lunedì 15 ottobre 2012

"Tradizione e innovazione, La poesia di Ugo Piscopo" - Maria Grazie Spataro


INTRODUZIONE
Avvicinarsi alla poesia di Ugo Piscopo significa osservare unitamente lo sviluppo della poesia contemporanea e scoprire una voce personalissima ed individuante di essa con i suoi più vitali fermenti.
Significa, soprattutto, incontrarsi con una poesia del tutto onesta nel senso che essa richiede alla parola che esprime di essere autentica, di non tradire mai se stessa.
In tal modo la poesia non soltanto si erge alta nel panorama letterario, ma si fa, così come deve essere, testimonianza morale che va alla ricerca rigorosa di una coerenza profonda che sempre riconosce in sé e l'uomo e il poeta.
Con tali premesse la poesia di Ugo Piscopo si traduce in una militanza civile che si fa richiamo insistito ad una moralità conseguente che affonda le sue radici in un rinnovamento profondo, in un cambio di prospettiva non ribaltante, ma nato da un'ottica più acuta, quella che sa individuare sostrati ed aspetti desueti per poter poi recuperare una visione rinnovata e totalizzante. Ugo Piscopo parte dalla sua umanissima verità, ma di esse si fa strumento e non arbitrario punto di arrivo; è una disponiblità all'attraversamento, alla controprova, alla ricostruzione di un piano orizzontale dove le creature tutte trovano un naturale allianeamento: dall'uomo alla poetra e, nella pietra, un'essenza antropica. Deucalione e Pirra ripopolano una terra dilavata dalle acque. E' forse questo l'auspicio di rigenerazione che accompagna il nostro poeta a ritrovare frammenti ricostruiti in una nuova coesione.

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