolo di Pastena.
Arrivati alla piccola chiesa dedicata al Santo si assiste alla messa, molti bambini con il saio del Santo sono stati miracolati, anche la fioraia di Lenola mi racconta del grande miracolo ricevuto dal Santo per il figlio svegliatosi dal coma.
In un paio d'ore ho fatto amicizia con
decine di persone del posto, così tutti gli altri lenolesi, anche il gruppo con cui ero
arrivata fin lì, mi guardava con
simpatia. Mentre chiacchieravo e salutavo i miei nuovi amici la navetta che portava i pellegrini a valle aveva finito
le sue corse per dare spazio alla processione, con mia figlia Lara e Luisa siamo tornate a piedi al centro di Pastena, in processione con la statua del Santo. Il sindaco di Lenola ci ha messo a
disposizione un pullman per portarci tutti a Lenola al punto in cui era iniziato il nostro viaggio. Certo, a piedi non credo che
ce l’avremmo mai fatta.
Felici?
Posso garantirvi di si.
Carmen
Moscariello
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