venerdì 14 giugno 2024

L'orologio smarrito di Carmen Moscariello. Alfredo Guida Editore.

 


Riflessioni su “L’orologio smarrito ” di Carmen Moscariello

La sfera armillare insieme al libro di Eraclio che Botticelli pone sullo scrittoio di sant’Agostino , immagine che possiamo ammirare nella chiesa di Ognissanti a Firenze, ci fa intuire ancora più dei capitolo dall’XI al XXIdelle “Confessioni” che cos’è il tempo e come esso sia importante.

Se pensiamo alla trasparenza del tempo, potremmo dire che il tempo sia leggibile e, come storia, ognuno di noi sia protagonista del suo tempo, nella successione dei fatti che spesso, o a volte, sul cuscino di pietra della memoria ognuno di noi ha l’opportunità di valutarlo, di giudicarlo nelle singole azioni o in tutte le azioni che determinano una vita.

Nell’”Orologio smarrito” Il tempo è protagonista, ma non esiste una successione temporale, né un’appartenenza. Il tempo non ci appartiene, poiché non lo dominiamo, né lo programmiamo( programmarlo è solo una vaga illusione).

Quest’opera inizialmente l’avevo titolata “L’incompiuta” , a conclusione del lavoro ho cambiato il titolo, poiché mi sono resa conto che in essa era narrato non solo il mio destino, ma quello di tante persone care nella traiettoria anche di orizzonti di chi credevo aver dimenticato per sempre. Di questi infiniti percorsi umani, in cui la natura ha un ruolo determinante, si nutre questo mio sentire. In effetti nei versi c’era uno strano protagonista che non ero io , né le immagini che l’attraversavano, piuttosto un personaggio che mi coinvolgeva e teneva in pugno senza che la mia volontà potesse fare niente: anche la conclusione in prosa che mi ero illusa fosse un riassunto della mia vita, in verità in essa affoga, viaggia, cantano infiniti logaritmi, imprecisati incontri, lontane litanie: il fiume non è solo ricordo, emblema dell’infanzia , risultato di un pensiero già tutto formato, ma è testimone del rimanere tuttora incauta su un ciuffo d’erba portato dalle acque irruenti. Quindi “smarrito“ va inteso non come abbandono della vita ormai tarda, ma il tempo come assoluta ricerca della libertà e della giustizia, come totale appassionata appartenenza all’umanità che non sempre si volta al mio grido d’amore dei poeti. Il tempo diviene così caduta, ma non perde l’urgenza della redenzione, desiderio dello straordinario, ricerca del più bello, del più fascinoso, abbandono ai profumi, vessillo di ribellione( quale è stata tutta la mia vita).

Poi c’è la melanconia del tempo (spleen, come sentimento del Tempo) in cui si raccolgono le piume sparse, si fa fagotto, lo si posa ai propri piedi come altro da sé. Lo si dimentica o si crede d’averlo dimenticato per cercare lo spasimo e l’ardore di nuovi sogni. Tuttora “la vaghezza”, il sogno mi appartengono intatti, come nella fanciullezza e spesso mi fanno sentire inadatta al mondo, allora, come ora. Così il mio pensiero e la mia scrittura non rispettano le categorie temporali, viaggio ancora su un ramo nodoso, ma rimango a galla sulle raffiche del fiume, ricostruisco vite e alcune di esse confluiscono nella mia. Il loro destino mi appartiene senza iato. Perciò l’ “Orologio smarrito”, viaggia senza lancette , ma certe volte esso ha una sua furiosa forza e senza stabilire l’ora mi pone davanti registri di bellezza, di canto, di affetti, arco di tensione per una nuova vita .

La “cronocrazia” non mi appartiene, cerco l’attimo ineffabile, il Kairòs, il tempo sacro dell’intuizione che dal di dentro ci disvela la nostra appartenenza. Il tempo può, se vogliamo, essere parola rivelatrice, “ansia del tempo”(Rebora), stupore, “sospensione dell’accadere”(Pavese) o il tempo di Alda Merini : tempo perduto in vorticosi pensieri/assiepati dietro le sbarre/come rondini nude.

Mi sale nel ricordo Eliot con la sua concezione del tempo come assoluta contemporaneità, ecco forse senza volerlo la mia idea del tempo ha molto a che vedere con Il Poeta, soprattutto cerco un tempo che non depredi la mia vita, che essa non si trasformi in una corsa verso il nulla, piuttosto che la stessa morte, lo dico da credente, diventi l’apertura e l’ agognata conquista dell’infinito atemporale.

 Carmen Moscariello

 

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1Gerardo Pecoraro

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Carmen Moscariello

Scritto da Carmen Moscariello in occasione della presentazione della sua opera "L'orologio smarrito" Alfredo Guida Editore. Presentazione presso il Centro Studi Meridionali di Napoli.

·         21 h

21 ore fa

 

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