Riflessioni su
“L’orologio smarrito ” di Carmen Moscariello
La sfera armillare insieme al libro di Eraclio che Botticelli pone sullo
scrittoio di sant’Agostino , immagine che possiamo ammirare nella chiesa di
Ognissanti a Firenze, ci fa intuire ancora più dei capitolo dall’XI al XXIdelle
“Confessioni” che cos’è il tempo e come esso sia importante.
Se pensiamo alla trasparenza del tempo, potremmo dire che il tempo sia
leggibile e, come storia, ognuno di noi sia protagonista del suo tempo, nella
successione dei fatti che spesso, o a volte, sul cuscino di pietra della memoria
ognuno di noi ha l’opportunità di valutarlo, di giudicarlo nelle singole azioni
o in tutte le azioni che determinano una vita.
Nell’”Orologio smarrito” Il tempo è protagonista, ma non esiste una
successione temporale, né un’appartenenza. Il tempo non ci appartiene, poiché
non lo dominiamo, né lo programmiamo( programmarlo è solo una vaga illusione).
Quest’opera inizialmente l’avevo titolata “L’incompiuta” , a conclusione
del lavoro ho cambiato il titolo, poiché mi sono resa conto che in essa era narrato
non solo il mio destino, ma quello di tante persone care nella traiettoria
anche di orizzonti di chi credevo aver dimenticato per sempre. Di questi
infiniti percorsi umani, in cui la natura ha un ruolo determinante, si nutre
questo mio sentire. In effetti nei versi c’era uno strano protagonista che non
ero io , né le immagini che l’attraversavano, piuttosto un personaggio che mi
coinvolgeva e teneva in pugno senza che la mia volontà potesse fare niente:
anche la conclusione in prosa che mi ero illusa fosse un riassunto della mia
vita, in verità in essa affoga, viaggia, cantano infiniti logaritmi,
imprecisati incontri, lontane litanie: il fiume non è solo ricordo, emblema
dell’infanzia , risultato di un pensiero già tutto formato, ma è testimone del
rimanere tuttora incauta su un ciuffo d’erba portato dalle acque irruenti.
Quindi “smarrito“ va inteso non come abbandono della vita ormai tarda, ma il
tempo come assoluta ricerca della libertà e della giustizia, come totale
appassionata appartenenza all’umanità che non sempre si volta al mio grido
d’amore dei poeti. Il tempo diviene così caduta, ma non perde l’urgenza della
redenzione, desiderio dello straordinario, ricerca del più bello, del più
fascinoso, abbandono ai profumi, vessillo di ribellione( quale è stata tutta la
mia vita).
Poi c’è la melanconia del tempo (spleen, come sentimento del Tempo) in cui
si raccolgono le piume sparse, si fa fagotto, lo si posa ai propri piedi come
altro da sé. Lo si dimentica o si crede d’averlo dimenticato per cercare lo spasimo
e l’ardore di nuovi sogni. Tuttora “la vaghezza”, il sogno mi appartengono
intatti, come nella fanciullezza e spesso mi fanno sentire inadatta al mondo,
allora, come ora. Così il mio pensiero e la mia scrittura non rispettano le
categorie temporali, viaggio ancora su un ramo nodoso, ma rimango a galla sulle
raffiche del fiume, ricostruisco vite e alcune di esse confluiscono nella mia.
Il loro destino mi appartiene senza iato. Perciò l’ “Orologio smarrito”,
viaggia senza lancette , ma certe volte esso ha una sua furiosa forza e senza
stabilire l’ora mi pone davanti registri di bellezza, di canto, di affetti,
arco di tensione per una nuova vita .
La “cronocrazia” non mi appartiene, cerco l’attimo ineffabile, il Kairòs,
il tempo sacro dell’intuizione che dal di dentro ci disvela la nostra
appartenenza. Il tempo può, se vogliamo, essere parola rivelatrice, “ansia del
tempo”(Rebora), stupore, “sospensione dell’accadere”(Pavese) o il tempo di Alda
Merini : tempo perduto in vorticosi pensieri/assiepati dietro le sbarre/come
rondini nude.
Mi sale nel
ricordo Eliot con la sua concezione del tempo come assoluta contemporaneità,
ecco forse senza volerlo la mia idea del tempo ha molto a che vedere con Il
Poeta, soprattutto cerco un tempo che non depredi la mia vita, che essa non si
trasformi in una corsa verso il nulla, piuttosto che la stessa morte, lo dico
da credente, diventi l’apertura e l’ agognata conquista dell’infinito
atemporale.
Carmen Moscariello
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1Gerardo Pecoraro
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Scritto da Carmen Moscariello in occasione della
presentazione della sua opera "L'orologio smarrito" Alfredo Guida
Editore. Presentazione presso il Centro Studi Meridionali di Napoli.
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21 h
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