martedì 26 giugno 2012

Ricordo di Padre Anthony, apostolo della tolleranza, tra Gandhi e Giordano Bruno

La notizia mi giunge dalla voce asettica di una collaboratrice. che risponde dopo giorni di tentativi infruttuosi, non lo nascondo ispirati da un interiore presagio, al numero del suo cellulare: il 4 ottobre scorso, nel giorno consacrato all'amato San Francesco, Anthony Ellenjimjttam ha abbandonato il suo involucro terreno. L'avevo incontrato sei mesi prima, ad Assisi nella sede della sua fondazione e subito quell'alchimia spirituale che ci aveva fatto conoscere e poi spinti all'incontro, si era rivelata in tutta la sua magia. Di Lui mi colpirono subito l'ideale irenistico, e soprattutto l'intelligenza e la serenità che emanavano quei suoi occhi magnetici.  Mi accolse nel caos di una stanza colma di vecchi libri, un pc acceso semisepolto da scartafacci e manoscritti che rappresentava la sua porta sull'universo, dalla quale era entrato un giorno con una e-mail nella mia vita. Ma ciò che mi colpì in modo particolare fu quella valigia, ancora o già chiusa, fate voi, alla quale appoggiava le membra stanche. Mi diede l'idea di un essere in viaggio da tempi immemorabili verso un mondo superiore. Parlammo di tutto, come se ci conoscessimo da sempre. Gli donai una copia della mia “Coincidenza degli opposti” e Lui ricambiò con alcuni dei suoi libri. Quando li ho letti ho capito che le cose che abbiamo scritto, ce le eravamo già dette prima di incontrarci. Lui mi parlò di quel salto di livello energetico che ti fa sentire all'improvviso in una sfera superiore. In questo era molto davanti a me e non solo per i suoi 96 anni. Mi raccontò, a grandi linee, il suo eccezionale percorso esistenziale, che lo aveva portato a far la spola tra il cattolicesimo domenicano e l' India, tra Bruno che mi confessò di amare dai tempi della Minerva, e Gandhi, che aveva visto fucilare davanti ai suoi occhi. Quando gli domandai dove avesse trovato i fondi per realizzare le sue numerose iniziative filantropiche e culturali in India e in Italia, mi rispose col suo calmo sorriso. "Se credi davvero in qualcosa, inizia a lavorarci, il resto verrà!". Ebbi l'impressione di trovarmi di fronte alla filosofia nella sua espressione più pura ed estrema, quella di colui che si è ormai liberato dalle coercizioni del vivere quotidiano e tutto concentra nella diffusione del proprio messaggio. Il suo corpo sembrava una crisalide sul punto di spezzarsi, per lasciar libero l'impalpabile volo di un'anima ormai troppo leggera.
Lascio che siano direttamente i messaggi che mi hai inviato, nella loro semplicità ed immediatezza, ad esprimere, molto meglio delle mie parole, la tua sintonia con la "filosofia perenne" del Nolano. Non dimenticherò il tuo passaggio Anthony, "Anima affine"!

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